All’ottavo giorno di pacifici e sempre più imponenti cortei per le strade dell’ex capitale Yangon la giunta militare del Myanmar ha schierato la polizia davanti ai monaci e alle migliaia di manifestanti che protestano contro il regime. E in serata la giunta militare ha imposto il coprifuoco dal tramonto all’alba (dalle 21 alle 5) a Yangon e a Mandalay. Oltre al provvedimento, gli altoparlanti posizionati nell’antica capitale dell’ex Birmania hanno annunciato che la città sarà per 60 giorni sotto il controllo diretto del comandante militare.
Secondo quanto riferito da testimoni, otto camion carichi di poliziotti in assetto antisommossa sono arrivati nella vecchia capitale. Con scudi, manganelli e fucili, hanno preso posizione nella parte della città chiamata Botataung, vicino ai luoghi dove di solito si concludono le manifestazioni. Altre testimonianze riferiscono che decine di poliziotti a bordo di cinque camion si sono diretti verso il centro della città.
Parlando all’assemblea generale dell’Onu il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha annunciato nuove sanzioni economiche contro la giunta. Bush ha detto che gli americani “sono sdegnati” per la situazione e che i nuovi provvedimenti sono tesi ad “aiutare la popolazione a riconquistare la libertà”.
Nel preannunciare le sanzioni, il presidente americano ha invitato gli altri governi a unirsi alla pressione sulla giunta militare. E ha elencato una lunga serie di atrocità commesse dal regime in “19 anni di regno della paura”: “Hanno imprigionato oltre un migliaio di detenuti politici inclusa Aung San Suu Kyi, il cui partito ha ricevuto massicci voti nel 1990”.
La presidenza di turno della Ue, in questo semestre portoghese, ha espresso la propria solidarietà al popolo del Myanmar e la sua “ammirazione per i monaci, le suore e i cittadini coraggiosi che stanno esercitando il loro diritto a manifestare pacificamente”. L’Unione europea “sollecita le autorità del Myanmar a rispettare questi diritti e soprattutto a non usare la violenza contro il popolo che è impegnato alla non violenza”. E rivolge un appello a tutte le parti interessate “a portare avanti un processo genuino di riconciliazione e negoziazione che riunisca tutto il popolo del Myanmar”. […]
Myanmar, i monaci sfidano l’esercito. Si schiera la polizia, scatta il coprifuoco
14 commenti
Commenti chiusi.
Ho sempre provato molto rispetto per i monaci buddisti, fin da quando leggevo del loro immolarsi contro le persecuzioni di Diem (guarda un po’, un cattolico…)
sembra che quella tradizione di coraggio civile non si sia estinta…
Kull.
I monaci e le monache che sfidano pacificamente l’esercito di un regime tirannico? Una cosa veramente oltre l’immaginazione. E’ proprio vero che la realtà a volte supera la fantasia.
IMHO, il buddismo è l’unica filosofia simile ad una religione che merita rispetto…
Tanto di cappello a questi monaci buddisti!
secondo me è più filosofia che religione,
del resto che i desideri smodati e incontrollati siano la causa prima dell’infelicità lo dicevano anche i cinici e gli epicurei,
gran persone,
Kull.
@Kull
Non finisci mai di stupirmi.Non difendevi i poveri islamici oppressi.In Myanmar , dove il buddismo è religione di stato, i monaci buddisti, in collaborazione con tutti gli apparati repressivi dello stato, si sono segnalati per una ferocissima persecuzione delle minoranze musulmane (e cristiane) ,basta dire che il corano non può neppure essere stampato legalmente.Il Myanmar dal punto di vista religioso è uno fra i paesi più intolleranti del mondo.La si che i musulmani hanno vita dura,si va dagli arresti ai saccheggi delle mosche fino agli arresti arbitrari e agli stupri , alle conversioni forzate.Ovviamente ne musulmani ne cristiani hanno alcun riconoscimento legale ed è impedita qualsiasi manifestazione pubblica di culto.L’ONU ha più volte condannato le continue persecuzioni religiose e contro le donne.La si che mi sentirei di dare tutta la mia solidarietà ai musulmani e ai cristiani.I cari monaci buddisti, quando si tratta di manifestazioni contro il governo possono pure scendere in piazza, ma quando si tratta di perseguitare le altre religioni hanno non solo hanno chiuso gli occhi ma hanno attivamente collaborato col regime militare.
Errata corrige
il Buddismo è,di fatto, la religione di stato.
@ GMF
Aspetta un momento!
In Birmania è il regime militare che attua quelle persecuzioni, un regime che tenta di farsi bello sostenendo una specie buddismo di stato creato ad arte.
Non solo perseguita altre religioni ma anche tutti i buddisti che non sono pronti ad obbedire al governo.
Certo: se l’informazione proviene da fonte filo-cristiana queste omissioni o generalizzazioni non mi giungo nuove, un buon metodo per esaltare il proprio vittimismo.
Ma le violenze contro i buddisti sono realtà, ben documentate, non certo meno gravi di quelle subite da altri … a dare fuoco alle polveri di questa sommossa è stato proprio un atto violento!
Considerando che quasi il 90% della popolazione è buddista direi che sono proprio loro le prime vittime (le altre parti godono semplicemente di una “pubblicità” maggiore da noi).
Sono intervenuto solo per correttezza, non entrerò nel merito della discussione.
@Kull
Il buddismo e’ proprio religione e non filosofia per quanto filosofici alcuni principi ti possano sembrare.
In seno a questo culto ci sono persone tutt’altro che grandi, hanno anche i loro pregi ovviamente ma sono afflitte spesso dagli stessi difetti dei religiosi di altre fedi. Sono tuttavia mediamente meno sgradevoli, se non li frequenti si intende, altrimenti ti si installano a casa a predicare e a fare riti ogni settimana. Se gli dai un dito, guai.
Concordo con Mangiapreti per quanto riguardi gli atti di violenza dei monaci buddisti, la non violenza verso qualsiasi forma di vita è il primo impegno di un buddista se vuole essere tale. Se in Birmania la giunta militare vesta da monaco qualche suo aguzzino non ci è dato conoscerlo. Concordo con Kull sul fatto che il buddismo sia una filosofia di vita, non ha infatti alcuna verità rivelata n’è alcun dogma da imporre, la conoscenza e le scoperte scintifiche valgono per il Dalai Lama piu delle stesse credenze buddiste, che in più di un’occasione ha sostenuto essere modificabili sulla base delle nuove scoperte. Perfino la reincarnazione è ritenuta una teoria fino a prova contraria.
@Mangiapreti
Come ho evidenziato nell’articolo mi riferisco a qualcosa di più neutro che le fonti cristiane o ad esempio quelle del dipartimento di stato americano, che più o meno, sostengono le sresse cose.Ci sono satte nel corso degli anni vari pronunciamenti dell’ONU.Quanto al resto, il fatto che anche dei buddisti siano vittime di persecuzioni non vedo cosa cambi nella questione.Non ho certo sostenuto che tutti i buddisti birmani siano dei carnefici! Ma questo non sposta la realtà: di fatto il buddismo è massiciamente finanziato dal regime militare, praticamente è impedita la minima circolazione di materiale religioso che non sia buddista, sono favorite in tutti modi , compresi quelli violenti,le conversioni al buddismo.Il clero buddista non ha mai avuto nulla da obbiettare in proposito accettando la situazione.Del resto per una conversione forzata non basta lo sbirro che ti mena, ci vuole pure una chiesa che ti accolga. Sia chiaro non generalizzo neanche relativamente al clero buddista, anche la ci sono state sparute obbiezioni.Ma ce ne furono pure dei cattolici quando si convertiro con le armi i vari “selvaggi” intorno al mondo.Capisco pure che le motivazioni del regime sono legate anche all’intreccio fra appartenenza a minoranze etniche e religione.Ma il tutto mi pare confermi il fatto che per il buddismo valgono le medesime considerazioni delle altre reliogioni.Solo quando sono presenti in quantità omeopatiche sono aperte e tolleranti, in caso contrario sono prevaricatrici.Non idealizziamo il buddismo in quanto tale,please!
sono d’accordo con gmf quando dice :”Ma il tutto mi pare confermi il fatto che per il buddismo valgono le medesime considerazioni delle altre reliogioni.Solo quando sono presenti in quantità omeopatiche sono aperte e tolleranti, in caso contrario sono prevaricatrici.”
Infatti ho letto che il clero buddista e’ diviso, una parte e’ schierata con il regime e porta avanti le persecuzioni etc… come detto da GMF, l’altra, costituita dai monaci piu’ giovani, vuole la democrazia ed e’ contraria alla dittatura. Molti monaci rifiutano le offerte di stato in segno di protesta (si e’ mai visto questo in italia??).
PS: la mia fonte e’ la solita wikipedia 🙂
http://en.wikipedia.org/wiki/Myanmar
http://en.wikipedia.org/wiki/Buddhism_in_Myanmar
1) Non volevo entrare nella discussione proprio per l’ultima frase che hai scritto: non sono propenso ad idealizzare il buddismo. Anzi mi sembra criticabile sulle stesse basi su cui si possono criticare le altre religioni. Anche se su scala globale penso lo sia in misura minore.
2) La critica principale si rivolgeva contro un impropria generalizzazione: sarebbe come parlare di un regime comunista e chiamare “atei” sia i funzionari governativi, oppressori che spesso propagandano il culto del leader di turno, sia cittadini liberamente atei che magari si esprimono anche contro il regime.
3) Come sottolineavo i rapporti delle associazioni umanitarie evidenziano anche violenze (lavori forzati, soprusi, pestaggi, stupri, ecc.) nei confronti della popolazione buddista e non in misura inferiore a quelle subite dagli altri (infatti anche se la percentuale fosse inferiore essendo i buddisti il 90% la quantità sarebbe uguale o maggiore). E’ improprio mettere l’accento solo su gli altri!
4) Sicuramente ci sono monaci collaborazionisti sfruttati dal regime ma che a loro volta sfruttano il regime. Certamente condannabili. Questa collaborazione tra i due poteri è piuttosto diffusa in luoghi e tempi diversi. In forme più o meno esplicite con la prevalenza dell’una o dell’altra parte. E’ ciò che fa ripetere a Hitchens: “la religione avvelena ogni cosa”.
5) Una delle “sparute obiezioni” che menzioni è proprio la rivolta di cui hanno parlato tutti i media in questi giorni! Ci sono leader buddisti esiliati all’estero che obbiettano ogni giorno … ma nessuno ne parla! (quelli in patria li mettono dentro e nessuno li ascolta).