Consiglio per le giovani generazioni: crescete, ma per favore non moltiplicatevi. Ecco l’ultima provocazione di Corinne Maier, scrittrice e psicanalista francese, famosa per aver scritto Buongiorno lettino, Come sopravvivere alla psicanalisi ridendo e soprattutto Buongiorno pigrizia (Bompiani), un breve libro nel quale proponeva una teoria della resistenza passiva in ufficio, cioè come portare a casa lo stipendio lavorando il meno possibile. Il manuale fu un caso editoriale e valse a Maier l’ammirazione incondizionata dei dipendenti dell’intero mondo industrializzato. Oggi si è spinta oltre.
Il suo nuovo pamphlet – No Kid. Quarante raisons de ne pas avoir d’enfant (No Kid. Quaranta ragioni per non avere figli, ed. Michalon, uscirà per Bompiani l’anno prossimo, e di cui anticipiamo alcuni stralci) – forse non raccoglierà lo stesso incondizionato favore dei lettori. Perché, come lei sottolinea: “Sono pochissimi i genitori, e in particolare le madri, che hanno il coraggio di fare un vero coming out”. Ecco: Corinne Maier ha fatto un coming out: confessa che le è capitato di rimpiangere di aver voluto dei figli. E aggiunge che, quando discute con le amiche, si rende conto che altre donne condividono questo inconfessabile sentimento. Ma lei ha avuto il coraggio di sancirlo con un libro. Provocazione? In parte. Attaccando il mito dei figli quale “bene più prezioso e gioia ineguagliata”, Corinne Maier solleva alcune questioni scomode sul ruolo ricoperto dai figli nella società. Senza essere necessariamente d’accordo con lei, dopo averla ascoltata è impossibile non guardare con occhio diverso le famiglie che la domenica spingono passeggini e raccolgono giocattoli nei parchi o sulle spiagge: se potessero tornare indietro lo rifarebbero?
Signora Maier rimpiange davvero di avere due figli?
“Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se ho fatto la scelta giusta e comincio a pensare a cosa avrebbe potuto essere la mia vita senza figli. Mi rendo conto insomma che certe scelte implicano certi sacrifici… Quindi sì a volte mi pento”.
E lo sanno i suoi figli? Ha detto loro, citando il suo libro, che sono dei “parassiti”?
“Certo che lo sanno e non credo che sia così drammatico, sono abbastanza grandi per capire che magari uno non ha voglia di essere sempre lì sull’attenti quando si svegliano al mattino, di pianificare tutta una vita in funzione dei loro bisogni… di fare da domestica…”.
Ma non è distruttivo far capire a un figlio che è di troppo?
“Se ne dicono tante di cose… Le faccio una domanda: crede che sia sano proiettare sui figli tutti i nostri desideri e le nostre aspirazioni?”.
Si spieghi.
“Oggi gli adulti proiettano un’infanzia ideale sui figli, viziandoli senza responsabilizzarli. Nel contempo, ci si aspetta così tanto da loro in termini di socievolezza, di risultati scolastici, di eccellenza, di successo che i genitori saranno per forza delusi e i figli schiacciati dal peso della pressione”.
È per questo che lei dice che le persone felici sono quelle alle quali non è stato chiesto nulla?
“Ripeto: non credo che esista una ricetta miracolosa per far crescere degli individui felici e realizzati ma sono convinta che meno ci si aspetta dai figli e maggiori saranno le sorprese positive. Perché non ci sarà la pressione del risultato. Dai miei non aspetto nulla”. […]]
Infatti nel libro lei dice che spesso usiamo il pretesto dei figli per non fare certe cose.
“Sì, si guardi intorno: la coppia che non divorzia “per il bene dei figli” e vive una relazione miserabile, o le persone che si privano di un certo tipo di vita, di carriera, di avventura con la scusa dei figli, ma in fondo perché non hanno il coraggio di affrontare e realizzare i propri desideri”
Secondo lei carriera e figli sono aspirazioni inconciliabili.
“È una questione complessa ma osserviamo ad esempio la situazione francese: lo Stato promuove una forte politica natalista con un sistema abbastanza efficiente di sussidi, asili nido e doposcuola. Eppure anche se le donne vengono spinte a lavorare rimangono in posti subalterni”.
Perché?
“Perché è troppo faticoso! Stando alle statistiche in Francia le donne hanno il primo figlio a 30 anni. Non sono ancora all’apice della carriera e quindi non guadagnano ancora a sufficienza per pagare una tata a tempo pieno. Devono lavorare il doppio di un collega maschio e la carriera ne risente”
Nel suo caso lavorava 70 ore alla settimana: 40 in ufficio e 30 con i figli…
“È sfiancante. Con ritmi così non si ha più energia. Altro che far carriera! Credo davvero che l’unico modo per essere felici con dei figli è di essere ricchi”. […]
Le donne sono coscienti degli ostacoli che incontreranno, eppure continuano a coltivare il desiderio di maternità.
“Mi sta dicendo che tutte le donne desiderano avere un figlio? Non credo proprio”.
Diciamo che ci sono poche donne che e-sprimono un chiaro desiderio di non procreare. Come lo spiega?
“Penso che sia una costruzione sociale, una pressione fatta sulle donne”.
Nei Paesi dove è stato imposto il controllo delle nascite non è stato sradicato il desiderio di procreare.
“Continuo a pensare che oggi un figlio sia un puro oggetto capitalistico. Ma è chiaro che ci sono anche fattori più profondi quali un certo modo di ripagare un debito verso i propri genitori procreando e una certa idea d’immortalità espressa attraverso la prole. Aggiungo che i figli sono un importante elemento di integrazione sociale e, per dirlo con termini freudiani, sono un fallo ambulante, un oggetto magnifico che ci riempie”.
Un oggetto che faciliterebbe la carriera politica. Perché?
“Perché un capo di Stato senza figli è sospetto. A livello inconscio la nostra società giudica in modo negativo una persona senza figli. Come se la persona in questione fosse incompleta e – caricaturando – immatura. In particolare per chi vuole condurre una carriera politica, la mancanza di figli può essere un handycap: come se mancasse l’esperienza di gestire una famiglia, direi quasi l’esperienza della vera vita”.
Insomma un genitore è più rassicurante di una persona senza figli.
“Sì, l’individuo senza figli è spiazzante, è un elettrone libero che dipende meno dalla struttura sociale”.
Infatti lei parla del ruolo normativo dei figli nella nostra società.
“Dico che una coppia con figli è più facilmente “controllabile”.
Che significa?
“Una coppia con figli non cambierà mai attività, città, amicizie sulla base di un colpo di testa. Non potrà permettersi un comportamento asociale, non si ribellerà facilmente proprio perché deve pensare al benessere dei figli. Un individuo o una coppia senza figli sono molto più liberi e imprevedibili. In un certo senso il nucleo familiare è un elemento stabilizzante della società, è il collante di un certo ordine e conformismo. Provi a immaginare un gruppo importante di persone che decide di non procreare e di realizzare invece i propri desideri: non c’è nulla di più sovversivo!”. […]
Aggiunge che la società ama i neonati e i bambini piccoli. Ma quando arrivano a 18 anni li abbandona.
“Perché li amiamo in quanto oggetto. Ma quando diventano soggetto è tutto molto più problematico e nessuno si preoccupa del loro avvenire. È drammatico vedere tutti questi giovani vittime della precarietà e senza sbocchi. È un paradosso interessante: abbiamo dedicato uno spazio enorme ai piccoli ma una volta cresciuti né lo Stato né la società attribuiscono loro un posto”.
Ci dia il motivo principale per non avere figli.
“Se vogliamo davvero realizzare i nostri sogni e i nostri desideri, dobbiamo sapere che i figli sono un ostacolo a questa realizzazione”.
E se una donna le rispondesse che la sua più bella realizzazione sono, appunto, i figli?
“Avrei dei dubbi sulla sua sincerità: mi interesserebbe andare oltre le apparenze e scavare nel vissuto di questa persona”.
Nuovo libro di Corinne Maier: “No Kid. Quaranta ragioni per non avere figli”
36 commenti
Commenti chiusi.
Trovo l’argomento molto interessante.
Condivisibile o meno, apprezzo sempre chi parla fuori dagli schemi e dalle convenzioni; coloro i quali rompono gli stereotipi forniscono sempre spunti interessanti e nuovi punti di vista
La notizia, su Repubblica, e’ corredata da Forum. Riporto il mio commento nonche’ un altro particolarmente interessante, e la mia replica.
Il forum e’ raggiungibile presso:
http://dweb.repubblica.it/dettaglio/Non-fate-figli-please/14582
[…]
(postato da “Supercus”)
[…]
Interessante, a me a volte capita di parlare con degli amici coniugati con prole, e mi dicono proprio le stesse cose dell’autrice dell’articolo. Onestamente ho notato che la denatalità, oltre ad essere principalmente causata da un fattore meramente economico, e’ causata anche dalla consapevolezza della perdita irrimediabile della gestione del proprio tempo libero.
Fai un figlio, e devi irrimediabilmente annullare te stesso, per prenderti cura di lui.
Niente da aggiungere: complimenti a Corinne Maier!
Lo avevo visto giusto esposto al Virgin Megastore di Parigi due giorni fa e la copertina mi aveva incuriosito, sono del tutto d’accordo con l’autrice e visto che il mio francese non è eccelso aspetterò l’edizione italiana. Un esempio che probabilmente non c’entra nulla: ho una sorella di 24 anni, fidanzata da due e che convive con il suo fidanzato, sta costruendo la sua carriera, insomma una ragazza normalissima. Beh, voi non potete capire quante frecciatine le tirino continuamente mia madre, le nostre zie e nostra nonna, tutte a chiederle “quando si realizzerà…” “quando renderà nonna…” come se lo scopo di una donna fosse unicamente quello di procreare. A me sembra una cosa fuori di testa tutta la pressione che le mettono addosso solo perchè è una donna, io sono più grande di lei e nessuno mi ha mai detto nulla riguardo il figliare. Non la invidio affatto, mi piacerebbe sapere le opinioni delle donzelle in ascolto. Anche a voi frantumano le ovaie con questa storia?
Ho dei sospetti sull’autenticità dell’autrice… la sua mi sembra una provocazione divertente, ma non la prenderei troppo sul serio…
Se fosse convinta fino in fondo potrebbe sempre tagliare di brutto con i figli, disredarli e pensare solo a se stessa. Mi sembra giovane e ancora in tempo. Perchè non lo fa ? Mi ricorda un po’ il papa, che senza avere una famiglia… quante ne sa… lei invece i figli li ha, ma quante ne sa sulle donne che li vorrebbero e non ci riescono…
mi danno fastidio le ultime due risposte…. l’autrice non può generalizzare i suoi pensieri o convincimenti, altrimenti commette lo stesso errore di chi dice che è innaturale x una donna non avere figli…. ho una coppia di amici sposati che non ha voluto figli… che vita fanno ?una vita normalissima e banalissima…. lavoro casa e ferie 2 volte l’anno…ma non li biasimo sono contento x loro
OH, ma QUALE magnanimita’!!!!!!
A me, pressioni sociali tipo quelle citate da StGermain hanno fatto a pezzi una relazione.
Non ce l’ho con chii vuol fare figli… non li biasimo sono contento per loro 🙂
ma ce l’ho, e molto, con la cultura familista.
Per questo apprezzo l’idea del libro (il libro stesso, non lo so, non so il francese ed anch’io sto aspettando la traduzione)
in fin dei conti lo scopo della vita è essere felici…. se avere figli rende felice(e ne hai le possibilità, purtroppo in Italia è così) una persona….che li faccia…altrimenti no…..E’ chiaro che una volta fatti….nn lis i può mandare a fanculo perkè si cambia idea….bisogna soppesare la cosa e vedere se i pro superano i contro, secondo una misurazione assolutamente soggettiva…..quindi, per me, è + corretto dire “Donne nn fate figli se nn li volete, e fateli se li volete”.
COme è già stato fatto notare…..il messaggio del libro è apprezzabile nel senso che vuole rompere gli schemi preformati da altri…..
cazzate!
Sono madre felice da 23 anni. Nessuno mi ha chiesto di esserlo e non ho deciso di esserlo per condizionamento sociale; non mi realizzo attraverso di lei e siamo molto indipendenti l’una dall’altra. La nostra è stata ed è una famiglia atipica, lo ammetto, colorata ed allegra, piena di amici di tutto il mondo che ci portavano in casa tutti i suoni, i sapori e le parole del pianeta, mia figlia, è molto razionale, è colta, ha una mente molto aperta, ed è una persona che mi piacerebbe anche se non fosse mia figlia, è una meraviglia discutere con lei, imparare da lei o rispondere alle sue domande. Alcune delle argomentazioni dell’autrice sono note credo a tutti, però, le madri felici di esserlo ci sono ed io sono una di loro. Certo che a volte sono chiesta come sarebbe stata la mia vita senza prole, ma è stato per curiosità, e, francamente, neppure nella fantasia, ho trovato un termine di paragone con la straordinarietà dell’ordinaria esperienza che ho vissuto e che vivo e che mi piace da matti. Si corre, si fatica, si rinuncia, è vero, ma lo si fa anche per tanti altri motivi, inclusa la carriera, ciò che importa e che lo si faccia perchè lo si sente.
La terra e’ ammalata ha detto Giovanni Sartori, l’scoperta dellagquacalda?, catastrofe ecologica vita invivibile dell’uomo.la realta’ e’ la bomba demografica a uccidere,secondo me’ e’ la variabile piu importante e cioe l’esplosione geometrica della popolazione, imposibile fare retromarcia sulla crescita della popolazione, la chiesa catolica con Ratzingerun non se parla, tabu.vuole andare indietro al passato, meglio donne non fate figli per amore ai figli che oggi vivono sulla terra.
Ok, l’oppressione sociale che vede la realizzazione della donna come fattrice-felice e’ ancora presente (o madre o vergine, come ebbe a dire tempo fa l’allora cardinale di Bologna G.Biffi).
Ma per favore, un minimo di responsabilita’ personale.
Fare figli per compiacere famiglia, patria, “natura”, dio… e’ da irresponsabili.
Per cui ben venga lo scossone che vuole portare la Maier.
Ma di gente che ritiene di essere ben realizzata avendo anche figli ce ne e’.
Non passiamo dal diktat di sfornare figli a quello di non farne per fare “carriera”.
Roberto Grendene
Solo quaranta? Io ne avrei trovati almeno una settantina.
Ciò non toglie che ognuno si regola secondo la propria sensibilità, se si è realizzati con dei figli, ben venga!
Ma non è da sottovalutare il condizionamento di una società ipocritamente perbenista, retrogada, maschilista e fascista che ti fa credere di essere una fallita senza figli, c’è una sorta di timore reverenziale nel ‘confessare’ che i figli non solo non sono una benedizione ma spesso e volentieri se ne vorrebbe fare a meno.
Non sarà un caso se la maggior parte della gente con figli che conosco (compresa mia madre 🙂 ) se potesse tornare indietro ci penserebbe dieci volte.
Nessuno ha visto il film demenziale “idiocracy”?
La vita senza riproduzione non sarebbe andata molto in là per cui ha speso molto per indurre gli individui di ogni specie a riprodursi. Lo ha fatto soprattutto inducendoli ad accoppiarsi visto che questo è la condizione “sine qua non” per avere prole.
Ha lavorato abbastanza anche sulla cura della prole affidandola materialmente e comportamentalmente soprattutto alle femmine! Ma l’istinto che porta milioni di persone allo zoo per vedere un cucciolo di orso che viene poi snobbato appena è grande, la dice lunga sugli istinti a favore dei cuccioli che hanno in generale gli individui delle specie sociali.
Questa è la nostra animalità ……. ma siamo anche una specie razionale che ragiona sui propri comportamenti e questo ha delle conseguenze come l’aborto e la più civile scelta della contraccezione se non si desiderano figli.
Che i figli siano anche un peso è ovvio e chi dice il contrario dice delle balle (ho detto anche un peso!). Ma cosa non è un peso: un marito non è un peso che ci limita a volte, i genitori non sono un peso, gli amici non sono spesso un peso ?…. ma quante cose ci danno questi pesi? come arricchiscono la nostra vita!
Una vita soli come un baco personalmente penso sia indegna di essere vissuta!
Come al solito suggerisco la lettura di “Dal big bang a dio. Il lungo viaggio della vita” liberamente scaricabile su http://www.geocities.com/biochimicaditutti …. argomento ampiamente trattato (come sempre solo qualche paginetta visto che il tomo è in tutto meno di 200 pagine!)
Con figli o senza, la vita non permette a molti di realizzare i propri desideri.
Comunque l’autrice parla dopo aver avuto due figli. Ovvio che ora sia per la non procreazione, ha gia’ dato. Se non li avesse avuti, avrebbbe scritto oggi un libro di ricette e nella foto di copertina sarebbe apparsa circondata dai sui amati cagnolini “tanto affettuosi”…
sicuramente solleva interessanti riflessioni, però, per me, è un pò mostruoso che dica ai suoi figli che sono un peso……quelli si che saranno adulti sereni e sicuri di se…
se ci si preoccupa tanto della felicità degli altri, come dice di voler fare nello sconsigliare di procreare, dovrebbe per primo pensare agli individui su cui ha una responsabilità diretta….che sia stata pure lei schiava delle convenzioni sociali?? da parte mia qualche plauso ed un pò di biasimo…..giudizio parziale ricavato da quanto qi riportato…
Non capisco perchè una persona senza figli sarebbe “sola come un baco” al contrario mi sembra che le coppie con prole di mia conoscenza abbiano una vita sociale estremamente misera e che se la ricostruiscano solo una volta che gli amati pargoli sono cresciuti.
Io non voglio avere figli, trovo che procreare oltre che inutile sia una rottura di palle non indifferente. Non sono sufficientemente egoista per voler mettere al mondo un altro essere umano, mi spiace. Secondo me non esiste una sola ragione valida e razionale per farlo.
Quello di Corinne Maier è solo un bignamino, giacché le ragioni per non avere figli sono ben più di quaranta. In effetti sono oltre 6,6 miliardi.
X Il Conte di Saint Germain
mai scritto che una persona senza figli sarebbe “sola come un baco” !!!
Questo è ciò che ho scritto
“Che i figli siano anche un peso è ovvio e chi dice il contrario dice delle balle (ho detto anche un peso!). Ma cosa non è un peso: un marito non è un peso che ci limita a volte, i genitori non sono un peso, gli amici non sono spesso un peso ?…. ma quante cose ci danno questi pesi? come arricchiscono la nostra vita!
Una vita soli come un baco personalmente penso sia indegna di essere vissuta!”
Perdonami Bruna ho letto di fretta, anche se devo ammettere di essere piuttosto misantropo
Capisco l’autrice, ho 27 anni e per ora nessuna voglia di fare figli anche se sono fidanzata da tempo e fra poco andrò a convivere. E’ una presa di posizione fuori dagli schemi che vogliono la donna realizzata solo con figli, Per gli uomini non ci sono sti condizionamenti. Che palla questa società maschilista..
Per finire in bellezza ecco una famosa barzelletta:
Tre predicatori, uno cattolico, uno protestante ed un rabbino si incontrano e discutono su quando inizi la vita.
Il cattolico sostiene che inizi quando lo spermatozoo incontra l’ovulo, il protestante quando il feto finalmente nasce ….. intanto il rabbino squote la testa. Interrogato su cosa ne pensasse sentenzia ” Non avete capito nulla! La vita comincia quando i figli si sposano e muore il cane!”
Io sono mamma e felice di esserlo stata.
Per me personalmente non esiste emozione maggiore che quella di vedere crescere ed evolversi un piccolo essere umano che ha già tutte le capacità necessarie nel suo patrimonio genetico.
Nessuna carriera avrebbe potuto darmi la soddisfazione che ho provato in quel piccolo extraterrestre, venuto da chissà dove, che ora è mio figlio di 21 anni.
Certamente, come dice la barzellette di Bruna, la vita ricomincia un’altra volta, quando i figli sono cresciuti.
Non è certo il caso di seguire anche i nipoti. Hanno già i loro genitori:-)
@ Murante
“quindi bisogna fare figli per dare braccia alla Patria? …bello… e pensare che qualcuno si illudeva di averlo superato, quel periodo… ”
Veramente la politica francese è sempre stata quella di far figli per la patria, non hanno mai smesso di dare sussidi a destra e sinistra, persino le medaglie alle madri che fanno 8 figli come faceva Stalin. Secondo me ognuno deve essere libero di procreare o meno e di fare quanti figli vuole, ma dal punto di vista macroeconomico e macrosociale ovviamente la demografia fa parte delle variabili che influiscono sul benessere di una nazione. Il libro dell’autrice è importante perché non politicamente corretto.
Sono d’ accordissimo con te, Lady Godiva !!!
Non c’è soddisfazone più grande di vedere crescere il frutto di tanti sacrifici .
Sono mamma di due figli di 27 e 24 anni e ho fatto carriera (in base ai comuni parametri!). Posso quindi confrontare le soddisfazioni!
Quando ero piccola sono stata assediata per anni da gente che mi chiedeva se volevo più bene al babbo o alla mamma! …… non aggiungo altro!
PS. Nessuna commozione è stata maggiore di vedere il video proiettato da walker dell’ATPasi mitocondriale che gira su se stessa spinta da un flusso protonico. Seguita dai fuochi di artificio di Rocca di Roffeno.
In entrambi i casi non sono riuscita a trattenere le lacrime che …… venivano!
Sono aliena?
Io ho 43 anni e due figli, sono molto contento sia della mia famiglia (la cosa a cui tengo di piu’) che della mia carriera. Pero’, effettivamente, i figli hanno nociuto a mia moglie che ha praticamente annullato se stessa e la sua carriera per i due pargoli….e ovviamente non è contenta. I figli li abbiamo fortemente voluti pero’ indubbiamente mia moglie, da un punto di vista prettamente pratico, ci ha rimesso. Inoltre le vacanze si fanno pensando ai figli, i week-end pure, le uscite a cena pure….insomma finché son piccoli i bimbi limitano parecchio. D’altro canto sono splendidi, è bellissimo stare con loro, vederli crescere ed imparare nuove cose……ed anche noi ne impariamo moltissime con loro. Quindi sono una grande cosa. Tutto questo per dire che è estremamente difficile giudicare, è come dire meglio single o sposato…? Quando sei sposato vorresti essere single, quando sei single vorresti essere sposato (o comunque con qualcuno)…..la felicità è una cosa difficile da raggiungere ed ancora di piu’ da mantenere….i figli comunque rappresentano una grande fonte di felicità e protezione. Ah, una cosa importante: la tipa dice anche che i figli spengono il desiderio: ecco questa sinceramente mi sembra tanto una cazzata……se c’è c’è…..che c’entrano i figli. Immagino che il mondo sia pieno di coppie “scoppiate” pur non avendo figli…io stesso sono divorziato dalla prima moglie senza avere avuto figli….mentre con l’attuale si tromba che è un piacere. Saluti a tutti.
Peccato che la mamma della Maier non abbia avuto le stesse idèe da giovane!!!
Io ho i ricordi dei racconti di mia nonna che ha avuto 11 figli di cui 9 allevati (2 morti durante i primi mesi di vita). Mio nonno aveva lavori saltuari e quindi anche lei doveva lavorare per sfamare la prole. Non si sarà chiamata carriera ma era lavoro, il lavoro che le donne non borghesi hanno fatto da che mondo è mondo (come e spesso più degli uomini!).
Certo non scarozzavano i bambini ai corsi di inglese, di nuoto, di ippica, di basket ….. alle festine degli amici! Certo quei bambini non erano molto seguiti ed accuditi! Eppure sono bravissime persone, non viziate, oneste, mature, rispettose ….. civili.
E mia madre non mi ha allevata in modo diverso: a 7 anni ho cominciato a cucinare per mio padre perchè lei era al lavoro!
Siamo sicuri che il sacrificarsi per il bambino rinunciando al lavoro non sia in realtà un’alibi? Come dicevo ho allevato due figli e fatto carriera, mi è costato lacrime e sangue! Ma dato che sono un’atea praticante che pensa che questa sia la mia unica ed irripetibile vita …. perchè rinunciare a qualcosa che non potrò più avere? Si rinuncia alle cose di cui non ti importa (ma non diamo la colpa ai bambini!!)
Cara Bruna, hai ragione….per molti, alla fine dei conti, è anche una questione di quanto una persona sia disposta a fare grossi sacrifici. Comunque io non intendevo dare la colpa ai bambini per mancate carriere…..ma dire semplicemente che in effetti limitano molto in tante cose (ma se ne guadagnano tante altre!!). Non è sempre giusto nemmeno continuare a fare i paragoni con i nostri genitori (anche mia mamma lavorava ed ha allevato 3 figli) o addirittura con i nonni….il mondo cambia e con esso i parametri e i valori con i quali si giudicano le persone, le carriere e tutto il resto….
D´accordo con molti di voi. Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno. Ho piu´di 40 anni e non sono sposata ne figli. Vivo nella terribile angoscia che questo schifo di societa´vuole insegnarmi cioe´una donna senza figli e´una nullita´. Non importa se ho studiato, sono andata all´estero a studiare e lavorare, faccio un lavoro bello ed interessante. Non hai figli? ma che peccato ma come mai una cosi bella ragazza rimarra´cosi sola! Oh ma siete dei deficenti! Una donna deve sentirsi realizzata come e quando vuole! E´ l´unico motivo per cui mi piacerebbe essere maschio. Anche questo e´un argomento da pari-opportunita´….
Bambini? Si grazie, perchè voglio vivere!
Le dichiarazioni della scrittirice sono solo un pretesto per poter vendere libri che ormai nessuno ha più voglia di leggere, allora si scriverebbe di tutto senza capire le conseguenze delle parole su chi ci sta accanto, e li chiamano esperti!
Io so solo che sono felice e fiera dei miei figli, che mi basta guardarli per dare pieneza alla mia vita, che la vera trasgressione non è non fare figli, ma farne e farne tanti tanti tanti, questa è la vera sfida alla società che in tutti i modi ci invita sempre di più a coltivare il nostro egoismo. Cosa dice di nuovo questa donna? Non è quello che ci dicono tutti e tutti i giorni?
Allora è una notizia più nuova ed un messaggio più trasgressivo il mio: fate figlie e fatene tanti perchè quello che avrete sarà di gran lunga superiore ad ogni vostra aspettativa.
ho 40 anni e finora ho avuto una vita molto soddisfacente. Ho potuto realizzare molti dei miei sogni e delle mie aspettative proprio perchè ho potuto dedicarmi a me stesso e non a figli che non ho mai voluto.
Vengo tacciato di essere un egoista, ma nonostante questo tendenzialmente le persone stanno bene con me, perchè sono un egoista CONTENTO e ho la presunzione di rendere la vita leggermente più piacevole a chi mi circonda.
Conosco un sacco di genitori “altruisti” (tra virgolette, perchè credo che in realtà fare un figlio sia un desiderio profondamente egoistico: semplicemente la realizzazione di un proprio desiderio, tale e quale andare a farsi un viaggio o fare carriera) insoddisfatti, proprio perchè non hanno tempo per sé. E vedo che tendenzialmente questi “altruisti” genitori depressi non fanno altro che spiattellare a tutti la propria insoddisfazione, rendendo la vita di chi gli sta vicino (figli compresi) pesante e fastidiosa.