“Libero” intervista Giorgio Villella

Giorgio Villella è segretario nazionale dell’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) e con fervore “religioso” mi spiega che lo scopo della sua associazione e di «tutelare i diritti di atei e agnostici, opponendosi a ogni tipo di discriminazione, giuridica e di fatto, nei loro confronti, con iniziative legali e campagne di sensibilizzazione». Da piccolo «volevo fare il missionario in Africa, ma nel tempo sono diventato un ateo militante e mi aiutò ad accettare il darwinismo nientemeno che un sacerdote».
Mi parli della vostra associazione.
«La nostra è l’unica associazione italiana di atei e agnostici completamente indipendente da forze politiche o da gruppi di pressione. Quando sono diventato segretario nel ’99 eravamo 250 soci, ora sia mo più di 2400. Nel nostro gruppo annoveriamo decine di avvocati, docenti universitari, giuristi, commercialisti, insegnanti, informatici, giornalisti, pubblicitari. Personalità di spicco sono nostri copresidenti: Laura Balbo, Carlo Flamigni, Margherita Hack, Danilo Mainardi, Piergiorgio Odifreddi, Pietro Omodeo, Floriano Papi, Valerio Pocar, Emilio Rosini, Sergio Staino».
Siete in polemica con le statistiche più diffuse sul numero degli atei e agnostici in Italia. Perché?
«Molte volte sono fasulle, servono a chi le fa per dimostrare che c’e un risveglio della religione, mentre tutti gli indici (matrimoni in chiesa, battesimi, firma dell’otto per mille, frequenza nelle scuole pubbliche dell’ora di religione), indicano un calo costante».
Cosa vi proponete?
«Contribuire all’affermazione concreta del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, delle scuole pubbliche e delle istituzioni, e ottenere il riconoscimento della piena uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini indipendentemente dalle convinzioni religiose. In particolare, pretendere 1’abolizione di ogni privilegio accordato a qualsiasi religione, in virtù dell’uguaglianza di fronte alla legge di religioni e associazioni filosofiche non confessionali.
Qualcuno vi ha definito una “realtà religiosamente irreligiosa”.
«Se “religiosamente” vuol dire fanaticamente non sono d’accordo. Noi non facciamo proselitismo, rispettiamo le idee di tutti, compresi i credenti. Combattiamo le istituzioni clericali e la Chiesa Cattolica che le vuole tali. Chi si basa sulla ragione è ragionevole e non fanatico».
È vero che avete avviato una pratica per l’Intesa con lo Stato e l’immissione alla quota Irpef dell’otto per mille?
«Abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio che si aprisse un confronto per vedere se fosse possibile anche con noi un’intesa. Questo per ribadire che se le religioni devono essere protette e avvantaggiate con le intese, anche chi non è religioso deve avere gli stessi diritti. Ci sono due religioni minoritarie che hanno fatto l’intesa con lo Stato e non hanno chiesto l’otto per mille; se si arrivasse a trattare un’intesa con lo Stato faremmo un congresso straordinario per decidere se chiedere l’otto per mille anche per noi o meno; su questo punto i nostri soci sono spaccati fieramente in due».
A che punto è la vostra campagna “scrocifiggiamo l’Italia”?
«Secondo la Costituzione e secondo la Cassazione non ci deve essere il crocifisso nei luoghi pubblici. Secondo il Tar e il Consiglio di Stato invece, con sentenze recenti, si è detto che si devono, o almeno si possono, mettere i crocifissi nei luoghi pubblici. Bella contraddizione non è vero?».

L’intervista di Steno Sari a Giorgio Villella, realizzata nell’ambito di un’inchiesta sulle religioni, è stata pubblicata oggi su “Libero”

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10 commenti

Antonio

Mi fa piacere che i giornali si occupino di noi.
… ma xchè i soci UAAR sono avvocati, docenti universitari, giuristi, commercialisti, insegnanti, informatici, giornalisti, pubblicitari ?
Mi chiedo e vi chiedo : ” e gli operai , dove sono ?! ”
Non ci sono forse operai nell ‘ UAAR ?!

Io sono un imbianchino

Giorgio Villella

Peccato che il giornalista, che e’ venuto da fuori a intervistarmi a casa, abbia riferito quello che gli ho detto in modo troppo conciso; ha scritto:
“Da piccolo «volevo fare il missionario in Africa, ma nel tempo sono diventato un ateo militante e mi aiutò ad accettare il darwinismo nientemeno che un sacerdote».”
Vero, ma ha trascurato di riferire la parte principale dell’intervista: perche’ da ateo (11/12 anni) sono poi diventato “ateo militante” quando i miei figli hanno cominciato ad andare all’asilo comunale e alle elementari statali.
Tornavano a casa che sapevano pregare, che sapevano farsi il segno della croce (con tanto di bacetto finale al dito), che conoscevano tutto dei poveri martiri cristiani nell’antica Roma, ecc.
Ha trascurato di riferire che sono andato per alcuni anni a vivere in Inghilterra proprio per porre rimedio a questa situazione, dove ho visto che in quel Paese (che al contrario di noi ha una religione di stato, la anglicana) non si fa MAI indottrinamento religioso, che non si celebrano MAI atti di culto in classe, che SE si fa qualche ora di religione, si presentano TUTTE le religioni, cui appartengono le famiglie che mandano i figli in quella scuola, e ANCHE la concezione atea del mondo. Per quest’ultima in questi anni e’ molto seguito un testo preparato dalla BHA, Britsh Humanist Association, che si trova tradotto nel nostro sito:
Home page > Altre campagne UAAR > Il progetto sull’ora alternativa > Materiale di studio per gli studenti.
Sono 4 file: Presentazione dell’edizione italiana e tre Capitoli che possono essere stampati liberamente.
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franco

Io invece faccio l’operaio in un’azienda che produce materiale elettronico (pur con la maturità classica).

Daniela

credo comunque che i soci uaar facciano lavori molto diversi, meglio così, certo che i giornalisti fanno ridere devono comunque scrivere scemenze: e con fervore “religioso”, insomma devono sempre appioppare a tutti la parola religione, religioso

Luca

Per gli operai: è un modo per dire che tra gli atei c’è gente molto colta, che riece, quando c’è volontà, a raggiungere i vertici nell’attività lavorativa : è rivolta a quelli che credono che protestare significhi rinunciare a realizzarsi, che opporsi al potere imperante significhi essere esclusi dal sistema ed emarginati..Gli atei, invece, pur protestando, vanno avanti per la loro strada e non hanno paura di rifiutare le lusinghe del potere e delle mode imperanti, le strade più facili e già battute, in nome di una libertà di pensiero ed onestà intellettuale che, per quanto a molti possa dar rabbia, cioè a tutti quelli che seguono le strade più facili nella convinzione che siano le uniche percorribili, paga anche dal punto di vista lavorativo e della realizzazione personale.

tadeus

io sono artista individualista agnostico autonomo fuori del bene e del male, mio pensiero etico , e umanistascientifico non mi lego alla comune morale che e’ poi qualcosa di ben diverso da quella deformazione del pensiero ideoreligioso.

Lorenzo G.

E’ positivo che l’UAAR si faccia sempre più conoscere in giro. Vi auguro di tutto cuore di poter continuare su questa strada, per porre un freno al clericalismo montante.

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