Le cifre non sono incoraggianti. Ci sono circa 500 preti nella diocesi di Houston-Galveston a fronte di un milione e mezzo di fedeli. Questo significa 1 prete ogni 2000 persone. La campana del St. Mary risuona con un rintocco che invade il campus, tanto forte come è forte l’auspicio di un maggior numero di candidati al presbiterato.
“Non abbiamo mai avuto una reale abbondanza di preti. Ciò che stiamo attualmente affrontando nella arcidiocesi, potete immaginarlo, è che probabilmente abbiamo più di un milione e mezzo di fedeli tra uomini e donne” ha detto P. Brendan Cahill del Seminario di St.Mary “E’ una grossa cifra, e più o meno disponiamo di 500 preti per seguire tutte queste persone. In questo senso possiamo confermare che esiste una carenza”.
Il seminario di St. Mary prepara i futuri preti al loro servizio. Ci sono attualmente 77 candidati, a fronte della sua capienza che sarebbe di 120 unità. Sebbene tale cifra possa considerarsi buona, non può considerarsi sufficiente per colmare il gap creato dai preti a riposo o già deceduti.
Ne deriva che altri preti vengono chiamati in esercizio per riempire i vuoti delle parrocchie.
“Alcune settimane fa ho prestato servizio in tre parrocchie in un solo week-end”, ha detto P. Trung Nguyen al St. Mary. “Per necessità ho dovuto celebrare 4 messe”.
Sebbene nessuno obietti nulla alle crescenti necessità, non si è mai presa in considerazione l’idea di abbreviare il corso di studi che prevede attualmente un ciclo di 9 anni.
“Credo che la chiesa sia molto preoccupata riguardo la qualità della formazione dei candidati, nonostante le cifre”, ha detto P. Dean Wilhelm del St. Mary. “Cerchiamo la qualità, non la quantità”.
Al St. Mary, intanto, crescono le differenze di tipologia tra i seminaristi – vi si trovano anche uomini che sono stati sposati e perfino padri.
“Una cosa interessante è che ho riscontrato la presenza di seminaristi di età più matura, 35 o 40 anni, persone che magari all’età di 18-20 anni pensavano al presbiterato, ma dopo il college hanno preferito iniziare un percorso di carriera personale”, ha detto Cahill.
Mentre probabilmente è cambiata la tipologia del seminarista, il desiderio e l’impegno verso una vita di servizio resta la stessa che ha sempre contraddistinto il St. Mary per più di 100 anni.
“Non ho trovato gioia più grande che spendere la mia vita, servendo Dio e il suo popolo e non riesco ad immaginare niente di più gratificante”, ha detto il seminarista TJ Dolce.
Per quanto concerne i preti stranieri, assegnati alle chiese locali, l’arcidiocesi afferma di aver previsto un programma di sviluppo chiamato ’miglioramento della pronuncia’ mediante il quale i preti devono imparare meglio l’inglese, così da diventare più comprensibili sia ai confratelli che durante le omelie, i cui concetti potrebbero perdersi al vento per una errata traduzione.
La carenza di preti preoccupa il crescente popolo cattolico
20 commenti
Commenti chiusi.
Stanno dicendo che i fedeli cattolici sono in crescita, quindi?
Si grazie all’emigrazione ispanica in Texas almeno cosi credo.
Evidentemente sì, almeno in alcune zone del pianeta (in questo caso nel Texas).
ma se crescono i fedeli come fanno a diminuire i preti?
i casi sono due, o è una balla che crescono i fedeli oppure c’è sotto qualcosa che ben conoscono, nell’ingranaggio dei poteri, che non vogliono esternare.
I fedeli non umentano affatto. Aumentano solo nelle contabilità vaticane, dove per fedele intendono i battezzati e non i frequentatori delle messe che sono i reali fedeli.
il solito gioco da treccartari mIn USA come nel resto del mondo occidentale la cheisa cattolkica è in profonda crisi di vocazioni d quasi un quarantennio e se orima questa crisi non portava a reali difficoltà organizzative ora la vecchiaia del clero e la scarsità di vocazioni cominincia a preoccupare.
La risposta sembra quella di affidarsi all’immigrazione. In USA si fa ricorso ai preti ispanici e a quelli di origine asiatica (specialmente Vietnam, Cambogia, Filippine). In Europa si sta esaurendo l’apporto di preti dall’est Europa, in via di secolarizzazione, mentre resiste l’apporto dell’Africa e soprattutto dell’Asia (India in testa).
Sono destinati all’estinzione.
Se il loro Principale ha deciso di “chiamare” meno pecorelle a fare il pastore, avrà i suoi buoni motivi…
La verità è che è un’attività talmente squallida anche se permette di vivere a sbafo, che nessuno, ad eccezione degli emigranti affamati vuole esercitarla.
non facciamoci troppe illusioni, la chiesa cattolica è passata pressochè indenne tra l’incudine di lutero e calvino e il martello di voltaire e degli illuministi.
la religione non è la causa, è l’effetto del bisogno dell’uomo medio di trovare un rimedio alla paura della fine.
Che ci siano più o meno preti ha poca importanza, in fin dei conti queste cifre son sempre falsate a seconda degli interessati.
la vera notizia sarebbe quella quando non ci saranno piu’ preti ,,
ma finche l’uomo vivra’ nelle e delle supertizioni , ci saranno sempre preti e
affini a raccontare loro la favola del paradiso , ,,,,, purtoppo poi8
al moindo di oggi fare il prete e’ un po’ come fare un mestiere ben pagato e senza
lavorare , tanto x il sesso trovano sempre una parrocchiana di buon cuoreee ……
@ Nerone
Non è vero che la chiesa cattolica è passata indenne attraverso l’illuminismo, perché 2 secoli e mezzo fa si calcola che vi fosse un prete ogni 20 italiani adulti.
Oggi in Italia (che dopo Malta è il paese con maggior concentrazione di preti al mondo) i preti sono la metà di un secolo fa (meno di 50.000), quando la popolazione era poco più della metà di adesso.
Non dimentichiamo che in occidente la crisi di vocazioni non conosce pause dalla fine degli anni ’60 e gli effetti si fanno sentire.
La crisi di vocazioni è conseguenza soprattutto della secolarizzazione, che ha le radici nel benessere economico, innanzitutto, ma anche nel progresso medico-scientifico, nella istruzione di massa (ricordiamo le invettive di Pio IX contro il “flagello dell’istruzione obbligatoria”) e nell’illuminismo.
Io sono ottimista. Si estingueranno.
Se ci sono sempre meno preti, perché non si diminuiscono anche le quote a carico del contribuente per il sostentamento del clero? Si immagina che il contribuente italiano debba dare l’otto per mille per il sostentamento del clero “italiano”. Non avrebbe senso che con i nostri soldi si sostengano i preti che operano in altre parti del mondo. Ma quanti sono veramente i preti che operano in Italia? Ogni anno che passa ne muoiono e ne vanno in pensione sempre di più e non vengono sostituiti. Però i soldi che lo statpo versa per il sostentamento del clero crescono…
Quoto Steve, se continua cosi’ tra una trentina d’anni saranno pressoche’ estinti, visto che nell’europa il calo e’ perfino piu’ evidente di quello italiano, mentre le suore saranno estinte persino prima.
Perchè un pastore per 2000 pecorelle sarebbe poco?.non deve mica mungerle tutte le sere!
Basta che ne trombi una ogni tanto ( se preferisce ci sono anche gli agnellini,più teneri…),in più gli rimane pure più grana…….e questi si chiagnono addosso:chiagnono e fottono….
come sempre!
Aumentano i fedeli in Texas! Grande! Disgraziatamente diminuiscono di ugual numero in Messico.
A me anche un prete ogni pianeta sembra un eccesso.
BE INFONDO CI SONO RIMASTI ANCHE I MAIALI DI CINTA;
IN ALLEVAMENTI X NON FARLI ESTIGUERE.
CHE IN VATICANO CI SIA UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE????? IL PRETE????
SPERIAMO CHE NON FACCIANO UN ALLEVAMENTO ;COME SPECIE PROTETTA:::::::::
Basta con l’influenza malefica di questi corvi!
# Nerone scrive:
Quoto.
…preoccupa anche me
HAHAHAHAHAHA