Chi ha paura di Ramadan?

La ripresa dell’attenzione polemica attorno a Tariq Ramadan rischia di mancare il senso vero del suo impegno intellettuale. Lui si rivolge ai musulmani europei, in particolare ai giovani, con l’obiettivo di farli sentire «a casa» loro in Occidente, di farli diventare «cittadini di confessione musulmana». Il suo linguaggio è quello «laico» della cittadinanza occidentale, ma la motivazione profonda, il fine è quello della «testimonianza di fede». Siate buoni musulmani – dice ai suoi correligionari – e sarete buoni cittadini occidentali.[…].

Che la cittadinanza occidentale sia una condizione ottimale anche per la fede islamica, è una posizione che suona rivoluzionaria […]. Ma parecchi degli interlocutori di Ramadan rimangono sostanzialmente indifferenti alle sue argomentazioni religiose, anzi ne diffidano.[…]. Da qui l’accusa a Ramadan di essere un «cattivo maestro» – in questo caso un «cattivo teologo».
[…]
Il confronto tra le culture – di cui tanto si parla – è scarsamente produttivo […]. Ciò che è essenziale invece è proprio la ridefinizione di laico e di religioso. Ovvero che cosa vuol dire «essere islamici» in un’Europa che è irreversibilmente laica senza essere ostile alle religioni – quindi neppure all’Islam.

A questa tematica Ramadan ha dedicato i suoi libri più importanti (Essere musulmano europeo e L’Islam in Occidente. La costruzione di una nuova identità musulmana) che combinano in modo singolare la fedeltà all’ortodossia religiosa con la lealtà politico-istituzionale all’Europa. […]. Ramadan dice ai giovani musulmani: voi siete dentro all’Occidente, anzi siete il nuovo Occidente. […]. L’Occidente è la vostra «casa», non è «terra ostile» o «terra d’esilio». Le opportunità offerte dallo Stato di diritto democratico sono al servizio del buon musulmano. Si tratta di un atteggiamento strumentale o è qualcosa di più serio? È difficile dirlo. […]. Ramadan non dice apertamente che l’Islam non ha nulla da imparare dall’Occidente […]. Ma considera il contesto occidentale un’occasione straordinaria per una nuova creatività dell’Islam.

È un discorso molto seducente, soprattutto se rivolto ai giovani musulmani. […] Ramadan suggerisce la strada della «cittadinanza religiosa».
È concetto interessante, meticciato tra due culture, ma non è chiaro dove porti sul piano pratico. […].

Rigorosamente ortodosso sul piano dottrinale, spesso gli sfuggono affermazioni sulla cultura occidentale che sono in contrasto con la sua tesi della «comune casa» occidentale. Fanno sospettare un uso meramente strumentale della legalità democratica. Quando insiste nel dire che il ruolo dell’Islam è quello di fornire «spiritualità profonda e intelligente, spirito critico e indipendente, volontà libera», Ramadan lascia intendere che l’Europa non li possiede. E gli scappano talvolta anche gli stereotipi negativi del «predominio della razionalità  e della tecnologia» in Occidente.
[…].

Testo integrale dell’articolo di  Gian Enrico Rusconi pubblicato su La Stampa

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12 commenti

Nerone

Sign. Ramadan,

abbia la cortesia a rispondere a 3 semplici domande:

1. La condizione femminile: Approva o non approva il fatto, sancito dal corano, che la donna vale metà dell’uomo per questioni di testimonianza e di eredità? Approva o non approva che solo l’uomo ha diritto al divorzio, pronunciando semplicemente per 3 volte le parole “ti ripudio” alla moglie? Approva o non approva l’obbligo di indossare un foulard o qualcos’altro per la donna, mentre l’uomo può indossare quello che gli pare?

2. Omosessualità: Approva o non approva quanto stabilito dal corano, ovvero la condanna a morte per gli omosessuali?

3. Religione: Approva o non approva quanto stabilito dal corano, ovvero la condanna a morte per l’apostasia?

Per favore risposte secce, senza girarci intorno come voi religiosi siete abituati a fare

grazie

lik

Si è fatto anche scappare che la dichiarazione dei diritti dell’uomo è una manipolazione degli atei, dei laicisti e dei sionisti.

Lamb of God

Questo Ramadan è più falso di Giuda, per una volta concordo con Magdi Allam quando questi lo condanna senza appello.

Peppe

Quoto tutti e 3 gli interventi precedenti… E’ un altro che cerca di far saltare fuori la modernità dal cilindro dell’ottusaggine… il problema è che fa la parte di Gianfranco D’Angelo alle prese col suo cane Has Fidanken.

lik

Tariq Ramadan:
« I corsi di biologia possono contenere degli insegnamenti che non sono in accoro con i principii dell’islam. Stessa cosa per i corsi di storia o di filosofia. Non si tratta di esserne dispensati, ma piuttosto occorre offrire ai giovani, in parallelo, dei corsi di formazione che permettano loro di conoscere quali sono le risposte dell’islam alle problematiche affrontate nei diversi corsi »
Dal libro di TR “I musulmani nella laicità”

lik

Ovvero dicesi introdurre l’ora di religione anche dove non esiste. Bel progresso !!!

Magar

@lik
Caro Tariq Ramadan, le “risposte dell’Islam” raccontale tu ai giovani, al di fuori dell’orario scolastico, privatamente, e a tue spese (o fatti pagare da loro, se ci riesci, per raccontargli qualche balla). Grazie.

Del resto, anche Buttiglione passa per filosofo e professore universitario…

Tapioco

Il solito che cerca di mettere insieme religione e civiltà laica, solo dal punto di vista islamico: falliscono i cattolici, fallisce pure lui.
L’islam fornirebbe: «spiritualità profonda e intelligente, spirito critico e indipendente, volontà libera». Allora, la “spiritualità” (qualunque cosa significhi a parte supercazzole misticheggianti o modi sottili per occultare una religione) per quanto mi riguarda non serve, nè è necessaria per una qualche forma di profondità intellettuale, emozionale o etica – considerando anche il fatto che già basta e avanza il cristianesimo; che sia “profonda e intelligente”, sarò limitato io, mi si dovrebbe dire dove e come.
Lo “spirito critico” è incompatibile con l’approccio dogmatico alla religione, dato che si fonda sul mettere in discussione le verità assolute e la tradizione.
“Spirito indipendente”, “volontà libera”: che si possa essere liberi di mente dovendo essere obbligati a credere a certi dogmi conculcati da famiglia e società mi pare improbabile.

Quoto i primi interventi: indicativo il fatto che pretenda di infilare il creazionismo islamico quando si insegna biologia, spacciando la cosa come apertura la pluralismo culturale (vedi la campagna prezzolata dai magnati arabi di spedire centinaia di copie di un pacchiano e costosissimo “Atlante della Creazione” – se non erro – a biblioteche e università).

Esiste un malinteso di fondo: i credenti credono (appunto) che la loro fede sia qualcosa di “originale”, “trasgressivo” al limite, rispetto ad una società dipinta come fredda, senza valori, laicista e che possano “rigenerarla” con la loro “freschezza”… Il papa dice cose simili, per esempio quando si appella ai giovani. Mi chiedo dove vivano.

Hitchens, anche se ha sgravato ed è caduto nella trappola del nervosismo (cosa che personaggi come Ramadan vogliono per apparire “razionali”, “calmi”, “dialoganti” rispetto al “solito ateo intollerante”) ha sostanzialmente ragione.
Rusconi è cauto, però a me sembra che in Ramadan ci sia una buona dose di strumentalità.

ciceracchio 2la vendetta

che robe he il ramadan ??? un piatto esotico ??? un modo di fare all’amore ????
un vino pregiato??? insomma cose????

Arcibaldo

Più che paura “di” Ramadam avrei paura “del” Ramadam durante il quale di giorno non potrei mangiare nemmeno un panino. In queste condizioni, a stomaco vuoto, non si può lavorare in modo produttivo, ed infatti i mussulmani lavorano il meno possibile.

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