Iran. Chiuso quotidiano dopo intervista a poetessa lesbica

L’Iran ha chiuso per la seconda volta in meno di un anno il quotidiano moderato Shargh, dopo la pubblicazione di un’intervista ad una poetessa, accusata dalle autorità di essere una militante omosessuale. Lo ha comunicato un editorialista del giornale, Saeed Laylaz.

Non c’è stata una conferma ufficiale da parte delle autorità ma l’agenzia di stampa Fars, citando una fonte del ministero della Cultura, ha reso noto che il giornale era stato chiuso temporaneamente.

Quotidiano preferito dei liberali iraniani, Shargh (Est) ha pubblicato sabato un’intervista di una pagina a Saghi Ghahreman, poetessa iraniana che vive in Canada. “Linguaggio femminista” era il titolo dell’articolo.

Il quotidiano conservatore Kayhan ha attaccato oggi la signora Ghahreman, definendola una “contro-rivoluzionaria in fuga” che dirige “l’organizzazione iraniana delle lesbiche”.

“Ci hanno detto che questa donna ha problemi di morale, che è omosessuale e se ne vanta sul suo blog. Ma noi l’abbiamo intervistata solo in quanto scrittrice all’estero” si è difeso il direttore del giornale Shargh, Mehdi Rahmanian. Il quotidiano ha pubblicato oggi in prima pagina delle scuse, affermando di aver dato la parola alla poetessa ignorando le sue scelte personali.

L’omosessualità è strettamente vietata nella repubblica islamica dell’Iran, gay e lesbiche rischiano la pena di morte.

Il quotidiano Shargh aveva ripreso ad uscire a maggio dopo un divieto di 9 mesi, imposto per aver pubblicato una vignetta considerata offensiva del presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Il testo integrale del lancio d’agenzia (Apcom) può essere letto sul sito gaynews.it

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Un commento

ren

Sono un po’ più indietro di noi sui diritti civili in effetti … Ma il clima in Italia è lo stesso. Se non ci fosse la comunità europea ad arginare i reazionari secondo me saremmo allo stesso livello dell’Iran.

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