Sulla mailing list [oraalternativa], promossa dall’UAAR, un genitore ha inviato un messaggio che, una volta di più, mostra quali bizzarri effetti può produrre la normativa sull’ora di religione: l’abolizione, seppur temporanea, dell’ora di religione si è infatti trasformata in una violazione dei diritti di chi frequenta l’ora alternativa.
Da quest’anno io e mia mia moglie siamo riusciti a far adottare un libro – pagato dallo stato allo stesso modo di quello di religione – per l’ora alternativa nelle classe dei nostri due figli: prima e seconda elementare. Indipendentemente dalla qualità dei testi […] la cosa sembra andar bene fino al momento che l’insegnante di religione… scopre di aspettare un bambino. Bene: quando lei non c’è perché deve fare un’ecografia o semplicemente perché non si sente bene, i bambini e le bambine che hanno optato per l’ora alternativa (termine già di per sé inesatto) semplicemente… non la fanno in quanto l’insegnante dell’ora alternativa è una delle due che normalmente insegnano a tutta la classe.
Io sono studente liceale e mi hanno obbligato a frequentare per più di un mese l’ora di religione cattolica (anche se non mi avvalgo) perché “l’orario era provvisorio”. Io e altri miei compagni di classe non siamo andati all’ora di religione e al ritorno in classe abbiamo subito una romanzina e minacce di provvedimenti disciplinari dalla vicepreside. Ormai non mi stupisco più di nulla, anche se continuo ad indignarmi.
Non son libri di storia?
è vero, ma il problema è legato al fatto che le classi, quando c’è questa benedetta ora, vengono divise in due (o meglio, servono due insegnanti nello stesso momento). quando si ammala (per periodi brevi) quello di religione, non c’è un sostituto di religione, ma quello di alternativa si cucca tutta la classe. però la stessa cosa vale quando si ammala quello di alternativa: l’insegnante di religione si deve beccare tutta la classe, anche ateacci, islamici, genoani, sik e indù. ovviamente, in questo caso deve evitare di parlare di Gesù o di dettami cattolici, ma inventarsi qualcos’altro.
questa è una prassi comunemente usata. diverso il caso di assenza prolungata, in cui un insegnante di religione può essere sostituito, non so se avvenga lo stesso stesso con l’insegnante di alternativa. davvero un bel pasticcio alla vaticaliana.
frafra: dovevi segnalare all’uaar così vedevi che strigliata si prendeva la vicepreside 🙂
devo precisare una cosa. per assenze prolungate anche l’insegnante di alternativa viene sostituito, però, se era stato avviato un percorso didattico molto specifico, non è detto che il sostituto sia immediatamente preparato in proposito. mentre pare che per parlare di gesù e di encicliche papali contro la scienza ogni insegnante di religione dovrebbe, grossomodo, essere preparato.
Diciamocelo: genitori/studenti che scelgono ora alternativa lo fanno perche’ di IRC non ne vogliono sentir parlare, e ad essi deve essere garantita la possibilita’ di svolgere attivita’ didattica dignitosa.
Chi sceglie invece lo studio delle religione cattolica impartito da insegnanti nominati dai vescovi non ha preclusione per l’ora alternativa.
Dunque nel caso segnalato la classe avrebbe potuto benissimo fare il programma dell’ora alternativa.
Nel caso inverso, in cui i “non avvalentesi” si trovassero a dover fare lezione con gli avvalentesi, ovviamente non si dovra’ fare IRC, ma che competenze didattiche ha un insegnante di religione per poter far altro? Potrebbe non averne affatto! E sinceramente nutro poca fiducia nella professionalita’ dell’insegnante di RC medio.
Insomma, un bel casino, che sarebbe brillantemente risolto abrogando l’IRC.
Lo sostiene (con motivazioni diverse) pure Vittorio Messori:
http://www.et-et.it/articoli2006/a06c10.htm
Roberto Grendene
Nella scuola dove frequenta mio figlio si ventila un episodio che devo verificare. Pare che l’insegnante di religione abbia detto che coloro che non si avvalgono dell’insegnamento della religione non debbano usare l’ora di studio alternativo per fare i compiti. Infatti, lei dice, che se i bambini che non fanno religione possono fare i compiti “godrebbero di un privilegio” rispetto agli altri che sono costretti a fare tutti i compiti a casa! A parte che è ridicolo che i cattolici, con la montagna di gratifiche, privilegi, esanzioni ecc. accusino gli altri di “godere di privilegi”. Però, nel caso che davvero si volesse impedire ai ragazzi di fare i compiti nell’ora alternativa, penso di fare una protesta scritta al ministero.
PS. E’ davvero una… croce che ogni volta che si invia un post più òungo di 5 righe esca la fatidica frase… (Nota: il tuo commento è in attesa di essere approvato). Avevo segnalato un caso di presunta maladocenza. Non so che fine farà. Me ne vado a letto
@Silesio: infatti non dovrebbero fare i compiti, dovrebbero fare qualcos’altro, foss’anche solo visionare documentari naturalistici con accompagnamento e spiegazione di un insegnante. Insomma, si parla di “ora alternativa” o di “ora buca”?
Pero’ a ben ricordare, quando ero un povero adolescente e facevo l’ora di religione, un anno ho beccato un profe di religione che durante una lezione ha incominciato a dirci: “Adesso avete l’eta’ in cui dovete incominciare a pensare da soli ! Dovete incominciare a ragionare con la vostra testa, non potete sempre far quello che vi dicono gli altri”.
Dall’anno seguente non ho piu’ fato religione.
Quindi…non tutto il male vieen per nuocere ? 😉
D
i miei figli frequentano l’ ora di religione. Sono consci di come gira il mondo, dell’ evoluzione e vivono questa ora come lo studio dell’ Odissea o della Divina Commedia. Non mi pare che ne siano particolarmente turbati.
io alle superiori mi divertivo a contraddire qualsiasi cosa uscisse dalla bocca della prof.ssa (anche se mi trovavo d’accordo) di religione, con interminabili ragionamenti a due tra me e lei (con la classe in silenzio), che si concludevano sistematicamente con lei che diceva: “probabilmente hai ragione tu”… insomma, un ottima scuola di retorica!
@michele
Fatto, ma non ho avuto risposta 🙁
ho avuto un’ esperienza simile a quella di dadaLito. Tranne nell’ ultimo anno, quando cambio’ l’ insegnante. Quest’ ultimo non accettava il contraddittorio e venivo sistematicamente espulso all’ inizio di ogni lezione.
@nas
fa una notevole differenza l’eta’ dei figli.
a tre anni difficile sapere come va il mondo!
I miei figli hanno 5 e 8 anni… per tentativi di indottrinamento e’ presto.
Ciao
Roberto Grendene
Io per un anno (che l`ora di religione era in mezzo alla mattinata) i compiti li facevo eccome: l`ora alternativa non c`era, uscir prima non era fattibile…. che mi dicessero qualcosa. Certo l`insegnante di letteratura, una volta che mi ha trovato fuori con l`eserciziario di francese ha cominciato a rompermi un po` le palle, soprattutto sui cavilli delle interrogazioni che mandarono i miei voti a picco… e si che con la professoressa precedente avevo una media tra il 7 e l`8… cambiata scuola ripresi la media alta, ergo, non ero io una capra, ma l`insegnante di letteratura una cattolica integralista.
PS: mia nipote (anni 6) si è trovata perfettamente d`accordo nel non seguire le 2 ore di religione (2, al tempo pieno delle elementari), e il venerdì esce all`ora di pranzo: le sue motivazioni: “le favole me le racconta la nonna per farmi addormentare, con le favole mi viene sonno ma non posso dormire a scuola” 🙂
Se l’abolizione, seppur temporanea, dell’ora di religione si è infatti trasformata in una violazione dei diritti di chi frequenta l’ora alternativa, il suo ripristino, secondo logica aristotelica, permetterà la tutela dei diritti di tutti. Come volevasi dimostrare.