Conosce l’arte del rilancio, e la pratica in modo spudorato. La spara grossa e quando il pandemonio è scatenato non lo senti mai dire che è stato frainteso o – Dio non voglia – che si è espresso male. E’ a quel punto, invece, che perfeziona, sbalza, definisce e aumenta il carico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: eletto sindaco il 28 maggio con il 60 per cento dei voti […] , il leghista Flavio Tosi è già un caso. E con lui la sua città, Verona. […]
Un’uscita a sei colonne l’ha guadagnata facendo multare dalla sua polizia municipale un bambino di quattro anni che addentava un kebab sulla scalinata del municipio dove, trattandosi di edificio monumentale, vige l’ordinanza anti-bivacco da lui stesso firmata. […]
Il panino si porta dietro polemiche infinite, ma non è che un bocconcino rispetto al grosso del progetto amministrativo di Tosi, che prevede in ordine sparso la lotta alla prostituzione […], la guerra ai tossicodipendenti, lo spianamento con ruspe del campo nomadi di Boscomantico e del centro sociale La Chimica. Tutto nel programma elettorale, tutto scelto dal 60 per cento degli elettori. […]
Accompagnato dalla fama di leghista tutto d’un pezzo, nel partito dal 1990, Tosi è abituato a una certa popolarità; in passato ha fatto scalpore una condanna a suo carico per razzismo, inflitta in primo e confermata in secondo grado, mentre è difficile dimenticare quella volta che, consigliere comunale, si presentò con una tigre al guinzaglio. Allo sgomento dei presenti, rispose che stava solo facendo pubblicità al circo. Naturalmente, quello Padano. Ebbe a proporre, nella stessa stagione, di far salire gli italiani dalla porta posteriore dei bus e gli extracomunitari da quella anteriore: chi parlava di «segregazione razziale», rispondeva che era solo un modo più comodo per far controllare il biglietto all’autista. Da quando si è insediato a Palazzo Barbieri, si è distinto per alcune iniziative.
Il primo giorno ha fatto togliere la foto di Giorgio Napolitano e ha ordinato al Poligrafico dello Stato un’immagine di Pertini, che gli piace di più […]. Ha spostato verso il centro della parete il crocifisso, ha aggiunto un’immagine di Benedetto XVI. Risolte le questioni logistiche, tenendo per sé la delega alla Sicurezza si è messo al lavoro. E in due mesi ha prodotto e reso operativi il decreto anti-bivacco e le multe ai clienti delle prostitute. Dell’altro giorno è il divieto per il commercio ambulante, con sequestro della merce ai vu’ cumprà e multe salatissime ai clienti. Già annunciato il regolamento che evita il consumo di alcolici al di fuori dei locali. Intanto, il campo nomadi ha le ore contate. Quanto al giardinetto dove si ritrovano i tossici, e che il suo predecessore Paolo Zanotto (Margherita) tentava di recuperare chiamando attori a leggere poesie, trova più pratico buttare giù tutto. […]
Sindaco di Verona: “Multo tutti, ma mi amano”
5 commenti
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una tigre al guinzaglio… una volta gente del genere la internavano…
Senza dubbio un tipo “folkloristico” ma, come sempre accade, tra le sue idee ce ne sono tanto di pessime quanto di encomiabili. A meno di voler fare i buonisti ad ogni costo, ma in quel caso si casca nel campo dell’ideologia e ci si dimentica della realtà.
Il manicheismo di schieramento non è mai una buona pratica.
Quel che piace ai veronesi credo sia la sua intraprendenza decisionale.
D’accordo o meno con le sue idee, evidentemente le persone hanno bisogno di sentire su di sè una guida forte. Parlando con la gente precepisco queste considerazioni. E non si può che prenderne atto. Spero solo che le forze moderate della sua coalizione riescano a mettere un freno a quell’estremismo rustico che spesso tenta di prendere il sopravvento. Di certo la sua motrice ideologica non è alimentata da chiare idee democratiche di rispetto delle minoranze. Insomma, quel che più preoccupa è la possibile incapacità di accettare il pluralismo.
Ma il punto fondamentale che è piaciuto ai veronesi è la battaglia per la “sicurezza”. Quel punto sul quale evidetemente ha perso alla grande il centro-sinistra che proprio non riesce a diaalogare in questi luoghi.
Mi sembra un esaltato più che altro.
Su “Il Verona”, giornale del circuito “E Polis”, qualche mese fa lessi un’interessante intervista al Tosi. L’intervistatore pose la domanda: “Che cosa ha fatto il sindaco Zanotto che non le va?”, e il Tosi per tre volte rispose “Tutto”. Alla quarta sollecitazione ad essere piu’ specifico, se ne usci’ con un memorabile “Troppe piste ciclabili” che per qualche giorno fu oggetto di lazzi.
Poi, come sappiamo, il 60%. Ora, posso condividere il rilancio del decoro urbano; ma altre manovre populiste, se non apertamente incivili, come lo smantellamento del campo nomadi di Boscomantico (campo regolare, costato un monte di soldi e che ha portato alla scolarizzazione di decine di bambini) servono solo a contentare la pancia di certi fascisti (tanti, sempre tanti a Verona) che l’hanno votato.
Vero e’ pero ‘ che che il centro sinistra su certe tematiche proprio non ci sente. Ma diciamola tutta: sappiamo benissimo che grazie alla curia veronese, e all’istituto Don Calabria in particolare, plateali situazioni di irregolarita’ (es. bambini a chiedere l’elemosina ai semafori) non erano di fatto sanzionabili. Gli zingari erano “cosa loro”, ora con Tosi vedremo (il nuovo vescovo gli ha gia’ lanciato un messaggio chiarissimo in proposito).