I cristiani? D’accordo solo sul clima

I cristiani? D’accordo solo sul clima Qualche settimana fa a Sibiu, in Romania, si è svolta un’assemblea ecumenica: cioè aperta a tutte le chiese e confessioni cristiane. E, alla fine, come fa osservare ironicamente Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio Van Thuan sulla dottrina sociale della chiesa, l’unico tema sul quale c’è stata piena concordanza si è rivelato la salvaguardia del creato. I rappresentanti delle varie confessioni cristiane sembra non si siano trovati d’accordo su una frase del Messaggio finale in cui si parlava di ‘diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale’. Sono stati sollevati problemi di forma, come spesso accade in questi casi: la frase – ha obiettato qualcuno – non era stata approvata in assemblea ma inserita in seguito; quella approvata era parlava solo di diritto alla vita omettendo dal concepimento alla morte naturale e compagnia cantante. E come sempre, le questioni di forma celano problemi di sostanza. Le comunità protestanti hanno posizioni differenti da cattolici e ortodossi su aborto ed eutanasia rispetto alla Chiesa cattolica. Ma questo approccio radicalmente diverso in campo etico può produrre seri problemi al movimento di riunificazione dei cristiani. “Se tra le confessioni cristiane c’è diversità di vedute sul diritto alla vita, sembra non essercene sui cambiamenti climatici. Come è noto la scienza non è in grado di dire una parola chiara e definitiva su questo problema, ma nonostante ciò sembra trattarsi di una certezza maggiore rispetto al diritto dell’embrione umano ad essere rispettato”. Un caso esemplare è il documento “In Whose Interest?” (Nell’interesse di chi?) emanato il 30 settembre scorso dal Consiglio Nazionale delle Chiese dell’Australia e firmato da 7 confessioni cristiane di quel paese. Vi si parla delle sfide della globalizzazione; si tratta di povertà e ingiustizia, di armi e di nucleare, di commercio internazionale e di terrorismo. E anche di diritti umani, ma senza un minimo accenno al diritto alla vita, che pure è un problema globale. Organismi internazionali promuovono campagne di sterilizzazione; fanno dipendere gli aiuti economici dall’assunzione di politiche di riduzione delle nascite; l’aborto viene promosso come un fatto di salute riproduttiva; la bioingegneria ci mette in mano la possibilità della clonazione e delle chimere e su ciò si fanno investimenti con molti zeri distogliendoli dallo sviluppo; infanticidio e selezione sessuale sono praticate ampiamente in giro per il mondo; i casi di eugenetica si moltiplicano. Ma i cristiani d’Australia non riescono a esprimersi insieme si tutto ciò: sui pericoli per il clima invece l’accordo si trova.

L’articolo di Marco Tosatti è apparso sul sito della Stampa 

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7 commenti

Lamb of God

L’unità dei cristiani è solo un’utopia, mi domando perchè si sprechino ancora soldi ed energie nel dialogo ecumenico, è evidente che le differenze di vedute siano abissali soprattutto in relazione ai cosiddetti “valori non negoziabili”.

La CCAR nelle sue battaglie è sola e non trova appoggio neanche dalle frange più oltranziste delle altre fedi.

Carlo

Ma chi e’ questo Mario Tosatti?

Organismi internazionali promuovono campagne di sterilizzazione; fanno dipendere gli aiuti economici dall’assunzione di politiche di riduzione delle nascite….

E meno male, in Nigeria per es. la popolazione cresce del 5% l’anno.

Kull

Se in Nigeria la vita media andasse oltre i 50 anni forse la popolazione potrebbe smetterla di crescere del 5%

Kull.

Carlo

No Kull, il problema e’ che paesi come la Nigeria hanno una crescita demografica spropositata NONOSTANTE abbiano la speranza di vita sia bassissima e in riduzione. Mi sembra quindi una cosa razionale chiedere loro di fermare tale crescita incontrollata PRIMA di aiutarli economicamente, altrimenti non serve a nulla. Si stima che la Nigeria avra’ mezzo miliardo di abitanti a meta’ secolo, se non mi sbaglio…. A me sembra una follia…..

Aldo

Come già qualcuno ha notato, la questione del diritto alla vita (inteso come lo intendono le gerarchie cattoliche e i loro tirapiedi) collide con quella del cambiamento del clima. E, notate bene, le due questioni colliderebbero anche se si scoprisse che non esiste tra loro un rapporto di causa-effetto, perché rimarrebbe la spinosa difficoltà di provvedere alle necessità di 6,7 miliardi di persone (attuali, tutt’ora in forte crescita) in un contesto ambientale quanto meno destabilizzato se non addirittura devastato. Difficoltà che ha già cominciato a toccare concretamente la nostra piccola Italia, anche se piace fingere che non sia così.

darik

evidentemente il messaggio lasciato dal cristo non è stato
sufficientemente esplicatorio; cosi gli zelanti fondatori e i continuatori di tale filosofia, lo hanno manipolato, stravolto,
falsificato; adattandolo alle proprie esigenze.
se poi mettiamo in dubbio la stessa esistenza del salvatore
(cosa piuttosto probabile) ci possimo fare un’idea completa dell’essenza del cristianesimo.

darik

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