Festini e minacce a Firenze. L’indagine porta alla Curia

La sentenza di condanna del tribunale della Chiesa sembrava aver chiuso la vicenda. E invece l’inchiesta penale su don Lelio Cantini, il parroco di Firenze di 82 anni riconosciuto colpevole dai suoi superiori di abusi sessuali nei confronti di alcune ragazze, adesso entra nelle stanze della curia. Esplora i rapporti tra il prete e quello che era il suo allievo prediletto, il vescovo ausiliare del capoluogo toscano Claudio Maniago. Verifica alcune denunce che lo coinvolgono in festini a luci rosse e tentativi di plagio di alcuni fedeli per costringerli a cedere le loro proprietà. L’alto prelato non risulta iscritto nel registro degli indagati, ma nei suoi confronti sono già stati disposti accertamenti e controlli. I magistrati hanno acquisito i tabulati delle sue telefonate e ora si concentrano sui conti correnti bancari proprio per stabilire la fondatezza delle accuse.
La primavera scorsa, tre anni dopo l’arrivo delle prime denunce, don Cantini e la sua perpetua Rosanna Saveri si rifugiano in un convento per sfuggire al clamore che il caso ha suscitato. Oltre una ventina di donne hanno accusato il sacerdote di averle violentate quando erano minorenni. Numerosi parrocchiani sostengono di essere stati plagiati e costretti a consegnargli denaro e beni immobili. L’obiettivo dichiarato da don Lelio era quello di creare una nuova Chiesa «non corrotta» e di trovare «ragazzi da inviare in seminario per colonizzare la struttura ecclesiale». Le presunte vittime si rivolgono alla curia e poi scrivono al Papa sollecitando le sanzioni previste dai tribunali ecclesiastici in attesa che arrivi il giudizio della magistratura ordinaria. Si tratta di fatti avvenuti molti anni fa, temono che alcuni reati vadano in prescrizione. La Chiesa intanto decide di intervenire. Il 2 aprile scorso l’arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli e il suo ausiliare Maniago vengono ricevuti in Vaticano da Benedetto XVI proprio per affrontare la vicenda e decidere gli eventuali provvedimenti. Il processo penale amministrativo autorizzato dalla Congregazione per la dottrina della fede è già stato avviato.
E si conclude qualche settimana dopo con una condanna che lo stesso Antonelli definisce «esemplare»: don Cantini è colpevole non soltanto di abusi sessuali, ma anche di «falso misticismo e controllo delle coscienze». Un plagio dunque. Il parroco non potrà più svolgere alcuna attività, viene di fatto interdetto. […] In procura alcuni testimoni raccontano però una diversa verità. Due dipendenti della curia e due sacerdoti accusano Maniago di aver sempre saputo quale fosse la vera attività di don Cantini, che era il suo padre spirituale, e di averlo «coperto». Lo accusano soprattutto di aver partecipato alla gestione del patrimonio immobiliare sottratto ai parrocchiani. Poi vanno oltre e sostengono che anche lui avrebbe partecipato a festini a luci rosse. Parlano di diversi episodi, l’ultimo sarebbe avvenuto nel 2003. «Più volte — affermano — ci ha minacciato per costringerci al silenzio, ma adesso non possiamo più tacere».
I magistrati li ritengono attendibili e dispongono verifiche mirate. […] Il 21 aprile si presenta in procura Paolo C., 40 anni. Dice di aver deciso di parlare dopo aver letto i giornali, aver saputo quanto stava accadendo. E torna indietro di dieci anni. «Era agosto 1996 — racconta — e io, che sono omosessuale, avevo messo un annuncio su un giornale, nella rubrica “incontri sadomaso”. Attraverso il fermo-posta fui contattato da una persona che mi diede appuntamento alla Certosa. Quando arrivò mi accorsi che era un sacerdote. Mi portò in una parrocchia vicino Cecina dove c’era anche un dormitorio estivo. Mi disse di chiamarsi don Andrea. Lì trovammo un altro prete e due ragazzi, certamente meridionali. Ebbi con lui un rapporto sessuale, poi rimasi la notte. Il giorno dopo mi dissero che sarebbe arrivato quello che loro chiamavano “il padrone”. La sera ci fu l’incontro di gruppo, quel sacerdote l’ho riconosciuto in fotografia. Era Claudio Maniago ».
L’uomo entra nei dettagli, si sofferma sui particolari. «A un certo punto dissi basta, non potevo continuare». Paolo C. ricorda la sua fuga, la crisi. Dice di averne parlato con don Andrea «che in seguito mi aveva contattato varie volte». E aggiunge: «Mi offrirono dei soldi, poi mi fecero un bonifico. Avevo paura che si potesse pensare a una sorta di estorsione per comprare il mio silenzio, ma loro mi dissero che volevano farmi soltanto un’offerta». Sono poco più di tre milioni di lire. Il testimone fornisce i dati per risalire all’operazione, i pubblici ministeri delegano la polizia a effettuare le verifiche. Il passaggio di denaro viene rintracciato sulla Banca delle Marche. Ora proseguono gli accertamenti patrimoniali per scoprire se ci siano stati altri episodi analoghi. Soltanto quando il quadro sarà completato si deciderà se formalizzare le accuse. Prima dell’iscrizione nel registro degli indagati i magistrati vogliono incrociare i dati a disposizione ed effettuare altri riscontri.

Fonte: Corriere 

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25 commenti

dadaLito

però, anche noi, a pubblicare sempre di ste notizie ci faremo o no la figura dei mangiapreti? 😉

enrico matacena

Queste notizioe mostrano come il fenomeno degli abusi da parte dei preti non si tratti di alcune mele marce , ma di un fenomeno diffuso che riguarda spesso anche alti gradi della gerarchia, i quali anche quando non direttaemnte coinvolti , diventano comunque favoreggiatori. Bisogna pubblicare queste notizie perchè gli italiani devono capire con che raza di gentaglia hanno a che fare.

Cris

Complimenti alle “presunte vittime” per essersi rivolte alla curia e al papa sollecitando l’intervento del tribunale ecclesiastico, anziché denunciare il tutto alla magistratura italiana.
Così don Cantini ha avuto la “condanna esemplare” di essere interdetto dalla Chiesa, anziché finire in galera.
Speriamo che finalmente anche la giustizia italiana faccia il suo corso.

Francesco

ammazza che ambientino la curia fiorentina….eh però!!
D’altronde, chi predica che la sofferenza ed il sacrificio sono la via per la salvezza non può che apprezzare il sado-maso.

Simone

Se si legge bene l’articolo si capisce che le vittime hanno chiesto l’intervento della “giustizia” ecclesiastica sì, ma in attesa dell’esito della giustizia ordinaria di Stato che difatti sta indagando.
La cosa che mi dispiace è che questo è solo un raro caso in cui la cosa finisce in magistratura. Di solito, molti casi come questi, si insabbiano tutti in Vaticano.

Steve

Qui c’è di mezzo un giovane vescovo che sarebbbe stato protagonista, secondo le denunce, di orge sadomaso gay condite da minacce.

E’ un fatto di una gravità asssoluta, perché coinvolge un vescovo, non un preticello qualunque.

Vash

Ho sentito questa notizia poco fa al tg2 che si è dimostrato a dir poco genuflesso nei confronti della Chiesa, infatti con tono altisonante ha detto che il prete accusato di violente è stato condannato dal tribunale della chesa, ma figurarsi se veniva specificato che la condanna consisteva materialmente in un semplice spostamento!!
Mi stupisce anche la presa di posizione di chi conduce le indagini che si lamenta della fuga di notizie. Secondo me non è vero che questa fuga di notizie danneggerebbe l’indagine, infatti costringerebbe la chiesa a consegnare i propri aguzzini a meno di non voler fare la figura dell’associazione a delinquere!
Cosa dire poi del vescovo Maniago che ha sostenuto che dopo aver saputo degli abusi non si è pubblicamente indignato ma è rimasto (segretamente) molto dispiaciuto.

Rudy

Ma la Binetti col cilicio….dov’èèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè???

Jeeezuz

OH! ma sti preti copulano più di un universitario fuorisede.
averlo saputo prima mi iscrivevo a teologia!
fuorisede, naturalmente…

rossotoscano

festini sado-maso… incontri con ragazze minorenni… ragazzi escort… plagio… omertà… manipolazione delle coscienze… che dirà buttiglione? l’omosessualità va sradicata? si vergogni lui e tutti questi lupi vestiti da caproni…

Steve

Questa storia è più pecorecccia di quella di padre (ma pare di chi?) Fedele Bisceglia e della suora in perizoma che lo ha denunciato per violenza sessuale.

Nel p.c. del fratacchione dal cordone sciolto, nell’Oasi francescana, fu trovato un filmino porno amatoriale dal titolo inequivocabile “Il diavolo in convento”.

Ale@work

E intanto la notizia è scomparsa dalla home page del Corriere a tempo di record :-/

Ale@work

Chiedo scusa, la notizia c’è ancora, in piccolo. E ho anche controllato due volte: ho bisogno di una visita oftalmologica 😎

lugachov

e poi Bagnasco ci viene a parlare di perdita dei valori…

o magari si era guardato un attimo intorno ???

🙂

ciceracchio 2la vendetta

non e’ miga peccato; se loro i preti fanno sesso su un materasso imbottito di ceci .
se obbligano persone a fare sesso ricattandoli , fa’ sempre parte di quei valori cattolici
apostolici romani di cui parla il bagnasco ..

ciceracchio 2la vendetta

no cardinal no vescovo ???? non preti ??? niente sesso party …………………

ren

Eh si. Bagnasco continua a menarla all’Italia con la crisi morale. Perchè non guarda dentro casa e non ce la smette una buona volta, ipocrita.

luigi

Chissà quanti fatti come questi di Firenze sono avvenuti e avvengono tuttora in ogni parte del mondo e molto spesso finiscono con in nulla di fatto in quanto sono pochi quelli che hanno il coraggio di denunciare la violenza subita anche perchè concorrono tantissimi fattori: vergogna, paura, sottomissione ai prelati,corruzione da parte dei prelati che pagano il silenzio del violentato. E tra quei pochi che denunciano non denunciano alla Magistratura,ma scrivono al vescovo o al cardinale che risolveranno a loro modo tutta la faccenda. In pratica metteranno tutto a tacere. CHE SCHIFO!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Arcibaldo

Giovanni Boccaccio avrebbe potuto aggiungere qualche capitolo in più al suo Decamerone…d’altronde la location è la stessa.

Prosatiro

Però stò fratacchione a 82 anni riesce a fare certe cose…un vero miracolo!

Simone

Certo che quando saltan fuori le cosine da seminari, sono più pecorecce di un film di Lando Buzzanca anni ’70!

Steve

Qui si parla di un vescovo che farebbe orge sadomaso gay e minaccerebbe i suoi compagni di merende, non di seminari.

Un vescovo implicato in uno scandalo del genere una cosa grave, non per i festini in sé per sé, ma per lo sputtanamento che ne deriva.

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