Fallito il referendum trentino contro i fondi alle paritarie

Il referendum della scuola sul finanziamento alle private che ha avuto luogo nella provincia di Trento domenica 30 settembre non ha raggiunto il quorum: al voto si è presentato solo il 18,91% dei trentini. Dunque referendum nullo, e polemiche con il comitato dei referendari che accusa la Provincia di aver voluto affossare la consultazione elettorale. Guardando al risultato i sì hanno trionfato con il 93,17%, ma l’affluenza così bassa ha reso inutile il risultato finale. Basti pensare che a Fierozzo si sono presentate ai seggi solo ventuno persone: il 5,60%.

Il referendum mirava a cancellare due norme della legge provinciale 5/2006, la cosiddetta legge Salvaterra. Si tratta del comma 7 dell’articolo 35, che stabilisce: «Il piano provinciale per il sistema educativo rileva la distribuzione sul territorio delle istituzioni paritarie». E tutto l’articolo 76, che dispone una serie di interventi economici a favore delle istituzioni paritarie (con esclusione di quelle alle quali la Provincia ha affidato la realizzazione di percorsi di formazione professionale). Articolo che aveva fatto discutere perché ha introdotto la possibilità di nuovi contributi per le paritarie come quelli per l’acquisto e il rinnovo di arredi e attrezzature didattiche. Anche se, alla fine, la legge era stata approvata dal Consiglio provinciale a larghissima maggioranza con l’accordo fra forze di governo e di opposizione: il voto favorevole di 31 consiglieri su 35.

In sintesi la domanda che è stata posta agli elettori era: volete che la Provincia tagli i finanziamenti alle scuole paritarie (dall’Arcivescovile al Sacro Cuore ai Salesiani, principali beneficiari della legge) che oggi ammontano a circa 9 milioni di euro l’anno? O volete che continui a sostenerle?

Il referendum è stato promosso da un comitato composto da 40 persone fra esponenti sindacali e politici (da Vincenzo Bonmassar ad Ermanno Monari, da Mauro Bondi ad Agostino Catalano, da Fabrizia Bort ad Alessandro Pietracci e Nicola Zoller) ed esponenti di varie categorie (come insegnanti, docenti universitari, medici e avvocati). Ed è stato indetto grazie alla raccolta di 11 mila firme in 90 giorni (ne sarebbero bastate 8 mila).

Successo quindi per l’invito del vescovo e della Consulta diocesana dei laici a non andare a votare. «Non parteciperemo al referendum del 30 settembre» aveva annunciato a fine agosto la Consulta diocesana. Realtà che riunisce 45 rappresentanti di tutti i movimenti, associazioni e aggregazioni laicali della Chiesa trentina. Monsignor Luigi Bressan aveva poi confermato l’invito all’astensione in un’intervista al settimanale Vita trentina. «Proponiamo di non partecipare al voto» ha ribadito lunedì scorso in una conferenza stampa anche il Comitato per la libertà d’educazione. Comitato a cui hanno dato vita decine di soggetti diversi che spaziano da associazioni a movimenti a partiti politici. Nelle ultime settimane è stato un susseguirsi di appelli a disertare le urne. Da Forza Italia all’Udc. L’invito a non recarsi alle urne dal fronte dei referendari è stata considerata una posizione antieducativa che non appartiene alla cultura democratica.

Informazioni più precise sulla legge e sui risultati:
http://www.referendumscuola.it
http://referendum.provincia.tn.it/000013_Ref/Candidature/Quesito.html

Informazioni a cura di Eleonora Pedron, circolo UAAR di Trento (trento@uaar.it)

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23 commenti

Fabris

Strano che per le elezioni politiche (camera e senato) e per quelle amministrative non siano previsti quorum.

I fautori del no in tutti i referendum abrogativi in Italia hanno sempre dalla loro parte tutti gli astenuti fisiologici, i non informati (sul fatto che si svolge un referendum), i pigri, i disinteressati, i non (ancora) cancellati per decesso o altre cause.
Un bel sistema, non c’é che dire!

Lady Godiva

Andrebbero segnati i nomi di tutti i politici che invitano ad astenersi dal voto ad un referendum.

Questo sabotaggio della democrazia è indegno di un politico che vive grazie ai voti.
E a questi politici sabotatori il voto non andrebbe mai più dato.

Lamb of God

Ero profondamente contrario al referendum sulla legge 40 e non vedo di buon occhio questo sulla parità scolastica, certo non per i nobili intenti che i comitati promotori hanno alle spalle, quanto per il totale menefreghismo oramai fisiologico da parte della popolazione; del tutto inutile sperare in una presa di posizione o di coscienza da parte della maggioranza, per questo o si abbatte il quorum e decide chi effettivamente vota o meglio lasciar alla politica (…) ogni incombenza.

Daniela

a mio parere il 19,1% della popolazione è una buona base di partenza, sono persone che si sono impegnate attivamente, sono una ottima base per la riscossa.

libero

In un assordante silenzio mediatico si è consumato un atto politico gravido di conseguenze di breve e di lungo periodo.
Il trentino rappresenta per la politica italiana una sorta di grande laboratorio politico, in cui la presenza della chiesa è storicamente forte, vivace nelle sue espressioni, poliedrica, invasiva; d’altra parte pace sociale, alto reddito, burocrazia efficiente, autonomia legislativa fanno di questa provincia l’ideale banco di prova delle riforme, prima fra tutte quella della scuola.
La legge Salvaterra nell’attuale possibilità delle regioni a statuto ordinario di legiferare in alcuni ambiti dell’istruzione pubblica e nello scenario politico nazionale che in molti dei suoi attori è favorevole a una futura devoluzione agli enti locali delle politiche scolastiche è un pericoloso precedente per una scuola democratica, laica e pluralista.
D’altra parte mi giungono notizie dalle scuole trentine che la valutazione della religione cattolica sarà trasformata da giudizio sintetico (molto, sufficiente etc) in numerico al probabile fine di farla rientrare nella media dei crediti di fine anno scolastico e di bloccare la fuga di molti studenti dall’ora di I.R.C..
Una grave sconfitta quella che ha subito in trentino la scuola laica e pluralista, causata da una parte dalla miopia politica del comitato per il referendum che ha usato un’arma ormai spuntata e che fa male solo a chi la impugna, e dall’altra dal vuoto politico e dalla servile accondiscendenza di partiti e esponenti politici di destra e di sinistra ai voleri della potente curia di trento

pietro

per togliere il quorum bisogna variare la Costituzione. Invitare all’astensione ( NEL REFERENDUM SOLAMENTE SIA CHIARO ) NON E’ IN ALCUN CASO UN REATO, O SABOTAGGIO DELLA DEMOCRAZIA, PERCHE’ ANCHE ASTENERSI AL VOTO – SOLO NEL REFERENDUM, RIPETO ONDE EVITARE FRAINTENDIMENTI – E’ UNA VOTAZIONE. AL REFERENDUM ABROGATIVO POSSO VOTARE SI, NO O ANCHE NON ANDARE PERCHE’ IL QUESITO NON MI INTERESSA.

Magar

È sabotaggio morale, pietro. Ovvio, che non sia illegale. Astenersi NON è una votazione, visto che consegni la scelta nelle mani di quelli che andranno a votare (e non puoi sapere il giorno prima se il quorum sarà raggiunto o meno).

Magar

Dimenticavo: e se non vai al seggio perché il quesito “non ti interessa”, chiaramente questa NON è una votazione.
P.S. Ti ricordo che usare il maiuscolo nel web equivale ad URLARE. Può non essere gradito dall’interlocutore.

Francesco Casu

Odio il quorum, andrebbe abolito! Per quanto mi riguarda sono sempre intervenuto ad ogni votazione senza nascondermi dietro il “non voto”.

Trentino69

Io ho trovato scandalosa la bassa affluenza nel capoluogo di provincia, storicamente più progressista rispetto ai paesini nelle valli.

Vorrei aggiungere una chicca assente nell’articolo della UAAR trentina: la posizione dei DS è stata: libertà di coscienza….
Una vergogna.
E queste sono le premesse del partito democratico?

Alien

Qui abbiamo a che fare con una delle più grandi organizzazioni mafiose della Terra e di tutti i tempi. Inutile fare queste battaglie: l’avranno vinta loro SEMPRE!

Troveranno SEMPRE il modo per utilizzare l’olio santo per lubrificare i posteriori degli italiani prima di ogni atto..

Marco.g

Chi ha avuto questa brillante idea di fare un referendum quando ormai tutti sappiamo come vanno a finire? E’ molto più efficace trasformare l’opposizione alla legge in voto politico alle elezioni. Ad es.: in provincia di Trento solo 4 consiglieri hanno votato contro? Se riusciranno a raccogliere TUTTI i voti del 18% che è andato a votare SI, questo farebbe già una bella differenza. E non ci sono trucchi per impedirlo.

Soqquadro

Veramente mi pare che sia illegale per i ministri del culto (di qualunque culto, in Italia) dare indicazioni di voto o di astensione.

IVAN

“NON E’ IN ALCUN CASO UN REATO, O SABOTAGGIO DELLA DEMOCRAZIA, PERCHE’ ANCHE ASTENERSI AL VOTO – SOLO NEL REFERENDUM, RIPETO ONDE EVITARE FRAINTENDIMENTI …”
Così scrive Pietro. Io non voto per il parlamento da almeno 15 anni, lo stesso per le amministrative. Ho votato, turandomi il naso, per l’abrogazione della legge 40. In Italia non E’ REATO NON VOTARE. Nel mio caso il mio astensionismo è cosciente e mirato: non voterò mai per un governo di lacchè della classe dominante! Il voto, oggi più di ieri, è un rito laico che soddisfa la FEDE nel democrazia e nel sistema rappresentativo. Il voto, quindi non può cambiare un bel niente. Resta la lotta di classe, quella vera. La scuola laica e i preti mandati a lavorare, sarà una conquista politica di una classe, il proletariato comunista e rivoluzionario, contro la classe che oggi detiene, di fatto, il potere economico e quindi politico. Nessun referendum, nessuna maggioranza “progressista” e di “sinistra”, potrà ottenere in parlamento, ciò che solo la lotta politica in ogni sua forma può strappare. Siete degli illusi se credete il contrario.

Un saluto internazionalista.

rossotoscano

durante il fascismo e nei primissimi decenni della repubblica , il voto era un dovere ma oggi è un diritto degli italiani per cui non è reato non andare a votare e lo stesso dicasi per i referendum per i quali non votare significa non voler abrogare la legge vigente… il referendum sulla legge 40 docet purtroppo, quello che trovo molto discutibile è che rappresentanti di una religione indichino come comportarsi politicamente… questo vuol dire che tra qualche anno anche i mussulmani( parlo di loro perchè sono i piu’ numerosi) potranno indire un referendum, se cittadini italiani e sconvolgere le nostre leggi… prima di giustificare l’operati di esponenti religiosi bisogna pensare e connettere i neuroni… comunque l’amorale della favole è che religione e politica non devono interferirsi

chiericoperduto

Il referendum è fallito, oltre che grazie alle pressioni ecclesiastiche, per il fatto che si trattava di materia di scarsa presa sul pubblico per la quale i politici eletti potevano legiferare senza ricorrere alle urne.
Alle urne si ricorre, secondo me, su grandi temi sensibili e poi bisognerebbe abolire il quorum: basta con i soldi sprecati per referendum finiti nel nulla.

lacrime e sangue

Libero ha ragione. Questo referendum mostra alcune cose:
1) in che direzione va la politica di destra e di sinistra = acquisire l’appoggio politico della chiesa per ottenere un controllo maggiore sulla popolazione
2) le conseguenze saranno anche di lungo periodo
3) la chiesa è sempre più forte in Italia, grazie anche alla spinta del crescente prestigio politico e sociale nonchè alla paura dell’immigrazione che spinge molti agnostici o pigri a tornare fra le sue braccia
4) il benessere economico non garantisce consapevolezza politica o sociale
5) Lo stato e gli enti locali hanno un interesse econimico a favorire la diffusione delle scuola private cattoliche (ma presto anche islamiche, evangeliche, luterane, avventiste del settimo giorno, gioviane…) così i politici possono ottenere sudditi senza libero pensiero da manipolare meglio, sostenuti dal clero che non si definisce pastorale a caso: pecore stupide per pastori furbi
6) far rientrare I.R.C. nel sistema dei voti è in linea con quanto appena scritto al punto 5

F.Dolcino

Finanziare le scuole private con i denari dello stato è vietato dalla costituzione; il quorum è un cavillo bizantino, antidemocratico che c’è praticamente, solo in Italia, tutti gli altri paesi democratici dalla Svizzera agli States NON hanno il quorum. Le scuole cattoliche come le madrasse ed i laogai sono “campi di rieducazione” particolarmente efficaci nel condizionare le menti più giovani, con menzogne superstiziose e dogmi.

Lazarus Long

In realtà c’è stata pochissima informazione. Io sono trentino e vi posso assicurare che a buona parte delle persone cui ho ricordato di andare a votare mi hanno risposto: “Votare?! Perchè, oggi si deve votare per qualcosa?”. Con queste premesse un’affluenza del 18% direi che è quasi un seegnale positivo!

chiericoperduto

la pochissima informazione è stata voluta, vi pare?

pietro

@ rossotoscano
… hai capito che in un domani, lo disse un Ministro di uno stato delle Comunità Europea, che ora mi sfugge ( scusate la mia memoria che con l’età se n’è andata …. ), che se i mussulmani raggiungessero la maggioranza e VOLESSERO l’applicazione della loro legge coranica questa verrebbe applicata.

Arcibaldo

Ha ragione Marco G; il comitato promotore del referendum ha dimostrato poca accortezza politica e così si è dato la zappa sui piedi: nella vita non ci sono scorciatoie.

ciceracchio 2la vendetta

che dire di tanta cosa DEO GRATIAS………..

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