Don Gelmini passa al contrattacco

Il giorno dello sconcerto e della rabbia inizia con una stretta di mano al quartier generale della comunità «Incontro». Il velo di ostentata «serenità» (parola ripetuta ovunque come un mantra) cela a stento la preoccupazione e i nervi a fior di pelle. Una fede granitica nell’innocenza di don Pierino accomuna laici e sacerdoti, compaesani e ragazzi in terapia. […] Nel frattempo si definisce al telefono la strategia da seguire e l’ufficio di Giampaolo (sempre più spesso al telefono con il leader) diventa off-limits anche per i membri della comunità. A fine mattinata, don Pierino, che in un primo momento aveva assegnato la difesa pubblica esclusivamente ad Alessandro Meluzzi [massone, NDR], affida la propria verità ai microfoni del Tg5. Parla di «gogna mediatica», si proclama «interiormente molto sereno», ringrazia le persone che gli sono vicine «in questo momento in cui devo portare una croce». E sospira: «Per chi lavora in questo campo è una passaggio obbligato anche se sofferto. È pacifico, chi in questi mari naviga, questi pesci prende…». Rivendica di aver assistito «più di 300mila persone in ogni parte del mondo». Anche se provato per l’indagine, giura di non essere pentito: «A costo di strisciare per terra, voglio andare avanti. Cadrò quando Dio vorrà, ma rimarrò in mezzo ai miei ragazzi, qualsiasi cosa pensino di me». Sa di poter contare su un consenso totale tra le mura dei suoi centri. E in effetti nessuno canta fuori dal coro.

Intorno tutti mettono la mano sul fuoco. «Don Pierino è innocente, qui è conosciuto casa per casa, è uno di famiglia», ripetono in paese senza la minima variazione. Amelia è piena di ex ospiti della comunità Incontro che hanno preso la residenza e hanno trovato lavoro, soprattutto in cooperative sociali e associazioni «non profit». In molte case la foto di don Pierino con in testa la mitra di esarca greco-melkita, è appesa accanto alla «Madonna del Sorriso», l’effigie mariana venerata nella comunità. Rari bagliori di sdegno per gli accusatori. «Come si fa a volere male a un uomo che ha fatto tanto bene?», non si danno pace due anziane sotto la maestosa facciata della chiesa di Santa Caterina. «E’ un fulmine a ciel sereno, sono sconcertata, non ho parole- scuote la testa Clara Rossi, casalinga-.Qui c’è chi lo stima e chi no, però nessuno lo ritiene colpevole». In ogni famiglia se ne discute. «E’ solo una montatura, una rivalsa di gente cacciata dalla comunità- si accalora Fiorella Fiorini, insegnante di scuola materna-.E’ tutto inverosimile, speriamo che svaniscano presto ombre e sospetti. Non si può gettare fango su un santuomo». […] Qualche voce «sui generis» nella comunità c’era. «Giravano chiacchiere, ma erano solo battute», azzarda Aldo Curiotto, per 22 anni collaboratore di don Gelmini e marito di Maretta, storica segretaria della comunità Incontro. «Si trattava dei soliti pettegolezzi che spesso si sentono in realtà importanti», minimizza.

Testo integrale dell’articolo di Giacomo Galeazzi sul sito della Stampa

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15 commenti

il filosofo bottiglione

alla faccia della gogna mediatica (cosa sempre ripugnante)!
in questo caso è scattata l’APOLOGIA mediatica.
potenza della fede?

gianfranco

la gogna mediateca è per quelli che l’hanno denunciato praticamente…
questo nn vuol dire che lo creda sicuramente colpevole o innocente. Il dovere unico di chi nn è testimone oculare è affidarsi alla magistratura, ne agli amiici di parrocchia ne di ideologia

Maurizio D'Ulivo

In effetti credo che non sia il caso di affidarsi a priori nè agli accusatori nè a chi difende l’accusato.

Chi difende Don Gelmini, peraltro, può certamente averne anche una fondata stima, ma non può però certificare o testimoniare che quest’ultimo non abbia effettivamente molestato i suoi accusatori.

Dall’altro lato, anche la posizione degli accusatori va vagliata con occhio critico: fatti veri oppure creati ad arte per desiderio di rivalsa o di altro tipo?

L’unica possibilità, per noi che leggiamo, è affidarsi al lavoro della magistratura e alla sua capacità di accertare i fatti: semmai, proprio per arrivare a questo risultato, sarebbe meglio che chi ha potere in merito (tipo il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella) si astenesse dal precostituire un clima favorevole all’accusato: proprio perchè tocca i nervi scoperti della società, il lavoro dei giudici andrebbe tutelato, in questo caso più che nell’ordinarietà, e incoraggiato ad accertare i fatti in maniera obiettiva e protetta dai condizionamenti esterni di ogni tipo.

Steve

Intanto su don Gelmini si addensa l’ombra della pedofilia perché c’è chi lo denuncia di averlo violentato all’età di 10 anni:

http://passineldeserto.blogosfere.it/2007/08/indagini-e-cautela-su-don-gelmini.html

5. pio, Venerdì 3 Agosto 2007 ore 12:06
Sono una persona di 60 anni, una delle tantissime vittime di questo pedofilo. Sì, perchè quando successe il fatto avevo 10 anni e ripeto non sono stato una mosca bianca. A suo tempo si cercò, mediante un familiare, di denunciare l’accaduto ma con risultati veramente contrastanti specialmente da parte della gerarchia ecclesiastica che difese a “spada tratta” questo collezionista di…..Finalmente la verità…anche perchè si rischiava addirittura di santificarlo!!!

Steve

Oggi al tg1 delle 13.30 hanno detto che nell’inchiestaa sono entrate delle intercettazioni. A quanto pare non si tratta quindi solo di dichiarazioni di 5 persone (e non 2 come riferisce l’Ansa).

4ndrea

Uhm, chi ha visto il servizio del tg5 mi può dire se prima della lunga e spensierata arringa dell’accusato (con tanto di applausi dei presenti) hanno fatto parlare gli accusatori? Perché accendere e sentire sto tizio che se la cantava su quanto poverino non è che una vittima dopo tutto il bene che ha fatto, che nel vangelo c’è scritto che appunto saranno perseguitati e bla-bla-bla-bla-bla è stato un pessimo spettacolo e un brutto messaggio, e allora se avessero prima fatto sentire le ragioni degli accusanti non sarebbe almeno stato un vergognoso servizio di parte (peraltro una consuetudine del tg5 e non solo..).

mauro

questa sera il tg3 non ha parlato del caso G. è già arrivata la censura della SANTA INQUISIZIONE.

ren

Si il servizio del tg5 è una vergogna del giornalismo italiano. E’ stato ripetuto alle 20.00 se è possibile peggiorandolo. Che paese assurdo.

ciceracchio 2la vendetta

chi si sente innocente non attacca nessuno meno i poveracci drogati.
Chi e’ innocente si affida alla giustizia e attende la fine delle indagini;
non monta tutto sto casino mettendo in campo tutti i politici destroidi amici ..
ma che repubblica e’ la nostra dove vengono fatti i processi in piazza e in tv..????
eppure in europa davanti a indagini tutti portano silenzio e rispetto ….
non dsi vedono politici scendere in campo specie ministri che minacciano ,
ispezioni , tutti fino a prova contraria siamo innocenti… anche un prete.
quindi si lasci indagare … e AMEN

ciceracchio 2la vendetta

TG 5 RICAMBIA I FAVORI FATTI AL BERLUSCA DURANTE LA Cmpagna elettorale:
ricordate il berllusca sul palco insieme al prete che con tutto l’oro che porta addosso sembra golfingher????

Gabriele Porri

Era fin troppo prevedibile che si scatenassero media e politica a favore di don gelmini, visto che lui fa parte dell’establishment ed è ammanicato con tutti. leggo le sue dichiarazioni secondo cui era stato ricattato dai suoi accusatori che gli avevano chiesto soldi per ritrattare, spero che il prete possa dimostrare tutto ciò, e non solo che gli accusatori possano dimostrare le proprie accuse. Ma ha ragione chi parla di apologia mediatica, altro che gogna!

critico

Mi sembra che nello stato di diritto si è innocenti fino a prova contarria.Quindi fino a quando la corte di cassazione non si sarà espressa in via definitiva don G. è innocente.i gesti di solidarietà di chi gli sta vicino dimostrano che è stato un benefattore.Spero che gli anticlericali a prescindere ,il mangiapretismo irrazionale non strumentalizzi la vicenda che è molto dolorosa :c’è un prete sul quale hano gettato del fango che non si leverà mai e dei ragazzi che avrebbero potuto essere oggeto della più schifosa delle violenze.

ren

Ha ragione Ciceracchio, a farci caso Gelmini ha davvero quintali d’oro addosso. In certe foto si è fatto anche ritrarre con una specie di cappello dorato da pope russo. Il crocefisso che porta ha delle pietre preziose veramente appariscenti. Avrà anche la Maserati coi cerchi in lega splendenti e il marmittone cromatissimo?

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