S. N. Srivastava, giudice dell’Alta Corte dell’Uttar Pradesh, ha stabilito in una sentenza pubblica che lo Stato deve riconoscere come dottrina religiosa nazionale la Bhagavad Gita, il poema sacro più popolare e amato tra i fedeli indù. Questa dottrina, sostiene ancora la sentenza, deve essere applicata anche ai fedeli di altre religioni.
Il giudice Srivastava non è nuovo ai pronunciamenti sul tema religioso. All’inizio dell’anno aveva infatti negato alla comunità musulmana lo status di minoranza religiosa, impedendo così la sovvenzione statale per i progetti educativi islamici.
Immediate le reazioni sulla nuova proposta. Secondo un parlamentare indù, B. P. Singhal, il giudice “ha la verità e la giustizia non soltanto come indù, ma anche come magistrato”. Per Sajan K. George, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani, la Bhagavad Gita “fa parte della cultura indiana, ma non può essere intesa come un testo religioso per tutte le fedi. Questo va contro la Costituzione, che garantisce la libertà religiosa”.
Ancora più duro Lenin Raghuvanshi, direttore della Commissione vigilanza popolare dei diritti umani, che ad AsiaNews dice: “Questa sentenza colpisce le minoranze religiose, ma anche lo spirito pluralistico della nostra società. Procedendo in questa direzione, si rischia di distruggere l’armonia sociale”.
India, sentenza choc: la Bhagavad Gita, pilastro dell’induismo deve divenire dottrina nazionale
22 commenti
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Di sicuro è solo una mia impressione, ma mi pare che da un annetto circa in India si stia affermando un diffuso sentimento reazionario…
Non ce ne frega niente:
nè del pilastro dell’induismo
nè che la libertà religiosa – di qualunque religione – sia garantita.
Bisogna avere delle religioni e dei sacerdoti
– i norcini della mente, che abusano mentalmente dei bambini –
la stessa stima e considerazione che abbiamo dei pedofili.
ma come è possibile che nell’anno 2007 si debba ancora tollerare che la religione sia causa scatenante di tensioni e diatribe nella vita di una società?
Come non chiedersi come mai in ogni società è sempre la religione il problema : islam, cristianesimo, induismo… sempre la solita zuppa.
Basta! Pensiamo a vivere serenamente la purtroppo breve esistenza che ci spetta, se c’è un dio tanto prima o poi lo incontreremo tutti.
Se poi vuole che gli crediamo, che si facia vedere una buona volta.
Penso che l’aspetto interessante della notizia sia un altro. E’ comico che un cristiano in India invochi, nei propri interessi, la liberta’ di religione garantita dalla costituzione locale quando qui da noi la Chiesa, nei propri interessi, si adopera continuamente per annichilire gli stessi diritti.
Ennesimo esempio di bieco relativismo.
Mi ricordo i favolosi anni 70 quando sembrava che le religioni fossero tutte destinate al macero. formidabili, quegli anni. cosa è successo poi? Gli islamici hanno preso il potere in iran ed arrivato l’effetto domino
Beh Nerone non sono d’accordo. Posso darti ragione per quanto riguarda il mondo islamico, in cui in effetti dopo la rivoluzione iraniana c’e’ stata una fortissima svolta fondamentalista, ma cosa c’entra l’India o il mondo occidentale? Io penso che la caduta del comunismo abbia certamente favorito molto il ritorno alle religioni; in India per quanto ne so il problema e’ sempre stato presente, gia’ Gandhi ebbe le sue colpe favorendo (in maniera non del tutto consapevole, probabilmente) il nazionalismo indu’. Purtroppo ha ragione Jeeezuz, in India c’e’ un diffuso sentimento reazionario, come mi confermano molti indiani, pero’ non e’ solo da un annetto purtroppo. Tra l’altro molti di questi indiani mi dicono che in effetti nel passato c’era piu’ liberta’, in particolare per quanto riguarda il sesso. Non sempre progresso materiale e emancipazione vanno a braccetto….
guarda caso, asianews, noto sito cattolico, è contro l’intruione della religione nella vita civile e a favore della laicità (o laicismo) dello stato in un paese dove i cristiani sono i minoranza. Mi chiedo che cosa pensi del crocifisso che in italia viene considerato il pilastro della nostra identità nazionale…sarà coerenti con ciò che si afferma per l’india!!
Purtroppo finisce sempre così: una religione maggioritaria in un popolo tende ad eliminare tutte le minoranze. Fatto questo diviene aggressiva e tende ad espandersi in tutto il mondo. Ogni religione vuole realizzare un impero teocratico globale, altro che separazione tra stato e chiesa, tra politica e religione.
Ogni religione si pone come l’unica vera religione e tende a prevaricare le altre. In Italia la Chiesa ha indubbi privilegi ed è sommamente contraria a perderli, anzi vorrebbe averne di più per avere il completo monopolio delle religioni. Quando Marx affermò che la religione è l’oppio dei popoli, disse una frase troppo gentile nei confronti delle religioni, il loro effetto è più deliterio.
è prorpio nella natura delle religioni prevaricarsi a vicenda, non c’è niente da fare, piuttosto penso a tutte la associazioni e le persone laiche e razionaliste dell’india, strette come sono tra l’incudine e numerosi martelli. Anche loro hanno molta strada da fare.
l’unico vero dio l’unico in grado di donare senzazioni bellissime ;
lui il brunello ………… infondo e’ il sangue di un dio: prendete e bevete io sono bacco
tutto il resto son chiacchiere ….
Terribile sentenza, spero venga presto annullata. Comunque pare anche a me che in India il nazionalismo religioso stia sempre più prendendo piede.
Per quanto riguarda la reazione dei cattolici indiani, è giustissima. Solo che è speculare alle nostre quando sentiamo parlare di crocifissi in aula e radici cristiane nella costituzione europea. Almeno i cristiani imparassero qualcosa, dall’essere discriminati in giro per il mondo…
muccus sacrus.
“Non ce ne frega niente:
nè del pilastro dell’induismo
nè che la libertà religiosa – di qualunque religione – sia garantita.
Bisogna avere delle religioni e dei sacerdoti
– i norcini della mente, che abusano mentalmente dei bambini –
la stessa stima e considerazione che abbiamo dei pedofili.”
Io invece ho di tè la tessa stima e considerazione che ho di un Ayatollah
Smorziamo i termini, tutti quanti. Mi pare che siamo tutti d’accordo sul fatto che la Gita, cosi’ come qualunque testo religioso, non deve diventare obbligatoria per tutti. Pero’ devo dire che non ho capito esattamente che cosa abbia stabilito quell’alta corte: che tutti gli Indiani devono studiare la Gita? “Questa dottrina, sostiene ancora la sentenza, deve essere applicata anche ai fedeli di altre religioni.” Beh, la dottrina della Gita dovrebbe essere applicata da/a qualunque essere umano…
Mi spiego: la Gita me la sono letta e riletta, e’ un libretto di una cinquantina di pagine tratto dal gigantesco poema epico Mahabharata. A differenza di altri testi cosiddetti sacri, non contiene violenza, ne’ maledizioni, ne’ intolleranza. E’ un testo intriso di compassione e tolleranza. C’e’ un passaggio interessante che e’ l’esatto opposto del “Io sono un dio geloso” della bibbia: se qualcuno prega in modo “sbagliato”, dice Khrisna, non andategli a rompere le ##, tanto prega me anche se non lo sa (il senso e’ questo).
Quel giudice dovrebbe applicare per primo la Gita, che dice esplicitamente che tutte le religioni sono equivalenti e che non si deve andare a sindacare su chi prega come, o addirittura non prega.
Paolo Malberti, mi sembri proprio indottrinato da Calderoli.
Ci vogliono altri toni e cervello.
ma mi spiegate perché tutti i dibattiti tra “clericali” e “laicisti” in cui ci si imbatte sul web debbano essere in prevalenza caratterizzati da intolleranza reciproca, toni da osteria e una buona dose di inconsapevolezza delle materie di cui si va blaterando?
è possibile che debba essere questo il livello?
putroppo ho l’impressione che uno strumento potenzialmente straordinario per la diffusione della conoscenza come questo si stia riducendo a mezzo di propagazione di vieti luoghi comuni, ottusi pregiudizi e processi sommari. con buona pace sia dell’amore cristiano sia di un autentico, pacato raziocinio.
insomma questa società civile è davvero migliore delle caste di politici, giornalisti, ecc. contro cui si scaglia quotidianamente?
oppure le varie caste sono semplicemente fatte a sua immagine e somiglianza?
Ma in India una cosa così importante può essere decisa da un unico giudice?
Quoto magar
Questo è il destino che ci attende, se non reagiamo fermamente all’offensiva reazionaria del Vaticano.
Sul piano delle religioni pare ci sia una levata di scudi e un infervorameno ovunque. Se ci fossero ancora gli indiani d’America avremmo anche una rivolta tendente a riaffermare il culto di Manitù e la cacciata dalle praterie dei coltivatori. Il problema è che di fronte all’incedere incessante del progresso, della tecnologia, della scienza, della globalizzazione dei costumi e dei saperi ecc. si provocano naturali fenomeni di disidentificazione etnica che costringono i popoli ad aggrapparsi alle bandiere, ai riti, agli usi degli antenati, dei bisnonni, ai cerimoniali. Sono fenomeni sociologici comprensibili che si producono anche laddove non ci sono tradizioni. Si inventa una tradizione anche quando questo non è mai esistita – il Bossi va a compiere il rito del Po. Tutto questo pattume di finto “revival religioso” o pseudoreligioso verrà comunque spazzato via nel giro di una generazione.
Per Bruna: infatti come si dice “una sentenza non fa legge”, è solo una sentenza di un giudice, fra l’altro di un solo stato della federazione, che sta facendo molto clamore e come tale è impugnabile.
Dovesse arrivare in alto la cosa, si andrebbe a cozzare con la costituzione federale indiana che è laica.