In un assolato sabato di primavera Don Juan Carlos Velarde si avvia lungo il cammino di ciottoli che dalla strada principale del Cervatos sale verso la chiesa parrocchiale. Il monastero di San Pedro di Cervatos viene aperto al culto solo un giorno alla settimana, e i frequentatori sono sempre più rari. I pochi che abbandonano per qualche chilometro il Cammino di Santiago, o che scelgono di allontanarsi dalle belle spiagge della costa Cantabra per salire fino a Cervatos, non vengono per un trasporto spirituale. E neanche da un interesse storico-artistico, che sarebbe perfettamente giustificato dato che siamo di fronte ad un importante testimonianza di arte ro- manica. Arrivano a Cervatos in preda ad una più profana e morbosa curiosità e per verificare coi propri occhi quel che si racconta sulla chiesa e che la rende davvero speciale.
Qui a San Pedro a vigilare sui devoti durante la messa o ad accompagnare gli sposi all’altare non ci sono solo le tradizionali raffigurazioni di angeli e santi ma, dissimulati da altre meno provocanti sculture, fanno capolino sulla facciata delle figurette alquanto audaci: donne che mostrano impudicamente le parti intime, uomini che se la ridono, dotati di attributi esagerati, scenette “d’amore”, amplessi e perversioni varie.
Le decorazioni erotiche di Cervatos sono state datate nel dodicesimo secolo dopo Cristo. Si tratta di piccole figure di pietra o bassorilievi, poste prevalentemente nell’abside della chiesa, fin anche sui capitelli, e metope, e nel portale della facciata. La cosa curiosa è che San Pedro è solo il caso più eclatante di questo particolare aspetto dell’arte romanica, ma non l’unico. Ci sono nei dintorni più di una decina tra chiese e abbazie dove questo tipo di raffigurazioni hanno creato una scuola e si è sviluppato uno stile unico per dimensioni e importanza artistica. […]
I religiosi dell’eros
5 commenti
Commenti chiusi.
la libera rappresentazione della sessualità e degli organi riproduttivi , in forme più o meno esplicite, è proseguita nell’architettura e nelle arti applicate alla religione sino alla controriforma.
vedasi i veli e le foglie postumi applicati post concilio di Trento a numerosissime opere d’arte (una su tutte “Il giudizio Universale” in cappella sistina
ciao a tutti
Conclude l’articolo: ” la visione della sessualità nelle due culture era molto diversa, più libera e fonte di felicità quella araba del tempo”.
Come cambiano le culture!
La sessualità è sempre l’argomento centrale della religione. Se consideriamo le divinità dell’antica grecia ad esempio o ase preferiami l’area del Tibet:
http://www.flickr.com/photos/curzio70/324692911/
Anche in Italia ce n’è un bell’esempio: la cosiddetta “Potta di Modena”
http://www.panoramio.com/photo/4830893
anche se mi sconcerta aver trovato solo una foto, per giunta su Panoramio: è così famosa! (almeno per me)
Nel medioevo i fedeli non andavano dunque in chiesa solo per pregare.