Probabilmente Darwin, intento a scrivere The origin of species nello splendido isolamento della campagna inglese, non immaginava che la teoria dell’evoluzione avrebbe suscitato ad oltranza accesi dibattiti, di natura filosofica, religiosa o sociale, prima ancora che scientifica. Certo, la teoria di Darwin non appartiene soltanto al background culturale di naturalisti e biologi, ha introdotto un modo nuovo di pensare al prodursi e al manifestarsi della “dimensione umana”. La questione degli usi ideologici di Darwin e del darwinismo è il tema della conferenza pubblica “Buoni nonostante Darwin? L’etica di fronte alla sfida evoluzionistica” in programma venerdì 21 settembre a Trento, su iniziativa del Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler (Trento), in collaborazione con il Museo Tridentino di Scienze Naturali. Il programma prevede la relazione magistrale di George Levine, professore di letteratura inglese alla Rutgers University (New Jersey, U.S.A), autore del libro Darwin loves you: natural selection and re-enchantment of the world (letteralmente Darwin ti ama: la selezione naturale e il reincantamento del mondo).
Senza entrare nel merito della disputa tra evoluzionismo darwiniano e fautori del “disegno intelligente”, o nelle visioni sociobiologiche che estendono la teoria dell’evoluzione ai comportamenti sociali, le argomentazioni di Levine partono dall’opera di Darwin e aprono un’altra prospettiva: è ancora possibile provare un senso di incantamento, di meraviglia e stupore, nonostante il progredire delle conoscenze sui meccanismi della vita? Il libro nasce proprio per contestare l’ipotesi avanzata originariamente da Max Weber, ossia che uno sforzo di intellettualizzazione e razionalizzazione del mondo comporti inevitabilmente la perdita dell’incantamento. Ma se Darwin stesso non lo perse mai, come dimostra l’entusiasmo e la passione traboccante dai suoi scritti, cosa possiamo dire di noi? Non proviamo forse un infinito stupore, come davanti ad un miracolo della natura, ogni volta che nasce un bambino nonostante siano noti gran parte dei processi della riproduzione e dello sviluppo? O conoscere l’anatomia degli uccelli può privarci della delizia nell’ascoltarne il canto?
Il discorso di Levine si inoltra insensibilmente su un terreno minato quando affronta la dimensione morale dei risultati della scienza: davvero, come sosteneva Matthew Arnold, i fatti non ci daranno altro che conoscenza? Una conoscenza non sufficiente per riuscire a raggiungere o apprendere il valore estetico e morale. […]
La conferenza-dibattito si inserisce nell’ambito delle iniziative del progetto di ricerca ad ampio spettro ”Il futuro della natura umana” del Centro per le scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Se definire i termini di ciò che debba intendersi per “natura umana” è un’impresa ardua, ancora più difficile appare delinearne il futuro. Forse, riferendoci a Darwin, dovremmo ammettere che nel mondo complicato, difficile e veloce dei nostri giorni, il modo di osservare e comprendere la natura, i comportamenti dell’uomo e degli animali e finanche il nostro stesso modo di pensare, sono processi in continua evoluzione. E’ la tesi a cui sembra approdare Five minds for the future, l’ultimo libro di Howard Gardner, il padre della teoria delle intelligenze multiple: per affrontare le sfide del futuro sarà utile e necessario sviluppare una mente sintetica, rispettosa, etica, disciplinata e creativa, evitando possibilmente di cadere nelle trappole di una mente determinata a non cambiare mai idea sulle cose. Per continuare a stupirci e a meravigliarci ancora.
L’appuntamento con George Levine è il 21 settembre alle ore 17.00 nell’Aula Magna del Museo Tridentino di Scienze Naturali, via Calepina 14, Trento. Durante l’incontro verrà presentato il libro “Un’idea di umanità. Etica e natura dopo Darwin” (EDB, 2007), di Paolo Costa, ricercatore del Centro per le Scienze religiose.
Etica e scienza a confronto
5 commenti
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“per affrontare le sfide del futuro sarà utile e necessario sviluppare una mente sintetica, rispettosa, etica, disciplinata e creativa, evitando possibilmente di cadere nelle trappole di una mente determinata a non cambiare mai idea sulle cose”. Cioè è necessario osservare la natura con mente aperta, oserei dire laica, senza disegni intelligenti e religioni stupide.
“l’ipotesi avanzata originariamente da Max Weber, ossia che uno sforzo di intellettualizzazione e razionalizzazione del mondo comporti inevitabilmente la perdita dell’incantamento” , posso parlare solo per me, credo chel’ntelletatualizzazione e la razionalizzazione di per sé non siano in grado di snaturarci; la mia vita è piena di stupore e meraviglia e sogni; mi meraviglia non solo ciò che man mano scopro ma perfino ciò che già ho scoperto e la meraviglia è fonte di gioia, talvolta di una gioia insieme innocente e prepotente come quella dei bimbi, altre, è leggera e inafferrabile poesia; è un incantesimo libero da superstizioni
In futuro e necessario sviluppare una mente sintetica, rispettosa, etica, disciplinata e creativa,interessa a tutti, imposibile un’alleanza tra fede e ragione (disegno intelligente), ocorrera quindi in futuro comprendere meglio come funziona la natura, l’uomo, il cervello, la intelligencia umana le opposte divergenze cientifiche e ovviamente rinunciare ad assurde dispute ideoreligiose anche si con le miglior? intensioni confondono il fenomeno teologia religiosa versus ragione scientifica. Ocorrera’ quindi in futuro comprendere piu a fondo come funziona il sofisma fondamentalista cristiano in America.
Mi sembra un interessante argomento!
Ma non vorrei che sfuggisse a nessuno il fatto che l’uomo è ciò che è perchè ha evolutivamente sviluppato l’intelligenza anzichè gli artigli o le ali! L’stinto alla ricerca di una spiegazione per le cose è NOI ed il fatto che abbiamo inventato uno strumento, la scienza, che lo fa in modo efficacissimo non deve essere considerato una snaturazione/limitazione della nostra natura ma, anzi, una sua fantastica attuazione!
Ma quanto ci vuole per l’approvazione?
Cosa c’era di strano da bloccarlo?