Jan Assmann: io sono la violenza, Dio tuo

Mi chiedo quale sia la funzione del tema della violenza nei testi in cui il monoteismo biblico racconta e ricorda la propria nascita e affermazione. Attenzione: la domanda non è «perché il monoteismo si affermò in maniera così violenta?», bensì «perché la sua affermazione venne rappresentata e ricordata nel linguaggio della violenza?». Il problema dal quale parto non è la violenza, ma è il linguaggio della violenza, le scene di massacri, azioni punitive, bagni di sangue, persecuzioni, separazioni forzate all’interno di matrimoni misti e così via, con le quali il monoteismo traccia, nella Bibbia ebraica, la storia della sua nascita e della sua affermazione.
La fuga dall’Egitto, indotta con la violenza delle piaghe inviate da Dio; ma ancor più la conquista della terra di Canaan ottenuta attraverso un conflitto sanguinoso; persino la rivelazione sul Sinai, atto fondatore della religione monoteista, di cui sono parte inscindibile la storia del vitello d’oro e le sue feroci conseguenze; e ancora il racconto della sfida del profeta Elia ai sacerdoti di Baal, che si conclude con un massacro nel quale questi vengono sgozzati (1 Re 18); il bagno di sangue che Ieu, nel suo «zelo per il Signore» (2 Re 10, 16) predispone per la famiglia reale, i dignitari di Acab e i fratelli di Acazia come pure i sacerdoti di Baal (2 Re 10); i massacri legati alla riforma di Giosia: questi e altri episodi simili nella rappresentazione biblica circondano l’etnogenesi israelita e l’introduzione del monoteismo – di fatto un unico processo – di tutti i segni possibili di violenza.
La questione del loro significato si pone poi in maniera ancora più pressante se questi episodi non vengono ritenuti storici ma simbolici, e quindi considerati saghe e leggende con le quali una società si costruisce o ricostruisce un passato in grado di dare senso e prospettiva alle finalità e ai problemi attuali. Mi interrogo dunque sul significato di queste immagini. Perché si raccontano simili storie? Che cosa significavano per l’autorappresentazione del gruppo che allora conviveva con esse e in mezzo a esse, che cosa possono significare per noi oggi? Io non sostengo affatto, come invece mi viene sempre attribuito, che il monoteismo abbia introdotto la violenza, l’odio e il concetto di peccato in un mondo fino a quel momento pacifico. È ovvio che la violenza, l’odio e la colpa esistevano già prima della nascita del monoteismo. Io mi limito a constatare che nei testi canonici delle religioni monoteiste i temi della violenza, dell’odio e del peccato hanno un ruolo preponderante in quanto assumono un significato specificamente religioso, diverso da quello delle religioni «pagane» di tipo tradizionale, dove la violenza è presente in relazione al principio politico della sovranità, non in rapporto alla questione divina e dove essa è una questione di potere, non di verità. […]

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7 commenti

San Gennaro

L’atto di nascita della “civiltà occidentale” (qualunque significato le si voglia dare) è l’Iliade, nella quale gli esempi di violenza si sprecano.
Quello della violenza è un linguaggio (purtroppo!) universalmente compreso: lo comprendono i bambini che ancora non padroneggiano la madrelingua; i dementi; i prigionieri di un esercito straniero, e via continuando. Esistono, per fortuna, altri linguaggi universali (il mio pensiero corre alla matematica, alla musica, alle arti figurative), ma per la loro comprensione occorre un lungo e faticoso studio.

San Gennaro

La prima opera d’arte prodotta dalla “civiltà occidentale” (qualunque significato si attribuisca alla locuzione) è l’Iliade, un carosello di violenze.
Il linguaggio della violenza è universalmente compreso: dai bambini più piccoli, ai dementi, ai dimostranti, ai prigionieri, ai popoli invasi da occupanti.
In tutti questi casi non è necessario che gli oppressi parlino lo stesso idioma (o linguaggio verbale) degli oppressori: il messaggio è ugualmente chiaro.
Gli Ebrei di 3000 anni fa erano un popolo molto meno progredito degli Egizi, dei Fenici, dei Sumeri, dei Cretesi, ecc.
Quale linguaggio si sarebbe dovuto usare per tenerli a bada?
Alcuni linguaggi sono davvero universali: penso subito alla matematica, alla musica, alle arti figurative.
Purtroppo per apprezzarli occorrono studi lunghi, faticosi e (ahimé) talvolta ingrati!

Tapioco

Il problema è che la cultura giudeo-cristiana ha preteso di portare qualcosa di “nuovo”, ma non ha fatto altro che riproporre gli stessi schemi (anche nella violenza). Anzi, ha potenziato certi sfoghi violenti introducendo proprio il monoteismo – non che prima non si scannassero, chiaro, ma il monoteismo peggiora le cose…

Aldo

Pensierino (off-topic) da musicista, a commento del commento di San Gennaro. La musica non è un linguaggio universale. Le strutture del linguaggio musicale, e quindi la possibilità della musica di veicolare contenuti, sono strettamente connesse alle specifiche culture, con tutto ciò che ne consegue. Non diversamente da quanto accade per le lingue parlate e/o scritte.

Per quel che ne so, l’ideologia secondo la quale noi Europei riteniamo tutt’oggi la musica un linguaggio universale si può far risalire per certi versi al pensiero illuminista (la musica come espresione della matematica) e per altri versi a quello romantico (la musica come espressione asemantica che parla direttamente all’animo umano). Si consideri anche che, per gli Europei di quel tempo, l’Europa era il centro del mondo e ai non Europei si riconosceva a stento l’appartenenza al genere umano (in alcuni casi non la si riconosceva per nulla; a volte la si metteva in discussione anche tra Europei di diversa nazionalità).

P.S. Pur non essenso uno specialista nel ramo delle arti figurative, credo che anche in quel campo l’universalità dell’espressione artistica sia un’illusione indotta da peculiarità tipiche delle culture riferibili all’ambito europeo.

shock

ot. il cristianesimo e l’ebraismo (non sò l’islam) non sono veri e propri monoteismi ma Enoteismi (o monolatrie)

ciceracchio 2la vendetta

cullasakka scrive:

11 Ottobre 2007 alle 19:50
“eno” -teismi? Nel senso che adorano il vino?

DICI ??MAREMMA BUCAIOLA MI CONVERTO???????AI VINI??????LOLLLLLL

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