A chi «somiglia» il tuo Dna? A quello di papà o di mamma? Una questione cui stanno cominciando a rispondere le ultime ricerche genetiche che hanno ora un nuovo obiettivo: costruire una mappa dei nostri geni distinguendo quelli ereditati dal padre da quelli trasmessi dalla madre. E capire come ciascun genitore può influenzare la nostra salute, il nostro aspetto fisico e forse anche il nostro carattere. È una nuova forma di genealogia genetica, come l’hanno definita gli esperti.
L’idea nasce dall’ultima ricerca di Craig Venter, il celebre scienziato americano che nel 2001 aveva perso la corsa al sequenziamento del genoma umano (vinta dal consorzio pubblico guidato dai National Institutes of Health americani, ma aveva poi creato a Rockville, nel Maryland, un istituto di ricerca che porta il suo nome, continuando i suoi studi. Adesso ha appena pubblicato sulla rivista Plos Biology la mappa del suo intero patrimonio genetico (e cioè la sequenza dei suoi 46 cromosomi, 23 di origine paterna e 23 materna): è la prima volta che viene sequenziato tutto il Dna di un singolo individuo.
La mappa che era stata pubblicata nel 2001 riguarda, invece, soltanto metà del patrimonio genetico umano, cioè un mix di 23 cromosomi, in versione Frankenstein, composti da pezzi di Dna di individui diversi, senza distinzione fra geni materni e paterni: una mappa standard di riferimento. Adesso le cose si fanno via via più precise.
Leggendo il suo Dna, Venter ha scoperto di avere alcune sequenze genetiche che lo predispongono a comportamenti antisociali e un gene, chiamato Sorl1, con varianti che sono associate alla malattia di Alzheimer. Non solo: sarebbe anche a rischio di alcolismo, di malattie coronariche e di obesità.
Ma la nuova mappa dice anche altre cose: innanzitutto che il genoma è molto più complesso di quanto non ci si aspettasse e che la variabilità fra i geni è molto ampia. […]
I ricercatori stanno cominciando a capire che la differenza fra l’essere sano e l’essere malato dipende dalla presenza di particolari varianti dei geni e non solo: ha molto a che fare con il modo in cui i geni interagiscono fra di loro. […]
Per ora Venter ha analizzato tutto il suo genoma, completo di Dna paterno e materno, ma non sa ancora dire quali geni arrivano da uno o l’altro dei genitori. Lo farà presto confrontando il suo Dna con quello della madre, ancora in vita. […] Dal momento che tutte queste analisi stanno diventando sempre più rapide e sempre meno costose, tempo qualche anno e con mille dollari ognuno potrà far analizzare il suo Dna. E chi guarda un po’ più lontano assicura che dopo la nascita di un figlio i genitori potranno uscire dalla clinica con in tasca (o meglio nel BlackBerry) un file di circa sei gigabyte con l’intera sequenza genomica del figlio.
L’opinione del genetista Edoardo Bonicelli è raggiungibile sempre sul Corriere
ora non mangio!