L’eutanasia: dove sta le fede, dove sta la ragione

Caro direttore, Giacomo Samek Lodovici, in un articolo su “Avvenire” del 12 settembre, ricordando il discorso del Papa l’anno scorso a Ratisbona, parla di fede e ragione. Però non tiene assolutamente conto dell’una e dell’altra quando definisce l’eutanasia “forma di falso amore”. Negare l’eutanasia a chi la invoca per porre termine ad inutili insopportabili sofferenze, significa rinunciare alla fede e alla ragione. Il rifiuto dell’eutanasia contrasta col concetto della infinita bontà e misericordia di Dio. L’eutanasia è in perfetta armonia con i precetti: “Quanto dunque desiderate che gli uomini vi facciano, fatelo anche voi ad essi” (Mt 7, 12); “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12). Sembrerebbe contrastare col comandamento “Non uccidere”, che significa non “togliere la vita con mezzi violenti” (Devoto – Oli), ovviamente a chi non vuole o non vorrebbe affatto morire. Ma non è questo il significato dell’eutanasia. Lodovici, per affermare che l’eutanasia è forma di falso amore, dovrebbe dimostrare che essa va a svantaggio del malato; che è un male e non un bene.

La lettera di Veronica Tussi è stata pubblicata sull’Unità del 14 Settembre 

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7 commenti

Daniela

Dovrebbe dimostrare? Ma questa persona vuole troppo da questo Lodovici, loro non hanno bisogno di dimostrre niente, Dio e la chiesa è tutto quello di cui hanno bisogno ed è stato detto loro di imporlo anche agli altri perchè gli altri sono delle pecorelle smarrite da mettere sulla retta via. La ragione, la razionalità l’umanità, non sanno che farsene di tutto ciò, lodovici e le altre pecorelle non smarrite sono dei soldatini che obbediscono al loro comandante ne più ne meno.

Lady Godiva

Dove sta la fede, sta la ragione.
Nel senso che chi non ha fede ha torto.
Elementare, Watson

forzalube

Ma i giornali pubblicano solo le lettere di Renato Pierri e Veronica Tussi o è il sito dell’UAAR che pubblica solo le lettere di questi 2?

Paolo Malberti

Quasi tutti i sistemi (che si dicono) morali condividono la massima: “Non fare del male a nessuno, ma, appena puoi, aiuta tutti”.
Questa massima pero’ non basta. Per tradurla in pratica bisogna conoscere anche il genuino fondamento della morale.
Ad esempio, di fronte ad un malato terminale che, sopraffatto dal dolore, vuole consapevolmente farla finita, «aiutarlo», per chi crede che il fondamento della morale stia nel comandamento del suo Dio di turno, significa confortarlo nella sofferenza fino all’ultimo giorno, mentre per un non credente, semplicemente mosso dalla pietà, potrebbe anche significare eutanasia.
Ma il fondamento della morale è la compassione (come dimostra Schopenhauer), non l’ubbidire al comandamento di Dio o Allah, altrimenti non si va in paradiso (questo è egoismo).

PS
Certo che l’Unità ha rubato parecchi lettori a Famiglia Cristana!

Sandra

Se si prendesse per buona la versione raccontata dal Vangelo, di un Cristo che lungi dal cercare scampo fuggendo o nascondendosi, attende l’arresto avendo certezza della morte, allora si parla praticamente di suicidio per interposta persona; se si osserva la stessa circostanza dal pundo di vista dell’agire del suo divino padre, che secondo l’usanza tribale offre il figlio al pari di un agnello o qualsivoglia animale sacrificale, per quanto tutti sappiamo che tali usanze erano comuni pressocchè in ogni angolo del mondo, e figli, agnelli, lama e vigogne, schiavi e via dicendo venivano offerti agli dei da tempo immemorabile, allora si parla di omicidio, eppure, ciò non passa per la mente del credente, e se per caso vi passasse, sono numerose le illogiche spiegazioni fornite a giustificazione di un atto ingiustificabile. Se si parte dal punto di vista che solo Dio è padrone della vita, che la da e la toglie quando viene il momento propizio, allora l’eutanasia, ovvero la morte cercata con volontà propria per far fronte ad una realtà insostenibile, è comunque volontà divina, altrimenti, lo spegnimento di un semplice macchinario o l’ingurgitamento di apposite sostanze, non sarebbe sufficiente alla bisogna, se il divino indice si opponesse alla volontà di coloro che avessero deciso in tal senso. Se poi chi tanto parla di libero arbitrio, con un minimo di coerenza lasciasse che venisse esercitato, semplicemente altro non farebbe che compiere il proprio dovere, rispettando la volontà del prossimo. Quella del non credente, visto che di certi punti di vista non sa che farsene, e quella del credente, il quale parte dall’idea di una benevolenza divina e di una carità infinita che in ultimo lo salveranno; tali qualità, paiono sconosciute, a tutti coloro che nascondendosi dietro al farraginoso dettame divino, non fanno che dar mostra di una crudeltà fuori dal comune, di una totale incapacità di rispettare il libero arbitrio dei propri consimili, ed in definitiva di non credere tanto nel fatto che solo Dio possa giudicare; di certo, non sono tanto interessati alla misericordia divina quanto al divino castigo, dal quale evidentemente sono sommamente affascinati o spaventati, ed in virtù di una qualche tremenda colpa da espiare, della quale solo loro sanno senz’altro il perchè, pretendono di pagarsi uno sconto di pena infliggendo pene agli altri… oggi non sono molto disposta alla comprensione, anzi, sono proprio adirata!

pietro

Eutanasia significa, letteralmente, buona morte (dal greco ). “Ma non esiste una morte dignitosa – per dirla con la frase che il dr. House, dell’omonimo telefilm, grida alla paziente che vorrebbe lasciare le cure e lasciarsi andare – la morte è sempre orrenda.”
( uccidere – da dizionario garzanti – significa “privare della vita, privare della vita, far morire abbattere” e inoltre non è necessario un mezzo violento come si evince dalla frase “fu ucciso da un infarto” ).

Lady Godiva

PS
Certo che l’Unità ha rubato parecchi lettori a Famiglia Cristana!

Ho la stessa impressione anch’io.
Peppone sulla via di Damasco?

😆
😆
😆

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