Mario Adinolfi, la vita e la morte (e la bioetica)

Alice News, 14 settembre 2007:

Sulla eutanasia io la penso come Ratzinger e dico che il mio Pd non approverebbe una legge sull’eutanasia attiva, afferma il blogger Mario Adinolfi, candidato alle primarie del 14 ottobre. Annunciando che punterà la sua campagna sui temi “sensibili”.

Nessuno si risparmia quando si tratta del Papa (ma quanti sono contrari alla eutanasia cosiddetta attiva, eh, quanti? Ma citiamo il Papa, ovviamente, che è più autorevole). Suggerirei a quanti vogliono dire la loro su simili temi (e a maggior ragione a quanti vogliono puntarci una campagna politica): di dismettere questa cacofonia dei temi sensibili, è fastidiosa imprecisa e molesta quasi quanto bipartisan e un attimino. Di leggersi qualche libro al proposito e non soltanto le agenzie di stampa o le dichiarazioni del Papa.
Se si nutrissero dei dubbi sul tenore delle dichiarazioni di Adinolfi, basta leggere dal suo post sulla dichiarazione papale circa lo stato vegetativo permanenente (per rimanere di sasso):

Per quanto ormai pecorella smarrita di quel gregge, sono formato cristianamente e credo che solo la Chiesa cattolica abbia il merito di porre l’attenzione sulle questioni ultime della vita e della morte. È utile cominciare a discuterne anche in rete.

Solo la Chiesa? Siamo davvero messi molto molto male. Per non parlare del commento (n. 6) lasciato dallo stesso Adinolfi al post suddetto:

Io credo che uno stato del ventunesimo secolo debba, in materia di bioetica, legiferare e poi sottoporre tali leggi a referendum confermativi…solo la democrazia ci dice cosa può essere giusto e cosa no, non riesco a trovare altri metodi…mi fido del giudizio della comunità in cui vivo.

Solo la democrazia ci dice cosa può essere giusto e cosa no? Anche in filosofia politica siamo messi maluccio. Adinolfi è davvero convinto che la democrazia avrebbe il potere (dovrebbe avere il potere) di scalfire la nostra libertà, basta che ci sia la maggioranza? Adinolfi accetterebbe senza protestare se la democrazia dicesse che è giusto picchiare le persone? O torturare i prigionieri? Oppure che la vita è sempre un bene prezioso, sacra e inviolabile, di cui non possiamo disporre e il concepito è uno di noi (con tutte le implicazioni derivanti)? Mi sembra molto ingenuo e assolutamente ridicolo. Forse fa molto amico del popolo dire di fidarsi della comunità in cui si vive, al punto da lasciarsi naufragare in questo mare, ma qualche paletto io lo metterei. Qualche paletto a circondare il mio spazio intoccabile di autonomia, che nemmeno un plebiscito potrebbe calpestare. Non credo sia necessario elencare i casi in cui la maggioranza potrebbe diventare dispotica (mi chiedo se, invece, potrebbe essere utile citare qualche voce bibliografica, tanto per approfondire la questione. Rimango a disposizione).

Articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica 

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9 commenti

Flavio

Quindi Adinolfi, anche se pecora smarrita, fa parte del gregge papalino. Complimenti.
Almeno c’è una blogger intelligente come Chiara Lalli che alza il livello.

Lamb of God

@Lik

“er trans c’ha er pisello e je piacciono quelli cor pisello, giusto?”

Ma questo è Totti sotto mentite spoglie! 🙂

Flavio

@ Lik

Ma sarà uno che ha usato il nome di Adinolfi… non posso credere che sia così becero, anche per uno “formato cristianamente” 😉

faidate

Suggerisco ad Adinolfi di includere tra i temi sensibili la guerra che si dice riguardi anche la vita e la morte (spesso di individui sani, innocenti e che non vogliono proprio morire, anche se magari sono un po’ musulmani). Adinolfi giuri (sul suo dio) di dimettersi se non promuoverà un democraticissimo referendum a proposito della guerra (si vocifera che francesi e americani si stiano preparando per una guerra lampo in Iran, cfr. Repubblica del 17/9).

lik

@ faidate

Perché non organizzi una manifestazione di atei in Iran 🙂 ?
Credo che Adinolfi sia un cattopacifista, non credo comunque che un referendum in Italia possa avere una qualsiasi influenza sugli americani. Preferisco poter votare su altre cose.

Arcibaldo

…nel frattempo il partito a futura memoria del PD perde i pezzi per strada: dopo gli esponenti della sinistra democratica, oggi è stato il turno di Dini, Manzione e Bordon a lasciare la compagnia…

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