“Prima o poi qualcuno dovrà scusarsi con la ragazza”

Don Valter Danna è direttore dell’ufficio famiglia della Diocesi e preside della Facoltà di Teologia.
Come si spiega l’episodio accaduto ieri alla Chiesa di Santa Rita?
«Ci sono tre aspetti da considerare: dottrinale, pastorale e umano. Per un cristiano la convivenza è una forma di irregolarità, perché l’unica forma di vita di coppia è quella nel sacramento del matrimonio. Il credente deve sapere che la convivenza è un peccato che non si può assolvere. Si può assolvere un tradimento, invece, a patto che ci sia pentimento e impegno a non farlo più. La convivenza invece è una scelta, anche se temporanea, di vita. Non ha assoluzione perché ancora in corso».
Questo l’aspetto dottrinale. E quelli pastorale e umano?
«La dottrina spiega l’atteggiamento del parroco di santa Rita, tuttavia l’aspetto pastorale suggerisce che il nostro dovere è quello di aiutare i giovani a capire che il matrimonio è impegnativo, totale, definitivo e se l’amore è vero è un dono totale. Dire no alla convivenza è dire “no” per un “sì” più grande. Ma quando una persona si presenta in confessionale non va mandata via, anzi, è nostro dovere spiegare perché non può essere assolta».
Resta l’aspetto umano.
«Direi che qualcuno deve proprio chiedere scusa a Serena. Il confessore avrebbe dovuto capire le sue intenzioni e le sue sofferenze, pregare con lei e lasciarla con una benedizione. Capisco che, per un sacerdote, dover dire a una persona che non può essere assolta è una sofferenza umana, ma bisogna sempre spiegare le cose con dolcezza, non abbandonarle».
Non si abbandonano mai i peccatori?
«Il principio che ci guida è sempre la salvezza delle persone, anche quando diciamo dei no. Le nostre azioni non servono per farle precipitare all’inferno».
I peccati più gravi?
«La gravità del peccato è determinata dalle circostanze e dal fatto che ci sia pieno consenso e deliberata vertenza: se un uomo ruba perché ha fame compie un’azione ben diversa dall’imprenditore che froda e non paga gli operai».

Fonte: La Stampa

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27 commenti

Gabriele Porri

si può assolvere un tradimento e non la convivenza?

-padre, convivo con la mia ragazza

-ma come ti permetti?

-sì, ma ieri le ho fatto le corna con la mia segretaria…

-sei pentito?

-sì

-ah bene, allora ego te absolvo ecc. ecc. ecc.

Valentina

@ gabriele

-sì, ma ieri sono andato con una prostituta..

– ah, allora non è peccato.

Lamb of God

Nessuno si deve scusare con questa pubblica concubina, soprattutto questo gran Don Leonardo di Santa Rita s’Accascia.

Angela

Mi viene un dubbio telogico, se qualcuno può mi dia lumi: ma se uno è sposato civilmente, è come se fosse concubino no?
Allora la Chiesa non riconosce il matrimonio civile, ma lo Stato riconosce il matrimonio religioso (infatti il concordato dell’86, se non erro, va in questo senso), allora, come al solito c’è qualcosa che non funziona.
Loro non riconoscono il matrimonio civile ma utilizzano lo Stato per celebrare in modo legale quello religioso. Quindi non riconoscono neanche la sovranità dello Stato Italiano (il dubbio infatti mi era venuto già in passato…).

Francesca

l’unica forma di vita di coppia è quella nel sacramento del matrimonio

Qui mi pare che non si conosca bene la dottrina, la CCAR permette forme di convivenza tra due persone, anche omosessuali, purchè in “casto connubio”.
La confessione andava ascoltata, poichè la ragazza poteva avere l’intenzione di confessare il peccato di violazione del casto connubio, poi si valutava se dare o meno l’assoluzione. Ma dove sono finiti i preti di una volta, ha ragione la CEI, questi qui non sanno proprio niente!

claudio

davanti a certi ragionamenti mi sento davvero illuminato.

ma che schifo!

dinuzzo 56

@francesca
certo….si poteva ascoltare la fanciulla e valutare l’eventuale assoluzione in base alla violazione del casto connubio valutando attendamente se la copula è stata completa o parziale, quante spinte ha “cristianamente sopportato” prima che quel porco del compagno godesse, se ha provato piacere o un leggero schifo,se ha cercato scentemente il punto”G”.
Se pensi che io stia farneticando leggiti il manuale di diritto canonico usato dalla sacra rota e capirai che le valutazioni ad hoc tengono conto anche di quanti centimetri deve o non deve penetrare il pisellino! E’ poco, è ancora poco per il popolino: le vessazioni “teologiche” inventate da questi psicopatici da 2000 anni dovrebbero decuplicare fino alla demenza universalmente riconoscibile ! Se tu vuoi l’assoluzione prendi in mano il mio cordone….recitava una filastrocca d’osteria, ma forse non siamo tanto lontani dalla realtà.

penny rimbaud

Io non ci vedo niente di strano. La logica e’: puoi essere assolto se ti penti del tuo peccato e prometti di non farlo piu’. Pertanto, se tradisci il partner e poi te ne penti, puoi tranquillamente essere assolto, cosi’ come, qualora, da convivente (che ha rapporti sessuali col proprio partner, ovviamente, altrimenti il problema non si dovrebbe proprio porre, credo…), decidessi di pentirti della tua convivenza e promettessi di cessarla, il prete potrebbe assolverti. Ma se vai a confessare di essere convivente senza voler cessare la convivenza, ovviamente il prete non puo’ assolverti. La logica c’e’.. sono i postulati completamente bacati…
D’altra parte o ‘sti tizi sono cattolici o non lo sono… le regole sono chiare. Cosa pretendono? E’ grazie a gente come loro che poi i corvi rompono i … a quelli come noi..

Arcturus

Ma che barba… Il resto del mondo marcia al passo della postmodernità; qui siamo ancora agli scoramenti pseudomistici di Fogazzaro. Un gap di appena un secolo…

Michele Bakunin

chissà se andava a confessarsi dal prete di Monterosso cosa gli diceva!

Matteo

@ Angela

Quello che dici è corretto, anche se va integrato. Quello che viene garantito dallo Stato è la possibilità di celebrare il matrimonio religioso (ovviamente non solo Cattolico). Anzi credo faccia comodo più allo Stato che alla Chiesa il poter celebrare in un solo rito oltre a quello religioso (visto che si è in Chiesa) anche quello civile (con un notevole risparmio di tempo e denaro per le amministrazioni). Comunque il punto non è questo.
E’ normale credo che una religione riconosca il proprio rito come l’unica forma di reale unione. E’ pacifico che un non credente non sia in piena comunione con la Chiesa. Ma questo la Chiesa lo sa e considera queste persone (se battezzate) facenti ancora parte della Chiesa e meritevoli di tutte le attenzioni, anche in modo particolare, evitando la discriminazione. Infatti riporta il Catechismo:” bisogna evitare di giudicare le coscienze e saper comprendere le difficoltà concrete. Amore alla verità e amore alle persone devono andare insieme”(La verità vi farà liberi, CEI, 1995).
Riporto per meglio chiarie anche un articolo del Catechismo della Chiesa Cattolica:

“Art.2390 Si ha una libera unione quando l’uomo e la donna rifiutano di dare una forma giuridica e pubblica a un legame che implica l’intimità sessuale.[…]
L’espressione abbraccia situazioni diverse: concubinato, rifiuto del matrimonio come tale, incapacità di legarsi con impegni a lungo termine. 277 Tutte queste situazioni costituiscono un’offesa alla dignità del matrimonio; distruggono l’idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso della fedeltà”.

Quindi la critica non è per chi si sposa in comune ma per chi convive solamente. Infatti viene criticato il rifiuto non del solo matrimonio religioso (ovviemente quello è compreso nel discorso) ma anche di quello civile (….forma giuridica e pubblica a un legame….). Quindi il matrimonio civile, anche se non viene riconosciuto come unione “ultima” tra un uomo e una donna, esso rappresenta senza dubbio un’azione meritevole di lode perchè responsabilizza i futuri sposi.
Spero di esserti stato d’aiuto. Un saluto.

GMF

Hai voluto la bicicletta? Pedala !

Che squallore questa gente che si professa cattolica poi vuole fare come c**** gli pare.Sembra che nessugli abbia informati che la loro religione non è un menù a la carte.

Skadivargr

Non so cosa sia un paradiso nel quale sono privato del diritto di preferire l’inferno.
Jean Rostand

Un ecclesiastico è uno che si sente chiamato a vivere a spese dei disgraziati che lavorano per vivere.
Voltaire

AnnaT

Allucinante…
Forse in un futuro non lontano per entrare in chiesa bisognerà mostrare la carta di identità: entrata solo per uomini e donne sposati con prole. 😀
Cio’ che mi attrista e stupisce è la stupidità e la sottomissione della “piccola” gente.
Costoro che accordano troppa importanza ai discorsi farneticanti dei preti: ma dico io se il parroco ti tratta male, ti esclude, ti disprezza, ti nega il funerale o la comunione: mandalo a fanculo, che diamine!
Questo vale per il credente, nel senso che non c’è bisogno secondo me di piegarsi all’autorità del clero per euh.. vivere la propria fede (qualunque cosa sia) , comunicare con Dio e altre cazzate mistiche.

Kaworu

@anna

il tuo discorso è giusto se si parla genericamente di credente.

ma se una si dichiara CATTOLICA (praticante, tra le altre cose… come se io mi dichiarassi vegetariana praticante e mangiassi bistecche con molto gusto), deve sapere cosa questo significa ed accettare tutto quello che la sua dogmatica religione le impone.

il prete non ha fatto nessun errore, anzi, dovrebbero essere tutti così.

se poi lei vuol continuare a dirsi cattolica praticante, che si sposi come la sua religione comanda.

Giona

Essere cattolico vuol dire scegliersi come padrone un bigotto scapolo che vive dei soldi altrui.
Chi fa questa scelta si mette nella posizione di ricevere rimproveri da simili personaggi. Chi vuol essere pecora per scelta, accetti anche il bastone del pastore.

Michele Bakunin

Don Valter Danna

Danna, già il nome è un programma, avrebbe secondo me, se fosse stato lui il confessore di Serena, pregato con lei come lui sostiene e le avrebbe fatto fare la comunione secondo il rito di don Cantini.

Peppe

Dinuzzo56 ha detto: Se pensi che io stia farneticando leggiti il manuale di diritto canonico usato dalla sacra rota e capirai che le valutazioni ad hoc tengono conto anche di quanti centimetri deve o non deve penetrare il pisellino!

Dinuzzo sarei molto interessato a leggerlo questo manuale… non è disponibile qualche link in tal senso? Ringrazio in anticipo te o chiunque voglia soddisfare questa mia morbosa curiosità 🙂

dinuzzo 56

@ Peppe e @ Matteo

non ricordo bene in quale parte del diritto canonico sono contemplate le misurazioni ginecologiche e/o urologiche ,ma voi andate a deliziarvi con la lettura delle modalita di “escussione delle parti in una causa di annullamento del matrimonio della sacra rota(anche se ora ha cambiato nome!) cercando su : radicali.it antologia rotale dell’avvocato Mario Mellini.
BUON DIVERTIMENTO ,miscredenti!!!!!!!!!!

Matteo

L’unico manuale di diritto canonico usato dal Tribunale Apostolico della Rota Romana (ex Sacra Rota) è quello da me postato, anche perchè è l’unico manuale del codice di diritto canonico. Non ho personale conoscenza degli atti dei vari processi, ma Peppe ha richiesto gentilmente di poter leggere il documento (Codie di diritto Canonico, appunto) da te citato. Sei tu che lo hai tirato in ballo!!

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