Ecco il doppio volto di Tariq Ramadan
• da Corriere della Sera del 12 settembre 2007, pag. 43
di Christopher Hitchens
Un festival letterario a Mantova, antica capitale della Lombardia, rappresenta una buona occasione per riesaminare la questione se esista o meno la cosiddetta «civiltà occidentale» e se valga la pena difenderla. […]
Ero venuto a Mantova per difendere l’ateismo e il laicismo in genere, ma anche per aprire undibattito con Tariq Ramadan, professore islamista residente a Ginevra che negli ultimi anni ha fattoparlare di sé come uno degli «interpreti» più scaltri e sottili del fondamentalismo musulmano nei confronti dell’Occidente. Tariq Ramadan ha reso noto che non intendeva accettare il nostro confronto, così com’era stato inizialmente programmato, ma non c’era nulla che mi impedisse di andare al suo incontro e di tentare di rilanciare la discussione dalla platea.
La scrittrice francese Caroline Fourest ha studiato a fondo le apparizioni contraddittorie di Ramadan in Europa e nel mondo musulmano, ed è giunta alla conclusione che il nostro accademico si esprime in termini assai ambigui, per dare volutamente impressioni diverse a seconda degli interlocutori. L’ho ascoltato e posso dire che non credo che il problema sia quello. Tariq Ramadan padroneggia il gergo postmoderno e sociologico (lo si avverte dall’uso ripetitivo di termini quali spazio e discorso per delineare l’area del possibile dibattito), ed eccelle negli eufemismi.
Pertanto, rivolto alla televisione egiziana afferma che la distruzione dello Stato di Israele per il momento «non è possibile», mentre a Mantova descrive l’idea di lapidare le adultere come «di difficile attuazione». Se si intuisce qualcosa di meno di una piena condanna, Ramadan si affretta ad aggiungere che una condanna netta e totale di tali cose sminuirebbe là sua «credibilità» agli occhi di un pubblico musulmano, che egli si propone invece, così sostiene, di modernizzare con l’astuzia.
Anche le sue mosse politiche quotidiane mostrano la medesima intenzione equivoca. I contributi versati ad Hamas (donazioni che gli sono valse non poche difficoltà nell’ottenere un visto per insegnare all’università di Notre Dame, negli Stati Uniti, una posizione che è stato costretto a rifiutare) erano piccoli doni indirizzati all’ala «umanitaria» di Hamas. Se non è arrivato ad affermare che non esistono prove del coinvolgimento di Osama Bin Laden negli attentati dell’11 settembre, tuttavia ha ammonito il pubblico a non emettere giudizi affrettati. Spesso Ramadan critica gli attuali regimi che applicano la sharia, come quello dell’Arabia Saudita, in particolare per la loro corruzione, ma non di rado queste critiche lasciano intravedere una sua più marcata adesione islamista, anziché una presa di distanza.
A Mantova ha affrontato la questione della doppia fedeltà, da una parte l’attaccamento all’Islam, dall’altro il rispetto delle leggi dei governi democratici laici nei quali gli immigrati islamici oggi vivono. Ramadan ha dirottato la questione al Sudafrica dove, ha detto, sotto il sistema dell’apartheid esisteva il dovere morale di non rispettare la legge. Dopo aver ascoltato questo e molti altri discorsi, mi sono alzato per fare alcune domande. Non era forse vero che la dirigenza musulmana in Sudafrica aveva in realtà appoggiato l’apartheid? E Ramadan non cercava di eludere la questione, dibattendo l’uso del velo (che copre solo i capelli) in Francia piuttosto di quello, molto più drastico, che copre interamente il volto (niqab) in Gran Bretagna? Non era forse vero che in Danimarca gli imam avevano sollecitato l’intervento delle ambasciate straniere per invocare la censura delle vignette blasfeme? E non è forse vero che Ramadan stesso deve la sua posizione come mediatore culturale non ufficiale al fatto che suo nonno, Hassan al-Banna, è stato il fondatore dei Fratelli Musulmani, un’organizzazione estremista di cui anche il padre è stato leader in Egitto?
Ramadan ha definito la mia ultima domanda troppo «offensiva» per meritare una risposta. Sulla questione danese, ha esposto una tesi assai convincente, affermando che gli imam in questione erano una minoranza e pertanto non meritavano il sostegno dei governi
stranieri. Sul velo integrale in Gran Bretagna ha preferito sorvolare, ignorando la richiesta di fornire prove che le donne lo indossano volontariamente, e infine ha ammesso che la leadership
musulmana Deobandi in Sudafrica era stata in realtà un pilastro del vecchio regime. D’altro canto, ha aggiunto, alcuni musulmani si erano opposti all’apartheid, e quelli erano i «veri» musulmani.
Difatti su ogni argomento, dalla lapidazione agli attentatori suicidi fino all’antisemitismo, Ramadan sostiene che il problema non è di per sé il «testo» del Corano e neppure l’Isiam, bensì l’errata
interpretazione dei suoi precetti. Molto comodo. Ramadan spesso può contare sull’ignoranza del pubblico occidentale. Sostiene che non esiste alcun precetto dottrinale che invochi l’uccisione di coloro che abbandonano la fede islamica, mentre nell’hadith, che possiede autorità canonica, l’apostata è condannato a morte senza tanti giri di parole. […]
Serviranno interventi come questo di Hitchens a convincere i rifondaroli nostrani e affini ad abbandonare al loro destino i predicatori di odio islamisti?
Preghiamo tutti insieme il dio degli atei affinché illumini le loro menti. amen.
nella nostra povera italietta, abbiamo già il vaticano come drpoblema da affrontare, ci mancherebbe solo che anche l’islam divenisse un problema….
ho paura che alla lunga sarà un disastro.
Non riconoscere l’autorità degli hadith, ma solo quella del Corano, e anche in questo caso cercando di interpretare molto, è l’unico sistema per mantenere la fede religiosa e accettare il modernismo quindi non capisco perché Hitchens se la prenda con Ramadan nel caso in cui quest’ultimo cerchi di fare proprio quello. Che sia poi un mentitore ipocrita è un altro discorso.
Purtroppo non ci manca neanche questa (italietta ed europetta).
Paragonato all’ Islam, il Vaticano fa ridere, diventa una bazzecola.
Hitchens semplicemente perfetto.
Tariq Ramadan è scivoloso come una biscia, dunque ambiguo e inaffidabile.
Personaggi così non aiutano certo la causa dei veri musulmani moderati. Probabilmente l’impronta di famiglia è più forte di quanto non sembri.
Tuttavia, ci sono un paio di cosette su cui non sono d’accordo con Hitchens, che per il resto ha fatto benone a cercare di mettere Ramadan di fronte alll’evidenza delle cose:
1)
Beh, non ci sono nemmeno le prove che tutte le donne islamiche siano costrette dal marito a portarlo!
2)
Nel Levitico (20, 1-27) adulteri e omosessuali, fra gli altri, sono condannati a morte. Non mi sembra che per questo lo Stato di Israele ricorra alla pena di morte così massicciamente come vorrebbe il loro Dio. Il problema, anche per l’Islam, è che i credenti devono imparare ad essere laici.
x Eude
Vai a fare l’atea in Arabia Saudita, in Iran o in Pakistan…poi mi vieni a raccontare se c’è qualche piccola differenza tra là e il Vaticano! Auguro a tutti noi che il giorno che i mussulmani saranno la maggioranza anagrafica in Europa (cosa che ai ritmi riproduttivi loro e di noi europei non sarà fra molte generazioni) le cose assomiglino vagamente a come vanno nella città del vaticano!
Hitchens è formidabile (anche di persona) quando attacca qualsiasi credo religioso, non ultimo il cattolicesimo. Tuttavia quando parla dell’Islam le sue parole sembrano sfociare in un odio alla “bush”. Va bene essere arrabbiati, come lui, come me, con i preconcetti e i dogmi di qualsiasi fede, ma in casi come questi, quando la religione è quella islamica, mi sembra che sia davvero “un po’ più” arrabbiato. Anzi, rabbioso. Sì, rabbioso è la parola esatta. Non vorrei che cercasse nella religione delle personalissime giustificazioni al sostegno che egli ha dato, con certi articoli di allora, alla guerra preventiva in Iraq. Questo non sarebbe corretto.
x il resto…. condivido praticamente tutto, nella sua battaglia ai non-valori religiosi.
Un altro lupo in veste di agnello.
X Magar
Il problema, anche per l’Islam, è che i credenti devono imparare ad essere laici.
Aspetta e spera.
Quanto al razzismo, gli arabi non sono secondi a nessuno.
Erano parte attiva e fattiva nel rapimento e nella vendita di schiavi neri.
E anche oggi è meglio non ascoltarli quando parlano di neri. C’è da rabbrividire.
In genere preferiscono i biondi WASP
@Godiva
E io aspetto e spero. Come aspetto e spero che gli italiani imparino il senso della legalità e quello della laicità dello stato.
Magar, ad aspettare e sperare che gli italici imparino il senso della laicità ti farai venire il fegato marcio, ma ad aspettare che lo capiscano i Ramadam e soci fai in tempo a morire, e non di morte naturale.
@ gennaro
prima cosa, non sparare a caso sui nomi, visto che non ne conosci il genere.
Secondo, ho detto esattamente il contrario, che c’ é una *enorme* differenza
fra il Vaticano e i paesi islamici. Per cui, il Vaticano é mille volte il male minore.
L’ Islam non é solo una cultura retrograda, ma fascista, liberticida. I paesi
islamici sono il peggio del peggio.
Complimenti per la topica, ma la prossima volta, evita (se puoi).
Abbiamo saputo che per gli ebrei oggi ci troviamo nell’anno 5667o giù di lì. Per i mussulmani ci troviamo nell’anno 1400 e passa o giù di lì. Per i cristiani oggi ci troviamo nel 2007. Questa è anche la distanza che queste culture hanno tra di loro. L’Islam è la religione più giovane e pertanto anche quella più aggressiva e violenta. Forse gli islamici sono rimasti gli unici che alla religione “ci credono davvero”. Per questo ci fanno ridere (e fanno imbestialire il dentista Calderoli). La cosa non è da sottovalutare. Induismo, buddismo, ebraismo e cristianesimo sono stracci ideologici ormai resi obsoleti dalla storia. Per crederci occorre fare uno sforzo di ragione notevole. Occorre una teologia. Occorre pernsare che Dio, esendo uno è anche trino e che la sostanza del padre si sia sbocconcellata nella sostanza del figlio secondo una reazione chimica iniesistente. Invece l’Islam si è liberato di questo pattume ed è comunque l’essenza stessa della religione. E’ il concetto di religione che si è purificato nel processo storico. Quindi l’alternativa è questa: o uno è islamico oppure è ateo.
A proposito di Tariq Ramadan oggi su “La Stampa” è uscito un altro interessante articolo: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=144&ID_articolo=50&ID_sezione=307&sezione=
Gennaro, Eude?.. vai a fare l’atea( gay, sinistra,Iran Paquistan) negli anni 1975-1983 in Argentina racconta c’e qualche piccola differenza tra’ la’ e i vaticano (Pablo xx), sull’ignoranza della Italia fa’ paura, non c’e una “enorme differenza fra vaticano e i paesei islamici, il vaticano e’ il male minore?dove,…ricordativi L’america latina 1964-1988, chiesa, militari, San Salvador 2.000.000 ab. 200.000 morti, Guatemala generale Rios Mont,(Vangelista) genocidio indiano, ……vedi Argentina, non ridere Eude,attenzione civilta occidentale cristiana, atenzione Italia….Caro Eude la chiesa latinoamericana e’ una cultura retrograda franquista,fascista, in Argentina vivono di origini siriani (Menen, turco) 9.000.000 ab. espero che la classe (casta) politica italiana (gli italiani) imparino il senzo della laicita dello Stato per il bene di noi europei. Grazie Caro Magar
tadeus: prova a fare un giretto per i paesi islamici, dove l’apostasia e l’omosessualità sono ovunque considerate reato (in qualche caso punibile anche con la morte) dove la separazione stato-religione è così netta che tutti i loro governi all’unisono minacciano ritorsioni economiche verso uno stato europeo solo per il fatto che in quello stesso stato un giornale ha pubblicato delle vignette considerate offensive verso il loro profeta Maometto e poi dimmi se non rimpiangi il Vaticano e la situazione italiana….
Detto questo anche io sono schifato dal Vaticano e dall’influenza che ha sulla politica italiana, ma paragonare quest’ influenza a quella che l’Islam ha nei paesi a maggioranza islamica è semplicemente ridicolo e fuori da ogni logica.
La diciamo una cosina? Il Vaticano è il male minore ove gli si imponga di essere il male minore: nel cattolico Nicaragua l`omosessualità è ancora un reato penale con condanne fino a 10 anni proprio su richiesta della Conferenza Episcopale locale con la scusa di “difendere la famiglia tradizionale nicaraguese” (richiesta del novembre 2006, non degli anni 60)- In Italia siamo meno cattolici e certo piu` ipocriti e senza dittatura da molti piu` anni, è questo che ci salva, mica la morbidezza d`oltretevere. Cosa succederebbe però se gli si permettesse di rompere quei fragili argini che abbiamo? Non è un caso se le gerarchie cattoliche son così carine coi musulmani (e c`è un discorsetto del 2005 d B16 che lo dice proprio “papale-papale”)
“Ma si deve parlare o no con Tariq Ramadan? A me questa scelta è preclusa: è stato lui che non ha voluto parlare, quando gli ho chiesto un’intervista per La Stampa. Forse proprio perchè – a differenza del caro amico Sinibaldi e di tanti altri – appartengo alla sua stessa cultura (europea e musulmana) e ho gli strumenti per ribattergli. Senza farmi incastrare.”
E non è l’unica, in ogni caso concorda con Flavia, con Ramadan ci vogliono persone calme e non troppo aggressive. Quando se le trova davanti schizza, per quello non le vuole incontrare e a quel punto fa sempre lo stesso errore, tenta di squalificarli dicendo che non hanno la legittimità per parlare dell’islam.
@ Magar
Tariq Ramadan risponde cose diverse a seconda degli interlocutori. Per esempio, per quanto riguarda il genocidio armeno, lo riconosce in certe occasioni ma davanti ai nazional-islamisti turchi in Belgio e in Olanda non lo riconosce. Non dimentichiamo che durante il genocidio molti armeni furono, non solo turchizzati, ma anche convertiti di forza all’islam.
Si parla tanto della manifestazione vietata in Belgio con Borghezio, ma non si parla delle manifestazioni negazioniste turche in Europa contro il riconoscimento del genocidio armeno.
Secondo me Tarq Ramadan ha la lingua biforcuta.