Laico, fatti più in là

Dopo i rumors che nei giorni scorsi vagheggiavano di un cambiamento dei tre vicepresidenti del Comitato nazionale di Bioetica (Cnb), il 9 ottobre si è arrivati fulmineamente alle nuove nomine. E senza nemmeno informare i “dimissionati”: Cinzia Caporale, Elena Cattaneo e Luca Marini hanno infatti appreso dai giornali che sarebbero stati sostituiti da Lorenzo D’Avack, ordinario di filosofia del diritto nell’Università degli studi Roma Tre, Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, e Laura Palazzani, ordinaria di filosofia del diritto nella Libera Università Maria Ss. Assunta (Lumsa).Se l’effetto dell’avvicendamento è abbastanza evidente – un indebolimento della componente laica (o laicista?) del comitato – il perché è a dir poco oscuro. Secondo Gilberto Corbellini, ordinario di storia della medicina alla Sapienza e membro del Cnb, la sostituzione è un “atto di rappresaglia per dare una lezione a chi ha osato mettere in discussione il potere assoluto del presidente [Francesco Paolo Casavola] e i modi di gestire il Comitato”. Una vera e propria “vendetta trasversale perché non poteva chiedere di mandare a casa chi l’ha criticato”.

Ma chi e cosa avrebbe suscitato l’irritazione del presidente Casavola, tanto da spingerlo alla rappresaglia? Facciamo un passo indietro: il 29 settembre scorso tre membri del CNB, Carlo Flamini, Demetrio Neri e lo stesso Corbellini, scrivono una lettera pubblica al presidente del Cnb manifestando insoddisfazione per la gestione del Comitato, e in particolare alcune nomine effettuate da Casavola negli ultimi mesi. Secondo i tre membri le modalità presidenziali “oltre ad essere state talora non rispettose del regolamento vigente, e comunque difformi da prassi ormai consolidate e persino dissonanti rispetto agli impegni” dichiarati dallo stesso Casavola nell’assumere la carica, “penalizzino valori e punti di vista morali che in democrazia hanno la stessa dignità culturale e politica” di quelli privilegiati dal vertice. La lettera si chiude con l’augurio di un serio e imminente dibattito al fine di sottrarre il CNB a eventuali strumentalizzazioni ed evitare il suo snaturamento.

I giorni che seguono la lettera sono abbastanza movimentati, anche se gli avvenimenti rimangono difficilmente intelligibili. Comincia a circolare la notizia della richiesta di Casavola a Romano Prodi di effettuare modifiche nel CNB. Modifiche che assumono la forma della sostituzione forzata dei tre vicepresidenti in nome di un “più funzionale assetto dell’Ufficio di Presidenza del Comitato Nazionale per la Bioetica” – motivazione che implica inevitabilmente che l’assetto precedente non fosse abbastanza funzionale: ma le ragioni di questa presunta inefficienza non vengono chiarite. Romano Prodi esprime comunque solidarietà a Casavola e lo invita a proseguire nel lavoro intrapreso.

l mistero diviene quasi grottesco perché passano molti giorni senza che sia data comunicazione ai dimissionati. Luca Marini, in un comunicato stampa del 5 ottobre, manifesta la propria sorpresa per la rimozione, ricordando che i tre vicepresidenti “anche se portatori di idee diverse, hanno peraltro unanimemente sostenuto fino in fondo il Presidente Casavola”.

Il 9 ottobre, finalmente, c’è la nomina ufficiale dei sostituti. E si rimane sorpresi nel venire a sapere delle modalità della comunicazione tardiva ai tre ormai ex vicepresidenti. La lettera ufficiale, infatti, attacca così: “Care colleghe [Cinzia Caporale e Elena Cattaneo], caro Luca [Marini]” e getta luce sulla vicenda e sulla spinta di Casavola. “Due di loro – prosegue Corbellini – erano evidentemente schierate con i suoi accusatori”. A tutti gli altri membri del CNB la comunicazione è giunta 3 ore dopo che era stata diffusa dalle agenzie di stampa. “Questo è lo stile di Casavola”, commenta Corbellini, “due donne di indubbio valore scientifico rimosse dal loro incarico per non avere ossequiato il presidente; che è un uomo – difficile non pensarci! – e che è impreparato sulla materia che dovrebbe governare”.

Articolo di Chiara Lalli pubblicato su Galileo

Archiviato in: Generale

20 commenti

Peppe

Ma scusate… mi spiegate cosa cavolo mai c’entrano due filosofi del diritto (filosofi?) e un rabbino con la bioetica? Ma non ci vogliono gli scienziati? Ma che schifo!

Vash

Da quello che mi risulta nemmeno Casavola è uno scienziato, infatti dovrebbe essere un giurista!

Il Filosofo Bottiglione

più che uno squallido attacco alla laicità mi sembra uno squallido gioco di poteri personali.

Silesio

L’istituzione di “comitati” era un sistema inventato per dilapidare soldi pubblici o per distribuire poteri tra amici e amici degli amici. Era un metodo per gestire il sottogoverno. In questo paese, quando sorge un problema, non lo si risolve, bensì si crea un comitato. Tutto deve sempre risolversi nella chiacchiera assoluta a cui fa riscontro l’inefficienza assoluta. Questo è un retaggio della nostra tradizione cattolica.

Magar

Teologi e rabbini non c’entrano nulla con la bioetica, ma filosofi del diritto e filosofi morali c’entrano tantissimo: la bio-etica è una branca della filosofia morale, che si avvale della consulenza di scienziati e giuristi. La scienza non ti dice se sia bene o male fare sperimentazione sugli embrioni, ti può dire cosa sono gli embrioni, che attività psichica hanno (o non hanno), cosa comporti la sperimentazione, etc. etc. La valutazione della liceità morale di una certa azione rientra sempre nel dominio della filosofia.

Leo55

Ecco perchè la scienza deve essere lasciata assolutamente libera da costrizioni e indirizzi etici……..Daltronte questi comitati di bioetica valgono nei confronti della ricerca scientifica quanto uno starnuto d’asino.

Leo55

Non sono daccordo che la filosofia debba possedere l’esclusiva competenza a disciplinare situazioni d’ordine etico.
Con l’andare del tempo le scienze naturali e il loro studio basato sulla sperimentazione , hanno sempre più ridotto il campo di attivita di quello che un tempo era riservato ai “filosofi naturalisti”, tanto che , oggi , assegnare a filosofi campi di competenze specifiche è. piuttosto, un’azione fondata su visioni culturali conservatrici e , in qualche modo, antiscientifiche.
A tal riguardo confronta: http://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia#Filosofia_e_scienze_naturali

Antonio Longo

A parte la superficiale considerazione di “Peppe”(?) sulla pertinenza della filosofia con la bioetica, la quale, come dice il nome, bio-etica, è anche un ambito disciplinare di natura filosofica, ci sarebbe seriamente da eccepire sul nome di Lorenzo D’Avack, mediocrissima figura di “studioso”, e anche peggio…

Magar

@Anticlero
Sono perfettamente d’accordo. Un bioeticista e un biologo sono colleghi, uno conosce meglio gli aspetti “tecnici” di una certa pratica medica, l’altro conosce meglio le implicazioni morali della stessa.

@Leo55
1)Gli scienziati sono gli odierni “filosofi naturalisti”, infatti.
2)Le scienze naturali riducono il campo d’attività della filosofia tradizionale nel senso che approfondiscono le leggi di natura che spiegano determinati eventi (e.g. mostrano che un comportamento è frutto di una patologia del fisico, o che ha una spiegazione in termini evoluzionistici.) La valutazione razionale di quale sia il comportamento più opportuno in determinate situazioni resta sempre una cosa diversa dall’osservazione delle cause dell’agire umano. La biologia e la medicina sono e restano avalutative. Anche se a volte gli scienziati sanno valutare meglio (e dunque essere migliori filosofi morali) rispetto a certi professionisti (cattolici o para-cattolici) della filosofia.

Paolo P.

L’ etica della scienza consiste nell’ assenza di etica filosoficamente o confessionalmente o ideologicamente intesa. La ricerca scientifica ha motivazioni solo scientifiche aventi come unico scopo il miglioramento della nostra vita. Spetta alle comunità scientifiche laiche e non ideologico-confessionali dire se un risultato scientifico può essere utile o dannoso all’ umanità

Leo55

@Magar

Sono problemi di significato.
Ovvero sono definizioni che hanno un reale valore nella misura che assegnamo ai concetti e ai contenuti osservati nel loro contesto storico e culturale.
Molto spesso ci si serve del “concetto” tradizionale di filosofia come di un qualcosa da contrapporre in un quadro di valori alla scienza ed alla ricerca scientifica.
Il passo è breve nel trarne un messaggio negativo verso tutto ciò che attiene il criterio scientifico, quindi sperimentale e materiale, conoscitivo : capiamo bene a chi giova questo uso della filosofia.
Inoltre l’odierna ricerca scientifica si è inoltrata su campi, fino a ieri inesplorati, quali i meccanismi neurologici, che attengono i comportamenti , i caratteri, gli affetti negli individui, evidenziando come tutto possa essere ricondotto a puri meccanismi biologici e sfatando definitivamente certe chimere collegate al “mitico” subconscio, psicologicamente inteso , come area dell’indeterminatezza della mente.
E’ giocoforza, per me , ritenere che la scienza, quindi la conoscenza delle cose e dei fenomeni, sia inscindibile dal concetto di etica umana, in quando definire ciò che è bene deriva solo da un evento raziocinante, ossia discernere con conoscenza, basando il ragionamento sulla base dei fatti scientifici che , per loro natura, non sono verità, ma aspirano a tendere verso di essa.
La filosofia intesa come puro esercizio della logica intellettuale, per quanto approfondita , non potrà mai essere strumento di morale senza l’ausilio della conoscenza scientifica.

Il Filosofo Bottiglione

nella realizzazione di un corpo legislativo intervengono aspetti molto ampi (tipo l’etica, la prassi giuridica ecc.), molti dei quali non sono toccati direttamente dalle discipline scientifiche. diciamo che è la filosofia ad occuparsi, nel complesso, di quegli aspetti. è ovvio che il pensiero scientifico concorre allo sviluppo della filosofia. anzi, da un po’ di tempo a questa parte il condizionamento del pensiero da parte della scienza è sempre più consistente, mentre, per fortuna si affievolisce il condizionameto da parte della religione, nonostante si assista a qualche rigurgito.

Leo55

@Amministratori del blog e webmaster

Mi spiegate, per cortesia, se possibile, cosa ci sia da approvare nel mio intervento?
Senza voler fare polemiche, giusto per la curiosità di capire…….

davide

@ Peppe: uhm rabbino e due professori di università cattoliche, non fa insinuare nulla?

jacopo

Va bene che i filosofi naturalisti sono i nonni degli scienziati, ma dire che la scienza è una branca della filosofia mi sembra un po’ eccessivo.
Mi sembra che il metodo scientifico, per quanto criticato possa essere, sia abbastanza peculiare e renda la scienza peculiare.
Le tesi scientifiche sono verificate con protocolli di controllo impensabili per le tesi filosofiche.

Quanto al comitato di bioetica, se qualcuno mi spiega quali sono le sue funzioni gliene sarei grato, anche se ho qualche pregiudizio

San gennaro

@Paolo P., tu dici che
“La ricerca scientifica ha motivazioni solo scientifiche aventi come unico scopo il miglioramento della nostra vita.”
Per me la ricerca scientifica ha (dovrebbe avere) come scopo l’ampliamento della conoscenza umana.
Che poi la politica, le ideologie, le religioni, le multinazionali indirizzino la ricerca verso certe direzioni è un altro discorso.

San gennaro

@Silesio,
condivido in pieno, ma aggiungi anche le commissioni parlamentari di inchiesta.
Quando mai hanno fatto luce sull’oggetto delle loro indagini?

Commenti chiusi.