Il 5 per cento del Prodotto interno lordo dell’Italia: è l’inquietante dimensione che potrebbe avere l’effettivo peso economico della ‘ndrangheta. Nei giorni immediatamente successivi al massacro di Ferragosto, è circolata la stima dell’Eurispes, che attribuiva all’organizzazione criminale un ‘giro d’affari’ annuo di circa 36 miliardi di euro, per poco meno di due terzi legati al traffico di droga. Se si considera realistica l’ipotesi dell’istituto di ricerca romano, si deve però automaticamente far diventare più ricco il bottino delle cosche calabresi.
Ai 36 miliardi di euro derivanti da spaccio di stupefacenti, vendita di armi, prostituzione, usura e altre attività illecite, vanno infatti sommati i proventi legati al ‘money laundering’, cioè al riciclaggio del denaro sporco. “Il riciclaggio è un potente moltiplicatore degli affari delle organizzazioni criminali come la ‘ndrangheta”, sostiene Donato Masciandaro, che alla Bocconi insegna economia e ha la cattedra di Regolazione finanziaria al Centro Paolo Baffi dell’università. Masciandaro spiega come si arriva fino al 5 per cento del Pil: “Qualunque organizzazione criminale che produce denaro sporco ha un problema: deve ripulirlo, altrimenti aumenta il rischio di essere scoperta. Lavare il denaro è un costo, ma poi i soldi possono essere prontamente reinvestiti, sia in affari loschi che in affari puliti, creando un formidabile volano”.
Applicando stime che valgono per le grandi organizzazioni criminali transnazionali, Masciandaro ipotizza che la ‘ndrangheta possa reinvestire direttamente il 25 per cento dei propri ricavi, perché sono già in contanti, o finiscono a persone che operano fuori dalla legge o vanno ad alimentare l’usura. Il restante 75 per cento deve però essere riciclato, e il costo medio della ripulitura è del 10 per cento. “Il moltiplicatore netto da applicare al fatturato è di 1.35, che fa salire i 36 miliardi di euro iniziali fino a sfiorare i 55 miliardi, che rappresenterebbero appunto il 5 per cento del Prodotto interno lordo italiano del 2004”.
Specializzato nello studio del riciclaggio, il docente della Bocconi ha appena scritto insieme a Elód Takáts, economista del Fondo monetario internazionale e già insegnante a Princeton, e a Brigitte Unger dell’Università di Utrecht, un massiccio volume: ‘Black Finance: The Economics Money laundering’. Nel libro si sostiene che le organizzazioni criminali spendono l’11 per cento del loro fatturato in beni di lusso e reinvestono il 57 per cento in attività legali: immobili, azioni, obbligazioni. Non ricercando il massimo rendimento ma privilegiando liquidità e semplicità di smobilizzo. […]
Non mi pare che siano i tg e la uaar a fare la peggiore pubblicità possibile alla Calabria, quanto certi “buoni uomini” calabresi.
Mi permetto di commentare perchè 1) io sono campano e potrei dire altrettanto sulla mia terra e 2) io della Calabria sono stato solo ospite, ma mi è bastato per vedere una delle più belle terre del mondo e per conoscere due tra le persone più importanti della mia vita.
Io mi incazzo insieme a te, ma solo perchè ho visto e so che la Calabria da sola meriterebbe di essere una superpotenza, vista la sua cultura e le sue potenzialità, e invece pare rassegnarsi ad essere poco più che una colonia.
D’oh! Sono arrivato dopo la censura… che cattivi però 🙁
Gennarino I scrive:
Io mi incazzo insieme a te, ma solo perchè ho visto e so che la Calabria da sola meriterebbe di essere una superpotenza, vista la sua cultura e le sue potenzialità, e invece pare rassegnarsi ad essere poco più che una colonia.
Superpotenza? ^_-
guarda basterebbe che facesse bene il suo mestiere di regione e staremmo apposto!
Censura?
perche’ non vi ricordate il banco ior l’ambrosiano??? e calvi e marcinkus????
@ Filippo Vinci
So che sembra un termine esagerato, ma esistono regioni e nazioni (la California, la Germania) che superpotenze lo sono (io intendo in senso economico e culturale in genere) pur non avendo un centesimo delle risorse (naturali ed umane) di cui disporrebbe in teoria la Calabria. Semplicemente fanno fruttare al 200% quello che hanno.
@ Flavio
C’era un commento – deduco censurato perchè non mi pare si possano ritirare – di un utente incavolato poichè, a suo dire, la uaar contribuirebbe a diffondere della Calabria un’immagine di terra di mafiosi e barbari, da cui la mia risposta.
In ogni caso, la parte “uaaresca” starebbe nella candida rivelazione che il vaticano sarebbe l’ottavo paese al mondo per sospetto flusso di soldi sporchi, dato il fatto che risiede in un Paese ad alto tasso criminale e vista la sua celebre trasparenza di conti…
Gennarino I
esistono regioni e nazioni (la California, la Germania) che superpotenze lo sono (io intendo in senso economico e culturale in genere) pur non avendo un centesimo delle risorse (naturali ed umane) di cui disporrebbe in teoria la Calabria…..
Scusa, ma forse è meglio che ti prendi una “garzantina” e dai una guardata alle risorse di California e Germania, per capirci, dove c’è scritto ovini, bovini suini, cereali. acciaio, petrolio…. etc… E poi se tu fossi un imprenditore, apriresti un’attività in Calabria? Non credo…
Dire che la California e la Germania non dispongano di un centesimo delle risorse naturali ed umane che ha la Calabria mi sembra una stupidaggine enorme. Sono due dei posti della terra baciati dalla fortuna in tutti gli aspetti della loro esistenza, cerchiamo di essere realistici.
Scusate ma mi sfugge la parte sul Vaticano. E’ contenuta nell’articolo intero? Nella parta postata qui sul sito mi pare non ci sia nulla, oppure sono cieco.
“Specializzato nello studio del riciclaggio”
Io comincerei ad indagare su questo Masciandaro…
Lui ha tutti questi dati e le nostre “amate” forze dell’ordine no?
“Scusate ma mi sfugge la parte sul Vaticano”
Infatti! a me sfugge tutto…
Scusate, io non intendevo affatto aprire una diatriba socio-economica sulla Calabria.
La mia dichiarazione, sebbene magari non si notasse, voleva essere emotiva e retorica ed era riferita ad un utente che lamentava che la Calabria fosse messa com’è solo a causa della pubblicità negativa che riceve “grazie” alla criminalità.
Io intendo una cosa molto semplice per chi l’ha visitata: quella regione trabocca di potenzialità inespresse. Prendete il turismo, il commercio, la cultura, insomma un sacco di cose che generano ricchezza, e in Calabria ne troverete a tonnellate…semplicemente lasciate lì a prender polvere.
In California fanno fruttare anche i deserti e lì lasciano la Magna Grecia allo stato brado.
Lo so benissimo che le statistiche sono disarmanti, e lo sono per il semplice motivo che sto esponendo. E so benissimo che non aprirei mai un’impresa lì, semplicemente perchè, come avevo detto prima, la mafia mi strangolerebbe dopo un’ora e nessuno muoverebbe un dito.
A parità di terre baciate dalla fortuna, da una parte mettono a frutto anche le pietre e dall’altra son rimasti al latifondo e ai colonizzatori stranieri, e la cosa che mi rattrista è che pare che gli stia benissimo così.
@J.C. Denton
Il dato sul Vaticano è nelle due tabelle: devi cliccarci sopra per aprirle.