Libro consigliato da un lettore: Il Previtocciolo di don Luca Asprea

Riceviamo e pubblichiamo:

Vorrei tanto che segnalaste questo libro a tutti gli amici calabresi interessati a leggerlo
Un libro che negli anni ’70 fece scandalo e che oggi può essere riletto grazie alla casa editrice Pellegrini.
Un libro che dice molto sulla realtà socio-culturale calabrese in fatto di religione.
Una realtà che da allora ad oggi è poco cambiata, soprattutto nella provincia di Reggio Calabria, dove il romanzo è ambientato.
Il Previtocciolo

Il Previtocciolo 2003 si pone come un’eccezione, forse un eccesso nella letteratura italiana e meridionale. Luca Asprea, ovvero Carmine Ragno (Oppido Mamertina -Rc-, 24 maggio 1928), fece scandalo quando nel 1971 pubblicò presso Feltrinelli Il Previtocciolo, nella collana dei Franchi Narratori. Da allora si era taciuto editorialmente. Il romanzo vede finalmente la luce nella sua compiuta interezza per i tipi della Pellegrini Editore. Un unicuum narrativo che salda perfettamente i due volumi, il secondo rimasto finora inedito, e li ricompatta in un solo romanzo. Trama narrativa intensa e magmatica, l’attraversa una tensione elettrica costante che non cede mai ad intermittenza alcuna. Le due storie si compenetrano e la seconda parte, pur muovendosi all’interno dello stesso solco tematico, ne assorbe i temi e ne centralizza uno, in particolare, portandolo all’eccesso. Lì, nel romanzo del 1971, il sesso era uno dei temi importanti senza risultare onnicomprensivo. Qui, nella completezza romanzesca, il sesso è il tema dominante, l’asse ordinatore di tutta la vita paesana schiacciata e deformata dalla morale sessuofobica. La storia è quella di Nuzzu, iniziato al sesso all’età di cinque anni e mezzo da una procace ragazza di 16 anni, la quale in una comunità chiusa, quale il paese di Oppido Mamertina, può trovare soltanto nel bimbetto lo sbocco innaturale alle legittime richieste fisiologiche del suo essere di donna. In questo minuto borgo calabrese tutti gli elementi della società sono abbassati e degradati: nessuna classe sfugge a un destino di corrosione. Neanche il clero la cui ignoranza è diversa, ma non meno crassa di quella della povera gente. È questa la scoperta traumatica che Nuzzo fa in seminario dove i preti gli appaiono nella loro terrestrità e nella loro meschinità, nella loro sporcizia morale. Non amano e non sono amati. […]

La recensione completa è raggiungibile sul sito della Pellegrini Editore

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2 commenti

elettra

Barbara, da quale luogo della piana di Gioia scrivi?Affermi , segnalando il libro, essere immutata la realtà di questi luoghi. Non avverti piuttosto un peggioramento, tanta ipocrisia, grande inclinazione nel clero per gli affari?

Barbara Monea

Io non scrivo dalla Piana di Gioia: la segnalazione del libro mi è arrivata via email, io ho solo pubblicato.

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