L’errore della Chiesa di anteporre i diritti dell’embrione ai diritti della persona, il valore della vita alla persona stessa, è da attribuire in parte anche al concetto sbagliato che essa ha sempre avuto del dolore dell’uomo. Secondo il religiosissimo Alessandro Manzoni, la sventura sarebbe castigo o misericordia (cf cap. XXXV dei Promessi sposi) quando arriva ai cattivi; quando arriva invece ai buoni, sarebbe una prova: «Dio vi ha visitate. Povera Lucia!» (cf cap. V). Quando però arriva ai bambini, non è dato sapere che cosa sia. In realtà, l’ossimoro manzoniano provvida sventura, è una sorta di offesa a Dio. Il concetto di un Dio padre amorevole non permette di ritenere che egli possa mandare sventure alla sue creature, neppure a fin di bene. Non è possibile che Dio ricorra ad un mezzo cattivo sia anche per un fine buono. Il dolore non può venire da Dio. Nel vangelo non esiste un solo passo sul quale basare l’idea che Dio possa mandare sofferenze alle sue creature. Eppure molti grandi santi, tra cui Francesco d’Assisi, si sono illusi che Dio abbia potuto mandare loro ogni sorta di patimenti, stimmate comprese. Questo atteggiamento nei riguardi della sofferenza, vista come espiazione e alle volte persino come grazioso dono celeste, induce la Chiesa ad una sorta di rassegnazione; in alcuni casi, di indifferenza verso coloro che soffrono. Il malato che invoca l’interruzione delle cure o l’eutanasia, può continuare a soffrire in santa pace sino all’ultimo, così come può patire in santa pace una donna condannata a mettere al mondo un bambino gravemente malato, oppure concepito a seguito di stupro, giacché “nella sofferenza si nasconde una particolare forza che avvicina interiormente l’uomo a Cristo, una particolare grazia” (Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 26).
Articolo di Renato Pierri apparso su Il Riformista 27 settembre 2007
Tutto ciò che aumenta il potere della Chiesa viene da questa tenuto nella massima considerazione. Fateci caso: il voto di ubbidienza per tutti i chierici, l’umiltà, la rassegnazione, la pazienza, sopportare in silenzio il dolore (le angherie del vescovo, i soprusi delle gerarchie, le vessazioni del padre provinciale, del padre superiore/madre superiora), lasciare i propri beni alla Chiesa. Queste presunte virtù non producono alcuna bellezza (arte o scienza); solo un grigiore mortifero.
Ma no, dai. Il teschio sul tavolo dei monaci ha un sorriso accattivante!
😀
la notizia più interessante è che l’articolo sia comparso sul Riformista
“Queste presunte virtù non producono alcuna bellezza (arte o scienza)”
Mai sentito parlare di Cappella Sistina, di monaci che hanno tramandato il sapere dei fasti greci, di università finanziate dalla Chiesa?
Un semplice esempio tratto da
http://it.wikipedia.org/wiki/Universit%C3%A0_di_Bologna
“Nel XVIII secolo papa Lambertini (Benedetto XIV) favorì l’Istituto di Scienze con doni di materiale scientifico della propria biblioteca e incoraggiò arte e scienza in diversi modi. La scossa culturale lambertiniana aggiunse alla cattedra di matematica superiore quelle di meccanica, fisica, algebra, ottica, chimica e idrometria e portò a Bologna matematici ed astronomi come Domenico Guglielmini, Eustachio e Gabriele Manfredi o medici e naturalisti come Jacopo Bartolomeo Beccari, Pier Paolo Mulinelli”
Non esagerate!
La chiesa può raccomandare la sofferenza più atroce ma solo ai suoi seguaci; essa invece vuole imporla per legge tutti e ciò avviene nei paesi clericali fondamentalisti , ovvero l’Iran l’Arabia Sudita, e altri islamici più l’Italia e forse la Polonia, non certamente nei paesi liberi.
@ Gennaro
sulla cappella sistina si può ben dire che Michelangelo ha prodotto bellezza( e guarda caso era omosessuale)… pi dei monaci che hanno distrutto tantissimo sapere che definivano eretico non ne parli? e le università cosiddette cattoliche si sa che sono fucina di servitori del pensiero e del potere di scarpette rosse & co.
Avete dimenticato Teresa di Calcutta : “solo con la sofferenza si arriva a Dio!”
P.S.:
un malato fece questa riflessione:” che sfortuna però: se andassi da Allah fotterei con le Urì!”
P.S.:
un malato fece questa riflessione:” che sfortuna però: se andassi da Allah troverei le Urì!”
@gennaro
Le opere d’arte come la cappella sistina esistono perchè chi pagava era il Clero, e gli artisti dovevano pur mangiare.
Non sappiamo come sarebbe stata dipinta e con che soggetti la volta di un’analogo museo della scienza se fosse stato commissionato a Michelangelo.
e poi saremmo noi i relativisti (sic!)
Un simile articolo su “Il Riformista” ?
very strange…
Nei secoli le divinità hanno rappresentato ciò che l’uomo non conosceva o non sapeva gestire. Divinità del fulmine, della pioggia e di tanti altri elementi naturali allora inspiegabili affolano i pantheon delle più disparate religioni sparse per il globo.
Oggi come oggi, rimane solo la non conoscenza del meccanismo della vita e la paura della morte. Le divinità sopravvisute nei secoli infatti rappresentano sempre la vita e la morte: il dio cristiano, quello musumlano e giudaico.
Se venisse permessa la “gestione” del “meccanismo” vita (aborti, fecondazioni) e la gestione della morte (eutanasia) verrebbe a crollare anche questa ultima divinità, rendendola superflua. La logica conseguenza è che senza divinità non c’è chiesa alcuna. Le moderne chiese sono scaltre e sono coscienti di questo fenomeno: viene così spiegato il moderno l’accanimento verso la scienza da parte di cotali chiese.
Non ci resta che augurare tutta la sofferenza possibile ai vescovi affinche al più presto si avvicinino alla (loro) Verità…
Di quest’articolo non condivido nulla.
Dal momento che si ipotizza un dio buono, quale sarebbe la concezione giusta del dolore? Dire “sei sfortunato, affari tuoi” non credo avrebbe portato molti fedeli. Oppure dire che stai scontando i peccati di una vita anteriore come fanno quelle religioni che credono nella reincarnazione ? Soluzione che mi pare altrettanto sciocca di quella cristiana.Nel cristianesimo ma anche nell’islam o nell’ebraismo non c’è alcuna concezione sbagliata o giusta del dolore.Ci sono solo soluzioni conseguenti all’idea di fondo sbagliata.Cioè il dio buono.Con questa premessa cosa diavolo ci si può inventare che sia passabilmente consolatorio per il credente? La gestione consolatoria del dolore, la provvida sventura manzoniana, è l’arma più micidiale di tutte le religioni basate sul dio buono.Assieme alla gestione della morte naturalmente.