Mi vedo costretto a ritornare sul Miracolo di San Gennaro. Dopo la pubblicazione del mio primo articolo su questo tema (http://blog.uaar.it/2007/09/21/san_ketchup/), un lettore (Aldo Grano) mi ha contattato per mettermi al corrente di elementi che (a suo parere) mi erano ignoti. Le contestazioni che mi ha mosso Aldo sono degne di nota. Riporto qui di seguito gli elementi essenziali dei suoi messaggi (su sua autorizzazione).
“Garlaschelli e gli altri scienziati del CICAP si guardano bene dal citare, nel loro articolo, le analisi spettroscopiche del prof. Sperindeo (1902) e, soprattutto, quelle del 1988, con uno spettroscopio più raffinato, che fu fatto lavorare durante il miracolo del 19 Settembre, verificando che il sangue cambiava il suo stato fisico. A dire il vero, sul sito del CICAP, si tenta di contestare la possibilità dello spettroscopio di verificare il cambio del punto di fusione e si chiede di poter esaminare il “ketchup” mediante uno spettrofotometro. Io ho venduto spettrofotometri XXXXX, i più sofisticati, almeno allora, in chimica-clinica, dal 1981 al 1985. E Ti posso dire che, pur essendo in grado, grazie alla tecnologia laser e al sofisticato software di calcolo, di analizzare sia il siero che il sangue intero, richiedevano comunque la reazione del campione con un reagente; se si fosse voluto analizzare il sangue di San Gennaro, si sarebbe dovuto rompere sia il reliquiario del XVII Secolo sia le ampolline sigillate all’ interno, risalenti al IV Secolo. Anche per prelevarne una solo goccia. Ma le contestazioni del Garlaschelli e degli altri scienziati del CICAP si guardano bene dall’ evidenziare che, comunque, anche uno spettroscopio del 1902 era in grado di distinguere il sangue umano da cocktails chimici, cere, prodotti alimentari o altri marchingegni che le superstizioni scettiche e ateistiche avevano attribuito, nel corso dei secoli, alle nefande capacità illusionistiche della Chiesa. E il sangue umano non solo non può liquefarsi, una volta coagulato, per succuzione, fotolisi, preghiere o altre manovre non invasive; ma, soprattutto, non può conservarsi per secoli (diamo per buono il 1649, data dell’ ultimo reliquiario esterno, ammesso che la Chiesa abbia voluto, allora, perfezionare il trucco, tramandato di vescovo in vescovo dal 431).”
“La mia tesi, come ricorderai, è che il Cicap e chi utilizza il cocktail da esso creato ignori volutamente che l’ analisi spettroscopica ha comunque dimostrato che il liquido contenuto nelle ampolle è sangue umano. Ora Tu arrivi addirittura ad affermare che uno spettroscopio non è in grado di distinguere il sangue di una scimmia umana da quello di altri mammiferi e , in subordine, se mal non interpreto la Tua difesa, che addirittura sia l’ analisi del 1902 che quella del 1988, coordinata dal “famigerato” per Voi prof. Baima Bollone, abbiano rilevato solo tracce di emoglobina, senza verificare se esistano altre sostanze liquefacenti, dietro succuzione, del reliquiario. Orbene, fin dalla seconda metà del XIX secolo lo spettroscopio era uno strumento utilizzato nelle indagini poliziesche proprio per distinguere anche minime tracce di sangue umano su armi da taglio, pareti e tessuti. Gli spettroscopi della seconda metà degli anni 80 del secolo scorso erano in grado di rilevare in un campione di liquido spettri di sostanze presenti nell’ ordine di grandezza del millesimo di milligrammo. La verifica dello spettro del sangue umano, sia negli strumenti del 1980 che in quelli precedenti, si fa confrontando lo spettro esaminato con lo spettro di un campione di sangue prelevato da un uomo, così come si confronta lo spettro di un sangue presunto di bue con lo spettro di un campione di sangue prelevato sicuramente da un bue. E così è stato tarato e confrontato l’ esame del 1902 e quello del 1988.Inoltre l’ esame spettroscopico di Baima Bollone non ha rilevato, all’ interno dell’ ampolla, tracce di sostanze estranee al sangue umano. In “sostanza” gli eccezionali falsari del 1389 (ancora Leonardo Da Vinci? Che non era ancora nato, così come non era ancora nato quando la Sindone di Torino ricomparve sul mercato?) avevano mischiato a del sangue umano degli anticoagulanti che agivano in quantità molecolari.”
Le contestazioni, quindi, sono le seguenti.
- Sono state fatte delle analisi sul liquido contenuto nelle ampolle e, da queste analisi, questo liquidi è risultato essere sangue umano.
- Trattandosi di sangue umano, non può trattarsi di una sostanza tissotropica.
- Ad ulteriore conferma del fatto che si tratta di un miracolo, il fenomeno in questione si verifica solo a date prefissate.
Qui di seguito, trovate le mie considerazioni. Ad esse, aggiungo alcune altre informazioni che ritengo rilevanti.
C’è del sangue nelle ampolle?
Quasi certamente, no. Nel 1902, il Professor Sperindeo tentò una prima analisi del contenuto delle ampolle. A questo scopo utilizzò uno strumento che a quell’epoca era d’avanguardia: uno spettrofotometro a prisma operante nel campo della luce visibile. Più in dettaglio, questo spettrofotometro usava una candela (si, proprio una candela) come sorgente di luce. Lo stoppino della candela era stato precedentemente bagnato con Cloruro di Sodio (si, proprio il normale sale da cucina) per fare in modo che emettesse la caratteristica luce gialla (la famosa “Riga D del Sodio”).
Con questo strumento, Sperindeo tentò di analizzare un sottile strato della sostanza presente nelle ampolle (che quindi si trovava già da ore allo stato liquido) attraverso ben quattro diversi strati di vetro (due dell’ampolla e due del contenitore delle ampolle).
L’analisi venne ripetuta, altre due volte, a tre ed a nove minuti di distanza dalla prima, ottenendo tre spettri di assorbimento diversi tra loro (e di qualità talmente scarsa da risultare quasi illeggibili). Questa differenza tra i tre spettri venne attribuita ad un “miracolo in corso”.
Nonostante tutto questo, Sperindeo si convinse di avere registrato il tipico spettro di assorbimento del Ferro, un componente fondamentale dell’emoglobina e quindi del sangue. I risultati del suo lavoro non vennero sottoposti al tipico controllo incrociato a cui sono sottoposti i lavori degli scienziati ma vennero pubblicati direttamente dalla Curia di Napoli in un apposito libro.
Questo stesso tipo di analisi fu ripetuto nel 1989 dal Professor Pierluigi Baima Bollone, usando un più moderno spettrofotometro elettronico. Questo nuovo esperimento fornì sostanzialmente gli stessi risultati.
Come avrete già capito, le analisi condotte da Sperindeo e da Baima Bollone non sono in grado di convincere un chimico della genuinità del sangue di San Gennaro e della sua natura miracolosa. Le ragioni sono le seguenti.
La spettrometria nel campo della luce visibile, per sua natura, è in grado di rilevare solo la presenza degli elettroni di legame degli atomi, e quindi di rilevare la presenza degli elementi chimici come tali, non le molecole. In altri termini, questo tipo di spettroscopia è normalmente in grado di dirvi soltanto che è presente del Ferro (ad un certo stato di ossidazione) ma non di dirvi di quale molecola questo atomo di Ferro faccia parte (ad esempio, se faccia parte del gruppo eme dell’emoglobina o di un semplice ossido). Detto ancora in altri termini, questo tipo di spettroscopia, in sé, non è in grado di distinguere la ruggine dal sangue. Per superare questo limite, Sperindeo e Baima Bollone si sono basati sull’assorbimento della luce visibile su un arco di frequenze abbastanza ampio da coinvolgere più elementi, in modo da poter confrontare lo spettro globale di assorbimento del campione con quello di un campione di sangue noto. Dato che i rapporti tra le concentrazioni tra diversi elementi sono sempre gli stessi all’interno di una molecola, questa tecnica dovrebbe permettere di risalire alla molecola in questione. Questa tecnica può sembrare affidabile ma, come hanno ampiamente dimostrato molti commentatori, non lo è affatto. Purtroppo, è fin troppo facile mettere a punto una miscela che fornisca lo stesso spettro di assorbimento del sangue, persino in modo del tutto involontario ed inconsapevole.
Un esempio di “falso sangue” che fornisce lo stesso spettro di assorbimento del sangue umano è riportato in questo articolo di Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala sul sito del CICAP: “The blood of Saint Januarius“.
Per distinguere una molecola dall’altra, sarebbe necessario (e spesso nemmeno sufficiente) usare uno spettroscopio che operi nel campo della luce infrarossa (IR o FT-IR). Questo tipo di spettroscopi è in grado di rilevare i movimenti di oscillazione degli atomi all’interno delle molecole, che sono caratteristici di ogni singola molecola, e quindi di riconoscere le molecole le une dalle altre (almeno in alcuni casi…). In altri termini, con uno spettrometro IR forse sarebbe possibile distinguere il sangue dalla ruggine. Purtroppo, però, il vetro è opaco alla luce infrarossa (non la lascia passare) e quindi non è possibile analizzare il sangue di San Gennaro con uno strumento di questo tipo. Insomma, le analisi condotte da Sperindeo e Baima Bollone sono in grado di dirci soltanto che all’interno dell’ampolla c’è del Ferro, non di quale molecola contenente Ferro si tratti nella realtà.
Sfortuna vuole che il Ferro sia anche il componente fondamentale della miscela che è stata messa a punto da Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala, del CICAP, nel corso del loro famoso esperimento del 1991. Detto in altri termini, questo tipo di analisi non ci ha detto nulla di utile e non poteva farlo, nemmeno se fosse stata condotta in modo più corretto o più raffinato.
Per identificare se la sostanza che si trova all’interno dell’ampolla sia veramente sangue sarebbe necessario, come minimo, fare una delle varie analisi del sangue che fanno abitualmente gli ospedali (conteggio dei globuli rossi e dei globuli bianchi al microscopio, determinazione della concentrazione di colesterolo, grassi e zuccheri, ricerca di proteine particolari, etc.). In realtà, l’unico modo di essere veramente certi della natura umana di quel sangue sarebbe quello di fare l’analisi del DNA del campione. Il sangue umano, infatti, è sostanzialmente indistinguibile, a livello chimico e tissologico, da quello di quasi tutti i mammiferi (siamo uguali alle scimmie per oltre il 98%).
La presenza di sangue escluderebbe la frode con un miscela tissotropica?
No. Si possono creare miscele tissotropiche anche usando come “base” del sangue (umano o animale). In effetti, molti osservatori sono convinti del fatto che questa curiosa miscela tissotropica sia stata prodotta per caso, nel tentativo di preservare meglio il campione di sangue. Ecco come spiega questa ipotesi un sito cattolico come Kryplos:
“Gli esami effettuati nel 1902, a metà degli anni ’30 e nel 1989, avrebbero confermato che le ampolle contengono sangue.
In effetti, questi esami rispettosi dell’integrità delle reliquie – che non sono state aperte – hanno permesso di individuare solo la presenza di ferro. Ora, sebbene il ferro sia un elemento caratteristico dell’emoglobina, è ovvio che la sua presenza non implica necessariamente quella dell’emoglobina, componente essenziale del sangue.
D’altra parte, anche la presenza di emoglobina non sarebbe probatoria: le ampolle potrebbero contenere piccole quantità di sangue miscelato con una sostanza tissotropica. Per di più, molte specie di piante appartenenti al genere Dracaena contengono sostanze resinose rossastre (il cosiddetto sangue di drago) usate in medicina popolare e come sostanze coloranti. Unendole con grasso animale, si ottiene una miscela di aspetto simile al sangue: la reliquia di San Lorenzo è stata descritta come costituita da “sanguine et pinguedine”.
Comunque, anche il sangue, come molti fluidi biologici (latte, linfa delle piante), presenta il fenomeno della tissotropia: è sufficiente che non sia coagulato, bensì sedimentato. E quanto a questo, occorre sottolineare che non è affatto certo che il sangue – se di sangue si tratta – sia coagulato. Infatti, la coagulazione comporta che la parte corpuscolata del sangue, venga intrappolata in una fitta rete di fibrina, la quale forma una struttura molto compatta che in nessun caso può distruggersi e poi riformarsi. Tuttavia, la coagulazione può essere impedita con varie modalità.
Galeno (129-201) ed i suoi discepoli dell’alto medioevo iniettavano a scopo di ricerca autoptica sostanze coloranti nei vasi sanguigni. E’ dunque probabile che fra varie sperimentazioni abbiano trovato il modo raggiungere questo risultato. Ad esempio, addizionando al sangue sale da cucina e succo di limone (ottenendo citrato sodico). Né si può escludere che la coagulazione sia stata impedita da interferenze prodotte dal vetro delle ampolle, che avrebbe inibito uno o più dei delicati stadi che portano alla formazione della fibrina.”
[Testo tratto da kryplos.com]
Non è quindi difficile pensare che un monaco, nel tentativo di prevenire la coagulazione e l’imbrunimento del campione, abbia aggiunto al sangue il sale da cucina ed il succo di limone ottenendo in questo modo questa curiosa miscela.
La creazione di una miscela tissotropica adatta, sarebbe stata alla portata dei “tecnici” del XIV secolo?
Sicuramente si. Lo studio di Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala ha dimostrato, tra le altre cose, che la loro miscela tissotropica è un “prodotto intermedio” nella produzione di un colorante “rosso sangue” usato dai pittori del tempo. Ecco come lo raccontano loro stessi:
“Senza aggiunta di coloranti
La nostra sostanza e’ del colore giusto, non c’e’ bisogno di aggiungere alcun pigmento. La rende questo forse una candidata migliore, visto che il suo stesso aspetto puo’ averne suggerito l’uso disonesto? Infine l’ipotesi tissotropica non esclude l’influenza delle variazioni di temperatura sulle irregolarita’ di comportamento della reliquia.”
“Tutta la procedura necessaria, effettivamente, ha un sapore da bottega d’arte del 1300. Li’ si potevano trovare i colori tenuti in budelli, o la pratica di aggiungere una base, spesso carbonato di calcio, ai pigmenti. Il nostro composto, se calcinato, coinciderebbe col pigmento caput mortuum (Fe2O3).”
[Da “Indagine sul sangue di San Gennaro” sul sito del CICAP]
“In 1389, the Cathedral of Naples was in construction and artists from all over Italy were present. At that time the king was Robert of Anjou, a pious person, who would certainly have been pleased by a “holy blood relic”.”
[Da “The blood of Saint Januarius” sul sito del CICAP]
In buona sostanza, è più che probabile che qualche “ragazzo di bottega” abbia notato le miracolose doti del colorante “caput mortuum” che stava preparando per il suo padrone e abbia deciso di farci qualche soldo rivendendolo a qualche ricco credulone.
Il miracolo si ripete solo a date prefissate?
No. Si sa benissimo che il sangue di San Gennaro si liquefà nelle occasioni più diverse, semplicemente agitandolo. Lo dicono gli stessi siti cattolici:
“Le ampolle contenenti il sangue di San Gennaro vengono mostrate agli illustri personaggi che visitano la cappella del tesoro ed in queste occasioni il sangue si è fluidificato molte volte, mostrando una notevole quanto sfaccettata “personalità”. Ad esempio, durante la campagna di Napoleone in Italia, nel giugno del 1799, il generale francese Championnet entrò a Napoli con le sue truppe e, per prevenire disordini, pensò alle miracolose ampolle: perentoriamente sollecitò il cardinale ad intercedere perché avvenisse il miracolo… e San Gennaro acconsentì. Nel 1986, il cardinale di Napoli, Michele Giordano, mentre saliva i gradini del Duomo, cercò di baciare un’ampolla… San Gennaro, evidentemente compiaciuto da tale devozione, fece il miracolo. E così il 6 maggio 1989, durante la processione guidata ancora dal cardinale Giordano dalla Basilica di Santa Chiara al Duomo. Anche il 18 maggio 1992, in occasione della visita di Andrew Bertie, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, le ampolle – estratte dalla teca in cui sono custodite – hanno mostrato il sangue prontamente fluidificatosi dopo un minuto di preghiere. Per contro, mostrando uno “spirito” repubblicano, il miracolo non si é mai verificato in presenza dei sovrani di Casa Savoia. E nemmeno in occasione della visita di papa Pio IX il secolo scorso e di papa Giovanni Paolo II nel novembre 1990. Faceva freddo o… San Gennaro è indispettito per una vecchia bolla pontificia del XVII secolo?”
[Da “Il sangue di San Gennaro” a Kryplos]
Il sangue di San Gennaro è un caso unico?
No. Ci sono almeno altri quattro o cinque campioni di sangue che mostrano (o dovrebbero mostrare) lo stesso comportamento nell’area vesuviana. Ecco come lo racconta il solito sito cattolico:
“Ebbene, anche le ampolle contenenti il sangue miracoloso non sono uniche. Infatti, l’annosa diatriba sulle reliquie del sangue di San Gennaro ha messo in ombra le altre testimonianze del fenomeno che si ripete in molte chiese napoletane: ricordiamo le reliquie del sangue di S. Stefano, custodite nell’antico monastero delle Clarisse in piazza del Gesù le reliquie del sangue di San Giovanni e di San Lorenzo, custodite nella chiesa di San Gregorio Armeno; le reliquie del sangue di San Luigi Gonzaga e di San Pantaleone, custodite nella chiesa del Gesù Vecchio. Tuttavia, la liquefazione di queste reliquie, e – secondo indiscrezioni – di altre reliquie custodite nelle cappelle private di alcune ricche famiglie gentilizie, non si ripete in date regolari.”
[Da “Il sangue di San Gennaro” a Kryplos]
Dobbiamo pensare che i miracoli siano un evento piuttosto comune o dobbiamo invece pensare che il nostro “ragazzo di bottega” non si sia accontentato di vendere il suo miracoloso composto ad un solo cliente?
C’è della malafede dietro questo miracolo?
Probabilmente non ce n’era all’inizio. Non c’è motivo di credere che altre persone, oltre al ragazzo di bottega, fossero al corrente della reale natura del campione di sangue. Con ogni probabilità, per secoli i vescovi di Napoli hanno agito nella più totale buona fede (e questo spiegherebbe anche certi mancati miracoli).
Di sicuro, però, la malafede c’è adesso. Ora che si è capito come funziona il trucco, sarebbe opportuno lasciar cadere la maschera. E su questo punto siamo costretti a tirare le orecchie a Santa Romana Chiesa: sarebbe veramente ora di permettere ai tecnici di oggi di analizzare in modo serio quel campione di sangue. Basterebbe una microscopica goccia di sangue per fare l’analisi del DNA e verificare che si tratti di sangue umano. Con appena un po’ più di campione si potrebbe verificare spettrograficamente la presenza di sostanze gelificanti come il cloruro ferrico.
Davvero, non ci sono più scuse.
Alessandro Bottoni
alessandro.bottoni@infinito.it
alessandrobottoni@interfree.it
PS: Aldo Grano mi ha gentilmante fatto notare che gli autori di Kryplos.com sono Cristiani Protestanti Valdesi, non Cristiani Cattolici:
“Caro Alessandro, da una attenta disanima del sito Kryplos, da Te avocato come “cattolico” nella risposta che mi hai dato (Ketchup 2 – La vendetta), dopo aver letto per intero gli articoli da Te largamente citati a sostegno delle Tue tesi, rilevo che si tratta di cristiani protestanti Valdesi e non di cattolici. Non è differenza di poco conto: sarebbe come se io citassi un sito della società Teosofica dicendo che si tratta di atei.”
Ringrazio Aldo della segnalazione e chiedo scusa per l’errore.
E’ vero, non ci sono più scuse, ma sapete cosa rischia la chiesa se il tutto si rivela una truffa?
si chiama “abuso della credulità popolare”, per il cittadino comune sarebbe da galera, per un porporato non so!
Tempo perso. Aldo Grano e altri come lui hanno il DONO DELLA FEDE e quindi non si lasceranno trascinare in questa nefanda e vigliacca deriva ateista materialista secolarista …ista …ista …ista …ista … bla bla bla, la dignità dell’embrione…. bla bla bla, (ma che c’entra? boh), voi atei materialisti edonisti satanisti bla bla bla….
Come i bambini hanno bisogno di un personaggio paffuto, vestito di rosso e con la barba bianca per concettualizzare l’astrattezza della generosità, così i cattolici hanno bisogno di sindoni, stimmate e ampolle per concettualizzare l’astrattezza della fede in un essere trascendente.
Molti di tali “credenti” pregano questo essere affinché interceda presso di me per ottenere la grazia di una vincita al lotto, capovolgendo le gerarchie. Il paganesimo morente si è vendicato inoculando nel nascente cristianesimo il virus del politeismo.
ad ogni miracolo corrispondono miliardi di oboli…
vojo un’ampolla anche ioooooooooooooooooo
Dai, ma un po’ di folklore ce lo vogliamo lasciare a Napoli?
Una città più stramba non la troviamo in Europa,
e mi spiacerebbe assai che fosse livellata dalla globalizzazione.
Caro Alessandro, Ti dispiace: 1) Darmi l’ indirizzo esatto dei “cattolici” di kryplos.com. A quell’ indirizzo mi risponde un atelier di moda. Prova per credere.2) Dirmi se il Tuo “ragazzo di bottega” era un Highlander: Stefano e Giovanni sono contemporanei di Gesù, Gennaro e Pantaleone furono martirizzati sotto Diocleziano (305ca) e San Luigi Gonzaga è morto nel 1591.3) Perché non vuoi sentirci dall’ orecchio quando ti dico che lo spettrogarfo di Baima Bollone (analisi del 1988, pubblicata nel 1989, prima del lavoro del Cicap) non ha rilevato traccie di sostanze estranee al sangue umano ed aveva una sensibilità al millesimo di grammo? Per conservarlo, o peggio ancora, aggiungere sale da cucina, che tipo di pinzette avevano, in grado di manovrare nanogrammi?Quei diabolici fratacchioni avevano forse trovato un rimedio omeopatico quattro secoli prima di Hahnemann? Aldo
Lady, non c’è niente di più globalizzante del cristianesimo…
Comunque se ne può discutere finché si vuole, ma resta il fatto che di fronte a questo fenomeno i soliti credulenti NON possono e NON potranno MAI affermare che la scienza ha fallito a dimostrare che non si tratta di un miracolo, poiché in realtà agli scienziati non è MAI stato concesso di effettuare delle vere analisi.
Il fatto che le ampolle non contengano sangue umano è facilmente dimostrabile senza ricorrere ai più sofisticati marchingegni della scienza. Infatti, poichè il permesso di svolgere un’indagine scientifica completa non viene concesso dalle autorità religiose, si deve dedurre senza ombra di dubbio una malafede da parte dei miracolisti e di paura di essere colti in fallo. In sostanza, di una bufala.
Caro Aldo Grano,
Io di S.Gennaro, di ampolle, di Bollone e compagnia non so nulla. Pero’ sono un chimico fisico, e non mi risulta che esista alcuna analisi in grado di identificare le piu’ semplici molecole organiche (roba piccola, mica cose complicate come proteine, acidi nucleici etc etc che compongono la materia vivente) con la luce visibile. Servirebbero analisi quali spettrofotometria IR, spettrometria di massa, NMR… ma guarda caso, per farle bisognerebbe prelevare un campione dalle ampolle… (per carita’! sacrilegio, profanazione!!)
Comunque, chi dice che identifica sangue (umano, per giunta) con uno spettrofotometro a luce visibile e’ un pallaro (= raccontatore di frottole) . Fidati.
PS: ma lo sai quanto sodio e’ presente nel sangue umano???? se fosse sangue, sarebbe pieno di sodio (~3.2 g/l per la precisione…), invece, se fosse un inbroglio POTREBBE essere pieno di sodio (o no, dipenderebbe da come uno faccia la contraffazione)… ergo… trovare sodio non proverebbe proprio nulla, invece non trovarlo proverebbe che non e’ sangue
una indagine scientifica, esame del dna, ma andiamo, state sognando, si terranno stretti stretti il miracolo, porta soldi molti soldi
Egregio Sig.Aldo Grano, io non sono ne un eminente fisico e neanche un eminente chimico, mi permetto comunque di segnalarle il sito kriplos.com con il link completo, acciocche’ possa cosi’
prenderne visione.
http://www.kryplos.com/ikthys/Archivio/S.Gennaro.htm
PS. Bastava clikkare nell’apposito riferimento ipertestuale.
Aldo, “non rilevare sostanze estranee al sangue umano” non significa che in quell’ampolla ci sia sangue umano. E poi, anche se ci fosse?
Per altro, che uno spettrometro a luce visibile sia sufficiente a distinguere il sangue umano dal sangue di bue ci credo proprio poco, i componenti molecolari sono esattamente gli stessi. Mi sembra piu’ probabile che attraverso un’analisi chimica che COMPRENDA uno studio spettrografico sia possibile diversificare il sangue umano dal sangue di un animale, e forse neppure tanto facilmente. Se poi il campione di “sangue” sta in un’ampolla vecchia di parecchi secoli, che presumibilmente non fu sottoposta a operazioni di pulizia particolarmente accurata prima di essere riempita del campione, mi permetto di dubitare anche sui risultati di questo Baima Bollone, come e’ possibile che non ci siano tracce di altre sostanze (polvere, pollini, etc….) oltre al sangue?
Jeezuz,
certo, concordo con il contenuto del tuo post.
(Aggiungo che l’Islam è altrettanto globalizzante.)
E’ che Napoli con San Gennaro mi sta simpatica.
Ma non pretendo che tutti provino la stessa simpatia.
Diciamo che per me: SAN GENNARO NON SI TOCCA!
😀
Ps. x Jeezuz
in generale sono contraria a qualsiasi reliquia.
Lo considero vilipendio di cadavere.
Vabbè diamogliela vinta, dai: E’ UN MIRACOLO! Certo però, cribbio, che con tutti sti poteri soprannaturali onnipotenti, riuscire a fare poco più di un gioco di prestigio, insomma… no dico, sforzarsi un pochino di più, niente, eh? qualcosa di più utile, o almeno che facesse più audience, così con i ricavi dei pellegrinaggi ne ricavavano abbastanza da non doverci spillare a noialtri l’otto per mille… uffa! a quando qualche miracolo serio? magari su larga scala. Chessò, l’inventore del vaccino contro il vaiolo, fatti tutti i conti, avrà salvato milioni di persone, ma mica l’hanno fatto santo! Allora sti miracoli alla fine, se e quando ci sono davvero, servono davvero a poco, cribbio. Comunque coraggio sig. Aldo, ciò che conta è SOLO LA VERA FEDE che porta all’UNICA VERITA’. Auguri.
io sono napoletano e da buon napoletano non sono mai andato nel duomo ad assistere al miracolo di San Gennaro… comunque voglio dirvi che la chiesa ufficiale non lo definisce miracolo bensì prodigio, prendendo le distanze da quest’evento in quanto è possibile che in futuro lo si possa spiegare in termini piu’ terreni
per capire a fondo la veridicità del presunto miracolo basta vederne gli effetti : a Napoli sono praticamente inesistenti la disoccupazione, la delinquenza, la tossicodipendenza e tutti gli altri mali che affliggono le altre città sprovviste della miracolosa ampolla.
Mah… Io posso capire che San Gennaro dice “I napoletani devono farcela da soli, troppo facile se vengo io e gli levo disoccupazione, delinquenza e così via”… Va bene…
Ma allora non fare nessun miracolo, anziché quello del sangue!!!! Almeno non prenderli per il xxxx!!!! A che serve fare i giochini di prestigio col sangue (oltre a denotare un certo gusto per il macabro)?
Non posso immaginarmi che ci sia ancora un solo napoletano sotto i 60 anni che potesse credere che questo ” miracolo ” sia vero . Fa parte del folklore napoletano . Per riprendere le parole di Clemenceau sulla situazione in Italia, si può anche dire che a Napoli ” la situazione è seria ma non è una cosa seria ” …
Occore rileggere le belissime pagine ironiche ma molto tenere che lo scrittore Roger Peyrefitte ha scritto nel suo libbro ” Dal Vesuvio all’ Etna ” ( anno 1952 ) , in merito al ” miracolo di San Gennaro ” e al quale assistò di persona . Ci fa da davvero piangere… da ridere ! Da non perdere …
Non posso immaginarmi che ci sia ancora un solo napoletano sotto i 60 anni che potesse credere che questo ” miracolo ” sia vero . Fa parte del folklore napoletano . Per riprendere le parole di Clemenceau sulla situazione in Italia, si può anche dire che a Napoli ” la situazione è seria ma non è una cosa seria ” …
Occore rileggere le belissime pagine ironiche ma molto tenere che lo scrittore Roger Peyrefitte ha scritto nel suo libbro ” Dal Vesuvio all’ Etna ” ( anno 1952 ) , in merito al ” miracolo di San Gennaro ” e al quale assistò di persona . Ci fa da davvero piangere… da ridere ! Da non perdere …
Non posso immaginarmi che ci sia ancora un solo napoletano sotto i 60 anni che potesse credere che questo ” miracolo ” sia vero . Fa parte del folklore napoletano . Per riprendere le parole di Clemenceau sulla situazione in Italia, si può anche dire che a Napoli ” la situazione è seria ma non è una cosa seria ” …
Occore rileggere le belissime pagine ironiche ma molto tenere che lo scrittore Roger Peyrefitte ha scritto nel suo libbro ” Dal Vesuvio all’ Etna ” ( anno 1952 ) , in merito al ” miracolo di San Gennaro ” e al quale assistò di persona . Ci fa da davvero piangere… da ridere ! Da non perdere …
per aldo grano: ammesso e non concesso che con uno spettografo si possano trovare tutte le molecole in una data sostanza… hai presente quante ce ne sono nel sangue?
lo volevo gia scrivere nello scorso topic… quando han detto ”trovati derivati dell’emoglobina” e io fra me e me pensavo ” vuoi vedere che stanno parlando di pezzi dell’anello polifrinico che si trova anche nell’uovo?” ed thadan! han trovato ferro!
“La verifica dello spettro del sangue umano, sia negli strumenti del 1980 che in quelli precedenti, si fa confrontando lo spettro esaminato con lo spettro di un campione di sangue prelevato da un uomo, così come si confronta lo spettro di un sangue presunto di bue con lo spettro di un campione di sangue prelevato sicuramente da un bue”. Cari amici dell’ UAAR, atei immaginifici, visto che non riuscite a leggere il come un qualunque strumento che vede indirettamente qualcosa (es:ecografi) possa discernere, ho provato a fare un copia e incolla. Perché la risposta, a Voi come ad Alessandro Bottoni, l’ ho già data. Ma Voi non volete leggere se non quello che volete leggere, così come non volete sentire e vedere se non quello che Vi aspettate di vedere e sentire..,.
caro Aldo, non riesco a capire cosa vorresti dire con: “si fa confrontando lo spettro esaminato con lo spettro di un campione di sangue prelevato da un uomo”.
La tua è un modo di confronto niente altro immagino, cosa stai contestando?
Uso uno spettroscopio a infrarossi ogni giorno, per le materie plastiche, e spesso la ricerca lo faccio pure alla cieca, nel caso che non so assolutamente che campione ho in mano, lo confronto con le librerie esistente. Posso capire che il sangue umano o animale non e un pezzo di poliammide ma le tecniche sono identiche.
VE LO DETTO NO ??? STAVO TAGLIANDO UN PEZZO DI SANGUINACCIO DI SUINO;
E A UN CERTO PUNTO MI SI E’ COMINCIATO A TRASFORMARE IN SANGUE PURO:
MAREMMA BUCAIOLA::::: GRONDAVA SANGUE COME RENA , ALL’ORA MI SONO AFFRETTATO
A METTERLO IN UNA BACHECA ; DOPO MI SONO DETTO E SE METTESSI UNA DAMIGIANA D’ACQUA???? E GLI CHIEDESSI DI FARNE VINO DOC????SAI CHE MIRACOLO ”’ ???
HO SE DIVENTA VINO MI CONVERTIRO DI SICURO AL SANGUINACCIO ::::DI SUINO:::::