La Nasa va alla scoperta delle origini dell’universo. Dalla base di Cape Canareval è partito oggi il razzo Delta II che porta nello spazio la sonda Dawn. Non è affatto un lancio di routine, visto che si tratta della prima missione con lo scopo di raggiungere e studiare la fascia di asteroidi che si trovano nel cosmo tra Marte e Giove.
Alla scoperta dell’alba del sistema solare. La sonda spedita nello spazio si chiama Dawn, che in italiano vuole dire alba. Ed è proprio l’alba del nostro sistema solare che i ricercatori vogliono comprendere per mezzo di questa affascinante missione spaziale. La sonda è stata infatti studiata per poter raccogliere informazioni sui primi milioni di anni della sua evoluzione e dei processi allora in atto. Lo scopo è riuscire quindi a caratterizzare le prime fasi del processo di formazione dei pianeti terrestri, cioè i fratelli della Terra.
La sonda studierà i due protopianeti. Per raggiungere questo obiettivo, la missione Dawn andrà a investigare in dettaglio su due dei protopianeti più grandi che sono rimasti quasi intatti dalla loro formazione ma che presentano caratteristiche molto differenti. La questione principale alla quale ci si propone di rispondere è il ruolo della dimensione e della presenza di acqua nel determinare l’evoluzione di un pianeta. Per questo si studerianno Cerere e Vesta, i due asteroidi più antichi, i pianeti neonati la cui crescita, secondo le teorie correnti, fu interrotta dalla formazione di Giove.
La missione costerà 357 milioni di euro. […]
La sonda dispone di uno strumento italiano. Un piccolo ruolo nella missione sarà affidato anche alla tecnologia italiana: Dawn è dotata di uno strumento, lo spettrometro Vir, realizzato da Agenzia spaziale italiana e Istituto nazionale di astrofisica. Occorreranno quattro anni prima che la sonda raggiunga i propri principali obiettivi, gli asteroidi Vesta e Cerere.
Nasa a caccia delle origini dell’universo: una sonda studierà gli asteroidi più antichi
3 commenti
Commenti chiusi.
Buona fortuna. Spriamo sia un passo avanti per la scienza e per la comprensione dell’universo.
“Speriamo”
le informazioni che ci darà questa sonda saranno molto importanti, almeno questa è la speranza, certo che aspettare 4 anni, ci vuole molta ma molta pazienza.