Dopo aver letto sui giornali che all’ospedale Le Molinette di Torino stanno per entrare i ministri di otto confessioni religiose pronti a dare conforto ai malati, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) ha formalmente chiesto alla Direzione sanitaria la stipula di un protocollo d’intesa per l’assistenza laica. «Il conforto laico – ha spiegato il segretario nazionale dell’Uaar, Giorgio Villella – dal punto di vista giuridico è assimilato all’assistenza spirituale religiosa, dal momento che anche le convinzioni atee sono difese dall’articolo 19 della nostra Costituzione». E, se lo dice la Costituzione, dovrebbe valere anche in corsia.
L’ospedale Le Molinette di Torino ha invece aperto le porte all’ecumenismo dimenticandosi dei nove milioni di non credenti (secondo fonte cattolica) che abitano nel nostro paese. Così, oltre ai consueti camici bianchi di medici e infermieri e alle consuete tonache nere dei cappellani cattolici, potremo vedere in ospedale anche pastori protestanti, pope ortodossi, rabbini, ministri dei testimoni di Geova, imam musulmani e poi induisti, buddisti e membri della chiesa di Scientology.
Ma non humanist counsellor, consulenti laici, che in altri paesi europei, come il Belgio e l’Olanda sono già al lavoro negli ospedali, nelle carceri e in altre strutture segreganti. «Evidentemente – conclude Villella – alle Molinette sono molto premurosi verso le debolezze dei credenti di tutte le confessioni, mentre pensano che gli atei non si ammalino mai».
Comunicato stampa UAAR