Francesco Ognibene vuole dire la sua sulla scienza e sulla stampa (La stampa cane accucciato davanti all’uomo delle chimere, Avvenire, 22 settembre 2007).
Descrivendo Stephen Minger (quello delle chimere, se qualcuno fosse distratto) “dal look simile ai profeti della beat generation, l’attesa icona della scienza onnipotente e salvifica, religione dell’uomo ridotto alla sua biologia” non si rende conto di non avere capito quasi nulla degli argomenti di cui parla. […] Ma ecco il suo primo affondo:
Se la scienza di cui Minger si fa portavoce promette di venire a capo di malattie oggi inguaribili, come Alzheimer e Parkinson, perché farle tante domande? Lasciamola produrre umanoidi di madre bovina, senza interferire con questioni inopportune. […] E aspetta l’annuncio di applicazioni cliniche sempre imminenti ma che non arrivano mai.
Umanoidi di madre bovina? Ognibene potrebbe essere pronto a buttarsi capo e collo nella letteratura fantascientifica noir, oppure ad essere reclutato da una produzione di soap opera scadenti. […] Ognibene, poi, pensa che la ricerca sia un po’ come la caccia al tesoro delle sagre paesane. Se cerchi per un paio d’ore, alla fine delle due ore in questione dovrai trovarlo il tesoro (se non lo trovi vuol dire che nessuno ce l’ha nascosto, che ti hanno preso in giro: forse qualche esperienza personale?).
Che Ognibene non capisca nulla di scienza emerge anche dalle sue successive argomentazioni e dalle sue domande scandalizzate (come se non bastasse l’avvio).
le perplessità dettate dal senso comune (cellule tratte da un incrocio sono attendibili?) vengono liquidate come zavorra dei soliti cattolici.
Da quando in qua il senso comune ha una connotazione “scientifica”? Si raggiungono vette di pathos quando si cita il martire, il paladino della Verità. E la zampata finale merita di essere letta in tutto il suo vigore.
Chi osa denunciare l’inganno sembra farlo a rischio della propria carriera, perché lo show chiama sulla ribalta solo profeti ottimisti garantendo in cambio notorietà, prestigio e finanziamenti, mentre scienziati a un passo da risultati clamorosi con le staminali adulte – come Angelo Vescovi – devono bussare a mille porte col cappello in mano. […]. Ecco, questa è l’antiscienza che occorre smascherare, l’ideologia in camice bianco, il miracolismo illusorio. […]. La scienza, quella seria, alzi la voce per zittire gli apprendisti stregoni.
Come si fa a riconoscere l’antiscienza se non si ha la più pallida idea di cosa sia la scienza? Come si fa a dividere la ricerca scientifica come fosse un armadio? Di qua i gialli, nell’altro lato i blu. Però un dubbio mi rimane: se la ricerca smembraembrioni fosse utile, Ognibene dismetterebbe i suoi strali?
Testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica
ops, manca il /blockquote finale..
Naturalmente uno che scrive sciocchezze come queste non può scrivere che su avvenire…
Questo articolista dell’Avvenire mi fa pena.
Quando l’educazione (letteraria) di qualcuno va troppo oltre la sua intelligenza si ottengono questi risultati.
“Umanoidi di madre bovina”??? 😀
Questo quì è deficente…
Non solo il tizio è deficente.Ha pure dovuto studiare per diventarlo
La madre degli imbecilli è sempre incinta ed essendo cattolica si guarda bene dall’abortire, non è vero Ognibene?
questo qui non solo non capisce niente di scienza, ma ne è fiero secondo me, è completamente rincitrullito da scrivere castronerie assurde.
P.s. quella della ricerca come caccia al tesoro nelle sagre paesane, mi ha fatto morire dal ridere
voglio dire, la differenza tra minger e vescovi è che quest’ultimo per motivi personali (religiosi) si preclude diverse possibilità, e poi visto che vescovi opera in italia dove per legge si può fare ricerca solo come piace a lui, come si fa a dire che rischia la carriera e deve andare a chiedere soldi col cappello in mano? bullshit!!!
Tutto sommato quest’articolo mi fà più ridere ceh arrabbiare….
“Non solo il tizio è deficente.Ha pure dovuto studiare per diventarlo” Vero! 😀
A certa gente manca completamente il concetto che gli scienziati non hanno la verità, la verità è nelle cose!! e gli scienziati passano il loro tempo ad interrogare le cose per avere delle risposte che poi devono interpretare. Se l’interpretazione è corretta si è fatto un passo avanti nella comprensione del mondo.
Ma per poter dare le giuste interpretazioni non si può barare: non si può dire “questa risposta delle cose non mi piace” o “quest’altra non è in accordo con la mia ipotesi e perciò la scarto”!
Per fare lo scienziato (vero) un uomo deve essere dotato di una qualità essenziale che si chiama “onestà intellettuale”. E credo che la gente lo capisca avendo provato con mano che la categoria “scienziati” è fatta di gente affidabile!
Mai aprirebbero la bocca non sapendo di cosa stanno parlando ……….
Direi che Ognibene non appartiene a questa categoria!
Comunque non dimentichiamo la solita fonte da cui deriva il prete (con annessi o connessi).
Leggo dal solito Genesi: “Ecco l’uomo è diventato simile a noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non allunghi più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre” Il sapere non è mai visto molto bene. Anzi, fa infuriare il padreterno. Così dio caccia l’uomo e lo immerge nel dolore e nel’indigenza, per poi affidarlo, se vuole la salvezza… a chi? Ma al prete ovviamente (che si presenta in forma “super” come figlio di dio).