La prigione dei bimbi mai nati

Venticinque bimbi mai nati aspettano da tre mesi una sepoltura degna, chiusi in un frigorifero delle camere mortuarie al Sant’Anna. Venticinque feti – aborti spontanei tra la ventesima e la ventottesima settimana di gestazione – sono dentro una scatola bianca, avvolti in uno speciale cellophane opaco, in attesa di essere trasportati al cimitero, dove le madri, i padri, magari un fratello, possano portare un fiore, fermarsi in silenzio, recitare una preghiera.
Questi funerali – quando le famiglie non possono provvedere direttamente per difficoltà economiche – sono da sempre a carico del Comune. «Ma ci hanno spiegato – racconta una mamma – che da prima dell’estate la procedura è cambiata: sembra che il Comune abbia chiesto un contributo economico all’ospedale, e l’ospedale non abbia ancora pagato». Di certo, i funerali si sono interrotti, e quei feti, prigionieri nelle camere mortuarie, aspettano. Qualche mamma, ogni tanto, chiede di avvicinarsi per un attimo al frigo che conserva questo o quel figlio. Una ha portato un pupazzo blu come se ci fosse una tomba su cui piangere. Un’altra avrebbe voluto lasciare un fiore. Non potrebbero forse entrare lì, ma la pietà di qualcuno (almeno la pietà) è più forte. Una terza donna, stanca di aspettare, è uscita per l’ennesima volta in lacrime dal Sant’Anna ed è andata direttamente dai carabineri del Nas, dove ha denunciato l’ospedale. E si è rivolta anche alla procura. «Non c’è la minima pietà per questi nostri figli di serie B», piange, raccontando il suo dramma doppio.
Non è la prima volta che accade, al Sant’Anna. Nel novembre del 2000 altre mamme avevano denunciato un fatto identico: erano 21, allora, i bimbi mai nati senza sepoltura. La responsabilità, all’epoca, fu di un intoppo nelle procedure burocratiche. E stavolta?
La direzione sanitaria del Sant’Anna sa. «L’abbiamo informata», dicono le mamme. Ma nell’arco di tre mesi nulla è cambiato. Quei feti sono e restano lì. Senza sepoltura. Senza pietà. […]
Il dottor Giuseppe De Filippis, neo direttore sanitario del Sant’Anna, conferma: «Ieri pomeriggio abbiamo avuto un sopralluogo dei Nas, dopo la denuncia. Ho qui il rapporto, dice che la conservazione dei feti è conforme alle procedure. Nulla da eccepire». Nulla da eccepire anche per i tre mesi di attesa dei funerali? «Ad agosto – spiega il direttore – è arrivata una comunicazione dal Comune. Risultava dovessimo pagare una tariffa che non era mai stata richiesta prima. Abbiamo dovuto fare le opportune verifiche, e i tempi sono passati, ma lunedì i funerali dovrebbero ripartire».

Fonte: laStampa 

Archiviato in: Generale

27 commenti

Aldo

“Feti”, non “bimbi”. Fino alla nascita. Che, in questi casi, non è avvenuta. L’impressione che ricavo è che in quest’articolo si inneggi alla necrofilia. Ma è solo un’impressione, sia chiaro… liberi di idolatrare qualsiasi feticcio. Basta che non mi si chieda di contribuire alle spese, per favore.

pietro2

con tutto il rispetto…… domani si potrebbe piangere anche su una ## tanto desiderata ma poi… andata male, risultata una fetecchia.
non vale il volor supremo in questi casi? perchè non paga le spese dei mancati funerali quel vaticano tanto caritatevole e ricco? qui si tratterebbe di tante anime da portare in cielo.
coraccio crande omo, fai tua parte.

Daniela

un articolo pieno di retorica e di biechi sentimentalismi, tutto incentrato a far venire sensi di colpa, a chi? Davvero incomprensibile.

Flavio

Non condivido la retoria dei ‘bimbi mai nati’; ma non si capisce perché questi feti non vengano consegnati a chi li richiede. L’articolo, che tanto indugia sullo strazio delle madri mancate, manca totalmente il punto della questione.

Roberto Grendene

@Enrico
Vero, c’e’ sofferenza. Il rispetto verso chi soffre c’e’.
Ma qui si critica l’articolo, dove si parla di mamme, di figli, di padri e fratelli, e non di persone che hanno sofferto per una interruzione di gravidanza.

Roberto Grendene

Aldo Grano

Vorrei aggiungere che un funerale “economico”costa, in media, 3000 €. E’ un po’ esagerato. Le procedure andrebbero semplificate. La morte, sia degli adulti che dei bambini, andrebbe alleggerita.

Aldo Grano

Mi pare che il problema non evidenziato né dall’ articolista né dai primi “posters” è che abbiamo reso la morte troppo burocratica e cara. Un funerale “economico” costa tremila euro, sia che si tratti di una piccola bara bianca che di un “barone” di due metri. Penso che la semplicità ed il basso costo dei funerali dovrebbero essere graditi sia agli atei che ai credenti cristiani. E spero che anche gli atei capiscano il sentimento che lega la madre al bambino mai nato, anche se razionalmente non lo condividono. Ai maschi che hanno sparato sentenze chiedo di immaginare cosa può voler dire portare un essere vivente dentro di sè, anche se per meno di nove mesi, e poi vederlo nascere morto.

Il Filosofo Bottiglione

mi par di capire che il comune paghi normalmente le spese funerarie per i meno abbienti, ma abbia bloccato la procedura per i feti, al fine di recuperare un po’ di spese direttamente dall’ospedale.

ritengo che siamo di fronte ad un articolo melenso, stomachevole e retorico che affronta un caso pragmatico ed un po’ cinico.

sono d’accordo che anche i poveri abbiano diritto ad un trattamento funerario dignitoso, ma questo deve essere quello meno costoso per la collettività.
non so se la cremazione (separata, ovviamente) sia la procedura meno onerosa. se è così si proceda, poichè anche tenere occupati spazi frigoriferi non è particolarmente economico.
purtroppo il corpo morto non è molto differente tra quello di un vecchio, di un giovane o di un feto (a parte le dimensioni).
forse questa consapevolezza renderebba più serena anche la “mamma che ha portato un pupazzo blu sul frigorifero”, dando catarsi al suo dolore con la figura di quel bimbo che conserva nel suo immaginario.

Soqquadro

Un aborto in sè è certo un evento traumatico, così l` aborto spontaneo di un bimbo desiderato ma è un problema medico “in gestazione”. Ora, mi domando, non riconoscere questo non peggiora in qualche modo l`elaborazione del trauma? Quella mamma che ha portato il pupazzo blu avrebbe bisogno, a mio avviso, di aiuto, non di una bara.

Flavio

Sul sito de La Stampa c’è una copertura maggiore della notizia, che fornisce un quadro un po’ più chiaro (avevo letto solo qui). Se capisco bene ora c’è una caposala che si rifiuta di eliminare i feti sotto le 20 settimane o abortiti volontariamente, per una sua questione morale: vuole che siano sepolti al cimitero. Io ci vedo interruzione di servizio pubblico.

Signorapina

Abortire un figlio desiderato, specie in una fase avanzata della gravidanza, è un’esperienza tristissima: chi non l’ha provata eviti di parlarne con leggerezza.
Se le famiglie sono davvero impossibilitate a far fronte alle spese per il funerale è giusto che provveda la collettività, scegliendo la procedura economicamente meno onerosa e più rapida, in modo da aiutare le madri a elaborare il lutto quanto meglio possibile.
Non capisco però perché il giornalista debba usare certi toni per stigmatizzare quello che (al di là del dolore delle persone coinvolte) è un semplice problema di burocrazia e di sprechi.

Aldo

Aldo Grano: “Ai maschi che hanno sparato sentenze chiedo di immaginare cosa può voler dire portare un essere vivente dentro di sè, anche se per meno di nove mesi, e poi vederlo nascere morto.”

Giusto per fare un’iperbole…
Chi ha ospitato una tenia ha di fatto portato un essere vivente dentro di sé per un intervallo di tempo che può essere stato minore o maggiore di nove mesi. Se ha provveduto a curarsi lo ha visto sicuramente nascere morto.
Ripeto, giusto per fare un’iperbole che, spero, aiuti a capire.

Mizar

Brava Signorapina, grazie della testimonianza.

Aldo, quello che dici è solo sciocco (scusa la durezza, ma lo dico per il tuo bene). Per non parlare di altri commenti la cui superficialità è tale che è meglio neanche prenderli singolarmente in consderazione.

Antonio

Ma e’ tanto brutto seppellirsi i propri morti in un campo dedicato, facendo semplicemente una buca sotto terra, e permettendo l’ultima -buona azione-, ovvero fungere da cibo…

… se ci fosse un vetro nelle tombe e nelle bare, ci sarebbe molta meno gente li ferma a piangere o a pregare…

shock

Ragà siamo di fronte a un paradosso: se i “bimbi” non sono “mai nati”, com’è che sono morti e tanto più aver bisogno di un funerale? Ogni volta che attraverso un ragionamento si giunge a un assurdo significa che o il ragionamento è sbagliato o l’ipotesi iniziale è falsa.

Flavio

Di tutto si può discutere: di feti abortiti no? Perché alcuni si sentono moralmente obbligati a non commentare, devono tacere anche gli altri?
Sul fatto della sepoltura: o si fa il funerale anche ad un aborto spontaneo di 2 giorni (di cui magari non ci si accorge nemmeno) o si stabilisce una data o non lo si fa mai. Io personalmente trovo morboso fare il funerale a un feto, ma anche volerlo fare è una scelta rispettabile.
Quindi il problema è se la collettività deve sobbarcarsi queste spese al posto di chi non può. Ora come ora sembra che la legge sia questa, allora ok, il problema è appunto un nodo burocratico da sciogliere. Pensate che per es. con chi muore all’estero o simili vado tutto liscio?
Resta la mia considerazione di cui sopra sulla caposala; ormai qualche sanitario pensa di poter fare obiezione di coscienza su tutto.

Mifepristin

Aldo scrive:

21 Ottobre 2007 alle 09:53
Aldo Grano: “Ai maschi che hanno sparato sentenze chiedo di immaginare cosa può voler dire portare un essere vivente dentro di sè, anche se per meno di nove mesi, e poi vederlo nascere morto.”

Giusto per fare un’iperbole…
Chi ha ospitato una tenia ha di fatto portato un essere vivente dentro di sé per un intervallo di tempo che può essere stato minore o maggiore di nove mesi. Se ha provveduto a curarsi lo ha visto sicuramente nascere morto.
Ripeto, giusto per fare un’iperbole che, spero, aiuti a capire.

———– Sono perfettamente d’accordo con Aldo. E’ assurdo piangere un feto di 21-28 settimane come se fosse già una persona umana in grado di sentire e di interagire con gli altri. La vitalità di un feto di quell’età è pari o inferiore a quella di una tartaruga. Però, d’altro canto, ci si può affezionare anche alle forme inferiori di vita o addirittura alle entità inanimate. Una volta poi ho perso un telefonino al quale ero affettivamete molto legata e ciò mi ha molto turbato, per non parlare di quando ho temuto che un virus avesse distrutto il software del mio laptop, sono sprofondata nell’afflizione finché non sono riusciti a risolvere il problema.
In ogni caso, quella donna, invece di restare fissata sul feto morto, dovrebbe pensare che l’anima che si sarebbe dovuta incarnare in quel corpo ora vaga libera negli spazi celesti e forse si incarnerà in un corpo migliore, magari in una successiva gravidanza della stessa donna.

shock

I funerali si fanno a quelle persone che sono nate, vissute e poi morte. Se dovessimo fare un funerale ai feti considerati persone solo da un punto di vista metafisico, perchè non farlo pure agli embrioni delle dimensioni di millimetri? Cosa facciamo delle bare grandi come scatole di tic-tac e magari li seppelliamo nei cimiteri costruendoci su un monumento di marmo grande quanto una scatola di scarpe o normali come siamo abituati a vedere? Ma a questo punto perchè non fare anche il funerale alle 4 cellule formatesi dopo alcune settimene dalla fecondazione anch’esse considerati esseri umani? certo in questo caso dovremmo fare intervenire le nanotecnologie per il feretro che a questo punto costerebbe più di una cassa da morto per un adulto. Ma vogliamo fare pure il funerale agli ovuli e agli spermatozoi che non si sono mai potuti fondere? Una coppia qualsiasi ovulo-spermatozoo non ancora uniti contiene già in sé tutta l’informazione che serve per la costruzione di un nuovo esemplare, esattamente come la stessa informazione è contenuta nell’embrione che essi formano. In altre parole, una qualsiasi coppia ovulo-spermatozoo ha la stessa “dignità” biologica dell’embrione, nel senso che è ad esso biologicamente equipollente.
E che dire infine delle migliaia di particelle di forfora, pelle e peli. Anche loro meriterebbero un funerale perchè posseggono anche essi l’informazione genetica che serve a creare un individuo.

Signorapina

Se si gioca con i paradossi e le iperboli è impossibile discutere in modo costruttivo.
A 28 settimane non si può parlare nemmeno di aborto, ma di parto pretermine: il feto pesa ormai più di un kg ed è perfettamente formato, tanto da avere discrete possibilità di sopravvivere fuori dal grembo materno.
Forse non è ancora un individuo capace di soffrire e interagire con gli altri, ma di certo non è neppure più un embrione formato da quattro cellule messe in croce; in ogni caso io guardo la questione dalla parte dei genitori, che senza dubbio sono persone e senza dubbio soffrono: se il “funerale” può essere loro di conforto, ben venga.

@Mifepristin

provocazione o non provocazione, paragonare un feto ad una tenia è oltremodo sciocco, oltre che di cattivo gusto.
Da ciò che scrivi edal nick che hai scelto penso di poter presumere (mi scuso in anticipo se sbaglio) che tu sia donna e che non apprezzi l’idea della maternità: posizione rispettabilissima, certo non sta scritto da nessuna parte che tutte le donne debbano desiderare figli… ma anche tu abbi rispetto per chi ha una sensibilità diversa.
Quanto alle donne che dovrebbero consolarsi all’idea dei loro piccoli in cielo, chi dice che debbano credere all’esistenza dell’anima?
Potrebbero essere atee: l’ateismo e la razionalità, purtroppo, non mettono al riparo dal dolore.

shock

@ Signorapina
Io non gioco con i paradossi e le iperboli soprattutto quando si parla di questione delicate come queste, semmai evidenzio quei paradossi derivanti proprio dal gioco di parole, questo sì, dei credenti che vorrebbero, senza alcuna prova, identificare alle parole: Feto, Embrione=Persona, Omosessuale=Scherzo della natura, Aborto=Omicidio, Sesso=Peccato, Ateo=Demonio, Cattolico=Persona Retta, Papa=Rappresentante di Dioi in terra, Eventi inspiegabili oggi=Miracoli e la lista potrebbe continuare. Io dico solo che i soldi pubblici che dovrebbero essere spesi per i funerali, perchè questo è il nodo dell’articolo, sarebbero meglio investirli in terapie (psicologiche) alle donne che hanno subito questa brutta esperienza e alla ricerca scientifica di settore affinchè si possa far fronte alle cause di aborto spontaneo. I feti che hanno una buona possibilità di sopravvivenza in incubatrice sono quelli aventi 30 settimane dopo l’ultima mestruazione, quindi quelli al di sotto di questa soglia (quelli considerati nell’articolo) difficilmente potrebbero sopravvivere fuori dal corpo materno. Dunque a meno che non si tratti di feti di 30 settimane tutti quelli al di sotto dovrebbero essere trattati come un qualsiasi materiale di scarto chirurgico. Se poi i genitori volessero i funerali per una quesione di conforto ben venga ma se lo paghino di tasca loro e non con i soldi pubblici.
lei dice inoltre

l’ateismo e la razionalità, purtroppo, non mettono al riparo dal dolore.

ci mancherebbe ora che un ateo non provi del dolore, comunque di certo se l’ateismo e la razionalità non mettono al riparo dal dolore tuttavia lo riescono a stemperare molto meglio del teismo e dell’irrazionalità.

Magar

Mi trovo d’accordo con Signorapina: a parte il dilemma persona/non persona riguardo al feto, ci sono i genitori che sono sicuramente persone, e, se la gravidanza era desiderata, stanno soffrendo. Se, indipendentemente dalla razionalità o dalla sensatezza della cosa, il “funerale” del feto dà loro un piccolo conforto dal dolore, allora sono disposto a pagarglielo, se non sono in grado di farlo da soli. Del resto, a rigore, <i<qualunque cerimonia funebre è un po’ insensata, anche quella di un essere umano che è nato, ha avuto una vita da persona, e poi è morto! In fondo, che senso logico avrà onorare i rimasugli del mio corpo quando avrò tirato le cuoia? Certo non lo sento come un mio diritto, visto che non potrò essere presente alla cerimonia (assente giustificato). Ha senso solo come consolazione dal dolore per chi rimane. E come tale mi sta bene usare i soldi pubblici per pagarla a chi non può permettersela. Siccome la sofferenza c’è anche per chi ha subito un aborto involontario, il discorso vale anche per loro.

elfodin

Trovo la burocrazia eccessivamente lenta. Del resto sono per il rispetto della religiosità altrui (entro i limiti del possibile).

Però un funerale (non assolutizzo) lo ritengo strano. Religiosamente parlando il feto non è stato battezzato, laicamente parlando il feto non è registrato all’anagrafe. Da un lato non è stato lavato il peccato originale, dall’altro non risulta essere esistito.

Kaworu

ma perchè la gente non capisce che c’è differenza tra un aborto spontaneo di un figlio desiderato e l’aborto provocato di un figlio non voluto?

la differenza direi che è sostanziale (anche per i tempi in cui avvengono).

se un domani fossi incinta e scoprissi di aspettare un figlio malformato o con malattie potenzialmente mortali, abortirei senza rimpianti.

se invece per chissà che motivo dovessi avere un aborto spontaneo poniamo per distacco della placenta, ci starei male.

è una differenza sostanziale, cari catto…

AnderA.ntichrist

..dai, suvvia..

Io non sono a favore dell’aborto: io sono perché ognuno possa essere libero di scegliere.

Mi chiedo cosa spinga alcuni qui a postare commenti cosí crudi di fronte ag un dolore cosí profondo.
Se una donna sente quel “feto” suo figlio, e crede in ció in cui io non credo, DEVE aver tutto il diritto di comportarsi di conseguenza (la questione del denaro pubblico poi, a mio avviso, é un’altra, ma non credo sia quello che faccia andare in malora il fu Bel Paese).
Non mettiamoci a speculare oltre.

Carlo

Sono d’accordo con Signorapina, Magar e AnderA.ntichrist. Non penso che si debba fare i talebani della razionalita’, un essere umano non e’ solamente ragione. Certo il tono dell’articolo non e’ piaciuto neppure a me, ma certo provo compassione per queste madri.

Commenti chiusi.