Non giudicare, per non essere giudicati. E’ l’insegnamento di Cristo, ma è anche il senso del messaggio che il vescovo Giudici ha portato ieri mattina agli studenti del Foscolo sulla vicenda di don Michele Mosa. Un incontro inaspettato, voluto dalla preside Anna Carrera e comunicato ai ragazzi attraverso una circolare qualche minuto prima. Il liceo classico, dopo diversi giorni, rompe il silenzio sul caso del parroco 44enne di Certosa arrestato – e poi scarcerato – con l’accusa di violenza sessuale. La circolare arriva ai ragazzi alle 8 e 20. E’ firmata dalla dirigente scolastica. Informa che il vescovo incontrerà, quella stessa mattina, alcune classi del ginnasio e le quattro prime liceo. Nella circolare non si parla della vicenda di don Michele Mosa, ma l’incontro diventa subito l’occasione per affrontare l’argomento. «Non poteva essere altrimenti – spiega la preside -. Quella vicenda ha turbato tutti noi, i docenti e gli studenti che hanno avuto modo di conoscere don Mosa in questi anni. Parlandone con il vescovo, mi sono chiesta se non fosse il caso di parlare coi ragazzi. Ma non della vicenda specifica, bensì di quei principi che, pur passando attraverso le debolezze degli uomini, non perdono il loro valore. Gli uomini possono anche cadere in tentazione». Un uomo, quindi. Che può sbagliare. La scuola difende l’operato di don Michele Mosa. Lo ha fatto, a dire il vero, sin dall’inizio, seppure con un certa cautela. Ora, invece, il silenzio è stato rotto. «Per i ragazzi – dice la preside – don Michele Mosa è ancora una figura educativa importante». «E anche se siamo turbati o stupiti – ha aggiunto il vescovo monsignor Giovanni Giudici – non sta a noi giudicare». Il vescovo si è fermato dalle 9 alle 10. Un incontro partecipato. Anche i ragazzi che non frequentano di solito l’ora di religione hanno deciso di essere presenti. Ma nessuno ha fatto domande. Il silenzio è stato rotto solo dal docente di italiano e latino Lucilio Mussini, che ha chiuso l’incontro con queste parole: «In questo momento dobbiamo volere ancora più bene a don Mosa». Parole condivise dalla preside Carrera. «La scuola è vicina al parroco e docente. Il nome di don Mosa finalmente è emerso da quello che finora era stato solo uno girare attorno all’argomento – spiega la dirigente -. Ma anche le parole del vescovo hanno colpito nel segno. In particolare il suo invito a riflettere sulle cose prima di giudicare».
Da “La provincia pavese” di ieri
ma per favore…io ho
frequentato il liceo e conosciuto per cinque anni don mosa..
carattere burbero, maleducato e arrogante…non insegnava ma spesso leggeva il giornale in classe….che mondo strano questo…
chi si comporta male viene elevato agli altari…..