Caro direttore, un pensionato Inpdap, per evitare che l’Istituto di previdenza gli prelevi mensilmente lo 0,15% dalla pensione, deve: leggere attentamente un opuscolo che gli è pervenuto per posta semplice, e quindi privo di valore legale, e che potrebbe anche non aver ricevuto; ritagliare e riempire un modulo di non adesione inserito nell’opuscolo stesso; recarsi all’ufficio postale e fare una raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata all’Istituto. Se non fa queste cosine la «sua adesione scatterà automaticamente» (cito dall’opuscolo). Una trovata, non so fino a che punto legale, per far sì che il pensionato possa «accedere alle prestazioni erogate dalla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’Inpdap»…
Lettera di Francesca Ribeiro su Il Riformista 18 ottobre 2007 e pervenuta a ultimissime
Una notizia dai contenuti poco razionalisti e per niente atea.
Che centra con l’Uaar?
E’ un giusto allarme affinchè lo Stato, zitto zitto, non commetta una ingiustizia ai danni dei poveri pensionati…
dipende dall’ uso a cui questo 0.15% e’ destinato… magari al Vaticano. O, peggio, ai sindacati …
http://fainotizia.radioradicale.it/2007/06/25/linpdap-prelevera-lo-0-15-dalle-pensioni
ecco l’uso che ne vorrebbero fare.
l’ INPDAP si mette a fare il prestasoldi … roba da matti …
Non è colpa dell’INPDAP. Questa tassa, come una sfilza di altre, è stata pensata dal governo delle sinistre per darci un servizio (prestiti o roba del genere) che di fatto già esiste da parte dell’ente. Il bello è che sei iscritto d’ufficio. se non vuoi pagare il balzello, devi fare tu la richiesta.
Devo però anche dire, che la richiesta si può fare direttamente alla sede inpdap della tua provincia ( come ho fatto io) o mandare un fax con il modulo di non adesione, che non costa come una raccomandata.
ripeto, non prendertela con l’INPDAP, ma con Prodi e compagnia.
non c’entra con l’UAAR ma ormai la notizia c’è, e quindi commentiamo.
E’ assolutamente ILLEGALE e l’IMPDAP và denunciata; non esiste, per legge, l’adesione coatta !
trovata INPDAP geniale, la somma che verrebbe trattenuta è piccola ed irrisoria…ma moltiplicata x tanti pensionati ed anche per chi è in servizio è tanta…anche perchè il caro direttore inpdap dovrebbe dire che la somma messa a disposione per il credito si aggira sui 4 milioni di euro: ciò significa che, terminati i fondi, i pensionati ed i lavoratori che vorranno accedere al prestito nn lo potranno fare, e pagheranno lo stesso………..
(stranamente stavolta condividiamo)….
Il 7 marzo scorso, senza destare particolare clamore, è stato approvato un decreto (il DM 45) in base al quale dipendenti e pensionati della pubblica amministrazione sono iscritti “d’ufficio” al “Fondo Inpdap per la gestione unitaria delle prestazioni creditizie”.
Automaticamente, a partire dal mese di novembre, i titolari di pensione con importo superiore ai 600 euro lordi mensili si vedranno applicare una trattenuta dello 0,15% – per i dipendenti in servizio l’aliquota sale allo 0,35% – ma potranno in compenso chiedere un mutuo per l’acquisto della prima casa o, più convenientemente, un piccolo prestito, fatta salva la disponibilità di bilancio dell’Inpdap.
E’ sottinteso, anzi esplicitamente previsto dall’art. 2 del Decreto, che a chi non usufruirà di prestiti non verrà comunque restituito nulla.
L’iscrizione al fondo, dicevamo, è effettuata “di diritto”, come è scritto testualmente nel Decreto, mentre l’obbligo di contribuzione scatta con l’assegno di novembre, qualora gli interessati non comunichino all’INPDAP la loro volontà contraria.
Adottando il più in voga tra i sistemi di marketing – quello per cui l’opzione possibile non è scegliere un prodotto ma rifiutarlo – il Decreto prevede che la “volontà contraria” sia espressa esplicitamente ed entro il termine perentorio del 25 ottobre 2007, trascorso il quale viene concessa un’ultima, unica possibilità: il recesso entro i 6 mesi dal pagamento della prima rata!
Ultima “chicca”: non è previsto nessun modulo per esercitare il recesso.
Cosa fare? Il “popolo di Internet” si è mobilitato e girano in rete numerosi modelli preimpostati.
Altra possibilità è rivolgersi a qualsiasi ufficio del Patronato Acli, dove è possibile compilare la lettera di recesso già predisposta e inoltrarla all’Inpdap.
La notizia non c’entrerà niente con l’ateismo ma professionalmente mi e’ stata utilissima.
Grazie Webmaster Baciuz Baciuz
Sul fatto, c’è stata ieri sera un’ampia discussione su “Mi manda Rai tre”…
Il suddeto prelievo, che doveva partire dal primo novembre, se non ci fosse stato espresso diniego da parte dell’interessato, è stato sospeso per un emendamento introdotto in Finanziaria, secondo non vale più il “silenzio-assenso”, ma, caso mai, il contrario…
Comunque, sta di fatto che le forme, in cui il meccanismo è stato reso noto, sono alquanto deplorevoli, soprattutto, se si tiene presente che, nel caso in esame, ad operare era un’ente pubblico: a tale superficialità dimostrata, non esistono giustificazioni ed attenuanti che possano tenere!!!
pure se off topic la notizia è di un qualke interesse
per avere un orientamento nella jungla italiana.
darik