Giù le mani da Buddha

[…] prima edizione della fiera d’arte contemporanea di Shanghai, inaugurata ieri e aperta fino al 9 settembre allo Shanghai Exhibition Center. Sono molti i volti orientali che si incontrano visitando questa mostra, lo sbarco del mercato internazionale in Cina. […]
Qui a Shanghai, accanto ai gessetti di Pascal Martine Tayou, all’ipnotico video di Anish Kapoor, alle invenzioni di Luca Pancrazzi c’è una grande cassa di legno con una stella rossa. Sopra c’è un biglietto in cui, in inglese e in cinese, l’artista sudafricano Kendell Geers si dice dolente di non poter mostrare la sua opera, ma gliel’ha impedito la censura. Il suo Buddha dipinto con una tessitura di fuck non può uscire dal suo contenitore perché non ha passato il check a cui tutte le opere in mostra sono state sottoposte. Ma la Cina non era un paese laico? Alla domanda risponde un altro artista della galleria, Gu Dexin, che in un vecchio lavoro ha voluto evidenziare quelli che secondo lui sono i tre tabù del suo paese: sesso, soldi e religione. […]

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