L’Unione degli atei “sbarca” in città

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti – Uaar – è sbarcata a Pordenone: banchetto in piazza, domenica scorsa, in faccia al Duomo di San Marco, per farsi conoscere dal popolo in transito di Pordenonelegge.it, proprio a latere del suo “profeta” Piergiorgio Odifreddi, impegnato sul palco in piazzetta San Marco per confrontarsi col pubblico sul best-seller “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)”. Il matematico, ospite della kermesse del libro, è nel comitato di presidenza dell’Uaar, in compagnia di Margherita Hack, Danilo Mainardi, Laura Balbo e Carlo Flamigni. Gli associati di Pordenone hanno fatto squadra in 18 unità, nell’anno zero della fondazione.
«L’obiettivo è fondare un circolo – precisa Luciano Bellomo, capostipite dell’associazione pordenonese che si dà da fare nel Noncello -. Vorremmo organizzare un convegno su una tematica scottante: Stato laico e Stato confessionale. Siamo per il pluralismo democratico e la libertà di scelta».
Provocatori di razza, propongono anche campagne choc tipo “sbattezziamoci” e “scrocifiggiamo l’Italia” (i dettagli delle proposte sono nel sito web www.uaar.it). Difficile sdoganarle nel Nordest senza sussulti e grida, ma gli atei e agnostici ci provano. Se non ce la faranno a “scrocifiggere” i luoghi pubblici dal simbolo della cristianità, la croce appunto (per esempio aule, tribunali, seggi elettorali, ospedali), hanno già l’alternativa pronta.
«Si tratta del progetto ora alternativa – propone a 20 mila alunni della scuola, Luciano Bellomo -. Per ottenere una reale parità tra gli studenti che si avvalgono dell’insegnamento di religione cattolica (IRC) nella scuola pubblica e chi decide di non frequentarla. Vogliamo avviare una reale alternativa: per cambiare l’ora del nulla in una proposta forte».
Il 90% degli scolari del pordenonese frequenta l’ora di religione (dati Cei 2006-2007). Il tasso flette sotto l’80% nelle superiori e il 20% degli studenti ha poche alternative. Studio autonomo oppure assistito in biblioteca, l’uscita da scuola (è l’opzione più gettonata) oppure un’altra attività. Quando c’è. «L’insegnamento della religione cattolica è garantito – rileva Bellomo -, strutturato e finanziato. Le altre attività sono precarie, senza nessuna regola nell’assegnazione degli insegnanti e delle risorse. Per rimediare, l’Uaar ha deciso di lanciare un progetto sull’alternativa all’insegnamento di religione cattolica – lancia il bengala nel firmamento della scuola pordenonese, Bellomo -. Daremo assistenza a genitori e studenti che chiedono l’attivazione degli insegnamenti alternativi, sensibilizzeremo le istituzioni e l’opinione pubblica. Anche on line, sul sito www.oraalternativa.it.

Chiara Benotti
Messaggero Veneto, edizione di Pordenone, 25 settembre 2007

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6 commenti

Erto De Alma

abolire l’ora di religione?
secondo me è meglio più semplicemente dare all’ora di religione una connotazione scolastica e non parrocchiale, ergo uno studio antropologico-psicologico-storico DELLE religioni e non un imposizione dogmatica di una sola religione a mò di catechismo.

Erto De Alma

L’ora di religione, se correttamente applicata, non sarà mai considerabile “ora del nulla”.
Questo perchè un approccio STORICO, ANTROPOLOGICO e PSICOLOGICO verte proprio su un qualcosa che c’è o cmq se non c’è più ora quanto meno c’è stato in passato.
E’ impensabile rinnegare lo studio di ciò che è stato, persino l’islam dovrà essere tramandato nel bagaglio storico (magari anche solo perchè nessuno ne ripercorra l’ideazione).

ciceracchio 2la vendetta

vadino ad insegnare l’ora di religione nelle loro spelonche (CHIESE) e faccino risparmiare alle casse dello stato 650 milioni di euro .. grillo dica forte e chiaro il costo che gli italiani paganjho x mantenere la cosca cattolica.. apostolica romana e non attacchi solo la casta politica, x par condicio , attacchi e faccjia sapere il costo dei faraoni che grava sulle spalle degli italiani e quando l’AMMINISTRATORE TEDESCO PARLA DI TASSE SI RICORDI DEL MALLOPPO;
CHE SI BECCA ALLE SPALLE DEL POPOLO SOVRANO E DEI SOLDI CHE IN MILIARDI NON IN MIGLIAIA DI EURO TOGLIE DI BOCCA AI POVERI PENSIONATI …E ALLE LORO TANTO AMATE FAMIGLIE. CHE RESTITUISCHINO IL MALTOLTO E VADINO A LAVORARE X VIVERE HO ALTRIMENTI SE LI FACCINO DARE DAI VOLONTE DAI CASINI DAI BUTTIGLIONE E BINETTI VARI I FINANZIAMENTI…

Daniela

ma mi sembra che questa notizia, io l’abbia commentata già, però non vedo il mio post, bah, spero che l’ora alternativa diventi luogo di dibattito e critica, un luogo di scambio culturale

Roberto Grendene

@Erto De Alma

Sul fatto che le religioni e le concezioni filosofiche non confessionali siano esistite, esistano e possano essere oggetto di studio, nulla da dire.
Ma
1) che l’insegnamento sia condotto da insegnanti scelti dal vescovo e pagati dal noi tutti
2) che sia insegnamento della religione cattolica e non di concezioni del mondo (atee, agnostiche, religiose)
2) che dai 3 anni di eta’ si debbano fare 2 ore alla settimana di religione, alle elementari di nuovo 2 ore alla settimana di ora di religione, per finire alle medie (inferiori e superiori) con un’ora alla settimana…

beh, mi pare degno di una teocrazia.

Roberto Grendene

pietro

se il 10 o il 20 per cento della popolazione scolastica ( studenti o chi per loro nella più tenera età ) non sceglie l’ora di religione lo fa per una miriade di motivi. Da quello che è d’altra religione ( non mi vedo un mussulmano che da un lato non frequenta l’ora di IRC e non credo lo faccia – scusatemi – per adesione all’UAAR ! ) e dall’altra che molte volte in quell’ora si fa di tutto tranne che parlare di religione. E pensare che molta gente per avere maggioresuccesso librario è ricorsa a parlare di Gesù ( cito uno a caso Dan Brown e le sue 52 milioni di copie, ma potremmo parlare anche di altri che voi conoscerete bene )

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