Caro padre, mio figlio, l’unico maschio, un tesoro di ragazzo, buono, intelligente, studioso, dal carattere mite e normalissimo, anche se un po’ chiuso… a 24 anni, mentre stava per laurearsi brillantemente in ingegneria, manifesta lievi segni di un disturbo psichico. Lo portiamo subito da uno psicologo, poi da uno psichiatra. Si aggrava a vista d’occhio, nonostante le cure. Proviamo con altri specialisti e nuove terapie, farmacologiche e non. Le proviamo tutte. Nulla da fare.
In pochi anni arriva una grave e, mi dicono, irreversibile forma di schizofrenia paranoide. Ma io non mi rassegno. Oggi mio figlio ha trent’anni. Lo tengo in casa, con una sorella e una badante; nelle migliori strutture non ha resistito due giorni. I farmaci, necessari perché potrebbe diventare pericoloso, più per sé che per gli altri, l’hanno ridotto a una larva. Io sono l’unica persona che, in sempre più rari momenti, riconosce. E allora mi dice: «Mamma, ti voglio bene». Per me è un grande conforto e una speranza. Ma poi, a volte, arriva anche la pugnalata al cuore perché aggiunge: «Mamma, quando viene la morte?».
Sento che soffre, terribilmente, e io ne muoio. È Dio che ha voluto tutto questo? Com’è possibile? Mio figlio aveva ereditato dal padre, perduto a vent’anni, una pervicace forma di ateismo. Però, nei primi tempi della malattia, ero riuscita, a fatica e con l’aiuto di una sua cara amica e compagna di studi, a riportarlo su un percorso di fede. Recitava già il Padre nostro, era quasi pronto per la confessione e la comunione, quando il male ebbe il sopravvento. Perché Dio nega a una sua creatura persino la possibilità di ritrovarlo? A volte mi sveglio nel cuore della notte, sento i lamenti di mio figlio e dico: «Dio, perché?».
Giuseppina – Napoli
Ho letto più volte la sua lettera e non ho trovato parole per alleviarle la sofferenza. So che in questi casi l’unica vera soluzione è farle un po’ di posto nel cuore perché possa sentire che altri condividono e partecipano alla sua fatica di mamma, che ogni giorno inizia il calvario insieme a suo figlio. Mi auguro che chiunque leggerà la sua lettera la porti nel ricordo, si senta unito a lei, e l’aiuti con la preghiera.
Al tempo stesso, so che non è possibile esaurire il mio intervento solo con una umana condivisione del suo dolore. C’è troppa ricchezza di vita perché la sua esperienza non insegni qualcosa a tutti noi. Lei si chiede dov’è Dio in questo momento della sua vita e della vita di suo figlio. Dio c’è, perché è sempre presente dove un innocente soffre. Non può essere lontano o insensibile al dolore di una creatura che è sua e che viene stroncata da un fatto che non ha cercato e voluto.
La domanda di morte che esce dalle labbra di suo figlio e che le trafigge il cuore, sembra un’eco delle stesse parole di Gesù nell’orto del Getsemani: «Se è possibile passi da me questo calice». Nessuno vuole la morte, ma tutti vogliamo che la vita non si consumi nella sofferenza. Quando l’incontriamo, diventa naturale rifiutarla e invocare la fine di questa progressiva distruzione. E se perdura viene spontaneo pensare all’”agonia” di Gesù. […]
Dio ha messo lei accanto a suo figlio per aiutarlo a portare un peso che stroncherebbe chiunque. E ripensando a quello che lei vive giorno e notte, vediamo che in quell’evento non c’è solo sofferenza, ma c’è la bellezza e la grandezza dell’amore di una madre che, passo passo, segue il figlio in questa via dolorosa. Se la sofferenza di suo figlio e le sue parole evocano l’immagine di Gesù nel Getsemani, l’amore che nasce dal suo cuore ci ricorda l’immagine della Pietà: una madre che tiene il figlio tra le braccia. […]
L’evento che lei sta vivendo insieme a suo figlio e che sembra immergere tutto nella notte della disperazione diventa invece per tutti noi un messaggio di speranza. In un mondo distratto da mille fatti che disperdono la vita nell’effimero, lei sta a dimostrare che il respiro della vita è l’amore. Suo figlio continua a vivere per la presenza di questo suo amore. Forse, Dio l’ha chiamata a questa missione, come ha chiamato Maria a condividere il suo disegno, che passa anche attraverso la via della croce. […]
La lettera, con relativa risposta, è stata pubblicata sul sito sanpaolo.org
Seee, vabbé, con la scusa dell’imperscrutabile volontà nascondono l’illogicità di un dio buono che permette che cose del genere accadano.
Mi fa male!, è dio che mette alla prova.
E’ morto mio figlio!, è dio che ti mette alla prova. Anzi, mette alla prova la tua fede.
Che vergogna, rifiutarsi di guardare la realtà e rigirarsi nella culla idiota della religione.
“Mio figlio aveva ereditato dal padre, perduto a vent’anni, una pervicace forma di ateismo. Però nei primi tempi della malattia, ero riuscita, a fatica e con l’aiuto di una sua cara amica e compagna di studi, a riportarlo su un percorso di fede. Recitava già il Padre nostro, era quasi pronto per la confessione e la comunione, quando il male ebbe il sopravvento.”
L’ateismo non ha una base ereditaria; la malattia mentale invece sì.
La signora Giuseppina ha esibito il solito vomito di stupidaggini prettamente cattoliche. Non vale neppure la pena di commentarli, e probabilmente sono segno che la Giuseppina ha più bisogno di aiuto psichiatrico del povero ragazzo in questione.
La sfortunata signora autrice della lettera, alla quale va tutta la mia solidarietà, sappia che cercare di riportare il figlio verso la “fede” non l’ha certo spinto verso la sanità mentale.
Che spettacolo desolante… quanta miseria intellettuale, quanta idiozia.
«Il cristianesimo si fonda sulrancore dei malati, ha l’istinto diretto contro i sani, contro la salute. Ogni cosa che è ben fatta, fiera, esuberante, in special modo la bellezza, infastidisce le sue orecchie e i suoi occhi. Dio in croce – Non è chiaro quale spaventoso significato si cela dietro a questo simbolo? Tutto ciò che soffre, tutto ciò che è sospeso sulla croce è divino» NIETZSCHE
«Certo che ci è molto d’aiuto sapere che Dio (ammesso che esista) sarebbe al corrente della nostra sofferenza e che la sofferenza ci lega a lui, quando siamo noi, qui sulla terra, a vivere e soffrire, mentre LUI siede nel cielo e ci sta a guardare. L’affermazione che lui abbia eletto, non il pensiero né l’amore, bensì la sofferenza ad intermediario tra sé e le sue creature, testimonia ancora una volta i limiti della sua bontà». STREMINGER
Signora pregheremo per lei…sai che sforzo, mica le hanno offerto aiuto concreto a questa poveraccia…
Poi vabbè con tutta la solidarietà che posso avere per la signora Giuseppina, la inviterei a riflettere che proprio quando suo figlio ha iniziato a interessarsi alla fede si è ammalato gravemente. Tutto questo non le dice niente? Forse che non c’è un senso? Che un dio del genere sarebbe solo un sadico criminale? Incredibile come si rigirino sempre la frittata.
Non vorrei sbagliarmi, mi vengono i brividi… questa patologia si chiama “episodio psicotico immaturativo di personalita” l’unico modo per uscire è smettere di prendere quelle medicine e portarlo da uno psicologo.
Chi ha dato quella risposta ha un’urgente bisogno di serenase….
ma la fede non funziona ni anche l’ideologia, povera sfortunata mamma,vita insicura e angosciosa solo la riflessione serena puo calmare la mente.
Ma la fede non funziona ni anche l’ideologia, povera sfortunata mamma,vita insicura e angosciosa solo la riflessione serena puo calmare la ment.
Il demente che ha fornito la risposta ha sposato il tema tanto caro ai credenti:
Dio manda il male per ricavarne il bene!
Cioè:
si martoria così un essere umano per far emergere: “La grandezza e la bellezza dell’amore di una madre”.
Che l’amore materno non abbia bisogna di questi espedienti per manifestarsi è cosa che all’imbecille non passa nemmeno per la testa.
Ma da questa gente cosa ti vuoi aspettare:
BXVI tempo addietro, in visita al reparto oncologico dell’ Ospedale Bambin Gesù di Roma, ai bambini malati di cancro ebbe a dire TESTUALMENTE: “Cari bambini, qui avete la prova della bontà di Dio, perchè ci sono tante brave persone che si prendono cura di voi” !!!
Mascalzone !!!!!!!!!!
la mente.;contro il caos fondamentalista cattolico della fede.
Sinceramente, ho l’impressione che la lettera sia stata quanto meno “arrangiata” da chi ha poi dato la risposta. Questo sforzo della madre che tenta di riportare alla fede il figlio è un noto luogo letterario (Sant’Agostino, Confessioni).
“Perché Dio nega a una sua creatura persino la possibilità di ritrovarlo?”
Beh, dai, il vecchio barbutone non è poi così sadico…
Già, questa è proprio una risposta soddisfacente, una serie di parole
per due persone sofferenti.
Diciamo che almeno si vorrebbe avere il diritto di rifiutare certe missioni.
Mi verrebbe da dire la parola Vaf**** a questo pretonzolo
siamo nati per soffrire e la sofferenza ci avvicina a dio e anche l’8×1000 perchè il dio denaro è diabolico… ho tutto il rispetto per la situazione in cui vive quella donna e il figlio però si è rivolta alle persone sbagliate per ricevere un pò di conforto e trovo molto discutibile l’aver forzato il figlio, quando era debole, ad avvicinarsi al cattolicesimo: se per quella madre dio esiste allora l’aggravarsi del figlio era un chiaro segno della sua mossa sbagliata e lei ostinatamente ha continuato a sbagliare…
si vede che il povero ragazzo ha “ereditato” dalla madre cose ben peggiori.
e il clima familiare ha fatto il resto.
poveraccio…
Questa lettera e la successiva risposta sono tra le più grandi puttanate che io abbia mai letto.
Il figlio dovrebbe vedere psicanalisti e prendere farmaci perchè ha ereditato dal padre l’ateismo??? O hanno scritto male la lettera (cosa di cui dubito) o veramente siamo di fronte a una delle manifestazioni dell’incommensurabile idiozia cristiana… o ancora più probabilmrente, a una semplice lettera satirica.
Consiglio a tutti. Non prendetela sul serio.
Non è da escludere che il tentativo della madre di avvicinare il figlio alla religione abbia contribuito a peggiorare la malattia. Gli psicotici in genere non hanno bisogno di gonfiare ulteriormente il loro immaginario già abbondantemente ridondante.
La malattia mentale è terribile. occorrono severe cure psichiatriche o psicologiche o entrambe. La religione non può che peggiorare le cose. TRISTE A CHI TOCCA LA MALATTIA MENTALE. Il manicomio non è un lontano ricordo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cornuta e mazziata! Se fossi in questa donna mi sentirei doppiamente offesa e delusa, sia da dio che dai suoi ministri!
Ho letto un libro molto interessante: “SCENE DA UN MANICOMIO” ambientato nel piu famoso manicomio italiano. I malati di mente erano trattati malissimo. Magari fossero stati trattati come le bestie. VERGOGNA A TUTTI I RESPONSABILI CHE L HANNO PURE FATTA FRANCA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
“Il demente che ha fornito la risposta ha sposato il tema tanto caro ai credenti:
Dio manda il male per ricavarne il bene!
Cioè:
si martoria così un essere umano per far emergere: “La grandezza e la bellezza dell’amore di una madre”.
Che l’amore materno non abbia bisogna di questi espedienti per manifestarsi è cosa che all’imbecille non passa nemmeno per la testa.
Ma da questa gente cosa ti vuoi aspettare:”
Esatto: é normale che sia così. Non scordiamoci che abbiamo a che fare con gente che NON RAGIONA. Di conseguenza per loro simili aberrazioni sono normalissime.
una canzone di mina diceva:parole,parole,parole,soltanto parole……dovrebbero cantarla tutti i preti ogni volta che si accingono a fare una predica
La disperazione fa fare cose strambe. Questa ne è la riprova.
Tutto sommato credo che Silesio e Sailor-Sun abbiano ragione.
Probabilmente è satira.
😆
Ammesso che sia vero, siamo sicuri che alla frase “Mamma, quando viene la morte ?” non manchi l’ aggettivo “tua” ?
C’e’ proprio da dire: che nazisti!
Leggendo la risposta alla lettera mi viene da pensare come sia incredibile che qualcuno possa trovare conforto in discorsi di quel tenore lì. Forse sarebbe più efficace una sbornia accompagnata da una bella botta in testa. Il cumulo di parole vacue, melense e pomposamente retoriche con cui cerca di indorare la pillola (resa già indigeribile dall’ideologia del buon Dio che ci fa soffrire per il nostro bene) risulta più ipocrita, farneticante ed emotivamente straziante della sofferenza che dovrebbe andare a coprire. Sinceramente, in una situazione di dolore, preferirei mettere una mano nell’acido solforico che sentire una “consolazione” del genere.
Ma forse una donna che scrive quelle cose si merita una risposta simile.
sono schifato. non tanto da chi ha dato la risposta, che era prevedibile, ma dalla madre che si sente sollevata del fatto che suo figlio malato di mente ha imparato a recitare il “padre nostro”. A quando cose del tipo “fai il morto”, “rotolati”, “a cuccia”?
“Mio figlio aveva ereditato dal padre, perduto a vent’anni, una pervicace forma di ateismo.”
Questa frase mi ha colpito molto! Come se l’ateismo fosse una MALATTIA ereditaria. Incredibile. Per il resto, capisco lo sconcerto dei credenti che “devono”giustificare la sofferenza come un passaggio obbligato per guadagnarsi la “Luce”. Ma l’artifizio che ha fatto nei secoli milioni di proseliti, col tempo si è trasformato in una dottrina: mortificare la carne ( vedi cilicio,fustigazioni ecc). Per questo condannano Epicuro e lo scambiano per edonista. Perchè Epicuro predicava la semplicità e cercava la felicità nel soddisfacimento dei bisogni primari quali la fame , la sete ecc. Tanto dolore per la madre che forse nella fede, trova la forza di continuare ma nessuna comprensione per chi si ostina a fare del proselitismo la ragione ed il fine ultimo di aneliti religiosi che così vengono deviati dalla Verità che è ricerca paziente ed infinita e forse irraggiungibile traguardo per l’Umanità.
Immagino che la signora Giuseppina avrà trovato nella risposta ciò che sperava di ottenere!
Come del resto quella signora che ha scritto una lettera a famiglia cristina (letta nell’anticamera del dentista) in cui prospettava una responsabilità della chiesa nel disfacimento del suo matrimonio dovuto alla sua coerenza nel non fare sesso nei giorni fertili; inoltre chiedeva ragione del diverso e “blando” atteggiamento della chiesa verso i ricchi che non dovrebbero andare in paradiso ma la cui vita terrena non era massacrata dai dettami della chiesa!
Il padre (ma non dovevano essere tutti fratelli!?), in una pagina e mezzo, ha detto che il marito dove amarla come è e quindi i problemi matrimoniali sono colpa del marito e che i motivi teologici di questa affermazione sono complessi e per lei difficili da capire per cui non valeva la pena spiegarglieli e ….. erano finite le pagine e dell’altro punto si poteva eventualmente parlarne poi
A ben vedere, il succo del discorso del prete altro non è che la legge del Menga… con la differenza che, a suo dire, oltre a prenderlo in quel posto bisognerebbe pure ringraziare Dio.
Non metto in dubbio la sofferenza della signora, ma trovo abbastanza sciagurata una madre che approfitta della sofferenza psichica del figlio per tentare di riportarlo in seno alla Chiesa, senza alcun rispetto per le sue precedenti convinzioni… riguardo alla “cara amica e compagna di studi”, posso immaginare il personaggio.
Povero ragazzo.
@ Il Conte di Saint Germain
A proposito di aiuto concreto della chiesa ai bisogosi
http://it.youtube.com/watch?v=qIWgPQvIlDI
Ed altri. Vergognatevi. Siete sullo stesso piano dei credenti: incapaci della minima pietà. Non lamentatevi se poi essi la negano ai malati terminali.
Questa lettera, per quanto irrazionale vi possa sembrare, testimonia il dramma di almeno due persone: un dramma, che ci crediate o no, più atroce di quelli per cui vi battete ogni giorno. Cosa importa il modo in cui una di loro cerca una minima consolazione???
Invece di battervi anche per loro, state qui a denigrarne l’ignoranza, a formulare illazioni malevole e, quel ch’è peggio, a prendervi gioco della malattia mentale.
Vergognatevi.
Prendetevela col prete, ma lasciate stare la mamma e il ragazzo.
“BXVI tempo addietro, in visita al reparto oncologico dell’ Ospedale Bambin Gesù di Roma, ai bambini malati di cancro ebbe a dire TESTUALMENTE: “Cari bambini, qui avete la prova della bontà di Dio, perchè ci sono tante brave persone che si prendono cura di voi” !!!”
se fossi stato lì e avessi avuto un figlio in quelle condizioni, avrei cercato di mettergli le mani addosso!
Purtroppo l’ ateismo non è un virus, mentre invece il cattolicesimo ne è una simulazione, difatti la chiesa parla di proselitismo, che consiste nel propagare nel mondo la parola del signore, contaggiando con mille scempiaggini, superstizioni e intolleranze, la vita di milioni di persone, che perdono così la capacità di ragionare liberamente con la loro testa. Unico antidoto- ATEISMO .
@wilgiornalismovero
dato che hai quotato il mio intervento…
perchè dovrei vergognarmi? io provo molta pena per quel ragazzo, che probabilmente la madre ha contribuito a ridurre in quello stato larvale.
dato che non ho qui la cartella clinica sai, mi limito a fare ipotesi, come del resto fai tu 😉
La sofferenza è trasversale: colpisce atei e credenti. Per fortuna anche la felicità è trasversale. Purtroppo anche la stupidità e la mancanza di pietà sono trasversali.
Se ne avete voglia, ma senza casi umani urgenti e in “prima linea” da portare ad esempio, apriamo un dibattito serio sul perché Dio non solo permette, ma spesso usa il dolore in questa vita. Come cattolico vi dico: avete tanta fede nella scienza, perchè la scienza non risolve lei questo caso? Credete che, se avesse trovato un medico capace almeno di darle fiducia, questa madre si sarebbe rivolta a un sacerdote?
Aldo Grano
X Aldo Grano
Su questo concordo pienamente con te.
Neppure la scienza sa dare la risposta a tutto, purtroppo.
X wilgiornalismovero
Concordo in tutto e per tutto con quanto hai scritto e se sono stata priva di pietà
chiedo scusa.
In realtà credo che essere atei, agnostici, o razionalisti non ci autorizzi in alcun modo
a denigrare nessuno in questo mondo.
Possiamo forse criticare un modo di pensare o di agire, ma non mancare di rispetto alla persona umana né tantomeno alla sofferenza.
Personalmente avevo preso la risposta del prete e di conseguenza anche la lettera, per una bufala.
@aldo “perchè la scienza non risolve lei questo caso?”
perchè la scienza non può risolvere tutto. non ancora.
o forse perchè non è stata azzeccata la cura giusta per quel ragazzo, che altrimenti a quest’ora non dico starebbe scalando il K2, ma starebbe meglio.
o forse perchè la madre (anche in buona fede, per carità) ha contribuito a peggiorare una situazione già critica.
di certo non posso saperlo, non esistono gli indovini.
X wilgiornalismovero
Mio figlio aveva ereditato dal padre, perduto a vent’anni, una pervicace forma di ateismo.
Questa “pervicace forma di ateismo” poteva far pensare ad una bufala.
@Kaworu
Che ipotesi ho fatto? Io mi attengo alla lettera e, nel dubbio, presumo la buona fede. Nient’altro.
Tu invece da cosa deduci che la signora ha contribuito (“probabilmente”) a ridurre il ragazzo in quello stato? Io leggo che gli ha prestato subito le cure necessarie: psicologo, psichiatra e terapia farmacologica, che è quello che si deve fare. Non mi pare che dica di essersi affidata esclusivamente alla Madonna di Lourdes, erro?
Dove la scienza non risolve, risolve o allevia la religione.
Ed è assolutamente irrazionale non prendere atto di questo dato di fatto.
L’unica cosa che si può esigere è che la religione non interferisca con lo Stato e che non ne impedisca il normale sviluppo e crescita.
@Aldo Grano
La scienza ha bisogno di risorse: umane ed economiche. Se tanta gente, anzichè ritrovarsi a pregare (pratica precristiana, vecchia quanto l’umanità ed inutile) si ritrovasse in associazioni per ogni tipo di problema umano, tanti risultati sarebbero già alla nostra portata. Invece, la religione (non solo il cattolicesimo, s’intende) li distrare verso cose inutili (la religione stessa) che ha la sola finalità ultima del sostentamento dei preti attraverso il più grande imbroglio (la vita eterna). Tu dici: “perchè la scienza non risolve lei questo caso?”. Vediamo un po’: tu al mattino ti svegli ed hai la possibilità di aprire il frigorifero, tirar fuori il latte e scaldarlo. In tutto ciò c’è scienza (elettricità, studio della conservazione degli alimenti, utilizzo del metano come carburante). Poi ti lavi e ti radi. Vuoi vedere che le conquiste scientifiche c’entrano in tutto questo? Ti vesti con indumenti creati dalle abilità e dalle conoscenze dell’uomo. Vai al lavoro con mezzi propri o pubblici. Scommetti che anche qui c’è la scienza? Se un collega ha un’infortunio sul lavoro, non c’è problema: un’equipe del 118 è pronta a soccorrerlo ed a utilizzare tutta la conoscenza medica e la tecnologia a disposizione per aiutarlo. La sera la tv la guardi un po’? Ecc..
Tu mi domandi perchè la scienza non risolve anche questo caso, io ti domando perchè la religione non risolve nessuno dei piccoli o grandi problemi che incontriamo dal mattino alla sera?
@Aldo Grano:
non si ha “fede” nella scienza. La scienza e’ riproducibile, non e’ necessario crederci, perche’ “funziona” (se e’ buona scienza). Inoltre la scienza ammette onestamente i propri limiti, al contrario della religione che ha ridicole pretese di grandezza.
Ti consiglio di leggere “la ginestra” di Leopardi.
X Carlo e per Red Passion
Aldo aveva posto una domanda finale nel suo post, e mi pare che la risposta logica e razionale a questa domanda potesse essere solo: No.
Poi, tutti noi speriamo nel progresso e nelle conquiste della scienza, ma quando queste ancora non ci sono la disperazione porta ad appellarci a qualsiasi cosa, maghi e fattucchiere compresi.
Mi pare umano e comprensibile.
C’è solo da augurarsi di non trovarsi mai in certe condizioni,
prima che la scienza non abbia trovato il rimedio.
Personalmente non mi dà fastidio chi crede, mi dà fastidio invece chi mi impone direttamente o indirettamente il suo credo, qualunque esso sia.
X Lady Godiva
anche a me non da’ fastidio, almeno in teoria, chi crede (anche se hanno la sgradevole tendenza a rifugiarsi nelle proprie illusioni, se non a imporle). Io comprendo il rifugiarsi nell’irrazionale quando il razionale non e’ in grado di dare delle risposte, ma proprio per questo citavo “la ginestra” di Leopardi, poesia bellissima che invita gli uomini a reagire al male o a consolare ed aiutare il prossimo quando la reazione non e’ possibile (c’e’ una bella immagine sulla solidarieta’ tra gli antichi soldati e sulla pieta’ per il compagno caduto).
Personalmente poi piu’ vedo la sofferenza degli uomini, piu’ divento ateo.
Carlo,
ci sono dei momenti in cui una persona sta così male da non avere la forza di aiutare il prossimo.
IMHO, solo una persona serena può aiutare e recare conforto nel modo giusto.
Insomma, c’è da augurarsi di non trovarsi in simili situazioni.
(irrazionalmente faccio degli scongiuri)
Come non comprendere il dolore terribile di quel ragazzo e la pena di sua madre, anzi, la sua doppia pena, quella di vedere così sofferente il proprio figlio e quella di non avere strumenti per elaborare tanto dolore; ammesso che tale elaborazione sia possibile, mi pare quantomeno improbabile che possa essere correttamente affrontata incolpando un morto di aver lasciato una sorta di eredità maledetta ed ricercando una soluzione spirituale per un male fisico. Su “El Ciudadano” del 13 u.s. c’è un articolo intitolato “Dio è nella corteccia prefrontale”; per quanto, in senso generale, l’argomento non mi risulti nuovo, è comunque attuale.
Vi si riporta il risultato di un lavoro di Marcello Spinella (Richard Stockton College of New Jersey) ed Omar Wain (University of Medicine and Dentistry of New Jersey), che esaminano le più recenti ricerche sulle basi neurali delle credenze morali, religiose e paranormali. l’articolo si conclude con l’affermazione:
” … in uno studio comparato, per esempio, i protestanti sommamente devoti mostrarono maggiori livelli di sintomi ossessivo-compulsivi che non gli agnostici e gli atei”