Facile a Teheran cambiare sesso

La clinica Mirdamad del professor Bahram Mirjalali a Teheran è un indirizzo prezioso. Per gli iraniani, ma anche per gli stranieri che vogliono cambiare sesso: molti arabi che vanno in Iran perché lì è permesso, qualche italiano, alcuni svedesi e inglesi. Il viaggio merita, i prezzi sono contenuti: diventare donna costa 3.500 dollari (ai quali vanno aggiunte le cure ormonali e la plastica al seno) e l’operazione inversa 3.000 dollari. Un costo cui va sottratto, per gli iraniani, il 25 per cento di sovvenzioni statali erogate dal sistema sanitario pubblico. Ma, soprattutto, l’operazione è perfettamente lecita, non viola nessun precetto: la legge in vigore nella Repubblica islamica permette ai transessuali di sottoporsi alle operazioni chirurgiche necessarie a cambiare sesso e consente anche di ottenere una nuova identità sui documenti.
Lo ha spiegato ieri a Torino l’hojatolleslam Mohammad Mehdi Kariminiya, nella conferenza «Cambiare sesso a Teheran», organizzata nell’ambito della manifestazione «Torino Spiritualità». Kariminiya ha un portamento austero e dimostra un po’ più dei suoi 42 anni: ha la barba sale e pepe corta, come usa tra i membri riformatori del clero sciita, e vive nella città santa di Qum dove insegna diritto di famiglia. Si è presentato al pubblico con il turbante bianco, l’abito dei religiosi color panna e il mantello marrone di tessuto leggero e ha spiegato che per il clero sciita il cambio di sesso è lecito anche se si tratta di intervenire, chirurgicamente, su una creazione di Dio. «Dopotutto, trasformare è nella natura umana – ha detto -. Ariamo i campi e seminiamo il grano, lo coltiviamo e maciniamo per ottenere la farina e poi, mescolandola all’acqua, facciamo il pane».
Alla base delle affermazioni di Kariminiya c’è una fatwa (decreto religioso) emanata dall’ayatollah Khomeini nel 1964, quando lo scià Muhammad Reza Pahlavi lo manda in esilio a Bursa, in Turchia. Durante l’anno trascorso all’estero Khomeini scrive un trattato di giurisprudenza in cui esamina il problema del cambio di sesso che «non è da considerare reato e, in presenza di una dichiarazione medica credibile, non presenta alcun problema». […]
L’opinione di Khomeini a favore del cambio di sesso è condivisa da buona parte del clero sciita, tra cui l’iracheno al-Sistani. Ma non dai religiosi sunniti, per i quali è assolutamente vietato. Per questo molti arabi vanno segretamente alla clinica Mirdamad. Come mai i religiosi sciiti permettono il cambio di sesso mentre i sunniti lo vietano? Perché, ha spiegato Kariminiya, per vietare qualcosa è necessario che sia scritto nel Corano, come accade per l’ubriachezza e l’omosessualità: «Per noi sciiti tutto quanto non è citato dal Corano è soggetto all’interpretazione dei giuristi ed è quindi potenzialmente lecito». […]

Fonte: laStampa 

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4 commenti

Lady Godiva

Già, purché si paghi in contante tutto è lecito.
🙁

E’ la povertà che “puzza”.

Lady Godiva

Già, purché si paghi, tutto è lecito in qualsiasi parte del mondo.
E’ la povertà che “puzza”.

Probabilmente non impiccano neppure i gay ricchi.
Me ne compiaccio, ma mi indigna la disuguaglianza di diritti.

chiericoperduto

L’islam non ammette omosessuali quindi la loro logica è che è meglio trasformarlo in una donna, piuttosto che averlo come uomo effemminato.
Il ragionamento fila con le recenti frasi del presidente iraniano a New York: in Iran non esistono omosessuali.
Poi gli danno anche l’incentivo…peccato che potrebbero anche essere costretti, visto che l’alternativa è l’impiccagione.

lik

Anche per la chiesa il transessualismo è più accettabile dell’omosesualità, della serie ritorna tutto bello etero. Guarda a caso l’Italia è discretamente avanti per quanto riguarda le leggi sul transessualismo. Una volta operati i transessuali sposati possono anche adottare.

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