In the Name of God: film colpito da fatwa diventa hit

La difficile vita negli Stati Uniti per i musulmani dopo l’11 settembre, i pericoli striscianti del fondamentalismo, le imposizioni ataviche legate alle tradizioni religiose, ma anche la fiducia nei valori più positivi dell’Islam. Sono alcuni dei temi di In the Name of God, il musical pakistano di Shoaib Mansoor, che pur essendo stato colpito da una fatwa, sta infrangendo tutti i record d’incassi del proprio Paese. Ad attaccare il film e i suoi realizzatori, ancora prima dell’uscita della pellicola nelle sale, era stato negli scorsi mesi il mullah Abdul Rashid Ghazi, morto all’inizio di luglio durante l’assalto da parte delle forze governative alla Moschea Rossa (diventata un punto di riferimento per i fondamentalisti islamici) a Islamabad, dove Ghazi si era asserragliato insieme a centinaia di studenti integralisti. I produttori e i distributori del film, nel timore di eventuali attentati, hanno predisposto, nelle 10 città in cui il musical è uscito il 20 luglio, rigide misure di sicurezza, con sentinelle armate e metal detector all’entrata dei cinema. Non era tranquillo nemmeno il regista, che ha preferito allontanarsi insieme alla propria famiglia dal Pakistan. […]
Nella storia si incrociano le vicende, su tre continenti, di tre giovani pakistani: Mansoor (Shaan), studente universitario negli Usa, che dopo l’attentato dell’11 settembre viene coinvolto nelle indagini sui responsabili ed arrestato; Sarmad (Fawad Afzal Khan), il fratello minore di Mansoor, convinto dal vecchio estremista Shershah (Hameed Sheikh) ad abbandonare tutti i suoi interessi musicali per un “percorso più retto verso Dio”, e la cugina dei due ragazzi, Mary (Iman Ali) cresciuta in Gran Bretagna e intenzionata a sposare, nonostante il parere contrario della famiglia, un non musulmano. “In the Name of God vuole mostrare come certi gruppi estremisti che si definiscono religiosi stanno distruggendo l’immagine pacifica dell’Islam e del Pakistan”, si spiega sul sito ufficiale del lungometraggio. “E’ una cosa eroica per la popolazione del Pakistan voler vedere questo film – ha spiegato a Newsweek Ibrahim Rehmann di Geo Tv Network, il gruppo mediatico pakistano che ha prodotto la pellicola -. Non volevamo fare un ‘popcorn movie’, ma volevamo che questo film fosse fonte di dialogo e discussione”.

Fonte: Ansa 

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8 commenti

J.C. Denton

Gocce nell’oceano… finché il fondamentalismo viene aizzato ad hoc dalle potenze occidentali per avere un nemico da combattere non basteranno tutti gli Ata Turk del mondo a eliminare il fanatismo dai paesi islamici. Certo, l’uscita di un film del genere è positiva, ma non fa che confermare che anche i paesi “nemici” hanno una classe colta che lotta per venir fuori ma non viene ascoltata.

lik

Magari anche ripetere come un pappagallo la propaganda terzomondista non aiuta. In sostanza mentre l’integralismo cristiano sarebbe colpa del cristianesimo, quello islamico colpa dell’occidente corrotto e perverso. Quanto ad Atatürk non è che goda di tutta questa stima anche tra gli intellettuali progressisti del mondo islamico la sua lacitià è stata comunque molto autoritaria e ne vediamo oggi i limiti.

Giuseppe Murante

George Bush e’ un evangelico, un cristiano rinato, crede di parlare con dio. Dal 20 al 35% degli americani sono evangelici, e credono nella verita’ letterale della bibbia. Molti di loro vogliono riconquistare la terra santa. Molti di loro vedevano Saddam Hussein come nuovo Nabucodonosor e Badgdad come nuova Babilonia, ed hanno appoggiato la guerra per questo.
Questa non e’ propaganda terzomondista, sono fatti.
Fonte: “La teocrazia americana”, Phillips Kevin (e’ un repubblicano, non un pericoloso comunista), e referenze contenute.

Il fondamentalismo cristiano e’ ben forte e ben pericoloso.
Tralascio di citare Ratzinger ed il suo pluridecennale progetto di “reconquista” dell’Europa a partire da una Repubblica Cattolica Italiana (in cui le tasse si paghino perche’ lo dice il segretario di stato… quello vaticano, ovvio, ed in cui le leggi siano giuste, ovvero approvate dal consiglio della rivoluzione… ah, no, quello e’ l’iran, scusate… dalla CEI)

Che poi molti interessi economici occidentali siano assolutamente favorevoli ad alimentare uno stato di tensione interna, e richiedano l’identificazione di un “nemico” e’ un altro fatto. (stessa fonte).

Che inoltre l’economia occidentale abbia caratteristiche duramente colonialiste e’ ancora un altro fatto (inutile citare fonti, qui, sono troppe).

La classe colta (e laica) dei paesi fondamentalisti islamici di certo non viene aiutata da queste cose.

GMF

“In the Name of God vuole mostrare come certi gruppi estremisti che si definiscono religiosi stanno distruggendo l’immagine pacifica dell’Islam e del Pakistan”, si spiega sul sito ufficiale del lungometraggio.

Immaggine pacifica ? Cos’è una battuta di spirito? In pakistan hanno un senso dell’umorismo così diverso dal nostro?

Il fondamentalismo è sempre esistito nella storia dell’islam (e non solo!), attribuirne la genesi al la politica occidentale è dal punto di vista storiografico semplicemente un falso.Molto banalmente, come sempre è accaduto nella storia, verifichiamo che la religione è ” instrumentum regni” o “oppio dei popoli” se si preferisce.In occidente come in oriente.Niente di meglio della religione per fare un bel lavaggio del cervello usando sapone cristiano o islamico o magari indù a seconda delle necessità.

lik

@ Giuseppe Murante

“Questa non e’ propaganda terzomondista, sono fatti.”

I fatti sarebbero che l’islam è una religione tollerante e se è diventata fondamentalista è colpa del malefico e perverso occidente? Come la mettiamo allora con l’America latina che ha subito un imperialismo ancora più terrificante (mentre il mondo islamico è stato a sua volta imperialista e continua ad esserlo) e per certi aspetti è più avanti dell’Italia quanto a secolarizzazione (almeno negli ultimi anni) ? A beh certo è la stessa cosa vivere a San Francisco e a Teheran. Ed a Roma si lapidano in piazza gli omosessuali. Il manifesto ha fatto decisamente bene (all’epoca) a sostenere la rivoluzione islamica iraniana, tanto siamo allo stesso livello. E poi chi ha sottovalutato l’integralismo cristiano? Solo che io penso che negli USA sono molto pericolose anche le sette, comunque molti si lamentano dei catto-troll, ma su questo blog è più facile trovare atei che difendano l’islam invece del cattolicesimo.
Tanti auguri.

Carlo

Ciao lik,

mi pare che tu stia travisando un po’ quanto scritto da Giuseppe, sono d’accordo con te sul fatto che talvolta alcune parti della sinistra sostengano l’islamismo solo perche’ “si oppone” agli USA (e che questa sia un caxxata), ma vorrei farti notare che l’occidente laico e sostenitore (a mio parere troppo spesso a parole) dei diritti civili molto spesso agisce in maniera assolutamente assurda e incongruente con i suoi stessi principi.
Sono purtroppo molti gli esempi che si possono portare a sostegno di questa tesi: dal sostegno ininterrotto al regime wahabita in arabia saudita (non certo il massimo in quanto a diritti civili, per non parlare poi di quelli dei gay) all’avere incoraggiato gli islamisti in Afghanistan in funzione anti-russa, fino al sostegno dato alla Nigeria, in cui viene applicata (non dappertutto) la sharia. Vogliamo parlare del fatto che un alleato-chiave degli USA in Asia viene considerato il Pakistan, spesso addirittura in contrasto con l’India? E come molte di queste cose siano fondate sulla necessita’ di controllare il mercato delle materie prime, alla faccia del tanto decantato liberalismo economico??

Certo, in altre parti del mondo politiche simili non hanno portato agli stessi risultati (vd. Sud America come dici tu), ma forse una lettura piu’ attenta dei libri di storia, una politica meno legata agli interessi del momento e piu’ attenta alle mutazioni di lunga scala avrebbero evitato disastri e sconquassi. Ci fanno viaggiare in aereo senza forbicine per le unghie e senza bottigliette d’acqua e poi riforniscono di armi e materiali l’Arabia Saudita, che finanzia alcune delle piu’ fondamentaliste sette musulmane. Mah….

Giuseppe Murante

La classe colta (e laica) dei paesi fondamentalisti islamici di certo non viene aiutata da queste cose.

Dove, in questa frase che conclude il mio intervento o nel resto di esso, ho mai sostenuto che l’islam e’ tollerante e diventa fanatico solo per colpa dell’occidente, e/o difeso l’islam?

Sostengo, e continuo a sostenere, che cambiamenti culturali come quello ottenuto nella nostra societa’ grazie all’illuminismo debbano generarsi dall’INTERNO e che fomentare (volontariamente o involontariamente) gli estremismi non fa che rendere piu’ difficili questi cambiamenti.

Sostengo altresi’ che noi dobbiamo principalmente occuparci di combattere i nostri fondamentalismi religiosi, e farlo non vuol dire difendere l’islam. Mi pare francamente ridicolo dover ribadire questo concetto tutte le volte che critico il cristianesimo.

lik

@ Murante

Allora chiedi al webmaster di non pubblicare notizie sull’islam (oggi ce ne sono parecchie) se è per sentire la stessa solfa sul malefico occidente perverso responsabile dell’integralismo islamico, non mi sembra sia molto costruttivo.

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