I vescovi comprano l’Ancona

La Chiesa scende in campo. Per la prima volta nella sua storia, il Csi, il centro sportivo della Cei, ha costituito una cordata di imprenditori cattolici per gestire una squadra di calcio professionistica. Da oggi l’Ancona, che quattro anni fa giocava in serie A e oggi è capolista del campionato di C1, dipende dal «Centro sportivo italiano» fondato dall’Azione Cattolica e i cui responsabili ecclesiali vengono nominati dalla Conferenza episcopale. Un colpo di scena e una svolta moralizzatrice in una piazza «a rischio» che, tra i fallimenti e le bufere giudiziarie delle presidenze di Edoardo Longarini ed Ermanno Pieroni, è stata una delle culle di Calciopoli. Adesso, divenuta la «squadra dei preti», adotta, unica in Italia, un Codice Etico all’insegna del «fair play» e dell’impegno sociale. Al decalogo del «progetto Soccer» saranno tenuti ad aderire giocatori, dirigenti e tifosi. In caso di comportamenti non etici, falli gravi, di reazione o intolleranza, i calciatori verranno sanzionati con ore di volontariato; gli utili della società saranno investiti in opere di sostegno per il Terzo Mondo e negli oratori; i giocatori potranno svincolarsi dalla società e i loro contratti seguiranno una linea di equità; i biglietti saranno venduti a prezzi ridotti; i tifosi dovranno rinunciare a comportamenti scorretti con le tifoserie avversarie e ad esporre striscioni offensivi. «E’ un modo per moralizzare il calcio, per riportare un po’ di etica in un settore che attraversa una grave crisi di valori», spiega l’arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli, a sua volta calciatore per beneficenza contro la Nazionale cantanti, in occasione della recente visita di Benedetto XVI al santuario di Loreto. «Scommettiamo sul vero significato dello sport – precisa il presidente del Csi, Edio Costantini -. Vogliamo far sì che il calcio torni ad essere uno strumento educativo e che non sia più ancorato a valori esclusivamente economici. Dimostreremo che per i ragazzi il calcio non è solo un’illusione o un cattivo maestro». E’ un «importante e delicato esperimento», aggiunge l’assistente spirituale nazionale, don Claudio Paganini, al quale il Csi lavora da tempo. «Sono stato destinato al mio incarico dal cardinale Camillo Ruini e dal segretario generale della Cei, Giuseppe Betori – spiega – l’idea che ha ispirato il progetto di Ancona ci è venuta da due eventi. Il primo è il Giubileo degli sportivi, quando il Papa rilanciò i valori dello sport. L’altro è la “Clericus Cup”, il campionato del Vaticano, un’esperienza molto positiva». Il presidente dell’Ancona, Sergio Schiavoni ha venduto l’80% della società ad un gruppo di finanziatori milanesi del Csi, ma è rimasto con una quota del 20 per cento «perché condivide lo spirito dell’iniziativa», puntualizza don Paganini. Si comincia dall’Ancona e il sogno è la Nazionale Vaticana, magari per favorire il dialogo con l’Islam e le altre religioni anche attraverso il calcio e lo sport. Un progetto gradito al segretario di Stato, Tarcisio Bertone, grande esperto di calcio e tifoso juventino, il primo a ipotizzare «una squadra di calcio di serie A del Vaticano, per competere ad armi pari con grandi formazioni come Juve, Inter, Milan, Roma». Il premier della Santa Sede aveva rivelato in varie occasioni di «non escludere» che il Vaticano potesse allestire in futuro «una formazione di calcio di grandissimo valore, allo stesso livello dei club superblasonati». Fornendo anche alcune indicazioni operative sulla strada da seguire: «Se, ad esempio, valorizzassimo i ragazzi dei nostri oratori e prendessimo tutti gli studenti brasiliani delle nostre università pontificie, potremmo fare una magnifica squadra. Ai Mondiali del ‘90 contai 42 giocatori delle nazionali che erano giocatori in oratori o centri salesiani». Intanto oggi udienza dal Papa in Vaticano e «cerimonia di consegna della nuova maglia dell’Ancona al Santo Padre», poi al Pontificio Oratorio San Pietro di Roma presentazione ufficiale della prima società professionistica «cattolically correct». E alle 15 partita amichevole tra l’Ancona e la selezione dei migliori calciatori della «Clericus Cup».

Fonte: Pensieri Convulsi

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18 commenti

Monsignèr

Bella iniziativa……
simpatica…
Speriamo che ad Ancona rimangano i giocatori…altrimenti poveri tifosi….nuovamente delusi…
cmq, fate bene……ora aumentate anche la quota di 8Xmille da devolvere alle missioni che avete….
cmq è un’idea simpatica…

Il Filosofo Bottiglione

come è scritto nel libro dei proverbi: “il calcio è una fede”

IlFustigatoreDiGalliate

”gli utili della società saranno investiti in opere di sostegno per il Terzo Mondo” ovvero, siccome utili non ci saranno finanzieranno la squadra con l’8%0?

shock

Tarcisio Bertone….ipotizzare «una squadra di calcio di serie A del Vaticano, per competere ad armi pari con grandi formazioni come Juve, Inter, Milan, Roma»…. «non escludere» che il Vaticano potesse allestire in futuro «una formazione di calcio di grandissimo valore, allo stesso livello dei club superblasonati».

😯
ma si rende conto di quanto costa una squadra del genere? e come la pagaranno? con l’8×1000 o si inventeranno un’altro stratagemma?

shock

Mi sembrava strano che fino adesso il vat(er) fosse rimasto fuori da un business miliardario come il calcio.

Roberto

Padre George lo mettono in attacco? Comunque bisogna riconoscere che Ratzi ha buon gusto in fatto di ragazzi !

dysphoria_noctis

che vergogna… e pensare che fino a poco tempo fa i preti sbraitavano per le partite alla domenica… viva la coerenza!

Marco.g

“E’ un modo per moralizzare il calcio”…
….e vi posso assicurare che con la moralità non ci si rimette, perché se l’arbitro ci dà un rigore contro possiamo sempre scomunicarlo

marc.o

come ogni stato che si rispetti anche quello del Vaticano avrà la sua nazionale di calcio……
ma questo è previsto nel messaggio evangelico????
Forse lo spirito santo ispirerà la scelta dei calciatori…….

lugachov

vogliamo scommettere che “miracolosamente” l’ancona andrà dalla C1 alla A in pochi anni?

J.C. Denton

Scelta molto saggia (per i suoi fini) della lobby cattolica… tutto fa brodo, e il calcio è un’ottima fonte di denaro, potere e consenso. Non si tratta affatto di una scelta avventata, né di una scelta simpatica. Non so poi però quanto siano abili in questo genere di cose, ma di sicuro non capita spesso che sta gente si sbagli in questo genere di manovre.
Si espandono, e presto saranno ovunque (lo sono già, ma fra poco lo faranno anche alla luce del sole).

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora (Mt – 25, 13)

kilowatt

Ma non avevano una tifoseria di sinistra con gli striscioni del Che? 😆

Arcibaldo

Il calcio non è uno sport per mammolette. Altro che fair play!

chiericoperduto

Bravi, anche un pò di calciomercato… bisogna diversificare gli investimenti dell’8xmille.
Il rischio è che nasca un’imbarazzante curva nord di ultracattolici con striscioni del tipo: “dio vi fulminerà” o “Totti! c’hai Hillary, noi c’abbiamo gesù e godiamo di più!”

Roberto

Poveri calciatori dell’Ancona ! Niente più sesso prematrimoniale. Niente più seghe. Non potranno più indossare il preservativo o far usare anticoncezionali alla propria moglie. Pregherina tutte le sere prima di andare a dormire e prima di mangiare. Un rosario al giorno. Cilicio, doccia fredda e fustigazione almeno una volta alla settimana. Confessione tutte le mattine. A letto tutte le sere alle 21.00. Immagini di Padre Pio, Wojtyla, Ratzi, Madre Teresa da pertutto: dai bicchieri alle mutande. I gay poi, pena il licenziamento, dovranno presto trovarsi una ragazza con cui fare finta. Se trasgrediranno rischiano di lavorare gratis come “volontario” obbligato.

Magar

Beh, però adesso l’Ancona potrà fare gol servendosi della “Mano di Dio” anche se non hanno Maradona… 🙂

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