I seni sono un dono di Dio». Sui manifesti, alla televisione, alla radio, la perentoria affermazione passa e ripassa, ribadisce, inculca; con l’affanno delle verità che evidentemente non sono così ovvie come dovrebbero. Il Camerun è il Paese dove «si stirano i seni», dove, per antichi e nuovi pregiudizi, migliaia di adolescenti sono sottoposte a un’atroce tortura. Nei villaggi della provincia di Littoral da sempre le prime a svergliarsi sono le bambine e le ragazze che all’alba vanno ad attingere l’acqua, riempiono le catinelle e i sacchi di plastica e poi si aiutano a vicenda a metterli in bilico sulla testa. Chiacchierando tornano al villaggio e lo risvegliano con le risa e il rumore delle bacinelle. Fin da questo impegno mattutino sono vestite di tutto punto, con la la lunga veste di cotone che copre tutto il corpo e si annodano stretta sul petto, per schiacciare i primi turgoni. Perché hanno paura. Amélie adesso ha 24 anni, non va più con le compagne al fiume: «Ne avevo tredici quando mia madre si è accorta che cominciavano a ingrossarsi i seni.
Mi ha detto: questo non va bene, adesso gli uomini cominceranno a guardarti perché sanno che sei una donna. Allora faremo come ha fatto mia madre con me, come tutte abbiamo imparato a fare». Ogni mattina e ogni sera con una pietra arroventa al fuoco ha cominciato a passare e ripassare il suo petto, indifferente alle sue urla di dolore, «per cancellare il nocciolo all’interno e farlo scomparire». E’ andata avanti così per cinque terribili mesi, prima che il petto diventasse piatto e vuoto. La madre era felice. Soltanto dopo tre anni il seno è ricomparso. In questa provincia, secondo un’indagine dell’Agenzia tedesca di cooperazione (GTZ), il 53 per cento delle ragazze subisce questo trattamento atroce. Ma il Paese delle donne dal petto piatto è grande, non c’è città o dipartimento che sfugga. Ariane abita nella capitale, nel quartiere Tsinga. Qui le superstizioni del villaggio, i vecchi riti sembrano lontani, il petrolio ha portato un po’ di ricchezza e con questa abitudini nuove, forse persino un po’ di quello che l’ingenuità positivista chiamava progresso. «Avevo undici anni quando mia madre ha cominciato a stirarmi i seni che per lei erano troppo grossi, usava una spatola di legno scaldata al fuoco. Mi faceva male in modo atroce, io gridavo mamma, mi fai male, no, no! Per sfuggirle cercare di restare il più possibile fuori casa, tornavo solo di notte, sono diventata sbandata e ribelle». Ironia crudele: Ariane, che la madre voleva sottrarre agli appetiti degli uomini, è rimasta incinta già un anno dopo, violentata dal figlio di una vicina da cui aveva cercato rifugio per non soffrire. Per nascondere la femminilità precoce delle adolescenti tutto va bene: pestelli dei mortai, pietre, spatole, la buccia delle banane, la scorza di un frutto della foresta, tutto arroventato con cura. Una tradizione vuole che sia il fratello più piccolo o uno dei cugini della vittima a usarli, affinché il trattamento sia più efficace. Alle ragazze, soprattutto nel Nord dove molti sono i musulmani, viene imposta anche una cintura per schiacciare il petto; una striscia di gomma spesso ricavata dalla camera d’aria di un vecchio pneumatico che le avvolge e le stringe. Gli uomini i mariti i fratelli sanno ma non dicono nulla: sono cose di donne, spetta alle madri occuparsi delle figlie. Alcune madri temono che una pubertà prematura possa bloccare o rallentate la crescita: a causa del modificarsi dell’alimentazione e delle abitudini, lo sviluppo è oggi precoce, e molte ne hanno paura.
Altre vogliono «proteggere le figlie dagli uomini», un corpo adulto può far anticipare il matrimonio o, peggio, metterle a rischio di violenze. Il Camerun, come molti Paesi africani, è cambiato troppo in fretta e nel caos, gli antichi vincoli sociali si sono sfilacciati, non difendono più. Ormai una ragazza su cinque resta incinta e per metà di loro è la conseguenza del primo rapporto sessuale. Di questa pratica che si avvicina a quella dell’escissione restano segni indelebili: traumi psicologici che rendono difficile la sessualità, e poi cisti, cicatrici, seni senza più consistenza o enormi, casi di cancro. Perché, spiegano i medici, «cancellandola la ghiandola mammaria si modifica il nociolo della cellula».
Camerun: la tortura del seno piatto
18 commenti
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In Africa vigono ancora usanze “neolitiche” che sono delle vere barbarie. In alcuni documentari ho visto donne a cui viene fatto di tutto infibulazioni, stiramenti del collo tanto a farle assomigliare a giraffe, stiramenti dei tessuti delle labbra e delle orecchie con dei piattelli e altre deformità che rendono quelle donne dei veri mostri.
Che tristezza…..
Le torture fisiche basate sulle superstizioni o sulla religione sono sempre da barbari, senza contare che non vengono autoinflitte, perchè in questo caso uno potrebbe dire che il corpo è suo e ne fa quello che gli pare. Invece vengono inflitte a chi non si può difendere (bambini) e vale per la circoncisione, che in alcune culture viene fatta in età avanzata e guai a versare una lacrima, vale per l’infibulazione, lo stiramento del seno, il famoso cilicio dei cattolici (una corda legata stretta), la castrazione e chi più ne ha più ne metta!
Mi fa male solo a pensarci. Spero che nessuno arrivi mai a difendere questa tortura delle bambine perché “è una loro usanza”. Questo è solo un abuso che andrebbe fermato nel minore tempo possibile.
ecco il bene che fanno le credenze religiose all’umanità…
purtroppo in africa ignoranza e superstizione sono ancora diffusissimi e nessuno del “progredito” mondo occidentale muove un dito per cambiare qualcosa… vien da pensare che ci sia dietro un interesse affinchè queste popolazioni restino in questo stato
non lo lo leggo tutto perchè già il titolo mi fa troppa impressione
lugachov, non lo pensi tu, è una certezza risaputa
NON concordo con lugachov.
Non abbiamo il diritto di imporre il nostro concetto di democrazia agli altri. Non sarebbe diverso da quando secoli fa li assoggettavamo e li convertivamo perché infedeli e li coprivamo perché giravano nudi.
Cosa fai? Mandi in quei paesi lì un ambasciatore ONU che loro non hanno mai eletto a dirgli come devono comportarsi?
Così, per il rispetto delle tradizioni e delle culture, per il rispetto delle credenze, alimentiamo la barbarie, lasciandola proliferare.
Invece che educare a cambiare mentalità, molti pensano sia meglio incorporare usanze come quella dell’infibulazione, come proposto da certe USL anche in Italia.
@ Jeeezuz
Anche io NON sono d’accordo con l’esportazione della democrazia, soprattutto nei modi che abbiamo visto in medio oriente
se rileggi il post vedrai che io parlavo di uscire dall’ignoranza e dalla superstizione (anche e soprattutto quella di origine religiosa), per superare pratiche barbare come l’infibulazione femminile e questa tortura del seno piatto
@Jeeezuz
Beh, a parte che qui non c’entra la democrazia ma stiamo parlando di diritti umani, sì, la comunità internazionale ha il diritto di dire alle molte famiglie camerunensi che attuano questa pratica che sono loro a sbagliarsi, che stanno commettendo un abuso ai danni delle loro bambine, e che stanno andando contro la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Per carità, nessuno dice di invadere militarmente il Camerun e arrestare quelle persone che finora hanno praticato l’appiattimento dei seni sulle figlie, ma almeno fare pressioni sul governo del Camerun affinché prenda seriamente l’impegno di battersi per impedire che questa pratica prosegua, quello sì!
Non so dove sia sparito il mio commento. Ne riassumo il senso.
Jeeezuz, i diritti umani hanno valore universale, come dimostra la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, quindi sì, la comunità internazionale ha il diritto di chiedere a quelle persone che in Camerun praticano questo abuso ai danni delle loro figlie di cessare questa pratica (naturalmente scegliendo le modalità più consone e opportune per chiederlo).
Girare nudi può essere un diritto (dipende dal contesto), avere una fede diversa è un diritto, persino appiattire il proprio seno è un diritto: imporre ad una ragazza di appiattirsi il seno è una violazione del suo diritto alla sovranità sul proprio corpo.
bisognerebbe, per “par condicio” ke pure agli uomini venisse
imposto l’appiattimento dei testicoli ( delle palle, per gli incolti del forum 😉 in tal modo la situazione si risolverebbe al più presto….
darik
non credo che questa usanza sia il risultato di una superstizione religiosa, si tratta di una misura, sicuramente eccessiva, per proteggere le bambine puberi dall’appetito sessuale dei maschi e dalle sue conseguenze devastanti(stupri, gravidanze precoci), un’usanza che sicuramente scomparirebbe se questi gruppi di popolazione rurale, legati ad antichi costumi tribali, avessero l’opportunità di un effettivo progresso culturale e materiale(del resto, per appiattire il seno basta in fondo una buona fasciatura contenitiva, non c’è bisogno di bruciare la ghiandola mammaria con oggetti surriscaldati…). Quanto al trattamento compressivo per i testicoli maschili sarebbe un’ottima idea, anche qui, nel mondo civilizzato(ottimo sostituto della vasectomia), ma, in generale, è questa è la cosa più paradossale, non solo le donne sono per natura esposte al pericolo dell’aggressione maschile, ma a causa di questo pericolo devono pure sopportare ulteriori sofferenze a scopo difensivo(perché ovviamente la difesa si attua sul corpo di chi è esposto all’assalto e non su quello del potenziale aggressore)…
E’ mostruoso, non ho parole. Come al solito però c’è chi dice che “sono usanze” “è tradizione”, i soliti qualunquisti.
Quoto Magar
al 100%.
Particolarmente spaventoso è che siano proprio le donne a imporlo ad altre donne.
Diffidare sempre del matriarcato
😉
Una tradizione simile per noi è semplicemente inconcepibile. Ma i popoli africani dovranno da soli superarla, prendendo coscienza, in modo autonomo, della sua intrinseca barbarie.