Lotta per la laicità a Roseto degli Abruzzi

All’interno del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi è sorto un dibattito attorno al problema delle unioni civili e dell’istituzione di un apposito registro. Pubblichiamo un articolo firmato da un consigliere del Movimento Sinistra Democratica (apparso su La Città del 4 agosto) e un comunicato stampa dei consiglieri DS e Margherita.

Saper girare una frittata non è da tutti

Come in Consiglio comunale così nei comunicati stampa, DS e Margherita
continuano nella mistificazione e nell’occultamento delle vere ragioni che
li hanno portati alla bocciatura della mozione, dal carattere puramente
simbolico, per l’istituzione del registro delle unioni civili.

La prima motivazione della stroncatura della mia proposta in Consiglio fu
che essa era strumentale e tendeva a spaccare la maggioranza. In realtà
nessuno più del sottoscritto è consapevole della compattezza di questa
maggioranza, unita anche di fronte all’improponibile e all’assurdo, e la
stessa reazione alla mozione da me presentata non è stata altro che un
tentativo di nascondere ciò che è chiaro agli occhi di tutti : questo
centrosinistra rosetano dimostra talvolta di non avere nulla di sinistra! E
l’esito della votazione ne è stata una chiara prova : DS e Margherita, per
non parlare dello SDI-Rosa nel Pugno, pur di salvaguardare il locale patto
di alleanza, hanno svenduto la laicità e il riconoscimento dei diritti alle
coppie di fatto solo per opportunismo politico.

Ora, per tentare di salvare la faccia, si adducono inconsistenti e ridicole
ragioni formali : ‘mancanza di un quadro normativo certo’, ‘violazione di
norme costituzionali’, contrasto con leggi ordinarie, oltre alla repentinità
della presentazione della mozione che avrebbe impedito un’opportuna e
preliminare riflessione tra i gruppi consiliari.

Nei suoi riferimenti alla Costituzione, l’estensore del comunicato trascura
però che il comma 1 dell’art. 29 afferma ‘La Repubblica riconosce i diritti
della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio’, ma nulla
sancisce e nulla vieta circa il riconoscimento di altre forme di convivenza
basate sull’amore e sulla solidarietà. Infatti il riconoscimento di altre
unioni non limita o minaccia i diritti già acquisiti della famiglia
tradizionale.

Nel comunicato si introduce, pertanto, una pericolosa confusione o
contrapposizione tra famiglia tradizionale e unioni di fatto che sono due
modelli di convivenza distinti e separati.

Si tralascia ancora di richiamare l’art. 2 della Costituzione che recita ‘La
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale’. Tali formazioni sociali possono riconoscersi anche
nelle ‘unioni di fatto’, le quali, insieme alla famiglia, hanno come fine
comune il pieno sviluppo della personalità dell’individuo e meritano anch’
esse tutela.

Appare poi contro ogni evidenza ravvisare nella mozione contraddizioni con
il diritto di famiglia : ho fatto riferimento solo a quei benefici e a
quelle opportunità previste dall’ordinamento e dall’autonomia comunale e non
dalle norme del codice del diritto civile.

Non mi risulta, ancora, che le Regioni ed i civilissimi Comuni che hanno
adottato tali registri abbiano avuto problemi di contrasto con la
Costituzione o con le leggi ordinarie.

Per quanto concerne la repentinità della presentazione della mozione, faccio
presente che essa è stata consegnata nei tempi dovuti e che l’argomento
‘diritti civili e coppie di fatto’ , oltre ad essere presente nel programma
del Governo Prodi, è al centro del dibattito politico nazionale da oltre
dieci anni. Non voglio pensare che i nostri consiglieri non si tengano
informati su questo importante tema!

In riferimento alle accuse circa mie affermazioni ‘volgari e offensive’ nei
confronti della città di Roseto, esiste una registrazione del Consiglio
comunale del 17 luglio 2007 dalla quale estrapolo e trascrivo questo mio
sfogo nel quale è citata per la prima e unica volta la città di Roseto :
‘Quanto accaduto oggi offende Roseto e offre un’immagine avvilente di essa,
cioè di una cittadina preda di un’amministrazione arretrata, ottusa ed
ostaggio dei Savonarola di turno. Emerge un dato di fatto : questo Consiglio
è composto da vecchi; siamo vecchi, portatori di idee sorpassate in un paese
invece composto da giovani, con nuove esigenze e nuovi modelli sociali di
convivenza’.

L’offesa di cui parlate, ma si trattava invece di un’amara constatazione,
era rivolta a quei consiglieri che hanno respinto compatti la mia mozione
con un accanimento fatto di argomentazioni deboli e fuorvianti. Sono io ad
aver subito ed a subire ancora offese nei tentativi di squalifica agli
occhi dei rosetani. Rimando quindi ai mittenti l’accusa di volgarità
disponendo di un differente concetto di volgarità anche in politica : è
stato volgare abbandonare il Consiglio comunale il 21giugno; è stato volgare
approvare quello sciatto piano-programma del CIRSU; è volgare il disordinato
sviluppo urbanistico a Roseto; è volgare temporeggiare intorno ai problemi
della città e inondare di chiacchiere coloro che cercano risposte;è più
volgare,lo ribadisco ancora,il ricorso alla menzogna per denigrarmi !

Visto che mi si accusa di voler fare ‘il professore’, mi complimento per l’
erudizione esibita, che però contiene un’inesattezza: il mio patronimico non
può essere ‘pelide’ e la mia ira (se si confonde l’indignazione con l’ira)
non può essere ‘funesta’ ,visto siete tutti in ottima salute.Di questo
francamente sono lieto.

Roseto degli Abruzzi, 02/08/2007

Pasquale Avolio, Consigliere comunale Movimento Sinistra Democratica

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Gentile Redazione,
abbiamo avuto modo di leggere, nei giorni scorsi, su vari quotidiani e media
locali gli articoli del consigliere Avolio a proposito della votazione nel
Consiglio Comunale del 17 luglio scorso della mozione da lui presentata sul
tema della istituzione del registro delle unioni civili. Ne è emersa una
sostanziale e generalizzata perplessità da parte dei consiglieri della
Margherita e dei Democratici di Sinistra e quindi del costituendo Partito
Democratico. Tali articoli sono fuorvianti da un lato, perché pongono la
questione in maniera difforme rispetto a quanto emerso nel dibattito
consiliare, dall’altro sono inopportuni, come lo è stata la presentazione
della mozione stessa, per la strumentale e sterile provocazione operata da
parte di un consigliere del centro sinistra.
Riteniamo, quindi, che i cittadini debbano cogliere un modo diverso di
intendere e riflettere sulla questione, meno strumentale e demagogico.
Ma andiamo per gradi.
Pensiamo che non sia una questione pregiudiziale di scarsa rilevanza
(giuridica e di merito) se a livello nazionale assistiamo ad un dibattito
molto delicato sul tema delle unioni di fatto, dove non ci sembra si sia
giunti ad un approdo normativo certo.
Considerando questo vuoto normativo, qualsiasi apporto diverso da quanto
stabilito dal precetto costituzionale (art. 29) non può essere accettato (e
vedremo in dettaglio anche perché) così anche per la mozione presentata,
poiché attraverso essa, come impiantata, si verrebbe ad attribuire, ancorché
in modo indiretto, la qualificazione di famiglia a realtà diverse da quanto
precisato dall’articolo suddetto. Emerge altresì ancora più evidente la
violazione della norma costituzionale, ove si intendesse procedere
attraverso una definizione di matrimonio, tale da ricomprendere le unioni
omosessuali.
Questa premessa di carattere normativo necessaria per comprendere come nel
nostro sistema legislativo la Fonte Costituzionale è fonte primaria e quindi
la legge ordinaria deve ad essa sottostare, salvo che non si proceda
preventivamente ad una revisione del dettato costituzionale.
Si potrebbe obiettare che questa dissertazione normativa nulla c’entra con l
‘istituzione di un semplice registro delle unioni civili.
Possiamo tranquillamente rispondere che c’entra per la contraddittorietà
normativa e l’incongruenza formale e temporale della mozione stessa.
Rispetto al primo aspetto, il consigliere Avolio ha evidenziato nella
mozione che tale registro “non avrebbe interferito con gli altri registri
anagrafici”; che tale registro “non viene affatto ad assumere carattere
costitutivo di status ulteriori e quindi di poteri o doveri giuridici”, ma
che tale registro avrebbe “solo un effetto di pubblicità”, senza in alcun
modo entrare “nel merito delle tutele previste dal diritto di famiglia”. La
mozione aggiunge contraddittoriamente però che ci sono altri fini da
ravvisare in questi registri e cioè “l’equiparazione delle coppie formate da
persone unite civilmente a quelle sposate e assimilate, agli effetti dei
pari riconoscimenti alle prime alle medesime condizioni, dell’accesso a
tutti i procedimenti, benefici e opportunità amministrative previsti dall’
ordinamento comunale a favore delle seconde”.
Questo non è possibile, ma non perché il “Partito Democratico” non vuole,
semplicemente perché non c’è ancora una legge che lo consenta. Il Consiglio
e quindi l’amministrazione comunale non può andare contra legem o precorrere
una proposta di legge non ancora approvata né in discussione in parlamento.
Rispetto, invece, al secondo aspetto, dell’incongruenza nel rispetto della
forma e dei tempi possiamo dire che la mozione è stata presentata
repentinamente e senza aprire una opportuna e preliminare riflessione tra i
gruppi consiliari in modo da addivenire ad un documento condiviso da tutta
la maggioranza e magari anche dalla minoranza.
Si è buttato provocatoriamente nella “mischia” consiliare un argomento che
per la sua complessità merita un approfondimento maggiore, considerando
altresì che oltre agli agnostici e agli indifferenti ci sono persone che
vivono il problema con il peso della sofferenza e del tormento.
Tutte queste persone meritano una risposta giusta, onesta e rispettosa della
legge, non certo demagogica.
Sosteniamo di essere d’accordo per un confronto e un dibattito sereno che
porti all’unità e non alla divisione, come anche sottolineato dal Sindaco
stesso nella seduta consiliare; un dibattito che non proceda attraverso
intimidazioni, offese e bacchettate, di promanazione cattedratica da chi si
ritiene docente o direttore, oltre che nel lavoro, anche in consiglio, nei
confronti dei consiglieri. Siamo per il rispetto di una dialettica anche all
‘interno della maggioranza fosse anche nell’accezione hegeliana del termine
(per fare una citazione dotta in modo che il consigliere non pensi che siamo
tutti ignoranti o, peggio, inferiori) con l’enunciazione di una tesi, la
proposizione di un’antitesi e la costruzione insieme di una sintesi.
Questo non è avvenuto, anzi nonostante le reiterate sollecitazioni, avanzate
in vario modo e a vario titolo da tutti gli intervenuti, a riflettere, a
ritornare sull’argomento per portare un testo condiviso e corretto
normativamente, i firmatari si sono ostinati a voler far votare la loro
mozione.
Il risultato inevitabilmente non poteva che essere quello che è stato. Come
se non bastasse, ciò ha scatenato “l’ira funesta” del pelide Avolio le cui
affermazioni, in alcuni passaggi decisamente volgari e offensive nei
confronti della cittadinanza, non meritano nemmeno di essere riportate
poiché non fanno onore a una persona di profonda cultura quale egli è, una
persona che intanto si professa tollerante e ragionevole ma che poi si
mostra intollerante e intransigente nei confronti delle opinioni dei
colleghi consiglieri.
E ci fermiamo qui, che se poi volessimo entrare nel merito della eventuale
efficacia di una simile trovata, ci sarebbe ancora parecchio da dire, visto
che quello sparuto gruppo di città e metropoli che in cinque delle nostre
regioni hanno istituito il registro in questione, se lo son ritrovato
disertato. Ovunque il registro sia stato introdotto, s’è fatto precedere dal
rombo dei tamburi mediatici. Per ottenere cosa? Quattordici anni e
tonnellate di articoli dopo, una media di molto meno di dieci coppie
registrate per ogni comune entrato nell’era dei “nuovi diritti”.

I Gruppi Consigliari
D.L. La Margherita
Democratici di Sinistra
Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi

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13 commenti

dysphoria_noctis

i DS sempre più appiattiti sulle posizioni dei demochristis… spero che l’emorragia di parlamentari che stanno subendo continui ancora a lungo… Che buffoni!

ren

Più che un partito sarà una cloaca, tipo i partiti di destra dove è andato a finire di tutto, cani, porci e reazionari.

Il Filosofo Bottiglione

il documento dei consiglieri PD recita:

Questo non è possibile, ma non perché il “Partito Democratico” non vuole,
semplicemente perché non c’è ancora una legge che lo consenta

scuse, scuse, sempre scuse, per non fare mai un cazzo!
non posso fare i complimenti ai consiglieri DS di Roseto per il coraggio dimostrato, non certo degno di un Ettore di Priamo.

giuseppe

i miasmi della palude italiana sono sempre più evidenti….

raphael

Ovunque il registro sia stato introdotto, s’è fatto precedere dal
rombo dei tamburi mediatici. Per ottenere cosa? Quattordici anni e
tonnellate di articoli dopo, una media di molto meno di dieci coppie
registrate per ogni comune entrato nell’era dei “nuovi diritti”.

E’ inutile sono proprio ottusi; non ci arrivano proprio….

ren

Anche se le coppie fossero solo due o una è meglio che il registro ci sia per garantire un diritto a chi vuol far quel tipo di scelta e non la pensa come la maggioranza. Mi sa che l’ottuso sei tu.

Red Passion

Bravo Pasquale Avolio! Hai messo a nudo il re! DS, Margherita e Rosa nel Pugno sono proprio centristi e quindi incapaci di prendere delle decisioni nette, di discontinuità con il passato. Contenti loro…

beppe

Pazzesco con questa risposta si sono dati la zappa sui piedi.
Hanno confermato quanto detto dal consigliere Avolio..
Sono pure poco furbi .
Forse il silenzio avrebbe lasciato qualche dubbio… ora non ce ne sono più, il PD è il Partito DEMOCRISTIANO.
MI stupisce il consigliere della rosa nel pugno…. un partito di solito Laico..
Beppe

Pasquale Avolio

Ringrazio Fausto Sanna per avere inserito i comunicati e tutti coloro che hanno espresso valutazioni su questa sconcertante vicenda.
Pasquale Avolio

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