La Messa potrà essere celebrata, oltre che in italiano, non soltanto in latino ma anche in siciliano. È l’iniziativa lanciata dal presidente della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo, annunciando che una funzione in dialetto sarà officiata domenica prossima, alle 19, nell’ambito del Primo festival del folclore siciliano.
“Sarà una Santa Messa con canti, preghiere, inni e salmi tutti in rigorosa lingua siciliana – spiega l’eurodeputato – perchè il siciliano ha tutte le caratteristiche per essere considerata un lingua e trattata come tale”.
“Ci sono dei momenti liturgicamente considerati “forti” dalla Chiesa, quali l’Avvento o la Quaresima e la Settimana Santa che già si prestano particolarmente ad essere vissuti con canti e litanie della tradizione – aggiunge l’assessore provinciale alle Politiche culturali, Serafina Perra – ma una Santa Messa in lingua siciliana riesce ad esaltare l’intensa spiritualità di un popolo che ha sempre tratto linfa e sostegno dalla fede. Pensiamo – conclude l’assessore – di poter offrire ai giovani questo modello, riproponendolo in chiave culturale perchè possa essere condiviso e rappresentare una sorta di ponte generazionale”.
in effetti toccare il fondo a volte può risultare impossibile….
Cose così lasciano senza parole.
In Italia, purtroppo, ci sono cardinali, vescovi, preti, frati e suore che si occupano di politica.
Per par condicio ci sono pure i presidenti di provincia che si occupano di religione. Il suo cognome sembra una presa in giro, dato il contesto.
tutto ciò che riguarda la fede ha sempre fatto folclore, nel buon e cattivo significato del termine, e oggi più che mai.
cmq che bello non vedo l’ora di andarla a vedere sta messa, proporrei per alimentare il folclore, sempre per il bene della causa si intende, che il vescovo al posto della tiara indossi una bella coppola siciliana, con il coro che suona il marranzano, a posto del vino classico lo zibibbo e dell’ostia i tarallucci e con una lupara in una mano e nell’altra un taralluccio, dire:
cooooppo di cristu!
e u figghiuzzo: baciamo le mani vò scenza!
😆 😆 😆 ……
Beh che il siciliano abbia tutte le caratterstiche d’esser considerato una lingua passi, in fin dei conti una delle prime manifestazioni letterarie qua in Italia è stata la Scuola Poetica Siciliana, e in ogni caso tutti i dialetti prima di essere stati retrocessi a tale funzione son stati lingue.
Ma che si utilizzi la nostra lingua “addutata di patri” (per citare il nostro Ignazio Buttitta), per i fini elettorali di Lombardo (a proposito tale cognome è parecchio diffuso qua in Sicilia ed ha motivazioni storiche, di conseguenza i non siciliani evitino battute facili e stupide) e per rafforzare la posizione della chiesa qua in Sicilia, mi fa veramente schifo.
In ogni caso penso sempre che fate la messa come volete, me ne sbatto, tanto in chiesa non metto mai piede, e per quel che riguarda i giovani qua in sicilia quelli cristiani saran sempre troppi ma meno di un tempo.
don ratzi, baciamo le maniiiiii
hanno iniziato a trivellare il fondo, francesco
E’ un’iniziativa smaccatamente politica, promossa da un furbastro che si riscopre sicilianista per opportunismo, ma visto il livello culturale di chi va a messa in sicilia, e’ sempre molto meglio di fare la messa in latino. E poi ai vari Santapaola, Aglieri, Provenzano, come fai a fargli capire il latino, se a malapena sanno l’italiano?
O.t. l’assessore alla cultura citata nell’articolo, sembra che stia deliberando l’acquisto di nr.30 sculture in pietra lavica fatte da un artista semisconosciuto. Non so che ne pensi Grillo o tutti gli
utenti di questo forum, ma non sarebbe una buona idea di chiudere tutte le Province?
soprattutto in quelle provincie italiane dove NON si parla italiano sarebbe bene imporre la messa in italiano possibilmente correggiuto.
pardon, corretto.
Diventerà come la secessione di bossi: tutti vogliono la loro!
Ma che facciano un pò che piffero vogliono. A chi non ci va (io) non dovrebbe interessare granchè. Che la facciano pure in aramaico se preferiscono. Tanto hanno sempre avuto tendenze retrograde.
E perchè non anche in barese? Volete mettere il “maronna benedetta incoroneta” alla Lino Banfi?
sai che novita’ e’ un minuto che la dicono in livornese a livorno ..
bello sforzo il prete e nato nel quartiere di corea……..
da scompisciarsi per le risa
e se il prete non è madrelingua anche di più
Magnifica iniziativa!
Anche le cerimonie di padrinaggio mafioso attingono dal vasto bacino delle tradizioni culturali e valoriali del nostro amato paese.
E per meglio rappresentare l’unita’ nazzzionale e europea, anche quacche parola in lombardo-brianzolo e ‘ngrisi (=inglese) per non dimenticare le piazze finanziarie che danno una pulizzata ai picciuli (=soldi)… 😀
Baciamo le mani, ite missa est.
Essi erano stati mannati da parte dii farisei. L’interogarono e je dissero: “Perché dunque battezzi se tu nun sei er Cristo, né Elia, e nemmanco er profeta?”. Giovanni je rispose: “Io battezzo coll’acqua, ma in mezz’ a voi ce sta uno che vvoi nun conoscete, uno che viè dopo de me, ar quale io nun zo’ degno de sciojeje er legaccio der zandalo”. Questo avvenne in Betània, al di là der Giordano, indove Giovanni stava battezzanno.
Er giorno dopo, Giovanni vedenno Gesù venì verso de lui disse: “Anvedi l’agnello de Dio, anvedi colui che toje er peccato der monno!”
:))))
Iddi ci furunu mannati ppi ccuntu ri li farisei. C’addumannarunu e ci rissiru:”Picchì runqui un ti vattìi si tu un sìi un Cristu, nì Elia, nìmmancu u profeta?” Giuvanni c’ arrispunnìu:” Iu ti vattìu c’acqua,, ma nta vuavutri ci sta unu ca vui un canusciti, unu ca veni ruoppu i mia, cu iu un sugnu rignu ri sciugghiricci u lazzu ru sandalu”. Chistu accarìu in Bitania, ultri u Giurdano, unni Giuvanni stava vattiandu.
U iornu ruoppu, Giuvanni viriennu Gisù veniri versu iddu rissi:”Viri l’agneddu ri diu, viri chiddu ca lieva u peccatu ru munnu!”
Wahahah, un altro tocco di classe dopo il romanesco, sono matti questi cristiani (libera citazione(riveduta) da Asterix).