I figli sono una grande ricchezza per ogni Paese: dal loro numero e dall’amore e dalle attenzioni che ricevono dalla famiglia e dalle istituzioni emerge quanto un Paese creda nel futuro. Chi non è aperto alla vita, non ha speranza. Lo affermano i vescovi italiani nel messaggio per la Giornata della Vita.
«La civiltà di un popolo – scrivono i vescovi – si misura dalla sua capacità di servire la vita, dai suoi esordi all’epilogo. I primi a essere chiamati in causa – ricorda la Cei – sono i genitori: il dramma dell’aborto non sarà mai contenuto e sconfitto se non si promuove la responsabilità nella maternità e nella paternità. Responsabilità significa considerare i figli non come cose, da mettere al mondo per gratificare i desideri dei genitori; ed è importante che, crescendo, siano incoraggiati a spiccare il volo, a divenire autonomi, grati ai genitori proprio per essere stati educati alla libertà e alla responsabilità, capaci di prendere in mano la propria vita». Sullo stesso piano i vescovi italiani collocano l’avanzare di una mentalità favorevole all’eutanasia: «stupisce – ribadiscono i vescovi – che tante energie e tanto dibattito siano spesi sulla possibilità di sopprimere una vita afflitta dal dolore, e si parli e si faccia ben poco a riguardo delle cure palliative, vera soluzione rispettosa della dignità della persona, che ha diritto ad avviarsi alla morte senza soffrire e senza essere lasciata sola, amata come ai suoi inizi, aperta alla prospettiva della vita che non ha finè. Gli anziani – sottolinea il testo – sono la memoria e le radici: dalla cura con cui viene loro fatta compagnia si misura quanto un Paese rispetti se stesso».
Nel messaggio i vescovi italiani ribadiscono il concetto di maternità e paternità come «ricchezza» e non come diritto da esercitare anche a costo di «pesanti manipolazioni etiche». Servire la vita, sottolineano i presuli, significa considerare i figli non come cose da mettere al mondo per gratificare i desideri dei genitori ma come persone incoraggiate a diventare autonome a loro volta, educate alla libertà e alla responsabilità. «Un figlio – si legge nel testo – si desidera e si accoglie, non è una cosa su cui esercitare una sorta di diritto di generazione e proprietà». «Ne siamo convinti, pur sapendo – rimarca la Cei – quanto sia motivo di sofferenza la scoperta, da parte di una coppia, di non poter coronare la grande aspirazione di generare figli». A questo proposito, ricordano i presuli, esistono altre forme di paternità e maternità, come l’adozione e l’affidamento; l’amore può inoltre «essere fecondo in tante modalità di donazione e servizio verso gli altri». […]
Cei: no a denatalità, aborto e eutanasia
19 commenti
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Circa il 30% della popolazione mondiale consuma circa l’80% delle risorse disponibili. I presuli (il termine mi fa acapponare la pelle) sono in grado di immaginare cosa potrebbe succedere quando anche il rimanente circa 70% della popolazione rivendicherà il sacrosanto diritto di poter disporre di una quota di risorse uguale, non dico a quella che utilizzano i “presuli”, ma almeno a quella che viene utilizzata dal circa 30% dei più fortunati? E in questo caso non parlo di risorse energetiche alle quali molto probabilmente tramite le fonti rinnovabili potranno accedere, parlo delle cose più banali tipo aqua e cibo.
Ma quando mai le cure palliative hanno risolto qualcosa????
I vescovi incoraggiano la famiglia? Diano il buon esempio e concedano ai preti di farsene una.
Uao! Praticamente ci stanno incoraggiando a non mandare i figli a catechismo, all’ora di religione, alle scuole confessionali private! 😀
Insomma chiedono allo Stato di proibire alle coppie sterili (tutte!) la speranza di una gravidanza biologica, sulla base del fatto che concepire i figli “in provetta” è peccaminoso secondo le regole della loro religione. E poi si lamentano se tra la gente si diffondono umori e sentimenti anticlericali…
Che faccie di m….! Come al solito ignorano una cosa essenziale: la libera scelta. Parlano come se l’eutanasia fosse imposta, come se tutti volessero ammazzare il nonno per prendersi l’eredita’. Probabilmente perche’ e’ quello che farebbero loro 🙂
In realtà, certe statistiche (http://www.loe.org/shows/shows.htm?programID=98-P13-00049#feature2) dicono che il 10% più ricco del pianeta usa quasi il 90% delle risorse planetarie (fonte: ONU). Mentre altrove (http://hompi.sogang.ac.kr/anthony/ReadThis.htm) si sostiene che il 10%degli adulti più ricchi al mondo possiedono lo 85% dei beni totali. Quando invece la metà della popolazione mondiale possiede appena,complessivamente, lo 1% della ricchezza globale. Inutile dire dove si colloca, in queste classifiche, la chiesa cattolica, dispensatrice della dottrina cristiana della povertà.
perché, parlando della denatalità galoppante italiana, non ammettono che la legge 40 ha dato un’accellerata a questo fenomeno (come sostenuto dalla Turco)
La civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di riconoscere e rispettare la libertà e l’autonomia dell’individuo nelle scelte che riguardano esclusivamente il suo corpo e la sua esistenza. La vita non è una servitù, è un bene di ciascun individuo di cui lui soltanto può disporre. Nessuno può essere forzato dalla legge a vivere o dare la vita a nuovi individui.
stupisce – ribadiscono i vescovi – che tante energie e tanto dibattito siano spesi sulla possibilità di sopprimere una vita afflitta dal dolore, e si parli e si faccia ben poco a riguardo delle cure palliative, vera soluzione rispettosa della dignità della persona…
Vescovi ipocriti ed ignoranti,chi chiede l’eutanasia lo fa perché non esistono più cure in grado di attenuare in maniera significativa la sua sofferenza, se poi loro hanno scoperto qualche nuova tecnica medica in grado di fare miracoli, potrebbero comunicarla anche al resto dell’umanità. Comunque l’Italia è uno dei paesi all’ultimo posto per quanto riguarda la terapia del dolore nei malati terminali. Negli ospedali hanno paura di usare gli oppiacei quasi si trattasse di materiale radioattivo.
stupisce – ribadiscono i vescovi – che tante energie e tanto dibattito siano spesi sulla possibilità di sopprimere una vita afflitta dal dolore, e si parli e si faccia ben poco a riguardo delle cure palliative, vera soluzione rispettosa della dignità della persona…
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chi chiede l’eutanasia lo fa perché non esistono più cure in grado di attenuare in maniera significativa la sua sofferenza, se poi loro hanno scoperto qualche nuova tecnica medica in grado di fare miracoli, potrebbero comunicarla anche al resto dell’umanità. Comunque l’Italia è uno dei paesi all’ultimo posto per quanto riguarda la terapia del dolore nei malati terminali. Negli ospedali hanno paura di usare gli oppiacei quasi si trattasse di materiale radioattivo.
Responsabilità significa considerare i figli non come cose, da mettere al mondo per gratificare i desideri dei genitori;
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Certo, responsabilità significa accettare come un dono i figli, non desiderati e in qualche caso detestati,di un preservativo lacerato o di una pillola contraccettiva dimenticata o di uno iud dislocato o peggio ancora di uno stupro…i figli non vanno procreati perchè si desiderano, devono essere accettati come atto di asservimento nei confronti del dio Bios
i figli sono una grande ricchezza per ogni paese: ecco una tipica frase che sa di retorica criptofascista. prima di tutto i figli non sono del paese, ma dei genitori che li hanno procreati. secondo, nuovi individui non significa, in termini ecomici, più ricchezza, a meno di non volerli utilizzare fin dall’infanzia in attività lavorative o farne oggetto di commercio. certo nuovi individui servono per rinnovare il corpo sociale, ma di per sè i figli non portano alle famiglie alcun vantaggio economico, anzi sono una zavorra. il progresso di un paese non è dato dal numero dei figli che esso procrea, ma dalla qualità delle persone che riesce a formare. quindi non dalla grande quantità di figli, ma dalla qualità dell’educazione e delle attenzioni che possono ricevere dalle loro famiglie. di figli quindi bisogna farne pochi, ma educarli meglio.
Qualche mese fa, un uomo,ospedalizzato, affetto da una grave sindrome degenerativa epatica, prima di poter morire è stato rianimato 4 volte. Benché fosse chiaro che non vi era alcuna possibilità di ripresa a lungo termine delle normali funzioni vitali, ogni volta che la pressione iniziava a cadere, accorrevano i rianimatori, perché, spiegavano, così bisogna fare per disposizione di legge. Lo normalizzavano, perché il suo cuore non era danneggiato, quindi era capace di ripresa , ma dopo un po’ i suoi parametri iniziavano di nuovo a decadere…Insomma, quest’uomo ha impiegato, per morire, 6-7 ore più di quello che sarebbe stato necessario in natura, e tutto questo perché la legge vieta di causare la morte di un paziente, in cui sia tecnicamente ancora possibile la rianimazione,attraverso l’omissione di misure di soccorso, anche se i parametri vitali così ripristinati dovessero durare solo per un’altra ora o meno. Per non parlare di quelli che vengono stabilizzati e poi restano in stato di coma vegetativo per dieci, venti o anche trent’anni prima di morire definitivamente. Ah certo, c’è sempre la speranza che si possano miracolosamente risvegliare, magari all’età di 60 anni, dopo trent’anni di vegetazione incosciente! Che meraviglia, ma sarebbe giusto, a questo punto, che ogni paziente potesse esprimere, preventivamente, la propria volontà sul da farsi in casi come questi!
Non capisco se il mescolare concetti oggettivamente condivisibili [1] con altri deprecabili [2] sia il frutto di un calcolo propagandistico premeditato oppure no. Se così fosse, direi che i vescovi italiani hanno tentato (probabilmente con successo, visto lo scarso senso critico dei nostri giorni) una abominevole manipolazione. In caso contrario, hanno probabilmente le idee un po’ confuse, in quanto mescolano i desideri con le possibilità, perdendo il contatto con la realtà.
[1] I figli non sono oggetti; gli anziani meritano rispetto. E vorrei vedere!
[2] Essenzialmente: il numero dei figli indica il valore di un popolo, intendendo con ciò che debbono essere il più numerosi possibile, ad ogni costo. Un volta poteva essere anche vero, oggi (per ragioni prevalentemente ambientali) vale il contrario.
@Aldo:
se fai attenzione lo fanno sempre. Indorare la pillola (per non usare espressioni piu’ efficaci, ma che il filtro antivolgarita’ non farebbe passare) e’ uno dei loro passatempi preferiti. Si parte sempre da affermazioni condivisibili, per poi portare le cose all’estremo e tirare fuori le bestialita’. E’ il tipico meccanismo dei fanatici, prendere idea magari anche giusta e renderla una verita’ assoluta, dimenticando che ci sono anche altre idee e principi da considerare.
Chi non è aperto alla vita, non ha speranza.
—sono chiusa alla vita dalla cintola in giù(diciamo che la mia vagina è chiusa alla vita), per il resto massima apertura, finché mi piacerà…sono senza speranza?!!! 😀
Qualcuno mi spiega che ci azzecca la diminuzione delle nascite con l’eutanasia?
Tanti figli pochi soldi, pochi soldi poca istruzione, poca istruzione tanta ignoranza, tanta ignoranza tanta superstizione, tanta superstizione tanta religione, tanta religione tanti preti potenti. Voilà, eccoci serviti.
I figli sono una grande ricchezza per ogni Paese:
quando sono bambini …..(omissis)
…e quando sono grandi pagheranno l’8×1000 senza fiatare.
amen
darik
Dire no all’aborto e all’eutanasia non mi sembra una corbelleria, anzi.