Vasi sanguigni creati da cellule della pelle

Per la prima volta al mondo sono stati costruiti vasi sanguigni in laboratorio a partire da cellule della pelle dei pazienti, e sono stati impiantati per ripristinare il flusso di sangue laddove arterie e vene sono danneggiate. A raggiungere per la prima volta al mondo questo ambizioso obiettivo sono stati i ricercatori della Cytograft Tissue Engineering, una società di biotecnologie con sede in California. La notizia è stata pubblicata sul «New England Journal of Medicine».
All’apparenza i vasi sembrano piccoli tubicini rosa di gomma morbida, ma sono in realtà completamente autologhi, cioè formati da materiale biologico dei pazienti stessi e privi di materiali sintetici così da non scatenare alcuna reazione di rigetto o allergica. Il procedimento consiste nel prelevare in anestesia locale un frammento di pelle grande come un francobollo: da questo frammento si isolano cellule chiamati fibroblasti, tipiche del tessuto connettivo, che vengono fatte moltiplicare in laboratorio in speciali strutture di supporto simili a fogli. Quando i fibroblasti hanno interamente colonizzato i fogli e prodotto sostanze fibroso-collagene, questi vengono arrotolati, così da assumere una forma cilindrica, tubulare, proprio come quella dei vasi sanguigni.
Questi “cilindri” vengono poi rivestiti internamente con cellule endoteliali prelevate da una vena superficiale, così da assumere tutte le caratteristiche di un vaso sanguigno. I vasi ottenuti in questo modo hanno però una lunghezza limitata, per cui per realizzare vasi più lunghi si devono cucire tra loro i vari cilindri. L’intero processo è piuttosto lungo, e occorrono dai 6 ai 9 mesi per creare un nuovo vaso sanguigno, che ha una resistenza simile a quella di un’arteria.
I primi test sull’uomo sono stati condotti in Argentina, su 6 pazienti da tempo in dialisi. In quattro di essi i nuovi vasi sono tuttora funzionanti, in un paziente addirittura da 13 mesi; uno dei partecipanti è deceduto per cause non collegate al nuovo vaso, e nell’ultimo il vaso si è ostruito dopo 3 mesi per la formazione di un trombo a causa della bassa velocità del flusso. Secondo i loro creatori, i vasi sanguigni ottenuti con questa tecnica potrebbero rappresentare una svolta per i pazienti che hanno vasi danneggiati da diabete, aterosclerosi, difetti congeniti. Ma occorrerà monitorare ancora per diverso tempo i soggetti sui quali sono stati impiantati e saranno impiantati nei prossimi mesi.

Fonte: laStampa.it 

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Un commento

ciceracchio 2la vendetta

ho questa e’ una notizia io che ho fumato anche lo stramonio e mi sono otturato , posso spera’ che mi riaprino i tubi intasati ‘???? che bello ….

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