Felicetti e il matrimonio gay

Gian Mario Felicetti è autore di un’ iniziativa tesa da una parte al riconoscimento dei diritti delle coppie gay in Italia -nel nome di una maggiore laicità dello Stato- e dall’altra a una sensibilizzazione degli stessi gay rispetto alla loro (im)possibilità di sposarsi.
Felicetti ha scelto, come campo d’azione, quello dell’amministrazione pubblica: suggerisce alle coppie gay di recarsi, codice civile alla mano, negli uffici del proprio comune e di chiedere la pubblicazione degli atti di matrimonio. Questa idea nasce dalla sua convinzione che la comunità GLBT italiana debba superare l’attuale indifferenza verso la legge e rivolgere maggiore attenzione alla costituzione e ai pronunciamenti della corte costituzionale.

Dal suo sito potrete conoscere meglio questa originale iniziativa e ascoltare la registrazione della telefonata in cui Felicetti contatta gli uffici del comune di Genova per ricevere informazioni in merito al matrimonio civile tra lui e il suo compagno. Potete anche leggere la corrispondenza elettronica che ha successivamente tenuto con l’ufficiale del comune.

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15 commenti

Kaworu

se tutti lo facessero, in una manifestazione di massa, forse qualcosa si muoverebbe. forse…

dadaLito

non credo, kaworu: anche se ci fosse, imponente, con anche 2 millioni di persone, i politici si affretterebbero a ricordare i mille milioni di persone del family day (crescono più dei funghi alla notte, sti pezzottini: mi verrebbe in mente il vecchio detto “la mamma dei minchioni è sempre in cinta”, ma è meglio non scriverlo. Ops! l’ho fatto)

Flavio

Mi sembra una bella iniziativa civile come quella per lo sbattezzo. 🙂

Flavio

Sto navigando il sito di Felicetti e la cosa diventa sempre più interessante: se succedesse come negli USA, con alcuni sindaci illuminati che celebrano matrimoni gay, si potrebbe arrivare a una sentenza favorevole della corte costituzionale? Non che ci siano molte speranze che la suprema corte sia favorevole…

Kaworu

purtroppo io e la mia ragazza siamo un po’ troppo giovani per sposarci (21 e 20 anni), ma si sa mai che se tutto andrà bene, verso i 28 o giù di li ci proveremo (dato il mio pessimismo nei confronti dell’italia, credo che saremo ancora a questi livelli pure tra 10 anni -_-)

Gian Mario Felicetti

Ciao a tutti,
sono contento di poter commentare brevemente i vostri post.

Per essere in tanti a fare qualcosa, si inizia da noi stessi. Direi che prima ancora di recarsi in comune per chiedere la pubblicazione degli atti, basta fare una telefonata.
Anche solo fare ragionare una persona (l’ufficiale dello stato civile) sul fatto che c’è qualcuno in Italia che è gay e vuole sposarsi… un effetto sulla mente delle persone c’è eccome.
Vedrete con le prossime telefonate…

Grazie mille per il vostro interesse e siate fiduciosi!!!!
Gian Mario

ren

Apprezzo il coraggio di Gian Mario. Sono dubbioso che simili iniziative possano però arrivare a qualcosa di concreto se non sensibilizzare coloro che sono predisposti alla ragionevolezza. Agli altri teste dure reazionari, l’altra mezza italia, va sbattuta in faccia una legge dall’alto, una legge di cui l’europa infine imporrà all’Italia di dotarsi, per esasperazione.

ren

Ovviamente la mia è solo un’opinione. Mi auguro di sbagliarmi e che invece abbia ragione Gian Mario Felicetti.

Nifft

Per me l’iniziativa è positiva, Serve a raggiungere una fascia di popolazione di per sé più che ragionevole, ma che è lontana dal problema (i mezzi di informazione in Italia non aiutano di certo). Trovarsi di fronte una coppia di gay che chiede pacatamente di potersi sposare è il modo migliore per metterli di fronte al problema.

Secondo me tale fascia “ragionevole” (ma distaccata) della popolazione potrebbe essere la massa critica mancante per il Cambiamento.

Silesio

Chi si immaginava che i gay fossero portatori di idee nuove, di fantasie, di slanci pittorici e poetici per il futuro dell’umanità, resteranno assai delusi. Gli eredi dei Michelangelo e dei Leonardo (che si dice siano stati omosessuali) che cosa stanno inventando? Il matrimonio! La cosa più goffa, sepolcrale, muffa, obsolescente, pretofinta, finita, sepolta ecc. diventa l’obiettivo per cui dobbiamo lottare per l’emancipazione della ragione: ilmatrimonio dei gay! Eureka! Questo significa semplicemente “omologazione” ossia mi ricorda molto quando si vestivano i bambini per la prima comunione. Avevano il cravattino, il farfallino, il fazzolettino che spuntava dal taschino. Erano piccoli adulti in miniatura, e perciò erano dei mostri. Il problema è che nessuno ha più il coraggio delle proprie scelte radicali, proprio perché radicali. Si preferisce la vecchia santa mutua. Nessuno ha veramente il coraggio di essere diverso. Si piagnucola emarginazione. Si invoca il matrimionio “riparatore”. Ogni matrimonio è sempre stato “riparatore”. Così ci si concilia con l’ipocrisia corrente.

Kaworu

@silesio

forse a te non è chiaro, ma essere gay significa essere una persona normalissima, con la semplice differenza dell’orientamento.

non tutti i gay sono dei Leonardo, così come non tutti gli etero sono dei Rubbia.

non capisco la tua polemica, sinceramente.

Flavio

@ silesio

Pensi che la tua critica sia brillante e invece è così stereotipata! Sei Sgarbi in incognito?
I gay porteranno ancora idee nuove, non ti crucciare, e in più avranno la reversibilità e tutto il resto. E comunque meglio un Michelangelo in meno e tanti diritti in più.

rossotoscano

normalità… normalità…. dio è uomo, dio è donna, dio li ha creati maschio e femmina… crescete e moltiplicatevi… se dopo miliardi di anni gli omosessuali esistono allora vuol dire o che dio si è sbagliato o che evolutivamente l’omosessualità ha un suo scopo o tutti e due… comunque credo che gli omosessuali oggi ricorrano molto piu’ di prima a vie legali e alla visibilità, l’unico grande problema è che sia i nostri politici sono ancorati a concetti vecchi e stantii spinti all’indietro da un’arretratezza e sudditanza senza limiti… se io avessi un compagno e volessimo far riconoscere la nostra famiglia contatterei chiunque e non mi fermerei ai tanti no possumus che mi sbatterebbero in faccia… comunque ci tengo a dirvi che sono un omosessuale divorziato dal suo compagno nel lontano 1993… e noi qui ancora a decidere… a pensare… ad offendere… a giocare sulle parole… in italia c’è troppo provincialismo anche a livello gay: ci vuole un movimento politico di largo respiro laico e qualcuno con le pal… le che lo guidi senza guardare troppo a clientelismi … i gay stimati vanno dal 5% al 10 della popolazione e se di questi anche solo il 30% ha fatto l’outing sarebbero disposti a dare l’appoggio ad un simile partito… questa sarebbe una proposta degna di un paese civile…

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