Ancora sull’eutanasia

Gentile don Luigi, non si preoccupi del ritardo. Lei ha una maniera di dialogare davvero singolare. Per sostenere la sua tesi si serve delle mie argomentazioni, e se ne serve in maniera sbagliata.

Vediamo un po’. Afferma che «Procurare la morte a un essere umano che ha davanti a sé una vita fisica e psichica insopportabile e che vuole morire (oppure si è certissimi vorrebbe morire)», è contro la volontà di Dio ed è un male.
E come argomento laico e religioso a sostegno porta il mio: rispetto della persona. Però aggiunge: “Rispettare la persona significa trovare efffettivamente e concretamente una risposta di vita anche se l’interessato chiede una risposta di morte”.
E questo significato chi lo ha stabilito? Secondo lei allungare la vita di un neonato portatore di gravissime anomalie, di una settimana o anche di un giorno, sarebbe una risposta di vita? Non lo è per moltissimi laici, e non lo è soprattutto per un credente, giacché mediante l’eutanasia al neonato viene data con un po’ di anticipo la vita vera, vale a dire quella eterna. E chi le dice che andare contro la volontà di un malato che soffre, fargli in qualche modo violenza, significhi rispetto della persona? E che cosa le fa credere che Dio voglia che una sua creatura viva sino a che la morte (non Dio, perdio!) non si decida a porre termine alle sue sofferenze? Non significa forse offendere Dio?

Come argomenti religiosi ugualmente porta i miei; vale a dire: “Quanto dunque desiderate che gli uomini vi facciano, fatelo anche voi ad essi. Questa infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7, 12). “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15, 12); però aggiunge: “questi conducono a una soluzione opposta a quella che intende provare”.
E perché?
Che cosa le fa credere che andare contro la volontà di una persona, costringerla in qualche modo a vivere soffrendo, significhi amarla? E se io desidero che in casi particolarmente gravi mi sia praticata l’eutanasia, perché non dovrei praticare l’eutanasia a chi lo desidera?

Vede, gentile professore, gli argomenti religiosi da me portati, a sostegno dell’eutanasia, sono in perfetta armonia col concetto di un Dio padre misericordioso; portati da lei contro l’eutanasia, contrastano con questo concetto. Capisce la differenza? E’ contraddittorio concepire un Dio che ama le sue creature, e allo stesso tempo non desideri che una sua creatura soffra qualche giorno, o qualche settimana, o qualche mese, di meno.

Parlare in genere della vita, ed affermare che è un bene prezioso, può avere senso; parlare della vita del mio gentile interlocutore, anche può avere senso; ma parlare ad esempio della vita di un paio di settimane, o di qualche giorno, o di qualche ora, di un neonato portatore di malattia terribile ed incurabile, non ha davvero alcun senso. Anzi: è un non senso. Ce lo ricorda Giovanni Paolo II, nella Evangelium vitae (n.7), quando afferma che la morte è entrata nel mondo, gettando “l’ombra del non senso sull’intera esistenza dell’uomo”. La vita, in certe circostanze, può diventare un non senso. Rimediare a questo “non senso” per amore e solo per amore, non può andare contro la volontà di Dio, semplicemente perché il “non senso” non è voluto da Dio.

Lettera di Francesca Ribeiro per don Luigi Lorenzetti e pervenuta a ultimissime

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17 commenti

Liberal

E’ inutile: tentar di far ragionare un fondamentalista è come voler cavar sangue dalle rape. Costoro non si convinceranno mai perchè il loro vero dio è il potere sulla vita e sulle coscienze delle persone.

PAOLA MARCONI

Giovanni Paolo II, citato dall’autore dell’articolo, ci ha lasciato nel cuore momenti di vera comunione.
Ha voluto che partecipassimo tutti al momento per lui più importante e doloroso della sua vita.
E noi abbiamo partecipato. con tanto amore.
Ci ha dimostrato che anche gli ultimi istanti di una vita portano con se una ricchezza e un ricordo che valgono tutta una vita.
MA CI VUOLE CORAGGIO PER CHI LA VIVE E PER CHI AMA

Magar

@PAOLA MARCONI
Perfetto, ciascuno è libero di viversi la ricchezza degli ultimi istanti di vita come gli pare, se lo desidera. Questo non risolve il problema: se io sono fortemente determinato, in piena coscienza, a non vivere quel genere di ultimi istanti di esistenza, lo stato mi deve proibire di agire secondo coscienza e di essere padrone del mio corpo fino all’ultimo istante? Perché è di questo che si sta parlando, non di “amore”, che è una faccenda privata.

mascalzone latino

Io invece ho nel cuore la stupenda immagine di GPII che fa visita all’allegra fam.Pinochet
Non ci sono solo gli ultimi istanti di una vita.
CI VUOLE CORAGGIO A VIVERLA TUTTA

Lady Godiva

Francesca Ribeiro non è ancora stanca di litigare con i preti?
Mazza, che resistenza!

😀

Silesio

Il diritto a morire nasce da un intima vocazione dell’uomo. E’ il “Sein zum Tode” heideggeriano. Chiunque deve poter andarsene nel momento che ritiene più opportuno a prescindere dal suo stato di salute. Questo dibattito sulla eutanasia mi sembra secondario. Anzi è meglio che uno scelga si morire quando è perfettamente sano e sta bene, così morirà ancora più contento.

Fabris

@PAOLA MARCONI

Credo che concetti complessi come ‘amore’, ‘verità’, ‘dovere’ non possano avere sempre, dappertutto e per tutti gli esseri umani lo stesso identico significato.

Come già chiaramente puntualizzato da Magar, si tratta semplicemente di non imporre il proprio punto di vista a chi non la pensa come te.

Un altro esempio molto semplice: il divorzio.
Per coloro la cui religione o convinzione etica spinge a non accettarlo, semplicemente non divorziano.
Quelli invece che hanno una visione diversa, divorziano, così tutti sono contenti.

Lo stato (o la struttura socio-normativa che regola i rapporti fra individui) deve consentire a chi vuole di divorziare (abortire, vivere con chi vuole, avere/non avere figli, accettare o non accettare l’eutanasia).
Ciò non implica un obbligo per chi non vuole.
A me sembra molto semplice…

Se poi sono necessari principî-guida o valori etici, io propongo di cercarli nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (Nazioni Unite) e non in antichi testi religiosi (bibbie, talmud, corani, …) che spregiano e calpestano più elementari valori della civiltà (libertà e uguaglianza fra gli esseri umani) e che si prestano (e si sono prestati) alle più ignobili e assurde interpretazioni.
Tantomeno nel comportamento di papi (defunti e non).

Lady Godiva

A me queste discussioni non paiono per nulla laiche.

Opinione personale, ovvio.

Lady Godiva

X Paola Marconi

Ho seguito abbastanza attentamente il funerale di Giovanno Paolo II.
E mi pare di avere sentito alcuni Papa Boys dire che sentivano il bisogno di vedere
un Papa in buona salute.

Personalmente dubito che GPII abbia deciso in piena autonomia e coscienza
di sobbarcarsi questa sofferenza, di fronte al mondo intero.

Come dubito che avrebbe voluto che il suo povero cadavere fosse esposto al mondo intero.

Sono dell’idea che in fondo ciascuno di noi, Papi compresi, in alcuni momenti
preferirebbero la privacy.

pietro

si dice “Rimediare a questo “non senso” per amore e solo per amore, non può andare contro la volontà di Dio, semplicemente perché il “non senso” non è voluto da Dio.”

fatemi capire: anche il suicidio assistito ?

Flavia

@Paola Marconi

Meno male che Giovanni Paolo II ha portato qualcosa di buono almeno un stante orima di morire, allora. Perchè di porcherie, in vita, ne ha fatte davvero tante!!!
Bah…

Flavia

“un istante prima di morire” volevo, naturalmente scrivere.
Errata corrige.

rossotoscano

ricordo per l’ennesima volta che secondo una legge dello stato del vaticano, nessun papa può essere collegato ad una macchina per vivere e questo per volere del loro dio e lo stesso dio però dice a noi comuni mortali che le scarpe di prada non possiamo permettercele o dobbiamo lavorare per comprarle, che dobbiamo soffrire ed allungare la nostra agonia legandoci alle stesse macchine che la sua classe privilegiata non può usare…. piu’ contaddizione di così…

PAOLA MARCONI

@ rossotoscano

sono una curiosa e questa legge non la conosco.
potresti per favore mandarmi una indicazione in merito?

@ magar

naturalmente ho soltanto voluto ribattere a chi ritiene che la vita possa avere un “non senso”;

@ fabris

certamente è una proposta, ma è bene anche guardare a chi sta intorno a te e se ho parlato di Giovanni Paolo II è soltanto perchè è noto a tutti l’epilogo della sua vita a cui hanno partecipato in tanti. solo per questo, altrimenti avrei potuto parlare di mio padre o della malattia di… ma sarebbe stato assolutamente una opinione troppo personale.
NON è QUESTO CHE VOGLIO

Eude

@ Paola Marconi

Hai voluto ribattere, va bene, l’ intenzione é chiara ma il risultato un po’ meno.
La vita ha un senso, lo dimostrerebbe quella morte?
Morire davanti al mondo intero o da soli, non cambia niente.
La verità é che nessun senso ha la vita (se non quello di non averne uno).
Per il resto, quoto Fabris (anche sull’ aborto).

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