Io donatore rifiutato, solo perché sono gay

Non uso droghe, non ho malattie né comportamenti a rischio per le malattie a trasmissione sessuale. Ma non posso rendermi utile.

«Emergenza sangue a Milano». Ho appena terminato di leggere sul Corriere che il Policlinico ha lanciato lo stesso allarme di tutti gli anni. Questa volta però non credo realmente che ci sia tutto questo bisogno di gente buona che doni il proprio sangue per aiutare altri a sopravvivere. Circa due mesi fa mi sono recato al padiglione Marangoni armato di tutta la buona volontà possibile, noncurante della paura degli aghi e delle domande scomode alle quali mi avrebbero sottoposto, con un unico scopo: rendermi utile alla società nella quale vivo. Ho 28 anni, mi chiamo Massimo, non ho mai fatto uso di droghe, non sono anemico, non ho malattie importanti come tumori o diabete (grazie a dio), non sono sieropositivo, non ho mai avuto nessun tipo di epatite e non ho comportamenti a rischio per le malattie a trasmissione sessuale. Ma sono gay e non mi hanno permesso di donare il sangue. Il signor Sergio Casertelli si dice preoccupato perché quest’anno la raccolta delle sacche è scesa del 15%. Ma la dottoressa che mi ha vietato la donazione mi ha spiegato che il Policlinico non accetta donatori gay «a priori». Le ho fatto presente che a una persona in fin di vita non credo interessi con chi vado a letto ma solo se sono sano, ma mi ha risposto che «il Policlinico non è così alla frutta da dover accettare sangue anche dai gay». Per colpa di questa discriminazione, ci sono persone che magari lo avrebbero accettato il mio sangue, e non sapranno mai che io volevo darglielo.

Fonte: Corriere della Sera

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133 commenti

Kaworu

che schifo…

questa è discriminazione cazzo, possibile che nessuno se ne renda conto e faccia qualcosa???

claudio

magari la dottoressa va a letto col primario che prima di iniziare la girnata si tromba 3 infermiere le quali prima hanno avuto un incontro occasionale con uno sconosciuto il quale essendo bisex ha passato la notte con un un altro bisex…..

continuo? che discrimonazioni del piffero, vorrei vedere se questa regola di non accettare sangue dai gay è scritta o è solo un convincimento aleatorio di questi “professionisti”

Kaworu

dato che in questo periodo volevo andare all’avis, quasi quasi vado al policlinico specificando a chiare lettere di essere lesbica.

voglio vedere cosa mi rispondono, e avere nel caso il piacere di insultarli.

Stefano Chiaudano

Provocazione: e perchè non vietare la donazione ai cattolici in quanto contrari per principio all’uso del preservativo?

Daniela

la dottoressa non solo è ignorante e stupida e anche nociva per la professione di mediso e per la salute dei pazienti

Kaworu

@daniela

concordo.

chissà se si trovasse sotto i ferri un paziente gay, a questo punto, vista la “professionalità”…

Michele Bakunin

Io proverei a dargli il vino della messa, ovviamente dopo la transunstanziazione, non si sa bene di che gruppo sia ma quasi sicuramnete sara 0…

Flavio

Non è possibile discriminare i donatori gay, se non sbaglio già Veronesi abolì questa cosa. Possibile che ancora succeda???

Daniela

questi più che dottori sono stregoni legati alle superstizioni e ai pregiudizi.

claudio

pensa se un giorno mi toccasse il sangue di quella dottoressa, a saperlo sarebbe meglio morire

Cris

Non si tratta di discriminazione: è la conseguenza della necessità di ridurre il più possibile il rischio che il sangue donato sia infetto.
Dopo una infezione esiste un periodo-finestra in cui la presenza del virus non è ancora riscontrabile dagli esami di laboratorio sul sangue periferico.
Per minimizzare questo rischio ci si può soltanto basare sulle statistiche, evitando di prelevare sangue da persone appartenenti a categorie a rischio, nel senso che statisticamente l’incidenza dell’infezione è maggiore che in altre categorie.
Per quanto riguarda il rischio HIV, i gay non sono le uniche persone sane a cui in genere non è permesso di donare sangue.
Ci sono ad esempio anche tutte le persone che hanno avuto più di 5 diversi partner sessuali nell’ultimo anno.
Anche il prione che causa il “morbo della mucca pazza” non è riscontrabile da esami di laboratorio sul sangue periferico. E infatti tutti quelli che hanno soggiornato nel Regno Unito prima che venissero prese misure preventive sulla diffusione del “morbo della mucca pazza” non possono donare sangue. Anche se dichiarano di essere vegetariani…
Non parlerei quindi di discriminazione, ma del tentativo di minimizzare i rischi di infezione per chi riceve una trasfusione: meglio rinunciare a tante persone sane che potrebbero donare sangue piuttosto che aumentare il rischio che qualche donatore abbia delle infezioni non diagnosticabili.

Kaworu

perchè a me sembra che da una proibizione simile, passi solo il messaggio che i gay son degli appestati e non vogliamo che ci contagino in qualche modo -_-

forse agli esordi dell’aids i più colpiti erano gli omosessuali, ma adesso direi che più o meno non c’è differenza

Kaworu

da wikipedia:

“Nei paesi dell’Africa Sub Sahariana vi sono circa 25-28 milioni di persone infette da HIV, più del 60% di tutta la popolazione e più dei tre quarti delle donne.”

sarebbe sensato che il policlinico non accettasse quindi dei donatori di origine africana.

sarebbe carino vedere che cosa succederebbe se lo facesse veramente.

Cris

Di sicuro l’incidenza è in aumento tra gli eterosessuali, ma credo che sia cmq più alta nei gay: se trovo dati precisi li posto.
In realtà il rischio in più è dato dal fatto che i rapporti anali sono quelli più a rischio di infezione. A rigor di logica, quindi, dovrebbero escludere tutte le persone che hanno rapporti anali, ma non so se quella domanda è prevista nel questionario che devono compilare gli aspiranti donatori…

Daniela

ma non è vero che ai gay non è permesso di donare il sangue, inoltre si è smesso da un pò di tempo di considerare i gay come categoria a rischioo a priori, quello che si valuta sono solo i comportamenti sessuali, e quindi la promiscuità e/o la mancanza di protezioni durante i rapporti, sono considerati comportamenti a rischio. Se il ragazzo in questione ha detto che non ha avuto comportamenti sessuali a rischio, gli si doveva lasciar donare il saangue.
E come se poichè le donne sono maggiormente a rischio degli uomini nel contrarre l’hiv, quando si hanno rapporti non protetti, gli venisse probito di donare il sangue, perchè a priori sono considerate persone con un rischio maggiore di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

Jeeezuz

beh, comunque il tizio gliel’ha data su troppo facilmente. fossi stato in lui, sarei rimasto a battibeccare per due ore buone solo per lo sfizio di romperle un po’ le ovaie.

Kaworu

@cris

come daniela dice giustamente, il problema è solo del policlinico.

sul “bugiardino” dell’avis non ho trovato menzione riguardo l’orientamento sessuale.

claudio

credo che siamo tutti a rischio, basta andare dal dentista il quale ha curato un paziente infetto da qualsiasi virus e si è dimenticato di sterilizzare bene i suoi strumenti.

Valentina

vorrei sapere chi ha raccomandato ‘sta deficiente e sulla base di quale regolamento il policlinico di milano autorizza una tale discriminazione.

Se i controlli e i depistaggi effettuati sul sangue donato sono efficaci come dovrebbero perché respingere un donatore volontario che ha risposto in buona fede alle domande del questionario preliminare? Se il sangue di una persona che si dichiara omo è rifiutato a priori, presupponendone la nocività, il sangue di chi si dichiara vergine ma in realtà si tromba le scimmie congolesi viene trasfuso senza controlli?

Cris

Certo, il criterio di selezione per un donatore dovrebbe essere semplicemente quello di non avere tenuto comportamenti a rischio durante il periodo-finestra.
Ma questo non è verificabile oggettivamente: sta alla coscienza di ciascun donatore.
Dal punto di vista puramente statistico, escludendo a priori alcune categorie in cui l’incidenza di infezione è maggiore si diminuisce il rischio che il sangue sia infetto.
Poi sull’opportunità politica e sociale di attuare queste strategie, è un altro discorso. Sono pienamente d’accordo che possa somigliare molto a una discriminazione o a una “bollatura” da appestati.

Kaworu

si ma se neanche l’avis attua questa politica discriminatoria, ma solo il policlinico, forse il problema non è “le categorie a rischio = omosessuali”, ma un altro

Michele Bakunin

“Poi sull’opportunità politica e sociale di attuare queste strategie, è un altro discorso.”

questa non è una strategia, è una idiozia, se le cose stanno così come riportate(io non ci credo) si tratta di ridurre invece la possibiltà di avere sangue utile, per i motivi già detti da
Valentina.

E’ veramente come tagliarsi i coglioni per far dispetto all’amante

demos

Io sono donatore da più di 10 anni, e non mi hanno mai chiesto i miei orientamenti sessuali, quello che chiedono e se si hanno avuti rapporti a rischio o con partener occasionali. Quindi non capisco come sia uscito fuori il discorso se una persona e gay oppure no.
Si vede che in quel policlinico non devono essere molto sri.
demos

Adler

Cris:

Hai detto una stupidaggine enorme!
Tanto per fare chiarezza sono dirigente di una sezione dell’AVIS quindi qualcosa di selezione dei donatori ne so…

Il vecchio decreto che impediva ai gay di donare sangue è stato abolito qualche anno fa.

La legge attuale NON indica assolutamente che i gay siano una categoria a rischio e la selezione dei donatori di sangue si basa esclusivamente sui dati di fatto e non sulle supposizioni. Ne è la prova che nel questionario di selezione non si chiede l’orientamento sessuale (vedi: http://www.avis.it/usr_view.php?ID=2292 ).
L’essere gay non implica (qualunque cosa pensino i bigotti) avere rapporti a rischio non protetti come nemmeno avere una moltitudine di partners.
Se una persona (etero o gay) dichiara di non avere rapporti o comportamenti a rischio e risponde a tutte le altre norme vigenti PUO’ donare il sangue.
Il fatto di credere che i gay siano più deficienti degli etero è una leggenda.
Se poi guardi cosa dice l’Istituto Superiore di sanità ( http://www.iss.it/pres/focu/cont.php?id=743&lang=1&tipo=3 )
“Cambiano nel corso degli anni le principali modalità di trasmissione: aumenta infatti la percentuale di casi attribuibili ai contatti sessuali, sia omo che etero. La trasmissione per via sessuale rappresenta nell’ultimo biennio la modalità più diffusa, con il 43,8% relativo ai rapporti eterosessuali e il 20,9% relativo a quelli omosessuali. E’ scesa invece al 27,6%, rispetto al 65,8% dei primi tempi, la trasmissione tra tossicodipendenti. Questi dati indicano una maggior consapevolezza in quelle che venivano indicate come “categorie a rischio”, contrapposta ad una minor percezione della possibilità di trasmissione legata ai rapporti eterosessual”

ti accorgi che la categoria più a rischio è proprio quella degli eterosessuali. Che facciamo? Prendiamo sangue solo dai gay?
La verità è che molti medici bigotti trascurano la legge e IL REALE INTERESSE DEI PAZIENTI a favore dei loro insulsi preconcetti!

Per quanto riguarda i 5 partners anche li non ho trovato riscontri nella legge… Mi sa che il numero dipende dall’invidia del dottore e non dal rischio 😀

Silvia

Fanno storie anche nei confronti dei single eterosessuali.
L’ultima volta che sono andata a donare, nonostante garantissi che da parecchio tempo non avevo alcun tipo di rapporto, hanno più volte ripetuto che preferivano donatori con una vita di coppia stabile e che donassero sistematicamente. Ho dovuto insistere un po’ nelle mie garanzie e poi mi hanno fatto donare.

Suppongo però che, accanto a considerazioni oggettive finalizzate alla riduzione del rischio, alcuni medici aggiungano pesantemente del loro in termini di sgradevolezza e preconcetti omofobi

Silent Bob

Il prossimo passo quale sarà, non accettare sangue dagli ebrei e dagli zingari?

gennaro

Anche una mia amica Britannica non può donare sebbene residente in Italia da 20 anni perchè è cresciuta a carne di mucca a rischio di encefalite spongiforme (mucca pazza).

Cris

@Adler:
Non ho detto che c’è una legge che impedisce ai gay di donare sangue!!!
E’ una SCELTA fatta (credo dalle singole strutture) con lo scopo di minimizzare il richio di infezioni.
E’ una questione di valutare il rapporto rischio/beneficio: il rischio che il sangue sia infetto e il beneficio di avere più donatori disponibili e non causare conflitti sociali.
Le percentuali che riporti tu riguardano la popolazione HIV positiva. E’ vero che gli eterosessuali sieropositivi sono più dei gay sieropositivi. Ma è anche vero che gli eterosessuali sono più dei gay anche nella popolazione sana.
E’ vero anche che l’incidenza di infezione tra gli eterosessuali è in aumento, ma questo non toglie che sia maggiore tra i gay.
Ripeto per l’ennesima volta, sono solo considerazioni di carattere statistico.

Adler

@Cris:

L’ISS però dice che, mentre aumentano le infezioni per gli etero, quelle dei gay sono diminuite. Perchè (e qui cito) “Questi dati indicano una maggior consapevolezza in quelle che venivano indicate come “categorie a rischio”, contrapposta ad una minor percezione della possibilità di trasmissione legata ai rapporti eterosessuali.”

Di conseguenza è vero che gli omosessuali sono decisamente più cauti degli etero.
Mi sembra quindi di poter evincere che siano molto più a rischio gli eterosessuali degli omosessuali, se vogliamo parlare di statistiche.
Visto poi che i gay sono di meno (e il numero di infettati è inferiore) si evince che ci sono molti meno HIV positivi gay rispetto a quelli etero.
In pratica, senza chidere l’orientamento, se in una popolazione X trovi un sieropositivo è più facile che sia etero!
Quindi la scelta che dovrebbe minimizzare i rischi di infezioni non ha basi.

Il fatto che poi la legge ESPLICITAMENTE non escluda i gay dalla donazione del sangue dimostra l’infondatezza di queste valutazioni.

Quella che tu chiami scelta io la chiamo discriminazione.
Saluti.

Andrea

@zumpappa

solitamente non raccolgo provocazioni,ma spero tanto che un giorno,nel caso ti servisse, potessi ricevere sangue di un gay per trasfusione,e sapere che se sei vivo lo devi ad una persona che hai insultato!

Flavio

Mi stupisco di procedure di screening così ferree (oltre che idiote): con la penuria di sangue donato che c’è… e poi scusate ma il sangue poi non viene analizzato? O vanno sulla fiducia???

dinuzzo 56

suggerisco alla tanto zelante dottoressa di milano di essere ancora più prudente e di aggiugere alla domanda sei gay? anche:sei un pastore sardo(per via dello scrapie delle pecore)?,sei single e domatore di scimmie (per il virus evola)?, sei prete o frequenti oratori (per quello che gia sappiamo)?, sei un allevatore di bovini o veterinario o macellaio sessualmente esuberante(mucca pazza)?,frequenti i viali di sera e hai la vista debole(sesso del partner incerto)?,hai una moglie/o marito maiala/e(confusione semantica)?, fai il becchino(rischio necrofilia)?, guardi il tg di Emilio Fede( assenza totale capacità critica :alzahimer latente?)?. Dopo queste domande può procedere alla raccolta manuale del seme del donatore..o, pardon, del sangue!

Adler

@Flavio

Cris ha ragione sul fatto che gli esami hanno un periodo finestra. Questo vuol dire che se una persona è stata infettata da pochi giorni il test non riesce a rivelarlo.
E’ per questo che persone esposte al rischio di infezione (ma non solo AIDS, anche epatiti, tetano, malaria, influenza e qualunque altra malattia a causa di interventi chirurgici o incidenti) vengono sospese dalla donazione per un certo periodo in modo da fare conclamare la malattia se è stata contratta.
E’ per questo che chi dona sangue deve essere molto responsabile e sincero.

@Silvia
Io non so cosa vogliano i medici che hai incontrato, ma sono decisamente esagerati.
Hanno ragione sui donatori periodici perchè hanno una storia clinica conosciuta rispetto a quelli occasionali o che non lo hanno mai fatto. Ma se uno non può iniziare fino al matrimonio… mah!

darkzero

E bravo zumpippa! Ha detto la cazzata del giorno!
Guardate che carino, ragazzi! Diamoglielo un biscottino, non mandiamolo via a mani vuote!
Una carezzina sulla testa e poi vai, sù, vai a giocare con gli altri cagnolini, da bravo.

Giol

Scusate, ma.. come è possibile che questa DEFICIENTE sia diventata DOTTORESSA?

Sbaglio, o una dottoressa dovrebbe sapere che il sangue di un gay è identico a quello di un etero?
Mi sembra il minimo indispensabile!!!

Silesio

Non mi sembra che sia il solo caso. A memoria ricordo che un fatto simile è stato denunciato dai giornali forse uno o due anni fa. Sempre a Milano.

Cris

@Adler:
I dati che riporti sono veri, ma evinci delle conclusioni sbagliate.
E’ vero che l’incidenza tra gli eterosessuali sta aumentando (e quindi la proporzione di gay tra i sieropositivi diminuisce), ma questo non vuol dire che l’incidenza tra i gay sia minore che tra gli etero.
L’incidenza misura il rischio che una persona si prenda la malattia in un certo periodo di tempo.
Se l’incidenza nei gay è maggiore che negli etero, vuol dire che se ti trovi di fronte a un gay, il rischio che lui abbia contratto la malattia nell’ultimo mese è maggiore del rischio che lo abbia contratto la persona etero.
Questo in termini puramente statistici, si intende: senza sapere nulla di eventali comportamenti a rischio dei due soggetti!!

zumpappa

Mi risulta che anche alcune categorie di lavoratori fossero escluse dalla CRI, almeno fino agli anni Novanta. Tra esse gli idraulici, perché molti fra loro nei test dichiararono rapporti sessuali occasionali con delle clienti. E infatti li tagliarono fuori. La promiscuità pè il problema, e nei gay è alta.

claudio

zumpappà, altra cazzata immensa, va a spulcià il gatto và che ce gadagni più che fà il troll

Kaworu

@zumpappa

aspettiamo con ansia la prossima cazzata.

perchè non ti informi, anzichè andare avanti a forza di “mio cuggino dice che”?

Adler

@Cris
Se parli di percentuale sulle due popolazioni distinte hai ragione tu.
Io parlo di numero sull’intera popolazione italiana.

Il succo è comunque questo. Le persone non possono essere discriminate in base all’appartenenza a una determinata categoria perchè ognuno risponde dei propri liberi comportamenti e non di quelli degli altri.
Una persona che dona sangue non è obbligata, pertanto se anche solo pensa di essere a rischio (prima o dopo il colloquio con il medico) può liberamente rinunciare senza nessun problema.
E’ una realtà che in genere i donatori stessi si sospendono dalla donazione di loro scelta ancora prima di fare le analisi (che in genere poi risultano negative) proprio per il senso di responsabilità che la loro posizione impone. Non vedo perchè una persona omosessuale si dovrebbe comportare diversamente da una eterosessuale in questo caso.

Silvia

@Adler
non insistevano con il matrimonio, a loro bastava che uno avesse una relazione. Insomma, per questi criteri se sei divorziata e ti tieni lontana dagli uomini sei più a rischio che a stare con uno che ti cornifica!!! (Forse perché una compensa con il cioccolato e andando poi dal dentista si becca l’AIDS???)

Battute a parte, credo che la responsabilità di accettare sangue sia forte (ci sono in gioco delle vite!!!) e che si debba essere scrupolosi. Molte persone sono portate a mentire o a nascondere un comportamento promiscuo, a volte senza malizia. E’ vero che c’è un formulario da riempire, ma chi garantisce che venga riempito correttamente?!?
In questi casi il povero medico credo che a sua disposizione abbia solo la possibilità di fare qualche domanda in più per rassicurarsi sulla sincerità di quanto dichiarato. Difatti, una volta che ho decisamente rassicurato il medico sui miei comportamenti (o meglio NON comportamenti), mi ha fatto donare.

Adler

@zumpappa

Si è vero! Gli idraulici, ma anche i marinai (una donna in ogni porto….), i vecchi delle balere (che in genere sono un po’ maiali), i discotecari e i seminaristi (non si sa mai cosa gli succede…).
Erano stati proposti anche gli informatici (esposizione a svariati virus) ma poi hanno dimostrato che comunque si tratta di autoerotismo 😛

Adler

@Silvia:
I medici hanno assolutamente ragione a essere scrupolosi, paranoici e a fare tutte le domande che ritengono necessario! Ci mancherebbe altro 🙂

E’ la diffidenza verso i single che mi lascia un po’ perplesso… Io quando ho iniziato a donare ero single ma non me lo hanno nemmeno mai chiesto. Volevano solo sapere se avevo rapporti a rischio con gente che conoscevo poco.

Francesca

Comunque, rifiutano anche il sangue degli ex-tossici, magari gente che ha smesso da 15 anni.
Dipende dal grado di paranoia del medico responsabile, di solito.

Il questionario da compilare è comunque un pro-forma, visto che il sangue deve essere esaminato, tanto è vero che quando vado a donare, dopo mi arrivano le analisi del sangue.
E anche a mio padre, che è donatore da più di quarant’anni.

Adler

@Francesca

Il questionario NON è un pro forma!!!!
E’ una dichiarazione LEGALE dove tu dichiari che quanto hai scritto corrisponde a verità!
Non cominciamo con i discorsi “tanto li freghi quando vuoi” perchè qui non è che si fregano i dottori. Si mettono a rischio delle VITE UMANE.
Quindi si risponde con la più grande responsabilità e sincerita e se il dottore dice che non si dona non si dona e basta! Poi ci si lamenta come persone civili e si vede se si ha ragione o no.

Ricordati che i test sul sangue non sono sicuri al 100% quindi qualcosa può andare storto e a quel punto un malato si prende una infezione. La sicurezza più alta si ottiene SOLO CON LA SINCERITA’ e la RESPONSABILITA’ del donatore.

Scusatemi, ma sono cose che mi fanno sempre preoccupare quando le leggo…

alisa

Visto che, a priori, secondo me siamo tutti a rischio, indipendentemente dall’orientamento sessuale, non si potrebbe conservare il sangue per il “periodo finestra”, poi analizzarlo ed eventualmente utilizzarlo o gettarlo? Non sono sicura che questo sia fattibile, ossia se il sangue abbia una “scadenza” breve, ma se così non fosse, mi sembrerebbe una soluzione.

Riguardo al fatto accaduto, mi chiedo se l’articolo sia stato inviato per conoscenza al Policlinico, con denuncia del nome della dottoressa. Penso che un richiamo ufficiale e una verifica sarebbero doverosi da parte della direzione ospedaliera. Quello che è successo mi pare non abbia alcun senso

Cris

@Adler:

Tu dici: Una persona che dona sangue non è obbligata, pertanto se anche solo pensa di essere a rischio (prima o dopo il colloquio con il medico) può liberamente rinunciare senza nessun problema.

Questo è sacrosanto dal punto di vista umano, ma dal punto di vista di chi deve garantire che il sangue non sia infetto non basta fidarsi della coscienziosità e della buona fede del donatore.
Per assurdo, allora perché fare i test sul sangue raccolto? Si risparmierebbe un sacco di tempo e di denaro raccogliendo solo le dichiarazioni rilascite dai donatori…

Puoi pensare all’incidenza di infezione nelle varie categorie come ad un “rischio di base”, un “rischio medio” che è calcolato sulla base dei dati dell’intera popolazione, e che quindi non tiene conto delle caratteristiche del particolare individuo che ti trovi davanti.

@ A Kaworu che chiedeva dati:
non è facile stimare l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi sul totale della popolazione a rischio, ma per l’Italia ho trovato questo lavoro del 2004:

Increased HIV incidence among men who have sex with men in Rome.
Giuliani M, Di Carlo A, Palamara G, Dorrucci M, Latini A, Prignano G, Stivali F, Rezza G.
AIDS. 2005 Sep 2;19(13):1429-31.

Se andate su scholar.google.com e cercate “HIV Giuliani 2005” trovate il link all’articolo.
Loro stimano l’incidenza tra i gay attorno al 2.7% annuo.
Va detto che si tratta sicuramente di una stima per eccesso perché calcolata su persone che hanno fatto ripetutamente il test HIV e quindi per qualche motivo ritenevano di essere a rischio di infezione.

Non ho trovato stime precise dell’incidenza tra gli eterosessuali (se la trovo la posto), ma si può provare a fare un conto a spanne su tutta la popolazione italiana.
L’ISS riporta una media di 1540 nuovi casi di infezione all’anno e secondo l’ISTAT nel 2006 la popolazione tra i 15 e i 45 anni (fascia di età scelta dalla WHO per le statistiche) era di 28.095.914.
Questo corrisponde a un’incidenza dello 0.006 per cento.

zumpappa

Francesca

Allontanano chi appartiene a categorie con elevata promiscuità, perché nuove malattie oggi sconosciute possono presentarsi dopo anni e anni. Un tempo si conosceva l’epatite A, come anche la B. Poi si è cominciato a parlare di “non A non B”, ma non c’era alcun test. Mentre qualcuno moriva per una epatite presa 20 anni prima si trovò il virus della C. Perciò i test non danno mai garanzie per nuovi virus oggi sconosciuti. La prevenzione di categorie a rischio è indispensabile, anche se non sufficiente e anche se non ha valore assoluto ovviamente.

Francesca

@Adler

Sono d’accordo, ma nella realtà le cose vanno ben diversamente, quindi è bene che facciano gli esami.

Adler

@Cris

Non mi risulta che esista il test per il gaydismo pertanto come uno può mentire sul suo stato di salute (sarebbe un deficiente ma ammettiamo che lo faccia) allo stesso modo può mentire sul proprio orientamento sessuale.

Comunque:
– Le analisi si fanno per avere la maggiore sicurezza possibile tecnicamente.
– Il questionario si fa compilare e si fa il colloquio con il donatore in modo che questi rifletta sui suoi comportamenti e se è il caso decida di non donare.
– La donazione è gratuita e libera quindi una persona non ha interesse a donare sangue se questo può causare dei danni a qualcuno (a meno che il donatore non sia deficiente!).
– I gay non sono ne sociopatici ne stupidi ne ottenebrati dalla loro sessualità quindi (al pari di un etero) sono perfettamente in grado di comprendere se possano o meno donare il sangue.

Su questo non penso di potere dire altro.
Le statistiche sono una bella cosa ma ci si legge quello che si vuole partendo dal risultato che si vuole ottenere e dal contesto che si vuole utilizzare (e tu ed io l’abbiamo fatto 😉 ).

Adler

@Francesca

Ci mancherebbe anche che non si facessero gli esami! 🙂
Intendevo dire che la sicurezza maggiore si ottiene con ESAMI+SINCERITA’ e RESPONSABILITA’ del donatore. Una rafforza l’altra, ma gli esami sono assolutamente esseziali!

@alisa

Non sono un biologo ma il sangue dura solo 45 giorni e dubito che al di fuori del corpo possano formarsi gli anticorpi alle malattie che vengono riconosciuti dai test…

Francesca

@zumpappa

Dopo 15 anni, con i sistemi di analisi che usano adesso, se non ti trovano l’AIDS, vuol dire che proprio non ce l’hai. Tanto più che se allontano le persone in base al fatto che potrebbero aver contratto una malattia che non può essere ancora rilevata, dovrebbero allontanare tutti, visto che se è un malattia sconosciuta, chi sa chi saranno le categorie a rischio?

zumpappa

A rischio è chi scambia qua e là sangue e liquido seminale. Non si è mai sicuri, a seconda delle scelte di vita, di non avere qualcosa: mi pare che con le epatiti si sia arrivati già alla G, come minimo.

Michele Bakunin

“Fatto bene dottoressa! Son tutti gay col culo degli altri.”

Io non sarò della levatura intellettuale di Zumpappa, ma non ho mica capito cosa vuol dire!

Adler

@Francesca

Ti devo correggere. L’AIDS (e le altre malattie come ad esempio l’epatite) ha un “periodo finestra” ovvere un certo numero di giorni/settimane dal contagio entro i quali i test non “vedono” il virus. Proprio per questo in genere si chiede al donatore di posticipare la donazione se questo ha il sospetto di potere essere stato esposto a qualche malattia.
Con i test attuali il periodo finestra è piuttosto breve ma c’è. E’ per questo che insisto sulla responsabilità del donatore.

Per il resto sono perfettamente d’accordo con te 🙂

ren

Ragazzi, raccogliamo l’invito fatto più volte a non rispondere a provocatori come zum —– quel tipo insomma. Sviano le discussioni per attirare l’attenzione sul proprio caso umano. Ma non vedete che è solo un povero demente dotato di computer.

Adler

@Zumpappà

Ovviamente è inutile rispondere ai tuoi deliri, ma con questo concetto dovrebbero sospendere pure i bagnini di Riccione e le scolaresche che vanno in vacanza a Parigi!
Ragiona un po’ se ci riesci…

Michele Bakunin

“A rischio è chi scambia qua e là sangue e liquido seminale. Non si è mai sicuri, a seconda delle scelte di vita, di non avere qualcosa: mi pare che con le epatiti si sia arrivati già alla G, come minimo.”

Come dire tempi duri per Dracula e Rocco Siffredi

Cris

@ Adler
Ma certo!
Hai ragione a dire che il livello di buona fede e di buone intenzioni degli aspiranti donatori non dipende dall’orientamento sessuale!!

Ma (e sottolineo sempre dal punto di vista statistico) nel momento in cui uno dichiara di essere gay, questa informazione cambia la stima della probabilità che egli abbia contratto l’infezione.

A proposito di statistiche: cercando dati sull’incidenza negli etero, ho appena trovato un articolo USA del 2002 in cui hanno stimato l’incidenza di HIV tra tutti quelli che ripetono il test volontario attorno all’1.3% all’anno (quindi circa la metà di quello stimato per i gay nello studio italiano):
Risk Behaviors and HIV Incidence Among Repeat Testers at Publicly Funded HIV Testing Sites in San Francisco.
JAIDS Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes. 31(1):63-70, September 1, 2002

L’incidenza tra i camionisti eterosessuali kenioti, invece, è ben del 3.1% annuo (AIDS. 13(5):607-614, April 1, 1999). Bisognerebbe suggerire di aggiungerli alle categorie che non possono donare 😉

alisa

Comunque secondo me le dichiarazioni del donatore lasciano un po’ il tempo che trovano, al di là del senso di responsabilità dell’interessato.
Se il tuo partner ti cornifica e tu non lo sai, magari in buona fede dichiari di non essere un soggetto a rischio, sulla base dei tuoi comportamenti, ma ci sono anche variabili indipendenti dalla nostra volontà, i.e.: solo le analisi possono garantire che il sangue non sia infetto.

Cris

Hai ragione alisa, ma, come ha detto anche Adler, i test non sono sicuri al 100%. In altre parole, esiste il rischio (bassissimo, ma non zero) che il sangue donato sia infetto.
Un modo per ridurre il più possibile questo rischio è quello di restringere la popolazione dei donatori in base a considerazioni statistiche sul rischio di infezione nelle varie categorie.

Michele Bakunin

@Cris

Secondo me non hai risposto ad Alisa. Ed il punto è proprio quello che dice. Le dichiarazioni che tu fai ti rendono responsabile anche legalmente, ma non sono una garanzia proprio per il motivo da lei citato.

Cris

@ Michele Bakunin

Forse non mi sono spiegata bene: per “restringere la popolazione dei donatori” intendevo escludere dalla possibilità di donare alcune categorie di persone che, sulla base di dati statistici e non di valutazione del singolo individuo, hanno un rischio di infezione più alto del resto della popolazione.
Nel caso di cui si sta discutendo, Massimo ha chiesto di poter donare dichiarando di essere gay. Per

Cris

ops.. scusate ho premuto un tasto di troppo: continuo qui

… questa sua dichiarazione lo ha fatto collocare in una categoria di popolazione con più alto rischio di infezione.
Credo che la decisione di non accettarlo sia stata dovuta a questo tipo di ragionamento, e non ad una volontà discriminatoria omofoba.

alisa

Scusa Cris ma dopo tutta questa discussione sei rimasta ferma sulla convinzione iniziale!! Mi pareva che lo scambio di post precedenti avesse ampiamente chiarito che ormai quella degli omosessuali non si può più considerare una categoria a maggior rischio delle altre!!!

Cris

@ alisa
Si vede che hai saltato pari pari tutto quello che ho scritto io sul rischio HIV 😉

Kaworu

la discriminazione, ora che ci penso, dovrebbe riguardare solo i gay, le lesbiche sono una delle categorie MENO a rischio aids.

uff, non posso neppure andare a litigare al policlinico…

Adler

@Cris
Te l’ho già detto: i gay non sono una categoria a rischio semplicemente perchè non sono socipatici o criminali e individualmente possono stabilire se sia o meno il caso di donare sangue.
A proposito di categorie a rischio ti faccio un esempio: gli extracomunitari purtroppo sono a rischio per molte patologie che da noi sono quasi sconosciute (malaria, tubercolosi, malattie tropicali). Il loro contributo di donatori di sangue però è necessario perchè formano ormai una parte importante della popolazione, hanno alcuni tipi rari che servono ai loro connazionali e sopratutto anche loro ragionano e possono distinguere quando donare o no.
Cosa si fa? L’orientamento non è dire “chiunque provenga da fuori non dona”, ma migliorare i controlli dove serve, fare TANTA informazione, aggiungere test specifici che normalmente non serve fare e informarsi bene sulla situazione personale e consigliare di conseguenza, procrastinare la prima donazione a dopo l’esito degli esami (e rifarli. cosa che andrebbe fatta per tutti secondo me). Tanto per dire, se una persona ha una vita stabile e tranquilla e non è stato da tempo in zone endemiche per determinate malattie non comporta rischi particolari. Non lo faccio donare solo perchè è extracomunitario?

@Alisa
Hai ragione, uno può essere infetto senza saperlo ed è anche per questo che si usano le analisi migliori tecnicamente disponibili.

Chris

il policlinico di Milano è una Pubblica Amministrazione e NON PUÒ discriminare sulla base dei gusti sessuali…. non può farlo… e il medico che l’ha respinto dovrebbe stare attento a eventuali ipotesi di reato

Francesca

@Cris

Leggendo meglio quello che hai detto mi convince…

In effetti, se solo ricordiamo lo scandalo del sangue infetto del periodo De Lorenzo, si capisce il perchè di precauzioni a volte eccessive…

Francesca

@Chris

Non credo che sia quello il motivo, fosse stata lesbica non sarebbe successo, con un ex-tossico eterosessuale probabilmente invece si. Il medico si sarà detto, meglio una precauzione in più che una in meno.

Cris

@Adler
I gay sono più a rischio per motivi… tecnici. Non c’entrano la buona fede e la sincerità.
Sono a rischio tanto quanto chiunque pratichi abitualmente il sesso anale, perché è quello che fa aumentare il rischio di infezione rispetto ad altri tipi di esposizione al virus
(ha ragione kaworu… ;))
Quindi in chi pratica sesso anale è più alto il rischio di contrarre il virus anche inconsapevolmente, a causa ad esempio dell’infedeltà del partner…
Se poi mi dici che allora andrebbero esclusi anche gli etero che si dichiarano dediti al sesso anale, sono d’accordo con te, ma in questo caso temo che sia difficile ottenere dati statistici attendibili a supporto della decisione.

Per quanto riguarda gli extracomunitari, hai perfettamente ragione. Ma anche lì è un calcolo di rischio/beneficio: hanno un tipo di sangue raro? Allora può valere la pena di accettare un po’ di rischio in più pur di avere un quantitativo sufficiente di quel tipo di sangue per salvare immediatamente delle vite.

Tutto questo dando per scontato che i controlli e le analisi di laboratorio vengano sempre fatti al meglio delle tecnologie disponibili.

Adler

@Cris
Si, il sesso anale è il male! Ma tra partners fissi? Mi sembra che i rischi siano gli stessi omo o etero che siano.
L’hai letto il questionario di selezione? Chiede espressamente se si hanno avuto rapporti a rischio e il rapporto anale (orale o vaginale) con sconosciuti/e è un rapporto a rischio. Questo basta per tutti.
Ovviamente il padre di famiglia che sfrutta la prostituzione potrebbe mentire ma più probabilmente si asterrà discretamente dal donare sangue.
Le corna sono sempre in agguato ma non fanno distinzione a seconda dell’orientamento 🙂

spuci

sì , sì…
tanta storie per il sangue da un gay, (che se non ricordo male l’HIV è piu’ diffuso tra gli eterosessuali!) e poi trapiantano gli organi infetti o sbagliano il feto da eliminare!

W l’italia!

Cris

Beh, adesso potremmo metterci a disquisire se le corna omo sono più a rischio delle corna etero… ma direi di lasciare perdere 😉

Adler

Eh, le corna sono trasversali 😀
Ma direi anch’io che possiamo lasciare perdere 😉

Silesio

Perché non fare un po’ più luce sul baraccone dell’AVIS e annessi e connessi? Speriamo che un giorno possa diventare fruibile il sangue sintetico. Così… finis quaestio vexata!

nullick

X Cris scrive: (31 Agosto 2007 alle 16:51)

Ecco come creare disinformazione!
Tu non sai quello che dici la tua ignoranza in materia è demenziale.

1- L’aids si prende con sangue unfetto
2- Aids: sindrome da immuno deficienza acquisita, un insieme di manifestazioni dovute alla deplezione di linfociti T
3- La principale causa è sesso orale.

Questo è apologia di razzismo nè piu nè meno!!

Silvia

@nullick

non mi sembra che gli interventi di Cris si siano caratterizzati per particolare ignoranza o razzismo.
I chiarimenti che porti poi non chiariscono nulla: o sono informazioni ovvie e condivise (1-2) oppure piovono dal cielo (3).
O chiarisci meglio o, per favore, non entrare a gamba tesa in una discussione fino ad ora civile e de-trolleggiata!

nullick

Scusate per la foga, rettifica.
3- Il metodo di trasmissione dell’aids attraverso il sesso è quello orale.

Kaworu

non mi risulta affatto che l’aids si trasmetta tramite sesso orale.

nullick

ricordo un’articolo che ho letto sul web che era più probabile, se lo trovo….

statolaico

Denunciala. Cosa aspetti? (mi riferisco all’autore dell’articolo).

nullick

Allora l’aids deve la sua origine da un vaccino, non che la causa è l’omossessualità!

Cris

nullick, ma ci sei o ci fai? Vatti a leggere un qualsiasi sito di informazione sull’HIV.
Ne hai da imparare, a partire dal fatto che essere HIV-positivi non significa essere malati di AIDS.

@ kaworu: il rischio di contrarre l’HIV tramite sesso orale è molto più basso rispetto agli altri tipi di sesso, ma non è nullo. Ci sono pochi studi a riguardo, ma pare che ci siano casi documentati di trasmissione di HIV tramite fellatio. Il virus è contenuto nello sperma, e può entrare in contatto col sangue del ricevente, se ha abrasioni in bocca.
Di sicuro comunque è il tipo di rapporto meno a rischio di infezione e, per quanto riguarda il sesso orale praticato su una donna, non ci sono casi di infezione documentati: si parla solo di “rischio teorico”.

Kaworu

@nullik
le storie di complotti vari sull’origine dell’aids sono tante e fantasiosissime. di certo l’aids non “esiste” a causa dell’omosessualità, questo penso che nessuno lo metta in dubbio. il fatto che però venga da un vaccino, lascia alla fine il tempo che trova, secondo me

@cris
si lo so che c’è rischio tramite il sesso orale, intendevo che non è certo l’unico mezzo di trasmissione dell’aids, anzi

nullick

@Cris

Vai a vederti il link che ho riportato…

Ma qui il discorso è un’altro:

——————
I gay sono più a rischio per motivi… tecnici. Non c’entrano la buona fede e la sincerità.
Sono a rischio tanto quanto chiunque pratichi abitualmente il sesso anale, perché è quello che fa aumentare il rischio di infezione rispetto ad altri tipi di esposizione al virus
Quindi in chi pratica sesso anale è più alto il rischio di contrarre il virus anche inconsapevolmente, a causa ad esempio dell’infedeltà del partner…
Se poi mi dici che allora andrebbero esclusi anche gli etero che si dichiarano dediti al sesso anale, sono d’accordo con te, ma in questo caso temo che sia difficile ottenere dati statistici attendibili a supporto della decisione
——————

Quindi per qualunque gay è un potenziale portatore di aids, quand’è che la smetti di pensare che i gay hanno più rapporti e non possono essere fedeli?
Chi fa cosa a chi, come lo fa, e quante volte. Pensa al tuo letto, i fini statistici non contano.

@Kaworu
Ok, non è acettabile un’analisi da 4 soldi di Cris, razzista omofobo!!

Francesca

L’AIDS si prende per scambio di sangue infetto, il che spiega perchè i tossici siano a rischio. Gli eroinomani sono la categoria che fa meno sesso in assoluto (l’eroina inibisce il desiderio sessuale), però si scambiano le siringhe. Gli omosessuali maschi sono a rischio semplicemente perchè il sesso anale è soggetto a lacerazioni, soprattutto se c’è eiaculazione, visto che anche lo sperma veicola il virus.
Sono peraltro a rischio anche emofiliaci e politrasfusi, ma non è il caso di prenderli in considerazione qui perchè di solito il sangue lo prendono, non lo donano.

Non si sta affatto demonizzando il sesso, men che meno gli omosessuali (maschi).
Semplicemente si prende atto di un fatto. Tra l’altro, visto che la grande esplosione dell’AIDS c’è stata quando ancora il virus non si sapeva cos’era, e come si trasmetteva, si capisce l’importanza di un informazione chiara. Anche se può far male.

Francesca

Per me chiudere la bocca alla gente tacciandola di omofobia perchè così si può chiudere meglio gli occhi è un’atto di irresponsabilità verso il proprio partner, fisso od occasionale che sia.

Daniela

ma anche le donne sono più a rischio rispetto ai maschi, perchè la conformazione della vagina comporta più probabilità di contrarre il virus, allora che facciamo vietiamo anche a loro di donare il sangue.
Se quel ragazzo ha detto che non ha assunto comportamenti a rischio, gli si doveva lasciare donare il sangue.
Perchè se veramente si vuole utilizzare il principio di precauzione in modo così rigido e ristretto allora gli unici che possono donare il sangue dovrebbero essere persone vergini, che non si sono drogate e sane come pesci, perchè comunque il sesso è un rischio sia che hai un rapporto fisso sia che non lo hai.
E l’esclusione dei gay a priori non esiste più, perchè la si è ritenuta una sciocchezza.

Francesca

@Daniela

Rispetto ai maschi etero di sicuro, ma la vagina è meno a rischio lacerazioni per la sua forma, l’elasticità ed il fatto che durante l’atto è lubrificata e c’è meno attrito. Ma se fa sesso anale, il rischio c’è. Io credo che dove c’è sesso anale, soprattutto nelle relazioni occasionali, debba esserci preservativo.
Ma questa è materia per un topic sull’educazione sessuale. Credo che in questo caso si sia abusato di un principio di precauzione, come spesso succede agli ex-tossici, anche se io ho saputo di casi rifiutati perchè hanno barrato la casella “Hai fatto uso di droghe” ed era gente che si faceva al più delle canne.
Dipende da chi incontri, non credo che sia l’omofobia sia il movente. Magari hanno avuto paura di aver delle grane, se fosse successo qualcosa.

Daniela

e ciò che dico anch’io , la dottoressa ha abusato, ma da quelle che sono state le sue parole, io credo che ci sia anche una compenente omofoba e molti pregiudizi, perchè quando uno ti dice: non ho assunto comportamenti a rischio; questo dovrebbe bastare perchè uno si rifà sempre alla buona fede della persona, e se questo basta per un eterosessuale dovrebbe bastare anche per un omosessuale, il preservativo è efficace in entrambi i casi.

Francesca

Le analisi del sangue dovrebbero bastare, credo, e vengono fatte sempre e a chiunque.

lik

@ Silvia

L’ho sentita pure io questa storia degli eterosessuali single (ed in generale dei single) discriminati. Questo è estremamente stupido e controproduttivo perché con tutti gli uomini sposati che hanno rapporti etero extraconiugali ma anche omosessuali non mi sembra un criterio che possa fornire garanzie.

@ Zumpy

La promiscuità è altrettanto alta tra uomini gay che tra uomini etero. Semplicemente è vero che il rapporto anale è più pericoloso rispetto a quello vaginale per quanto riguarda il virus soprattuto per chi accoglie il pene. Comunque ci vorrebbero statistiche più chiare perché è anche vero che i gay (uomini) tendono a controllarsi di più e a fare più volte il test e quindi il contagio sommerso è inferiore rispetto a quello degli uomini etero.

@ Kaworu

Hai perfettamente ragione, sicuramente se avessero rifiutato una persona di origine africana sarebbe scoppiato un casino.

Flavio

Francesca, può essere sicuramente in sesso anale la causa di questa discriminazione, ma vogliamo dire che gli etero non lo praticano? Non sarebbe più appropriato chiedere “hai avuto rapporti non protetti?” e punto?

Francesca

Ne sono convinta anch’io, come sono convinta che il solo chiedere sia poco. Pensa a tutti quelli che si fingono irreprensibili perchè hanno paura che la moglie o la mamma lo vengano a sapere. Siamo umani, ma soprattutto italiani, e nei paesi ti posso assicurare che questa paura c’è. Meglio fare le analisi, magari ripetendole per il periodo finestra.

lik

Sono d’accordo l’unica sicurezza è il test, anche perché l’epatite b, ad esempio, si trasmette anche più facilmente rispetto all’aids. Comunque l’ultimo caso di trasmissione che mi ricordo (dovuto alla sieropositività del donatore) è stato quello di una donna donatrice che l’aveva preso dal marito quindi. Le statistiche al limite dovrebbero essere fatte sui casi di contaminazione realmente avvenuti e sul profilo dei donatori.

Silvia

@nullick
1. in genere non si studia su web, dove si possono trovare informazioni interessanti, ma anche innumerevoli bufale. Il senso critico non si forma beccando a caso un link in giro ed acriticamente “bevendoselo”. Vai pure tu a prendere qualche ripetizione sulle modalità di trasmissione dell’HIV, credo ch né io né la maggior parte delle persone che qui hanno commentato ne abbiano bisogno.
2. in merito alle tue accuse a vanvera sull’omofobia, ha già detto tutto molto bene Francesca: non posso che sottoscrivere. E la prossima volta che l’assicurazione ti fa pagare di più la polizza auto perché sei un uomo (in base ad un criterio statistico), mettiti pure a sbraitare al complotto femminista.
3. prima di insultare gratuitamente, cerca di leggere quello che la gente scrive: nel mio commento NON TI DAVO DEL TROLL. Visti però i tuoi commenti successivi, sono ben lieta di cambiar opinione: non è necessario essere cattolici, etero e dell’UDC per meritarsi il cappellino, basta intervenire a sproposito e con scarsa educazione.

Per quanto riguarda la questione donazione invece, trovo legittimo che un medico approfondisca perché l’onestà è merce rara, come notava anche Francesca, e, visto che in gioco c’è la vita della gente, vale la pena assicurarsi che le risposte nel questionario siano veritiere (oltre naturalmente ad effettuare i migliori test clinici).
Ciò vale per chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale, per quanto possa risultare offensivo (ripeto: anche a me, che pure vivevo in totale castità da un bel po’, ha dato fastidio sentirmi trattare come se fossi uscita da Sex&the City e tirassi su un partner diverso ad ogni happy hour, ma è bastato pensare a quello che c’è in gioco per sbollire).
E sì, lik, hai ragione: di maschi etero promiscui e/o puttanieri ce n’è un mucchio in giro, tanto è vero che delle due persone personalmente conosciute che sono morte di AIDS, uno era eterosessuale. Aggiungerei però che diverse ricerche (citate in particolare da Pinker) comprovano che gli omosessuali sono mediamente più promiscui degli eterosessuali perché hanno dei partner più promiscui e quindi “centrano più facilmente l’obiettivo”. Naturalmente, con l’incremento della libertà sessuale femminile, gli eterosessuali stanno celermente raggiungendo la “parità”.
Qui non si tratta di demonizzare un comportamento, altrimenti dovremmo anche condannare le donne che non hanno figli perché sono notevolmente più a rischio di tumore al seno, e quelli che non sono vegetariani perché sono più a rischio di tumore al colon. E, già che ci siamo, tutti quelli che vanno in auto, perché corrono il rischio di tirar sotto qualcuno.
Il problema non è quello che uno fa nella propria vita sessuale, si tratta di vagliare solo se è più probabile che possa portare ad un pericolo per qualcun altro.
Visto quindi che i rapporti anali sono oggettivamente i più rischiosi, visto che verosimilmente un omosessuale giovane e in salute è probabile che abbia una vita sessuale attiva e quindi rapporti anali, aggiungiamo che i preservativi non si rompono solo durante i rapporti in vagina e che tutti gli esseri umani hanno la capacità di imbarazzarsi, mentire, scordare (voi vi ricordate TUTTI i dettagli della vostra vita sessuale degli ultimi tre mesi???), direi che un medico ha tutto il diritto di approfondire l’indagine con chi voglia donare sangue.
Magari, se si presenta una suora di 50 anni brutta come la fame, il medico può presumere (magari sbagliando 😉 )che sia esente da tutta una serie di comportamenti a rischio e chiederle solo nel dettaglio che tipi di medicine prende (non si può donare se c’è il rischio che ci siano farmaci in circolo)
Dove ha quasi certamente sbagliato la dottoressa (e per questo potrebbe essere tacciata di omofobia e, altrettanto bene, di bassa professionalità) è stato nel non approfondire con il ragazzo la sua situazione particolare e nel non spiegare le motivazioni del suo rifiuto.

écr.l'inf.

In vari post, viene messo in dubbio che i gay siano una “popolazione a rischio”.

Ma scusate, due calcoli no ?

Se dai dati ISS risulta che il 20% dei sieropositivi sia gay, e se i gay sono circa il 5% della popolazione… Mi sembra chiaro che siano una popolazione ALTAMENTE a rischio !

Per cui mi sembrano giustificate le misure di precauzione. Anche se, certo, uno può essere gay ed aver fatto voto di castità… (al che escludo i preti). Problemi della statistica. Amen.

Inoltre i rapporti omosessuali sono stati la causa del 63% dei nuovi casi di HIV negli USA (2003), del 42% in Canada (2004), del 25% in UK (2004), del 49% in Germania.
[fonte UNAIDS, Aids Epidemic Update, 2005]

Riflettiamo su queste cifre… e ve lo dice un gay.
È la triste realtà… E le cause sono note: pericolosità del sesso anale, e promiscuità maggiore.

Daniela

continuo a ripetere: e con ciò. Non è il loro essere gay, a farli considerare una categoria a rischio, ma sono i comportamenti sessuali a rischio. Ma, continuo a ripetere se, come ormai tutte le organizzazioni sanitarie (almeno quelle serie), sanno che sono i comportamenti a rischio e non il fatto che uno sia gay ( perchè se si fa sesso anale protetto usando il preservativo non ci sono problemi) a permettere la trasmissione delle malattie, e il ragazzo in questione ha detto che non ha fatto sesso a rischio, allora gli si doveva lasciare donare il sangue. Almeno che non si affermi che i gay sono anche la categoria più bugiarda di tutte le altre. Parliamoci, chiaro nei protocolli insieme alle domande non ci sono le varie categorie (eterossessuale, uomo, donna, omosessuale) con il rispettivo punteggio di sincerità, sarebbe oltremodo ridicolo.
Tutti questi bei discorsi sulla precauzioni si devono applicare a tutti, e poi, ma scusate, si fanno sempre le analisi dl sangue dopo, o vi credete che lo iniettano senza controlli il sangue?

lik

@ écr.l’inf.

Il fatto che tu sia gay non ti da una maggiore legittimità per discutere di un problema sanitario e soprattutto non ti manleva da fare calcoli sballati. Vediamo:

“Se dai dati ISS risulta che il 20% dei sieropositivi sia gay, e se i gay sono circa il 5% della popolazione… Mi sembra chiaro che siano una popolazione ALTAMENTE a rischio !”

Innazitutto primo errore che hai fatto, mettere in relazione un dato riferito alla popolazione maschile che è stata contaminata attraverso un rapporto omosessuale (in che anno e in che paese tra l’altro il 20% dei sieropositivi sarebbe contaminato in questo modo? Gli ultimi dati europei proponevano il 12%) con un sondaggio sull’orientamento sessuale della popolazione maschile e femminile (di che anno scusa?). Ora gli uomini che hanno rapporti omosessuali regolarmente sono comunque più del 5% della popolazione ed in ogni caso non possiamo basarci su sondaggi che lasciano il tempo che trovano. Tu confondi omosessualità maschile e femminile (le lesbiche sono molto meno a rischio rispetto alle donne etero) e essere gay dall’avere rapporti omosessuali.

“Inoltre i rapporti omosessuali sono stati la causa del 63% dei nuovi casi di HIV negli USA (2003), del 42% in Canada (2004), del 25% in UK (2004), del 49% in Germania.”

2003, 2004 cosa facciamo giochiamo a tombola? Che analisi sarebbe questa? Ti ripeto che nell’ambiente gay le campagne per fare il test sono molto frequenti e gli uomini gay per motivi complessi si controllano molto di più degli uomini etero. Poi tu dovresti avere i dati sulla contaminazione da sangue infetto. Quanti di questi sono causati da donatori che lo hanno contratto con rapporti omosessuali? Io ho letto il caso della donna sposata che l’aveva contratto da suo marito e ad aveva contaminato con la donazione una donna di circa sessantanni. Per assurdo penso che un single che utilizza sempre protezioni sia meno a rischio di un uomo od una donna sposati che non utilizzano protezione. Perché del proprio comportamento si è sicuri, ma di quello del proprio partner lo si puo’ sapere sino ad un certo punto.

“E le cause sono note: pericolosità del sesso anale, e promiscuità maggiore.”

La pericolosità del sesso anale l’ho segnalata pure io, ma ti sfido a dimostrare che gli uomini gay sono più promiscui degli uomini etero.

Francesca

@lik

Guarda che la promiscuità non è qualcosa di negativo, il fatto che lo si pensi dipende dal fatto che tutti, etero e gay siamo figli di una cultura sessuofoba come quella cattolica.

Se uno si diverte sono contento per lui. Poi, se avrà una relazione seria, vedrà se è il caso di essere fedele o meno, ma sono cose che vanno negoziate all’interno della coppia.

nullick

@Daniela scrive: 31 Agosto 2007 alle 19:35
Ma appunto!!

@Silvia

1. La trasmissione di HIV viene attraverso il sangue.
2. Eh? Guarda che mi hai capito male! Infatti ha detto bene Francesca, non capisco perchè mi si taccia di accuse di maschilismo quando Chris dice chiaramente che il rischio tra etero e gay è diverso per una divergenza statistica? Per una statistica presa da dove?
3. Io ho riportato dei link, ma non sono sufficenti. Ma ti lasci prendere in giro così da Cris? Ha risposto bene darkzero!

Gli insulti sono ben altro, perchè non è chiaro quello che dico??
Silvia le stesse domande che mi hai fatto le rivolgo a Cris!!

lik

@ Francesca

Non mi sembra di aver detto che la promiscuità sia negativa, ho semplicemente detto che per la mia esperienza non è più particata dagli uomini gay rispetto agli uomini etero.

@ Chris

Quello che mi pone problema nei tuoi ragionamenti è che tu prendi di mira solo l’omosessualità basandoti su tue supposizioni che in parte condivido, ma quello che ci deve interessare è nella letteratura dei casi di contaminazione da sangue infetto, QUANTI sono il fatto di donatori che hanno avuto rapporti omosessuali. Una donna eterosessuale sposata secondo me è un soggetto a rischio perché io di mariti che ci provano ad avere rapporti senza preservativo a destra e a sinistra, con uomini e con donne, ne ho conosciuto un bel po’. Poi sulla rarità dei gruppi sanguigni degli extracomunitari potresti documentare meglio prima di giustificare una presa di rischio supplementare? Non vedo lo stesso zelo che utilizzi per quanto riguarda gli omosessuali.

lik

Tanto per capirci meglio:
1) Se un africano ha un gruppo sanguigno raro lo prendiamo e rischiamo, e invece il suo gruppo non è raro tanti saluti?
2) E se un uomo che ha rapporti omosessuali ha un gruppo sanguigno raro cosa facciamo?

lik

@ nullick

“La trasmissione di HIV viene attraverso il sangue.”

L’HIV è presente anche nello sperma. Quindi sperma/sangue, sangue/sangue.

Kaworu

a me risulta comunque che i gruppi sanguigni rari (che poi i gruppi sono 4… A, B, 0 e AB, ognuno “sdoppiato” in positivo e negativo) siano egregiamente sostituibili dal donatore universale 0 negativo. sbaglio?

lik

@ Kaworu

In linea teorica si soprattutto per trasfusioni d’urgenza, in pratica per trasfusioni prolungate nel tempo non è consigliabile ricevere un altro gruppo sanguigno diverso dal proprio anche se si tratta del gruppo 0 Rh- perché comunque il gruppo contiene gli anti-A e gli anti-B naturali.

bob

Sono donatore al Policlinico da 15 anni e condivido pienamente i loro criteri di selezione del sangue ricevuto.
Tra l’altro, oltre che dai gay non si ricevono donazioni anche da chi ha avuto diversi partner nell’ultimo anno, da chi ha fatto tatuaggi di recente, da chi ha soggiornato o fatto viaggi in alcuni paesi extraeuropei…….
Non si tratta di discriminazione, piantatela di rompere le scatole per questa cosa che è fatta unicamente per salvaguardare maggiormente chi riceverà il plasma!!!!!!!!!!!!!!!

Mauro Ghislandi

Un aspetto che nessuno finora ha sottolineato è il punto di vista del medico.
Per il medico, il paziente NON è il donatore, ma chi riceverà la trasfusione.
E la cosa fondamentale per il medico è la tutela della salute del paziente.

Una discriminazione sarebbe il rifiuto di effettuare una trasfusione ad un soggetto perchè omosessuale (fortunatamente una cosa del genere è fuori discussione).
Chi va a donare e si sente rifiutato sicuramente non è contento. C’è modo e modo di dire le cose e non sempre i medici si preoccupano di questi aspetti. Ma sono apsetti di rapporti umani.

Il medico che rifiuta la donazione da parte di un soggetto maschio che si dichiara omosessuale non fa una scelta soggettiva, segue semplicemente le indicazioni della direzione sanitaria della struttura presso cui opera.

Altro discorso è la discussione sulla fondatezza scientifica della prescrizione applicata al Policlinico, che pare non sia omogenea tra strutture diverse. Ma non si deve pensare che tutte le strutture operino in modo uniforme. Anche le patologie non sono tutte trattate nello stesso modo; per esempio nelle grandi strutture ospedaliere non è raro che siano applicati protocolli terapeutici sperimentali (ci si augura con il consenso informato del paziente), protocolli che nei piccoli ospedali di provincia arriveranno dopo anni. Può andare bene o male: se sei fortunato hanno indovinato la cura che ti salva la vita, se sei sfortunato la cura ha effetti peggiori di quella meno innovativa oppure ha effetti collaterali gravi.

Probabilmente il Policlinico non ha problemi di carenza di sangue, se può permettersi grande cautela nella selezione dei donatori.
Sicuramente in condizioni di emergenza (catastrofi con grande richiesta di trasfusioni) sarebbero molto ma molto meno selettivi.

Io considero una cosa positiva per il paziente (e sarei contento se fossi un paziente che ha bisogno di una trasfusione) che le precauzioni siano molto alte, al limite anche eccessive. Non lo sarei se queste portassero a una carenza di sangue e plasma rispetto alle necessità terapeutiche.

In conclusione, il donatore per il medico è solo una fonte per procurarsi il prezioso liquido (al di là della umana simpatia per chi compie un gesto così generoso), ma tutte le attenzioni del medico devono essere rivolte sempre e solo al paziente.

Mauro Ghislandi

Ed ora qualche nota tecnica.

Come si può vedere su wikipedia (in inglese, la versione italiana è scarsa) alla voce “Blood type”, non ci sono solo i 4 gruppi A, B, AB e 0 con RH positivo o negativo che tutti conosciamo. Ci sono moltissimi altri antigeni espressi sulla superficie delle cellule ematiche (vedasi la voce “Human blood group systems”).
Il fatto che il sangue abbia grande compatibilità tra soggetti diversi (tanto che esiste addirittura il “donatore universale”) ha quasi del miracoloso (scusate il termine poco uaarino). Pensate come è più difficile trovare un donatore compatibile per il midollo osseo!
In caso di trasfusione, si cerca sempre il sangue più simile (non è mai identico se non hai un gemello, per l’appunto, “identico”), per evitare il rischio di eventi avversi (la trasfusione non è mai a rischio zero, come sempre si valutano rischi e benefici).

Sempre su wikipedia trovate la distribuzione per nazione dei gruppi AB0 e RH. Potete facilmente vedere la disomogeneità: un A- in Europa trova il 6-7% di donatori del suo gruppo. Se va in Korea, deve sperare di non aver bisogno di trasfusioni, perchè il suo gruppo ha frequenza dello 0.1%.

écr.l'inf.

@ Daniela

Non è il loro essere gay, a farli considerare una categoria a rischio, ma sono i comportamenti sessuali a rischio.
Certo ! MA, appunto, tra i gay i comportamenti a rischio (sesso anale, promiscuità) sono più elevati che non tra gli etero. e QUINDI i gay sono considerati una categoria a rischio. È esattamente quello che dici tu…

@ lik

Il fatto che tu sia gay non ti da una maggiore legittimità
Non cercavo legittimità scientifica. Semplicemente, speravo di schivare le prevedibili accuse di omofobia. Pur sapendo che, purtroppo, il fatto di essere gay non sia affatto una garanzia in questo senso… 🙁

Tu confondi omosessualità (…) e essere gay dall’avere rapporti omosessuali.
Ok su questo punto ti dò ragione. Le statistiche indicato i rapporti sessuali tra uomini, ma non l’orientazione sessuale du questi ultimi. Sappiamo tutti che molti “etero” hanno rapporti con uomini.

2003, 2004 cosa facciamo giochiamo a tombola? Che analisi sarebbe questa?
Ma che dici ?? Ti ho dato la fonte: il rapporto 2005 dell’UNAIDS. Le date sono, evidentemente, quelle dell’anno a cui si riferiscono le percentuali riportate. Esempio: nel 2003 il 63% dei nuovi casi di HIV negli USA furono dovuti a sesso omosessuale. Nel rapporto trovi le referenze ai relativi studi nazionali. Mi sembrano percentuali significative e da non sottovalutare !!

Certo, sui questionari si potrebbe sostituire “gay” con “male to male sex”…

Per concludere:
Proprio settimana scorsa ho accompagnato un amico all’ospedale. Sieropositivo, doveva iniziare la triterapia. Il suo medico (che lavora con il Prof. Pantaleo, che conoscerai di fama) ci ha raccontato come fra le ultime 8 persone alle quali ha diagnosticato un’ infezione da HIV (in fase acuta), 6 erano omosessuali. Certo, si può tirare in ballo il maggior ricorso, da parte dei gay, al test. Ma non bisogna nemmeno nascondere la testa sotto la sabbia… 🙁 Scopiamo di più, il nostro sesso ci espone di più all’HIV… e ci ammaliami di più. Triste, ma inutile negarlo.

écr.l'inf.

@ Daniela

Non è il loro essere gay, a farli considerare una categoria a rischio, ma sono i comportamenti sessuali a rischio.

Certo ! MA, appunto, tra i gay i comportamenti a rischio (sesso anale, promiscuità) sono più elevati che non tra gli etero. e QUINDI i gay sono considerati una categoria a rischio. È esattamente quello che dici tu…

@ lik

Il fatto che tu sia gay non ti da una maggiore legittimità

Non cercavo legittimità scientifica. Semplicemente, speravo di schivare le prevedibili accuse di omofobia. Pur sapendo che, purtroppo, il fatto di essere gay non sia affatto una garanzia in questo senso… 🙁

Tu confondi omosessualità (…) e essere gay dall’avere rapporti omosessuali.

Ok su questo punto ti dò ragione. Le statistiche indicato i rapporti sessuali tra uomini, ma non l’orientazione sessuale di questi ultimi. Sappiamo tutti che molti “etero” hanno rapporti con uomini.

2003, 2004 cosa facciamo giochiamo a tombola? Che analisi sarebbe questa?

Ma che dici ?? Ti ho dato la fonte: il rapporto 2005 dell’UNAIDS. Le date sono, evidentemente, quelle dell’anno a cui si riferiscono le percentuali riportate. Esempio: nel 2003 il 63% dei nuovi casi di HIV negli USA furono dovuti a sesso omosessuale. Nel rapporto trovi le referenze ai relativi studi nazionali. Mi sembrano percentuali significative e da non sottovalutare !!

Certo, sui questionari si potrebbe sostituire “gay” con “male to male sex”…

Per concludere:
Proprio settimana scorsa ho accompagnato un amico all’ospedale. Sieropositivo, doveva iniziare la triterapia. Il suo medico (che lavora con il Prof. Pantaleo, che conoscerai di fama) ci ha raccontato come fra le ultime 8 persone alle quali ha diagnosticato un’ infezione da HIV (in fase acuta), 6 erano omosessuali. Certo, si può tirare in ballo il maggior ricorso, da parte dei gay, al test. Ma non bisogna nemmeno nascondere la testa sotto la sabbia… 🙁 Scopiamo di più, il nostro sesso ci espone di più all’HIV… e ci ammaliami di più. Triste, ma inutile negarlo.

lik

@ écr.l’inf.

Tu hai una visione veramente angelica degli uomini etero e continui a confondere gay con avere rapporti omosex. La maggioranza delle persone che frequentano luoghi di batuage sono regolarmente sposate e spesso neanche gay nel senso in cui lo si intende comunemente. Senza contare che la frequentazione di prostitute. Se tu sei gay ed hai una vita sessuale promiscua non devi pensare che tutti siano come te.

@ Bob

Qui nessuno sta rompendo, stiamo solo discutendo del fondamento scientifico di questa decisione, per esempio tu in base a quali crititeri condividi questa decisione?
Comunque nessuno ha risposto alle mie domande sugli africani. Non si sa quale sarebbere il sangue raro di cui sono portatori…

lik

Poi un’utima cosa, stiamo tutti discutendo di HIV, ma l’epatite B non interessa a nessuno? Perché per esempio écr, bob o ghislandi non ci portano gli studi epidemiologici tra etero e gay sull’HBV? Non sarà che il moralismo HIV=malattia dei gay, colpisce anche certi pseudolaici?

Francesca

@lik

A me sembra che il moralismo in questo contesto colpisca soprattutto te…
Non si sta rilevando che l’HIV colpisca soprattutto gay (cioè omosessuali maschi) perchè sono degli allegrotti fancazzisti che pensano solo a copulare, ma perchè se due uomini vogliono fare l’amore non hanno alternative dove infilarlo.
Che poi si controllino di più è proprio perchè sanno di essere a rischio, non dipende dall’essere gay e nessuno lo hai mai affermato.

Detto ciò concordo con écr.l’inf..

lik

@ Francesca

Dunque essere moralista significa domandarsi come mai nessuno risponde alle domande poste da Kaworu giustamente sugl africani che sono maggiormente colpiti degli omosessuali?
Chiedersi come mai non si parla mai di HBV?

“Detto ciò concordo con écr.l’inf..”

Cioé anche secondo te gli uomini gay sono piu promiscui rispetto a quelli etero. Brutte notizie per il per il mercato della prostituzione.

lik

Poi comunque se c’è un moralismo è quello di chi colpevolizza le persone che non donano il sangue, e io questo mi ricordo benissimo che è iniziato già l’ultimo anno del liceo dove ti colpevolizzavano già se non doni il sangue sei uno stronzo. Addirittura ho sentito una donna di un’associazione contro la leucemia che voleva rendere obbligatorio il dono di piastrine. Vi rendete conto? Io dovrei per forza subire il rifiuto perché sono gay senza nemmeno essermelo andato a cercare? Comunque è interessante questo filo di discussione, pieno di cliché sui gay (promiscutà ecc.) non che sia di per se negativo la promiscuità scopare, ma non è giusto inserire un intero gruppo di persone in queste categorie, gente poi che vorrebbe vietare legislativamente ai gay di donare il sangue senza neanche porsi la domanda del fondamento scientifico.

lik

Poi comunque se c’è un moralismo è quello di chi colpevolizza le persone che non donano il sangue, e io questo mi ricordo benissimo che è iniziato già l’ultimo anno del liceo dove ti colpevolizzavano già se non doni il sangue sei uno stronzo. Addirittura ho sentito una donna di un’associazione contro la leucemia che voleva rendere obbligatorio il dono di piastrine. Vi rendete conto? Io dovrei per forza subire il rifiuto perché sono gay senza nemmeno essermelo andato a cercare?

Francesca

@lik

Brutte notizie per il per il mercato della prostituzione.

Non ho capito il senso della battuta, chi si prostituisce di solito lo fa per soldi, non perchè voglia vivere liberamente la propria sessualità.

La promiscuità è data anche dalle circostanze. E non c’è nulla che l’ammazzi come un bambino, perchè se un babbo promiscuo viene telefonato dalla moglie che c’è il pargolo da prendere a scuola la promiscuità è già bella che finita. Non credo che la promiscuità appartenga ad una categoria, infatti le donne, che dai tuoi commenti sembrano essere escluse a priori dalla classifica dei promiscui, promiscuerebbero invece volentieri, potendolo.
Gli omosessuali, nella maggior parte delle società sono eclusi dal prendersi responsabilità sociale, e la loro liberazione per adesso si esprime soltanto sessualmente. Sono convinta che, potendosi costruire una vita di coppia con responsabilità anche in sede civile, con bimbi o anche solo con un mutuo cointestato, la loro promiscuità calerebbe drasticamente.
Per il semplice motivo che per costruire un futuro in coppia, in non promiscui sono avvantaggiati sui promiscui. Fine.

nullick

@Silvia

Scusami Silvia, dico che i rischi ci sono sempre non è certo una statistica a dare la certezza delle preferenze sessuali.
Per quanto riguarda il ‘sesso orale’ non è proprio quel link… mi è stato detto così e ho anche visto qualche link e quindi sono convinto. Se non è così mi hanno detto cose false.. la ragione la si dà e non la si pretende…

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