Sant’Abbondio spopolava ai tempi della peste che nel 1.630 si abbatté su Como. L’intera cittadinanza lo invocò con un voto: raffigurare la sua effige sugli avvisi e le bollette di sanità, nella convinzione che il santo li avrebbe aiutati a resistere all’epidemia. San Benedetto, narrano le leggende, fa miracoli con le malattie infettive, San Valentino contro l’epilessia. Ogni malattia ha il suo santo in paradiso. A loro, nel tempo, si sono rivolte migliaia di anziane per chiedere guarigioni impossibili. Ancor prima che alle porte degli ospedali, donne e uomini di tutta Italia hanno bussato a quelle della Chiesa. Perché credenze popolari, ma anche atti e documenti antichi, attribuiscono capacità miracolose alle sacre icone.
”C’è tutto un mondo sommerso – conferma Mario Falconi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma – fatto di ‘fioretti’ e appelli ai Santi, di astinenze e digiuni”. A raccogliere le confidenze di chi si affida alla religione per risolvere drammi familiari e piccoli crucci quotidiani è il medico di base. ”Di aneddoti – racconta Falconi – ce ne sarebbero a migliaia. Ma è sbagliato pensare che questa abitudine sia consolidata solo nel ‘popolino’. So di gente di cultura che si è abbandonata al sovrannaturale”.
Insomma, sono in molti a pensare che ‘Dio vede e provvede’. Dio e la sua lunga schiera di Santi. Uno per ogni occasione. Contro le malattie nervose, la rabbia e la follia si invoca Sant’Acario di Noyon, il patrono dei caratteri difficili. Per la tosse e le malattie delle orecchie viene indicato Sant’Agostino, che protegge anche dagli attacchi di animali pericolosi per l’uomo. E in alcuni casi le ‘competenze’ si sovrappongono: se Santa Lucia è notoriamente la protettrice degli occhi, al suo fianco opera anche Sant’Acacio.
Basta un cero, un voto, una preghiera e il gioco è fatto. Gli espedienti per accattivarsi la simpatia di un Santo sono infiniti: ”Il fioretto è senz’altro il più gettonato. Mia madre – ricorda Falconi – rinunciò a mangiare ciliegie fino a quando la sua preghiera non venne ascoltata. Ma c’è anche chi fa il digiuno, o rinuncia ai vizi”. […]
Ogni malattia ha il suo santo ‘in paradiso’
15 commenti
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Quando sto male io faccio un fioretto veramente doloroso: metto mano alla tasca e compro qualche pastiglia effervescente/bustina in farmacia. Magari mi costa anche meno del cero…
ricordo che un famoso chirurgo un giorno mi disse: se dopo un’operazione tutto va bene, il paziente e i familiari ringraziano dio ma se qualcosa va male allora se la prendono con me… il cattolicesimo in 2000 anni ci ha resi idolatri e ci ha manipolate le coscienze… questo retaggio è quasi impossibile da eliminare
Lasciamo stare i santi dove sono:nella beatitudine eterna per i credenti.
Quando ai santi,statue o
icone
di santi,si attribuiscono poteri taumaturgici, attivati da preghiere,fioretti,astinenze varie,offerte, “credo
perchè assurdo”.
Non cerchiamo dunque
in questo le ragioni
dell’eventuale guarigione-anche quando dichiarata non spiegabile dalla medicina.
Si guardi alla psiche del malato e alle sue risorse:vero miracolo prodotto dalla natura umana.
concordo pienamente con rossotoscano e aggiungo che il cattolicesimo non ha inventato l’idolatria dei santi, ma ne è venuto a patti, l’ha sfruttata e quindi alimentata.
tra un po’ farà entrare tra i suoi eroi anche Babbo Natale e, dopo un primo periodo di diffidenza, vedrete che faranno santo anche il Grande Cocomero.
Sant’Acario? Dal nome avrei detto che fosse il protettore delle zecche e dei parassiti della pelle. Decisamente ne ho ancora parecchia di strada da fare prima della cattedra di teologia a Parigi…
Che primitivi, ma almeno non sgozzano capre per curarsi l’acne.
sè…i vizi sò il sale della vita, col piffero che ce rinuncio!!!
a quando una farmacia dei santi?
@ raphael, sarebbe una bella idea
Vai in farmacia
“Scusi, o tal problema”
“Ecco qua a lei una compressa al giorno di S. Sisto per una settimana e due supposte di SAN ROCCO”
“Grazie”
“Aspetti! Le diamo anche in omaggio un preservativo di San Falloppio”.
errata corrige: “HO tal problema”
@Rosso Toscano, anche lo stesso Verga mi sembra sui “I Malavoglia”,scrisse proprio le stesse identiche frasi. Se dopo cent’anni c’e’ gente che ha ancora queste uscite, siamo messi male.
chissa’ se per la malattia di ninfomania?? ce’ una santa ad hoc ??????’
e come si chiama?????? qualcuno di voi lo sa””???????
ciceracchio 2la vendetta scrive:
6 Settembre 2007 alle 13:55
chissa’ se per la malattia di ninfomania?? ce’ una santa ad hoc ??????’
e come si chiama?????? qualcuno di voi lo sa””???????
…e nun me fà parlà…
La battuta migliore sul tema resta quella di “House” (serie tv) – una deliziosa suora commenta “quando mi rompo una gamba penso che Dio mi voglia dire qualcosa; e che voglia dirmi di metterci un gesso”.
per la dissenteria raccomandatevi a san sughero