Roma. Volantini contro la Gay Street

– Ad una settimana dall’inaugurazione a Roma della Gay Street, presso Via San Giovanni in Laterano, questa mattina nella zona sono apparsi centinaia di volantini bianchi che intimano “Via i gay” e denunciano nel quartiere “atti osceni in luogo pubblico, disturbo della quiete pubblica, vandalismo su auto e muri, spaccio di sostanze stupefacenti, sporcizia di ogni genere nella via”: “se questo è il vostro mondo non vi accettiamo”, concludono i manifesti, a firma di presunti “Residenti” del Celio.

E’ stata la sezione Arcigay di Roma a denunciare il fatto, sottolineando che sarebbe stato istigato “dalle dichiarazioni omofobe del vice sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini”. […]

Il testo integrale del lancio d’agenzia (Apcom) può essere letto sul sito gaynews.it

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14 commenti

Jeeezuz

trovo cretina l’idea di una via gay, così come quella di una via fatta solo di birrerie e pub (come via del pratello o via zamboni a bologna).

E soprattutto: i gay hanno intenzione di ghettizzarsi da soli?

Engine

@Jeeezuz

Saro’ molto prosaico.
Un etero va in un “comune” bar per rimorchiare.Le probabilita’ di trovare persone etero sono a suo favore,anche se potrebbe trovare persone non interessate a lui.
Un gay va in un “comune” bar per rimorchiare.Le probabilita’,ovviamente,sono a suo sfavore.In un luogo di ritrovo per gay,queste probabilita’ sono invertite (ugh,che brutta parola “invertito”…).
Un etero va in un “comune” bar per pomiciare con il proprio partner.Nessuno ci trova nulla di strano,coppie si sbaciucchiano ovunque per le citta’
Un gay va in un “comune” per pomiciare con il proprio partner.E’ oggetto di occhiatine perplesse,qualcuno e’ disgustato,altri fan finta di niente ma non passa sicuramente inosservato.
Penso che un luogo di ritrovo per gay come quello di Roma non sia una cosi’ pessima idea,trovo solamente deprimente che in Italia i gay per star tranquilli debbano ghettizzarsi,come dici tu.

lugachov

@engine
sono d’accordissimo con quello che dici, tranne che per una passaggio

“trovo solamente deprimente che in Italia i gay per star tranquilli debbano ghettizzarsi”

Le gay street esistono in ogni parte del mondo occidentale. Visitando Amsterdam, che è forse il posto al mondo più tollerante, e non solo per i gay, ho visto decine di vie di questo tipo. A San Francisco, altro posto “mitico” per i gay c’è un quartiere con il 40% di abitanti gay (fonte wikipedia), e non è certo un ghetto, ma uno dei quartieri più “in” della città.

Poi, magari, in Italia (e nella città del papa) il risultato sarà davvero di creare un ghetto, oggetto di blitz omofobi, ma speriamo che non sia così!

Saluti

Rosa

Ma Roma, non è paragonabile con Amsterdam. Lì le gay street ci sono perchè notoriamente ci si incontrano i gay. Qui perchè li possono state. Più o meno, non scritto, è così.
Secondo me arcigay (a cui non sono più iscritta) dovrebbe ragionare più in termini di lobby e meno in quelli di setta. Non si danno le pagelle ai politici con la sufficienza a chi non ha svolto il suo lavoro.

Kaworu

se fossimo in un paese civile, non ci sarebbe bisogno di ghetti.

detto questo comunque, concordo con engine.

a me è capitato di esser sbattuta senza troppi complimenti fuori da un locale per il semplice fatto che dagli atteggiamenti si capiva che io e la ragazza che era con me non eravamo semplici amiche. e non parlo di sesso selvaggio sul tavolino, sia ben chiaro… parlo di tenersi per mano e cose così.
se fossimo state due ragazzi, probabilmente avremmo anche preso qualche pedata o cazzotto, in questa repubblica delle banane…

quindi personalmente mi trovo molto più tranquilla a stare con la mia ragazza in un bar gay, piuttosto che in un locale etero.

ovviamente se la gente semplicemente se ne strabattesse del mio orientamento sessuale, non mi interesserebbe più di tanto l’orientamento del locale, diciamo.

se invece si trattasse di “fare conoscenze” è ovvio che mi risulterebbe molto più facile farle in un locale gay (anche se fino ad ora ho sempre avuto grossi colpi di fortuna).

tornando all’articolo, vorrei vedere qual’è realmente lo stato di quella “gay street”.
non penso sia peggio dello spazio davanti alle colonne a milano o roba simile. e li ci sono locali etero.

ren

E’ triste che ci siano persone, mi pare di capire anche di sinistra, che non capiscano quale disagio soffrano i gay o le lesbiche a sentirsi esclusi dalla normale vita del paese. I gay village o comunque i locali gay sono un necessario ripiego perchè in altri posti, se viene fuori la loro identità, espressamente, non ce li vogliono. Comincio a ripensare anche io alla possibilità di andarmene, che avevo accantonato quando era tornata al potere la sinistra pensando che qualcosa sarebbe cambiato. Che brutta sensazione vivere qui. Devo riconoscere che la sinistra non ha i numeri per fare nulla. Ma non so cosa farebbe anche se li avesse. I reazionari in questo paese che non ci vuole sono la maggioranza. E’ quasi come essere ebrei in Polonia negli anni ’40. Ma non vi vergognate, benpensanti?

Engine

@Lugachov

L’Italia non e’ purtroppo gli USA o l’Olanda.
A dispetto che anche questi Paesi abbiano i loro problemi con razzisti,fondamentalisti,neo-fascisti e quant’altro che non riescono ad accettare che tutti gli esseri umani meritano lo stesso rispetto che pretendono per se stessi c’e’ una cmq una coscienza civile piu’ sviluppata.
Pensa che negli USA ci sono stati i moti di Stonewall,e sono stati prodotti film come Philadelphia.Come dici tu stesso,il Greenwich Village e’ un quartiere “in” della citta’,ma in Italia la storia e’ ben diversa.
O la cosa viene aggredita (per ora solo verbalmente tramite volantini),che le autorita’ pero’ fan passare per la solita “marachella” compiuta da qualche esagitato,senza prendere mai reali provvedimenti.O viene guardata con bonaria comprensione,come fosse una macchietta del tipo “Ma tu guarda che si so’ inventati,’sti gay”.Ma non viene mai – e ripeto mai – vista dalla popolazione come una parte integrante della societa’,come la semplice possibilita’ per individui con gli stessi interessi di incontrarsi in un luogo di ritrovo proprio.

Liebermann

E soprattutto: i gay hanno intenzione di ghettizzarsi da soli?

Ma questo è noto, e checché se ne dica vale anche per gli altri paesi. Non è mica colpa loro se fra un secolo avranno ancora strade per gay, mentre quelle per neri non esistono già più da un pezzo.
Il punto è che non si vuole agire sulla cultura, perché comprensibilmente si vuole tutto subito a costo di mettere pezze al sistema. L’alternativa infatti è soffrire solo o prevalentemente per le generazioni future. C’è chi si fa ammazzare per la libertà e chi no: tutti hanno la stessa dignità, non tutti sono ugualmente generosi.

Nifft

In questo momento di intolleranza (in particolare in Italia) mi batterei piuttosto per il riconoscimento dei propri diritti e per la totale “integrazione” in qualsiasi luogo pubblico, e non per l’istituzione di “zone riservate” del tipo lunapark a tema. In un contesto di diritti acquisiti non sarei contrario ad un gay street. Queste iniziative purtroppo nel contesto attuale (di nuovo, in particolare in Italia), sono, con molta probabilità, destinate a scadere in una sorta di ghettizzazione.
Insomma bisogna battersi, “prima il dovere e poi il piacere”,,,

wolf

Non ho nulla contro i bar gay, li frequentavo con la mia compagna a Londra e l’atmosfera non era mai da ghetto, tutt’altro. Penso che per risolvere il problema di un’eventuale ghetizzazione della via gay, anche le coppie eterosessuali dovrebbero frequentare tali bar e far capire i tanto cattofascibenpensanti che la sessualità non e’ altro che un atto di libera scelta individuale. Alla faccia di Gentilini, Calderoli, Senatur C’è l’abbiamo duro (voglio proprio vedere!) Vatican boys and girls.

Il Filosofo Bottiglione

ricordo qualche anno fa a Parma, locali e feste gay erano regolarmente frequantate da etero, anche perchè facevano tendenza. una volta invece mi recai al Cassero a Bologna e lì mi pare che l’ambiente fosse molto più esclusivo, non per precisa volontà quanto per una questione di tradizione del locale (almeno come ho interpretato io).
nell’uno e nell’altro caso mi sono sembrate situazioni del tutto normali e non vedo logiche di ghettizazione nei locali esclusivi. certo la cultura dominante tende ad escludere e a far sentire ed agire molti omosessuali come una comunità chiusa.
la stessa cultura che attacca un locale prima perchè “è gay” e poi “perchè disturba la quiete pubblica”. il fatto che sia “gay” non dovrebbe centrare un fico secco, ciò dimostra la solita insopportabile volontà discriminatoria.

rossotoscano

per me omosessuale è piu ghetto quel che ha fatto il sig. mele nella stanza d’albergo con le due prostitute del momento… il paragonare un locale gay o una gay street ad un ghetto è solo tipico del provincialismo italiano che deve schematizzare tutto e definire tutto ma non si guarda alla sostanza… se poi vogliamo cadere nel luogo comune che gli spazi aperti ai gay servono solo per il sesso allora siamo fuori strada, per quello ci sono altri tipi di locali e per entrarci devi essere tesserato,ma questo è un altro discorso… ho vissuto a roma e la sera a campo de’ fiori è impossibile per i residenti riuscire a dormire , nella centralissima piazza vittorio di notte è meglio camminare scortati… mi meraviglio che per pochi metri dedicati ai gay si faccia tutto questo polverone… ma si sa, roma è la città santissima per eccellenza e i politici italiani oggigiorno sono tutti in odore di santità…

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