Malaysia: caricatura di Gesù

Il governo della Malaysia, di orientamento islamico, ha sospeso per un mese un giornale per avere pubblicato una caricatura di Gesu’. Secondo quanto riferisce l’agenzia Berhama, la vignetta apparsa sul quotidiano ‘Makkal Osai Tamil’, ritrae Gesu’ con una sigaretta e una lattina di birra che dice: ‘Se qualcuno si pente per i suoi errori, il paradiso l’aspetta’. Condannando la caricatura, il premier Badawi l’ha definita ‘inaccettabile in una societa’ multietnica’.

Fonte: Ansa 

Archiviato in: Generale

27 commenti

Bruna Tadolini

Che l’intento fosse caricaturale non ci sono dubbi ma d’altra parte dicono che gesù si sia fatto uomo per vivere come un uomo e che il pentimento purifichi dai peccati e faccia riguadagnare il paradiso …. dicono!

e quindi?

rossotoscano

detto tra noi nei vangeli è scritto che a gesù piaceva bere il vino e si accompagnava con prostitute e pubblici peccatori… ed era molto criticato per questo al suo tempo

lik

“Condannando la caricatura, il premier Badawi l’ha definita ‘inaccettabile in una societa’ multietnica’.”

Questo argomento è spesso avanzato anche da noi, nelle nostre società moderne multireligiose, il rispetto delle religioni sembra essere diventato un dogma. Anche i paesi molto laici sono partite iniziative per ripristinare il delitto di blasfemia.

Francesca

‘inaccettabile in una societa’ multietnica’

Infatti, questa inaccettabilità è il cardine di una società multietnica, ovvero disintegrata e frantumata in tante piccole collettività chiuse ed omogenee, nelle quali l’individuo ha valore solo come portatore di diversità riconoscibile.

Mentre in una società laica democratica e plurale è fondamentale poter ridere di CHIUNQUE senza che questo chiunque ti accoltelli, o si faccia saltare in aria dentro un bar.

lik

@ Francesca

In nordamerica, in particolare in Canada, si sta discutendo molto di questo, anche di come in una società multiculturale la solidarietà tende a spostarsi a livello di comunità di appartenenza e non più a livello di comunità nazionale. Negli USA questi discorsi non si fanno neanche più perché ormai la solidarietà è a livello comunitario essendo quella nazionale inesistente. Comunque io distinguerei multiculturalismo da multiconfessionalismo. Che ci siano gruppi diversi (asiatici, africani ecc.) non mi da nessun fastidio, mentre il multiconfessionalismo visto poi fondamentalmente come due grandi religioni che fanno la gara a chi è più integralista non mi sembra per nulla un arricchimento.

cartman666

Francamente se il multiculturalismo significa divieto di satira, chi ne ha bisogno? Perfino negli Stati Uniti hanno censurato una puntata di South Park, dove si mostrava per pochi secondi il loro “profeta”, praticamente siamo sotto ricatto da un manipolo di fanatici.

Jean Meslier

Mentre in una società laica democratica e plurale è fondamentale poter ridere di CHIUNQUE senza che questo chiunque ti accoltelli, o si faccia saltare in aria dentro un bar.

Ho l’impressione che a volte si affronti la questione nascondendo a sé stessi la parte meno gradita.

Mi spiego: questa aspirazione alla società laica democratica e plurale rischia di diventare sempre più un’astrazione, un’utopia, con la quale si elude, più o meno consapevolmente, il fatto che una società davvero plurale è inevitabilmente attraversata da “conflitti”, innescati essenzialmente da concezioni del mondo diverse, o anche solo da convinzioni diverse circa il modo di organizzarla.

Bisognerebbe almeno avere la franchezza di ammettere che la libertà di criticare le convinzioni altrui fa tutt’uno con la strategia di diffondere le proprie convinzioni e le proprie idee (il proprio modello di società) anche a discapito di chi la pensa diversamente.

Allora mi chiedo fino a che punto possiamo continuare a raccontare a noi stessi questa fantasia della bella società plurale e allo stesso tempo laica, in cui convivano pacificamente credi, ideologie e concezioni del mondo incompatibili fra di loro. E non sospettare che, in effetti, di fronte a divergenze così inconciliabili, l’unica vera convivenza possibile sia quella della chiusura a compartimenti stagni.

Carlo

Faccio notare la pochezza del peccato per questi fanatici: sigarette e lattine di birra. A questo punto meglio i cristiani, si puo’ peccare con piu’ stile 🙂

lik

@ jean meslier

“E non sospettare che, in effetti, di fronte a divergenze così inconciliabili, l’unica vera convivenza possibile sia quella della chiusura a compartimenti stagni.”

Concretamente cosa vuol dire?
Comunque la laicità io l’ho sempre pensata come una protezione dalle religioni più che un modello di convivenza. Esistono ambienti laici multiculturali, io stesso ne ho fatto l’esperienza, ma appunto ambienti come le storie che ritornano qui ogni tanto del risotto per ebrei e musulmani. Quando invece si va a vedere a livello macro (parlo di stati democratici, non dittatture dove la convivenza è imposta) in effeti tutto sembra darti ragione, anche se una delle reponsabilità risiede nel fatto che noi laici stessi non abbiamo le idee chiare e siamo divisi, per esempio sull’atteggiamento da avere nei confronti dell’islam, con posizioni opposte che non faranno che inasprirsi, come è successo del resto altrove.

Francesca

@lik

Io penso che il multiculturalismo, cioè la tendenza che interpreta la diversità come un valore, si adoperi nei fatti per intensificare le diversità quando non addirittura nel crearle.
E questo vale per qualunque diversità, anche se quelle rivendicate su base religiosa sono le più evidenti proprio per la loro stravaganza (e spesso inaccettabilità).

Questo non esclude che in talune società, tipicamente quella italiana, chi si trova in svantaggio per una sua diversità (omosessuali e donne sono gli esempi più facili da fare) debba poter trovare nel diritto gli strumenti che gli consentano di superarlo (es. quote rosa, strumenti sindacali che impediscano la discriminazione del lavoratore in base al genere e all’orientamento sessuale e molto altro), ma si tratta appunto soltanto di strumenti, che quando non servono più vanno gettati.

Possiamo visualizzare la cosa come un edificio sul cui tetto sta già insediato quello che è il nemico per eccellenza di ogni multiculturalista che si rispetti, il maschio eterosessuale bianco. Per raggiungere quel tetto alcuni hanno bisogno di una scala, ma quando saranno saliti la scala non serve più.

Spero di farmi capire perchè non è facile sintetizzare in poche righe un pensiero che per me è stato frutto di un percorso molto lungo non alieno da ripensamenti e correzioni.

lik

@ Francesca

“Possiamo visualizzare la cosa come un edificio sul cui tetto sta già insediato quello che è il nemico per eccellenza di ogni multiculturalista che si rispetti, il maschio eterosessuale bianco.”

Non ho capito bene, che nelle nostre società il maschio eterosessuale bianco sia dominante è vero, ma non è solo l’unico tipo di dominazione che si subisce e non sono sicuro che additare un gruppo di persone come nemiche sia molto corretto e se sostituisci la parola bianco a nero come minimo ci scatta la morte sociale coperta dall’infamia di “razzista”. A questo proposito c’è da notare la schizzofrenia delle società multiculturali. Da una parte vengono scritti dei libri da autorevoli intellettuali neri “la leggenda del sesso surdimensionato dei neri” dove si spiega che pensare che i neri lo abbiano più grosso è essere razzisti, dall’altra autorevoli cantanti rap ridicolizzano in tutta tranquillità i bianchi che piangono quando si guardano nelle mutande perché lo avrebbero piccolo. Quella invece è arte non è razzismo. Insomma queste sono le regole del politicamente corretto. Ovviamente mi dirai cosa c’entra la religione con questi discorsi? C’entra nel senso che secondo me nelle società multiculturali si instaura una rivalità sessuale tra uomini per chi domina di più e per chi è più virile (o meglio più che secondo me sono d’accordo con chi ha teorizzato questo concetto) le religioni poi fanno alla gara per recuperare questo desiderio. Ho trovato un articolo interessante sull’argomento postato su questo forum
http://www.spazioforum.net/forum/index.php?showtopic=28379

Gabriele Porri

Dicesi società multietnica quella in cui non puoi toccare nessuna delle religioni e quindi puoi sfogarti insultando e discriminando gay, atei, agnostici, miscredenti e libertini…

Francesca

@lik

Infatti, il maschio eterosessuale bianco (posto che esista in una accezione così monolitica, cosa che assolutamente non credo) non è mio nemico, perchè io non mi ritrovo nelle posizioni dei multiculturalisti. Le religioni nobiltano istinti belluini dei generi più vari, così come quegli stessi istinti vengono nobilitati da altre visioni del mondo, come quelle che tu hai citato, che non sono affatto religiose.
Eminem e Fabri Fibra, così come i rappers neri non sono affatto religiosi, ma propongono una visione del mondo in cui alcuni soggetti valgono di più in relazione alle caratteristiche che li differenziano dalle altre persone.
Così come alcune religioni sono del tutto secolarizzate, il cristianesimo valdese è esempio luminoso.

Il tuo discorso è condivisibile, ma si tratta di estenderlo con la considerazione che anche coloro che propongono il primato di alcune categorie su altre per motivi metafisici, non necessariamente religiosi, come le femministe che rivendicano il primato dell’essere donna per la capacità creatrice della femmina, o per una sua supposta maggiore capacità empatica, nei fatti pongono le basi per creare una differenza che non può essere colmata. Tu, maschio, non puoi generare, perciò stesso vali meno di me a prescindere da tutte le qualità di cui sei portatore.
La donna, per altro, consolida il suo status superiore se e solo se è empatica e con figli, o quanto meno fa mostra di volerne, il che umilia tutte quelle caratteristiche che la donna condivide con gli altri esseri umani, e ne fanno un individuo trasversale, cioè ascriventesi (si dice cosi?) a molteplici identità. E questo discorso vale per tutti.

davide

inaccettabile in una società multietnica. Io sostituirei multiconfessionale in cui la blasfemia e l’ironia vengono condannate quando poi nessuno pare muovere un dito contro le offese ai non credenti da parte di vescovi (di Roma in primis), imam, ecc.

Jean Meslier

“E non sospettare che, in effetti, di fronte a divergenze così inconciliabili, l’unica vera convivenza possibile sia quella della chiusura a compartimenti stagni.”
Concretamente cosa vuol dire?

Concretamente voglio dire che quando aspiriamo a uno stato laico, plurale e democratico, stiamo puntando di fatto a uno stato in cui alcune concezioni del mondo (in particolare quelle fondate sulla religione cristiana e islamica) siano messe in condizione di non nuocere, perché quelle concezioni del mondo e i modelli di società che esprimono sono incompatibili con il mondo che noi abbiamo in mente. Insomma: per il fondamentalista cristiano e quello islamico che vogliono forgiare la società secondo la loro dottrina, il nostro modello di società è tutt’altro che idilliaco.

Voglio dire che se a noi sembra del tutto ragionevole garantire libertà di culto e di espressione a tutti a patto che vengano rispettati alcuni diritti fondamentali, il credente non si “accontenta” di questa concessione, perché non concepisce la sua fede come un semplice fatto privato, un rapporto con il trascendente da vivere nel proprio intimo, ma come una missione che incida nel mondo. E probabilmente percepisce la nostra idea di religiosità “disinnescata”, cioè appunto messa in condizione di “non nuocere”, come uno snaturamento della vera religiosità.

Per me tutto questo è inevitabile, si tratta uno scontro culturale in cui è impossibile giungere a una conciliazione, a meno che le confessioni religiose “arretrino” dalla sfera pubblica, cosa forse non impossibile (tutti noi conosciamo credenti che pensano che non si debba dettar legge in nome di principi confessionali) ma tutt’altro che indolore, visto che, da che mondo è mondo, la religione è sempre stata anche e soprattutto un fatto “politico”.

Altrimenti è inevitabile la ghettizzazione e la formazione di “isole”, che non è certo il modello di società multiculturale più desiderabile.

Carlo

@lik:
bello l’articolo che linkato, si trovano davvero delle perle di saggezza, tipo che la ricchezza, la forza e la guerra sarebbero valori maschili (in particolare sulla ricchezza ho i miei dubbi) oppure che i convertiti all’islam sono contenti perche’ “non devono piu’ pensare”. Per non parlare del bellissimo confronto del tipo a chi ce l’ha piu’ grosso sul numero di fedeli. Sigh! E il bello che questo tizio passa per moderato.

Non so se il riso o la pieta’ prevale, come diceva il grande poeta.

C’e’ solo una cosa che trovo meglio nell’islam rispetto al cristianesimo: l’onesta’. Per il resto e’ una bambinata per beduini ignoranti, come d’altronde tutte le religioni.

J.C. Denton

Il problema più serio, secondo me, è che i vecchi valori di laicità, tolleranza e rispetto li predicano solamente quelli che non avrebbero nessun interesse a predicarli (alias noi, i miscredenti), mentre coloro che ne beneficiano fanno a gara per distruggerci. Preso atto di questo clima a dir poco inquietante, è arrivato secondo me il momento di essere più “aggressivi”. Non si possono accettare da intellettuali e politici che si proclamino laici frasi del tipo “rispetto il diritto dei vescovi a dire la loro” quando il parlante non solo sa benissimo solo che quel diritto non è nemmeno messo in discussione, ma addirittura pronuncia questa sventurata frase proprio in quelle occasioni in cui andrebbe detto con assoluta chiarezza che la chiesa è in torto marcio. Questa è malafede, paura del popolino, demagogia. Vi sembra possibile che gli unici politici che rappresentino un minimo di coerenza in questo senso siano personaggi del calibro di Capezzone? E che se esce un libro come quello di Oddifreddi la sua distruzione debba essere affidata al “filosofo” Cacciari, così da legittimarne l’opera diffamatoria?

ichor of mankind

Mi pare giusta questa censura…perchè non si può insultare l’ismam e invece il cattolicesimo sì?Si devono rispettare tutti gli dei di tutte le religioni…

Daniela

secondo me è ora di dire apertamente ed in ogni luogo che la religione non ha nessuna corsia preferenziale, si deve avere tutto il diritto di prendere in giro la religione, di criticarla, di usare la satira per ridicolizzarla, come si fa per qualsiasi altra attività umana. Un paese che usa la censura per difendere una qualche gruppo o associazione di persone (di tipo religioso, politico, economico), ha un grave deficit di democrazia, ma soprattutto di libertà.

GMF

Sarebbe forse il caso di tradurre società multietnica nel suo reale significato: società multirazzista.Il razzismo “old style” riduceva l’uomo a una sola dimensione .l’appartenenza etnica/razziale, e stabiliva una gerarchia fra le varie etnie e razze. Il multiculturalismo è il razzismo “democratico” si è abolita la gerarchizzazione ma rimane la riduzione della persona ad un solo tratto dominante.La persona deve essere necessariamente essere inquadrata in un preciso gruppo tribale.In questo impeto di tribalizzazione non si è guardato troppo per il sottile e se ne è data un’interpretazione estensiva mischiando tutto il possibile: razza,etnia, religone , orientamento sessuale. Negi Usa dove il processo si è spinto più avanti c’è anche a livello di lobby politiche un autentoco florilegio di “comunità” , così si chiamno queste tribù, ispaniche,cinesi. italiane, gay, ebraiche, islamiche etc. Non mi pare che l’europa continentale stia percorrendo una strada migliore.Il regno unito è già ampiamente sulla scia degli USA.Difendere la laicità per me significa opporsi a questa deriva tribale che vuole appiccirare a ognuno di noi una bella etichetta stereotipata.

lik

@ GMF

“Difendere la laicità per me significa opporsi a questa deriva tribale che vuole appiccirare a ognuno di noi una bella etichetta stereotipata.”

No, io su questa affermazione sono d’accordo solo in parte, anche perché si tratta di una presa di posizione ambigua. Un conto sono gli islamici, un conto sono gli ispanici, i primi hanno scelto un’identità religiosa i secondi un’identità linguistica, il fatto che rivendichino negli USA la lingua spagnola, di per se non è certo un attacco alla laicità, tu puoi essere d’accordo o meno, ma si tratta piuttosto un problema di identità. Stesso discorso per i gay, si tratta di un’identità basata sull’orientamento sessuale e non puoi certo opporti al matrimonio gay in nome della laicità, perché si tratta di una richiesta per accedere all’uguaglianza, non per avere regole diverse. La laicità invece deve opporsi al multiconfessionalismo, cioé questa tendenza a voler fissare le persone in base al proprio credo religioso, come per esempio è successo in Olanda o in Canada con i tribunali religiosi, non deve essere usata per ostacolare sistematicamente le richieste dei gruppi minoritari, quando sono delle legittime richieste di uguaglianza.

Francesca

@lik

Stesso discorso per i gay, si tratta di un’identità basata sull’orientamento sessuale e non puoi certo opporti al matrimonio gay in nome della laicità, perché si tratta di una richiesta per accedere all’uguaglianza, non per avere regole diverse.

Infatti, il diritto al matrimonio per gli omosessuali è chiesto proprio in base a ciò che li accomuna al resto degli esseri umani, non a ciò che li diversifica.

Mi pare che GMF facesse un discorso più vasto e del tutto condivisibile, in cui la laicità è intesa in un senso più ampio e forse improprio, ma non mi sembra il caso di cavillare sul significato delle parole, visto che il senso di ciò che voleva dire è molto chiaro.
Ora, si possono fare dei distinguo e opporsi alla balcanizzazione quando basata su identità religiose, ed ammetterla in altri casi (quali? Cultura, genere, orientamento sessuale, preferenze musicali?). A me pare una stronzata, ma potrei sbagliare.

lik

@ Francesca

Non credo si tratti di cavillare sul significato delle parole, nel concreto questi discorsi in difesa della laicità, sono stati utilizzati (non tanto in Italia, o quantomeno non da laici italiani sinceri) per opporsi ad esempio al matrimonio gay o comunque per mantenere i privilegi della classe dominante. Poi la questione della balcanizzazione è importante, ma ripeto sono due cose ben diverse, ad esempio rivendicare una lingua e rivendicare una religione. Almeno secondo me.

Francesca

@lik

questi discorsi in difesa della laicità, sono stati utilizzati (non tanto in Italia, o quantomeno non da laici italiani sinceri) per opporsi ad esempio al matrimonio gay

Chi lo ha detto, ha detto una cagata. Niente di più, l’uso improprio della parola laicità è da parte di questi signori, non di altri.

Ora, rivendicare una lingua è positivo se inteso come arricchimento, non come fattore identitario discriminante (in senso positivo o negativo non ha importanza).
L’appartenenza ad una identità, soprattutto quando non volontaria (donne, neri, omosessuali, gialli, rossi, birolò) non significa che questo debba diventare l’unico tratto attraverso il quale è possibile definire un essere umano. La contaminazione culturale è quanto di più bello si possa immaginare, non potrebbe esistere Miles Davis senza Bach, o Fanon senza Rousseau. Così come Allen e Bergman sarebbero stati altri (e forse niente)senza l’interesse e l’amore verso l’universo femminile, Bassani, eterosessuale, a che mi risulta, ci ha dato “Gli occhiali d’oro”. La contaminazione nasce dall’interesse e dalla curiosità verso l’altro, portatore di una diversa identità, ma è possibile solo se le due identità, minoritaria (uso il termine in modo improprio perchè le donne non sono minoranza) e dominante, non se si chiudono a riccio su se stesse.

GMF

@Francesca

Hai espresso meglio di quanto abbia saputo fare io stesso il mio pensiero.

Commenti chiusi.