Osama di Nazareth

Non sono bastate per vincere, ma a far discutere ci sono riuscite eccome. Un dipinto e una scultura di due artisti australiani, raffiguranti un Osama bin Laden in posa da Gesù Cristo e una Vergine Maria per metà coperta da un burqa, hanno provocato uno scandalo in Australia, dopo avere partecipato a un prestigioso concorso artistico di Sydney. Riuscendo in un colpo solo a mettere d’accordo nella polemica i leader politici, le autorità cristiane e quelle musulmane.
Le polemiche. Le due opere erano tra le 500 presentate per il “Blake Prize for Religious Art”, e sono state esposte in un’esibizione alla National Art School di Sydney. La statua della Vergine con testa e busto oscurati dal velo, intitolata “Il quarto segreto di Fatima” e opera di Luke Sullivan, è bastata già per irritare qualcuno. Ma è il ritratto di bin Laden con l’aureola, un abile ologramma delle immagini del leader di al Qaeda e del figlio di Dio, ad aver scatenato le reazioni più accese. “La scelta di questo soggetto offende gratuitamente le credenze religiose di molti australiani”, ha detto il primo ministro John Howard. Ma anche il leader dell’opposizione laburista, Kevin Rudd, ha definito il dipinto “troppo estremo. Capisco come la gente può sentirsi offesa”. L’opera è stata poi condannata dall’Australian Christian Lobby: “Mi rincresce che la gente si prenda delle libertà con la fede cristiana che non si prenderebbe con altre religioni”, ha detto un portavoce, riferendosi alle proteste islamiche contro le vignette danesi su Maometto, pubblicate nel settembre 2005. E il presidente dell’Australia’s Islamic Council trova invece offensivo il dipinto perché “nell’Islam non si usa ritrarre l’immagine dei nostri profeti”, e quindi anche di Gesù.
La difesa dell’autrice. Ma Priscilla Bracks, l’autrice del controverso ritratto “Orientali barbuti: irritando l’impero”, si è difesa dalle accuse negando di aver voluto fare un confronto tra lo sceicco saudita e Gesù. “Ho riflettuto sull’attuale glorificazione di bin Laden in alcune parti del mondo, dove è venerato per le cose che ha fatto”, ha detto l’artista. “Allora ho pensato: come sarà narrata la storia di questo uomo tra migliaia di anni? Farà forse nascere un culto? E poi ci sono tanti modi di guardare quell’immagine. La gente pensa subito alla più controversa, cioè che sto confrontando i due uomini. Ma potrei anche voler dire che si tratta di una giustapposizione del bene e del male, che io credo sia la lettura chiave del mio lavoro”, ha aggiunto.
Il vincitore. La questione ha suscitato anche il dibattito sui blog, con le persone a dividersi tra chi si scandalizza per l’audacia e chi plaude alla capacità degli artisti di far riflettere su temi scomodi. Nel trambusto, nessuno parla del dipinto che ha vinto il Blake Prize, cioè “Stazioni della via crucis” dell’artista Shirley Purdie: un Cristo che trasporta la croce attraverso le terre aborigene. A simbolizzare un tema più che mai attuale in Australia.

 Fonte: Peace Reporter

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